Le leggi di iniziativa popolare nel quale il parlamento deve obbligatoriamente legiferare.
Ah sì, davvero? E quale sanzione è prevista per i deputati se non lo fanno? Cerchiamo di essere seri: il parlamento è riuscito a stravolgere testi di legge già sottoposti a referendum abrogativo. Le leggi di iniziativa popolare "scomode", che prima giacevano nei cassetti delle segrete stanze, oggi semplicemente verrebbero bocciate o arenate in qualche commissione parlamentare. Se esiste la volontà e la maggioranza politica per approvare una legge, essa vede la luce indipendentemente dall'iniziativa popolare. Altra cosa è introdurre il referendum propositivo, che costituirebbe una rivoluzione radicale del nostro ordinamento.
Comunque la pensiamo, abbiamo il dovere, e ripeto il dovere, di chiedere cosa si propongono di fare le forze politiche che si battono per accelerare la fine di Renzi. Dobbiamo smetterla con la renzidipendenza dei nostri ragionamenti, altrimenti meglio tenercelo. Fate finta che il No abbia già vinto e che Renzi sia scomparso dalla scena. E provate a immaginare cosa accadrà, in che maniera il Paese ne uscirà più forte e le istituzioni più solide e più democratiche. Con un’altra apocalisse?
E' curioso che persone che vedevano Santoro come l'incarnazione di Belzebù oggi ne richiamino continuamente i dettami.
La risposta è semplice: le forze che spingono per la fine del governo Renzi sono le opposizioni. Ora, se tu presidente del consiglio subordini la tua permanenza in carica all'esito di un referendum che riguarda una materia squisitamente parlamentare, chiaramente alteri la polarizzazione politica allontanandoti dal merito del quesito. E' un autogol dettato dall'arroganza e dalla spocchia del personaggio, che non ha ascoltato per tempo i suggerimenti di chi indicava prudenza (magari definendolo "gufo"), salvo poi ricredersi troppo tardi. Peraltro non sappiamo come voteranno gli elettori dei vari partiti / schieramenti se non dai sondaggi (e sappiamo bene quante discordanze vi siano dal voto reale). Pare quindi che i due terzi degli elettori PD siano schierati per il SI' e la restante parte sia divisa tra indecisi / astensionisti e il NO. Che Forza Italia veda i suoi sodali più o meno spaccati a metà, mentre su M5S e Lega sembrano più compatti verso il NO, pur con un settore di indecisi e contrari più o meno consistente secondo i diversi sondaggi. La stessa sinistra extra PD è molto divisa, il 57% voterà NO ma vi sono adesioni (anche se defilate) al SI' come quella di Pisapia (che utilizza la doppia negazione per informarci: "non voterò no").
Tutto ciò non avrebbe influenzato il governo se Renzi avesse gestito cum grano salis la questione.