pinopic1 ha scritto:Io non credo si possa realizzare la partecipazione attiva di tutti o di molti alla vita del circolo per esercitare il diritto/dover di critica o di proposta
Tu dici che si deve tener conto di un differente livello di partecipazione delle persone e lo consideri giustamente un dato fisiologico. Ma rilevi, anche qui in modo veritiero per la gran parte dei casi, che da quel dato fisiologico deriva che di fatto "alcuni siano più del circolo di altri", che si crea un livello più stretto che non facilita la partecipazione, anche al di là delle intenzioni (come mi sembra dicesse Parietti), quando non per una scelta consapevole di portare tutto nell'ottica di battaglia di posizioni interne.
Mi pare che da questa affermazione tu derivi un dubbio generale che ci si possa anche solo provare a cambiare quelle modalità e quell'assetto. Per parte mia, senza ripetere argomentazioni, penso invece che quei meccanismi (e quelli di stallo a livello più alto) siano sospinti nell'avvitamento proprio dal fatto di essere un giro sempre più stretto, orfano dei sentimenti e delle intenzioni di quel popolo più ampio che si manifestò il 14 ottobre. E proprio da questo nasce l'idea dell'aiutino dal basso, al di là delle differenze statutarie tra iscritti e elettori, frutto di mediazioni che conosciamo realizzate a suo tempo in Commissione statuto, ma poco significative se andiamo alle motivazioni di chi partecipò il 14 ottobre.
Questa affermazione del livello differenziato di partecipazione, di per sè semplice fino al banale, ci porta invece alla scelta principale da fare sul terreno della strumentazione partecipativa del partito, che non a caso indicavo come unico possibile terreno non-locale di apporto da parte delle cellule democratiche, non tanto come cellule in quanto tali ma come persone in esse risvegliate e rimotivate. Scelta che consiste nell'introiettare con coerenza e fino in fondo il fatto che persone normali, prese dagli impegni consueti della vita, possono dedicare alla loro partecipazione politica un tempo molto piccolo nell'arco della giornata; di solito nel fare questo discorso io mi taro sui 15 minuti al giorno. Se creiamo un sistema partecipativo che rispetta questo vincolo avremo la partecipazione di tanti, al contrario avremo una partecipazione di pochissimi. Abbiamo tutti davanti agli occhi le scelte delle forme di comunicazione adottate, PDnetwork, Youdem, ecc. Cioè meccanismi che sembrano fatti apposta per moltiplicare le quantità informative... . La parola magica, se ci intendiamo, è passare ad una logica strutturata di
servizi per la partecipazione. Ne riparleremo.
L'altra tua argomentazione, già proposta anche in precedente messaggio, riguarda la specialità di condizione di ciascuno, dalla quale può e deve venire un arricchimento del confronto generale. Se dovessi risponderti in ottica locale difficilmente potrei uscire dallo scontato. Succede in ogni assemblea che un tot di partecipanti centri il proprio intervento a partire dal proprio specifico, in genere da quello professionale. L'esito dipende da come l'intervento è congegnato. Chi ascolta distingue e apprezza quei richiami che danno specificità e spessore, e dunque arricchiscono il confronto generale; ugualmente distingue e poco apprezza quegli interventi che si propongono piuttosto come uno sfogo, fermo restando che anche gli sfoghi dovrebbero sempre far chiedere perchè...
Anche qui una risposta meno scontata si può dare facendo riferimento alla strumentazione partecipativa del partito. Il meccanismo dei Forum di cui all'art. 24 (no forum di rete) dello Statuto, anche se concettualmente dovrebbero poi essere semplicemente un sottosistema del Sistema informativo per la partecipazione, si propongono come lo strumento che specificamente risponde alla esigenza degli approfondimenti e alle elaborazioni tematiche o settoriali. Se vedi sul sito PD vedrai che la struttura (si fa per dire, penso che avanzino le dita di una mano per contare chi ci lavora) preposta ha dignità di Dipartimento. In due distinte fasi è apparso qualcosa sul sito, una roba confusionaria al massimo, con la forma (brutta) di semplici forum di rete.
Non mi nascondo dietro un dito. Tutte quelle forme partecipative che sono nello statuto non verranno mai da un mero processo attuativo. Qualcosa partirà se dietro c'è una spinta. Poichè nemmeno però voglio solo buttarla in politica, dico anche che quelle realizzazioni sono cose molto impegnative, con la necessità di largo impiego di
risorse umane per creare valore aggiunto e servizi. E allora, anche qui, ti spieghi perchè, descrivendo il mio microcosmo, avevo segnalato il fattore della notevole presenza di persone vicine alla pensione... chè il ciclo di vita solo a questi, oltre ai molto giovani, dà un di più di tempo...
Valerio