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“Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda mariok il 05/02/2017, 19:20

pianogrande ha scritto:
Comunicazione di servizio.


Un intervento di Mariok, che secondo me doveva stare qui, è finito nelle foibe di Basovizza.

Piccola risposta ad una considerazione nell'intervento.

Niente di male se certe persone fanno considerazioni giuste quando non hanno responsabilità di governo.
La loro funzione, in quel momento, è quella dell'intellettuale.
Nel nostro paese qualche volta facciamo fatica a distinguere l'intellettuale dal politico.

E' successo con Veltroni ma non solo.

I politici hanno un gran bisogno di intellettuali ma loro per primi debbono essere in grado di distinguerli dagli altri politici.


Il senso della mia osservazione era che quando Letta era presidente del consiglio, non è apparso mai tanto determinato nel portare avanti queste idee, sulle quali concordo totalmente.

Se fosse capace di portarle avanti lo preferirei senz'altro a Renzi, che con il suo tormentone sulla flessibilità, tesa a fare altro debito, mi è sembrata di bassissimo profilo oltre ad apparire chiaramente finalizzata a conquistarsi i margini per comprarsi un po' di consensi.

Il problema è che da presidente del consiglio è stato un personaggio sbiadito e poco determinato, non solo all'interno, ma anche nei rapporti europei.

Probabilmente ciò si deve al fatto che era stato messo lì dai soliti marpioni che hanno sempre preteso di reggere loro i fili.

P.S. Le pulsioni nazionalistiche, con annesse accuse di tradimento, lasciamole a Salvini e Meloni. Vecchia retorica di cui conosciamo le tristi conseguenze in un passato non lontanissimo.
Ultima modifica di mariok il 05/02/2017, 19:21, modificato 1 volta in totale.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda Robyn il 05/02/2017, 19:21

Il sentimento europeista non prevede popoli nemici con tutti difetti che possano avere.Se è vero che l'Italia non deve più andare a Bruxelles per la flessibilità la Germania anche non può sforare il 6% del surplus che mette in difficoltà i paesi mediterranei.In un'europa federale non esistono paesi egemoni.Obama disse che non esisteva la California il Texas e il Kentuky ma esistevano gli Stati Uniti d'America.Pur vero è che in un'assetto federale esiste il federalismo fiscale solidale realizzato in vari modi tramite trasferimento o tramite tassazione,meglio come tassazione perche è un federalismo certo
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda mariok il 05/02/2017, 19:43

Lo sforamento del 6% del surplus va certamente stigmatizzato. Ma volerlo mettere sullo stesso piano di in debito sforato per più del doppio rispetto al limite previsto dai trattati, mi sembra un'operazione alquanto capziosa (peraltro riproposta da Renzi recentemente nel suo blog - altro motivo per cui le sue quotazioni ai miei occhi sono precipitate vertiginosamente).

Oltretutto il governo tedesco non può fare granché per impedire alle sue imprese di esportare.

Quanto poi al fatto che esso danneggerebbe le altre economie è tutto da dimostrare.
Ciò è vero quando il surplus è con le bilance commerciali di altri paesi europei con saldo negativo (caso per esempio della Grecia).

Cosa, che nel caso italiano, è falsa. La nostra bilancia dei pagamenti è positiva ed il saldo con la Germania è sostanzialmente in pareggio.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda Robyn il 05/02/2017, 19:53

siamo sempre ai problemi irrisolti.L'unica possibilità per avere un debito del 60% è scorporare il 40% del debito dei paesi membri e farne un debito europeo.Sul surplus il problema deriva dal fatto che la Germania anziche comercializzare con l'Europa commercializza con l'estero,ha proprio un'economia rivolta verso l'estero.Forse questo surplus si riduce se i paesi del mediterraneo diventano più competitivi in modo da far preferire alla Germania l'Export vero l'europa anziche verso i paesi emergenti
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda ranvit il 05/02/2017, 20:20

P.S. Le pulsioni nazionalistiche, con annesse accuse di tradimento, lasciamole a Salvini e Meloni. Vecchia retorica di cui conosciamo le tristi conseguenze in un passato non lontanissimo.




Vallo a spiegare ai tedeschi & Co ;)


Altro che nazionalisti, noi siamo dei veri coglioni: ci fidiamo a occhi chiusi del fatto che altri non lo siano (nazionalisti) e accettiamo a scatola chiusa regole e trattati che poi poi ci si rivoltano contro, legiferiamo sul contrasto alle operazioni finanziarie quando gli altri ne hanno solo parlato, accettiamo e finanziamo lìaccordo con la Turchia per non far passare i rifugiati per la via balcanica e ci becchiamo sui denti tutto il traffico senza che nessuno ci aiuti, facciamo gli hotspot con la promessa delle quote di redistribuzione dei rifugiati e poi nessuno se li piglia.....devo continuare??? :roll: :roll:
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda ranvit il 06/02/2017, 8:18

mariok ha scritto:Lo sforamento del 6% del surplus va certamente stigmatizzato. Ma volerlo mettere sullo stesso piano di in debito sforato per più del doppio rispetto al limite previsto dai trattati, mi sembra un'operazione alquanto capziosa (peraltro riproposta da Renzi recentemente nel suo blog - altro motivo per cui le sue quotazioni ai miei occhi sono precipitate vertiginosamente).

Oltretutto il governo tedesco non può fare granché per impedire alle sue imprese di esportare.

Quanto poi al fatto che esso danneggerebbe le altre economie è tutto da dimostrare.
Ciò è vero quando il surplus è con le bilance commerciali di altri paesi europei con saldo negativo (caso per esempio della Grecia).

Cosa, che nel caso italiano, è falsa. La nostra bilancia dei pagamenti è positiva ed il saldo con la Germania è sostanzialmente in pareggio.



Risposta all'economista mariok :D

L’euro sopravvive se la Germania alza i salari e investe il suo surplus commerciale
Giuliano Balestreri 7 ORE 1489


Stipendi fermi e bassi investimenti nel resto dell’Eurozona. Così la Germania frena la ripresa dell’economia del Vecchio continente e a cascata l’inflazione. Di più: “Spinge la Bce a proseguire il suo acquisto di asset sul mercato” scrive Goldman Sachs in un report riservato a pochi selezionati investitori che Business Insider Italia ha potuto consultare. Tradotto: se la Germania vuole tenere in piedi l’euro e la comunità economica europea deve essere la prima a impegnarsi.
Leggi anche “La Germania esca dall’euro e smetta di approfittare delle debolezze italiane”
A preoccupare gli analisti della banca d’affari americana è l’assoluta mancanza di correlazione tra il mercato del lavoro e le retribuzioni che si registrano all’interno dell’Eurozona da ormai 15 anni. La curva di Philips usata per decenni per spiegare il rapporto tra occupazione e salari (e quindi inflazione) si è improvvisamente appiattita: “Se la situazione in Italia e Francia è abbastanza chiara con lievi scostamenti del tasso di disoccupazione negli ultimi anni, quella in Spagna e Germania è inspiegabile”.

Nelle simulazioni di Goldman Sachs, infatti, i salari tedeschi – in Germania la disoccupazione è scesa sotto il 5% – dovrebbero essere aumentati quasi del 9%, invece sono stabili intorno al più 2%. Diametralmente opposta la situazione della Spagna: il tasso di senza lavoro è al 20%, gli stipendi dovrebbero essere crollati del 10%, ma in realtà segnano un aumento dello 0,5%. “Senza una ripresa dei salari in Germania – scrive la banca d’affari – difficilmente l’inflazione core dell’Eurozona tornerà a crescere”. D’altra parte, come spiegano gli addetti ai lavori, la dinamica dei prezzi del Vecchio continente dipende dai tedeschi: a cominciare da quanto spendono nel resto dell’area. In assenza di tassi di cambio, il peso del riequilibrio economico è caduto tutto sull’aggiustamento dei salari e dei prezzi obbligando così i paesi periferici a mantenere gli stipendi e l’inflazione sotto il livello della Germania.


In un contesto del genere – conclude Goldman Sachs – difficilmente i salari europei torneranno a crescere e con loro l’inflazione. E così la Bce sarà costretta a proseguire nel suo piano di acquisto di asset sul mercato”. Insomma se la Germania non vuole il collasso dell’euro deve muoversi rapidamente per ridurre gli squilibri macroeconomici da lei stessa causati: deve aumentare i salari ammettendo di aver raggiunto la piena occupazione e deve ridurre il surplus della sua bilancia commerciale smettendo di drenare risorse ai paesi più deboli (Berlino esporta molto, ma non compra abbastanza dai suoi partner europei). Altrimenti come suggerisce il premio Nobel Joseph Stiglitz “farebbe meglio a uscire dall’euro”.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda pianogrande il 06/02/2017, 12:37

Insomma, la Germania dovrebbe stimolare la sua domanda interna (e la sua inflazione) aumentando i salari.

Non è escluso (se l'articolo non lo dice direttamente, lo aggiungo io) che questo porti un po' di tedeschi a comprare nel resto d'Europa dato che risparmierebbero.

Quale è la differenza tra dire questo e dire dateci un po' dei vostri soldi?

Perché sprecare tante parole?
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda ranvit il 06/02/2017, 13:26

Perchè questo è nelle regole dell'eurozona!!!
Quando un Paese ho un surplus commerciale deve investire! Minchia ma le regole valgono solo per noi???
E comunque, come cazzo la vuoi fare l'Unione se c'è chi pensa solo alla propria bottega strafottendosene degli altri???
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda pianogrande il 06/02/2017, 16:53

ranvit ha scritto:Perchè questo è nelle regole dell'eurozona!!!
Quando un Paese ho un surplus commerciale deve investire! Minchia ma le regole valgono solo per noi???
E comunque, come cazzo la vuoi fare l'Unione se c'è chi pensa solo alla propria bottega strafottendosene degli altri???


Hai ragione, anche se non sono d'accordo sul principio.

In effetti le regole europee dicono così e il surplus va reinvestito (importando di più).

Tutto sommato, quello che dicevo io (stimolo della domanda interna e dell'inflazione) solo che non è una strana pretesa ma la richiesta del rispetto di un accordo.

Effettivamente qui si vede se la UE è in grado di far rispettare le regole (che debbono valere per tutti).

Mi sfuggiva quel piccolo particolare.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda mariok il 06/02/2017, 17:33

Attenzione: dire che il surplus commerciale va reinvestito non ha molto senso.

Non si tratta di denaro che va nelle casse dello stato, ma è il saldo tra esportazioni ed importazioni che vanno più che altro a beneficio delle imprese.

Che dovrebbe fare il governo tedesco? Una bella super-tassa sulle esportazioni? Questa è roba da Trump, Le Pen e Salvini!

Quello che può fare, compatibilmente con il bilancio pubblico, è aumentare gli investimenti per incrementare la domanda interna.

Cosa che la commissione lo ha già invitato a fare e che il governo tedesco ha in parte incominciato, infatti l'incremento del Pil 2016 è stato conseguito più per l'aumento dei consumi interni che per le esportazioni che sono rimaste sostanzialmente stabili.
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