flaviomob ha scritto:Se parliamo di liberalismo puro potremmo benissimo fare a meno di sanità pubblica (o privata accessibile a tutti), pensioni sociali, indennità e sussidio di disoccupazione, integrazione dei redditi e più in generale tutto lo stato sociale (ovvero il welfare state) che si è sviluppato in Europa.
Questa è una tua opinione, secondo me sbagliata. Tempo fa ho letto un bel libro (storia dello stato sociale, di Ritter: http://www.avvocati.it/9788842069577/st ... er-gerhard ) e di come si è sviluppato il welfare alla fine del 1800 sia in inghilterra che in germania, le due nazioni in cui la rivoluzione industriale aveva fatto passi da gigante ed il sistema economico poteva quindi sostenere le prime forme di garanzia sociale. Per prima cosa, non erano politiche fatte dai socialisti (anzi i socialisti erano fortemente contrari, cosi' come le chiese che si vedevano togliere una grossa fetta di potere) ma dai conservatori e dai liberali (pur con modelli diversi, qui sommariamente illustrati: http://it.wikipedia.org/wiki/Stato_soci ... istenziale ). Esiste quindi un sistema di welfare anche per il liberalismo, sia pur "residuale" come spiegato nella scheda. Sicuramente non assistenzialistico. Ad esempio il sistema sanitario pubblico americano, che viene dipinto come di tipo liberale (prima della riforma di Obama) e notoriamente dà una qualità migliore, spende in % su PIL con medicare e medicaid piu' del sistema pubblico italiano, che è universale e di qualità inadeguata e soprattutto disomogenea.
Poi esiste il modello piu' "aziendalistico/corporativo" dei conservatori e quello, universale e molto piu' recente, socialdemocratico (che piu' si presta al rischio dell'assitenzialismo e che è quello piu' costoso). Oggi si assiste nei vari stati ad un mix dei tre modelli ed alla necessità di nuovi modelli, visto che lo stato sociale è attualmente in crisi http://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_dello_Stato_sociale a casua della globalizzazione e dei mutamenti sociali indotti dal progresso tecnologico.