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Battuta d'arresto per l'economia italiana

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Battuta d'arresto per l'economia italiana

Messaggioda flaviomob il 04/09/2016, 16:16

E' Renzi che merita di fallire. Dev'essere cacciato a calci nel culo, e in fretta. Governo ladro!

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LA VOCE DEL CONSUMATORE
Debito pubblico: Adusbef, con Renzi-Padoan debito cresciuto di 110.000 euro al minuto

Debito pubblico: aumentato di 123,688 mld in 26 mesi di governo Renzi al ritmo di 4,75 mldi di euro al mese, 160 milioni al giorno, 6,6 milioni l’ora, con aumento pro-capite di 2.025 euro ed un gravame di 37.145 euro ad abitante.

(Adusbef) - Secondo i dati Bankitalia, ad aprile 2016, dopo 26 mesi del governo Renzi insediato nel febbraio 2014, si registra una nuova impennata del debito pubblico, arrivato a 2.230,8 mld, polverizzando così il precedente record di 2.228 miliardi di euro del marzo 2016.

Il debito che doveva diminuire, è così salito con Renzi-Padoan al ritmo di 4,75 miliardi di euro al mese, un aumento pro-capite (per ognuno dei 60 milioni di abitanti) di 2.025 euro di tassa occulta che graverà all’infinito sui giovani, ed un gravame di 37.145 euro per ognuno dei residenti, 93.000 euro per ogni a famiglia. Eppure sia il premier Renzi, che il ministro dell’Economia Padoan, dalla data del loro insediamento avevano promesso di ridurre il debito, ed anche 1 mese fa, in occasione della presentazione del Def: “Nel 2018 questo incubo di questa montagna di debito che può attivare terribili regole di taglio della ghigliottina andrà finalmente via e credo che per la prospettiva dell’Italia questo sarà un risultato importante”, aveva detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a margine del Documento di economia e finanza. L'”incubo” a cui fa riferimento Padoan è la zavorra del debito pubblico, che nell’estate 2014 ha toccato il massimo storico in termini assoluti (2.167,7 miliardi di euro) e quest’anno si attesterà al 132,5% del Pil. Ma dal prossimo inizierà a scendere: “Nel 2016 al 130,9% e poi al 123,4 nel 2018″. Per quanto riguarda l’indebitamento, “nel 2015 è previsto al 2,6, nel 2016 all’1,8%, nel 2017 all0 0,8%”, fino a ridursi a zero nel 2018. “Quindi nel 2018 rispetteremo la regola del debito (cioè l’azzeramento del rapporto deficit/Pil nominale previsto dal Fiscal compact, ndr)“, aveva promesso Padoan.

Purtroppo il debito pubblico, per politiche economiche e monetarie sbagliate improntate alla recessione ed all’austerità, tutto proteso a salvaguardare banche e banchieri, come il paventato ultimo provvedimento sui pensionandi, che dopo aver versato decenni di contributi, possono essere gettati nelle fauci delle banche e costretti ad indebitarsi con gli Istituti di credito per avere la meritata pensione, è cresciuto nei 26 mesi del governo Renzi, di 123, 688 miliardi di euro, il che equivale a quasi 5 miliardi di euro al mese, circa 160 milioni di euro al giorno, 6,6 milioni all’ora, 110mila euro al minuto, 1.833 euro ogni secondo. Nonostante le promesse da marinaio il debito non potrà diminuire neppure nel 2016 – hanno affermato Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti di Adusbef e Federconsumatori-, a meno che il Governo non riprenda la propria sovranità monetaria, nazionalizzando Bankitalia (come in tutti i paesi europei e del mondo con le banche centrali pubbliche) incassando 380 milioni di euro di cedole che la Banca d’Italia versa ogni anno alle banche private ed altri azionisti, ed alienando le quote di oro e riserve, pari a 100 miliardi di euro, da tempo proposto da Adusbef e Federconsumatori, che non è di proprietà di cleptocrati, tecnocrati ed oligarchi di Palazzo Koch o della Bce di Francoforte, ma del popolo italiano.


http://www.agi.it/rubriche/la-voce-del- ... to-861595/


€ 203.544.096.500 soldi evasi al fisco quest'anno

http://www.italiaora.org/


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Re: Battuta d'arresto per l'economia italiana

Messaggioda pianogrande il 04/09/2016, 18:06

Sì.
Se ne parla troppo poco del debito che aumenta.
Anche il continuo acquisto di titoli da parte di Draghi è una porta aperta all'aumento del debito pubblico.
Tra un po' il bazooka sparerà contro di noi e saremo disarmati e indifesi.

Si parla anche troppo poco di evasione fiscale.
Lì sì che ci vorrebbe il bazooka ma pare che ce l'abbiano in mano solo gli evasori.
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Re: Battuta d'arresto per l'economia italiana

Messaggioda gabriele il 04/09/2016, 18:58

pianogrande ha scritto:Anche il continuo acquisto di titoli da parte di Draghi è una porta aperta all'aumento del debito pubblico.


Quella di Draghi è una bomba atomica pronta ad esplodere. Quando la bce smetterà di comprare dal secondario, i debiti pubblici dei pigs andranno alle stelle
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Re: Battuta d'arresto per l'economia italiana

Messaggioda trilogy il 05/09/2016, 8:08

flaviomob ha scritto:E' Renzi che merita di fallire. Dev'essere cacciato a calci nel culo, e in fretta. Governo ladro!

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Debito pubblico: Adusbef, con Renzi-Padoan debito cresciuto di 110.000 euro al minuto

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(Adusbef) - Secondo i dati Bankitalia, ad aprile 2016, dopo 26 mesi del governo Renzi insediato nel febbraio 2014, si registra una nuova impennata del debito pubblico, arrivato a 2.230,8 mld, polverizzando così il precedente record di 2.228 miliardi di euro del marzo 2016.....


123 miliardi di debito in 26 mesi?
l'Italia ha pagato 75 miliardi d'interessi nel 2014 , 70 miliardi nel 2015. Quindi in 26 mesi ha pagato 150 miliardi d'interessi.L'aumento dello stock di debito è inferiore di 25 miliardi al solo al pagamento degli interessi. E' uno dei motivi per cui non si cresce. Il bilancio pubblico italiano è sostanzialmente recessivo. Inoltre se guardiamo i dati aggiornati del MEF, hanno in cassa oltre 100 miliardi di liquidità. In pratica dato che il nuovo debito non gli costa nulla tengono disponilità liquidite per ogni evenienza. Se a settembre azzerassero la disponibilità liquida miracolosomente il debito scenderebbe di 100 miliardi in un solo mese ;)

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Re: Battuta d'arresto per l'economia italiana

Messaggioda pianogrande il 05/09/2016, 12:52

E' davvero interessante discuterne.

Quindi Tutto l'aumento di debito è dovuto al pagamento degli interessi.

Questo impedisce di addossare tutta la colpa a Renzi ma conferma che, pur facendocela con i nostri mezzi, il debito aumenta di 70 miliardi all'anno e quindi dobbiamo diminuire le nostre spese di 70 miliardi all'anno solo per rimanere in pari.

E questo con i bassissimi interessi che paghiamo grazie al fatto di essere nell'area Euro (grazie Prodi, grazie di cuore).

I predicatori delle ruspe e dei basta Euro e magari dei referendum contro l'Unione Europea questo lo sanno benissimo ma fanno finta di non saperlo oppure continuano a dare ad intendere che la prima forma di indipendenza di un paese sta nel fare debiti e poi non pagarli.

Una situazione che preveda una diminuzione della spesa, partendo dagli sprechi e dalle ruberie e non dalla sanità e con l'aggiunta di una lotta alla evasione fiscale che nessuna parte politica ha il coraggio di fare, non vedo perché sia, per definizione, "recessiva".

Dobbiamo comunque essere i più grandi sostenitori dell'Unione Europea perché qua, se si sfascia l'Europa, noi coliamo a picco; con tutte le nostre ruspe le fumisterie sulla democrazia diretta e la nostra indipendenza.
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Re: Battuta d'arresto per l'economia italiana

Messaggioda gabriele il 05/09/2016, 15:03

pianogrande ha scritto:E questo con i bassissimi interessi che paghiamo grazie al fatto di essere nell'area Euro (grazie Prodi, grazie di cuore).


Attenzione. Non è del tutto vero. Uscire da una moneta forte per entrare in una debole equivale a svalutarla, svalutando di conseguenza il debito. Ovviamente con tutti i nessi e connessi, che ne primo periodo sarebbero drammatici
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Re: Battuta d'arresto per l'economia italiana

Messaggioda pianogrande il 05/09/2016, 16:17

gabriele ha scritto:
pianogrande ha scritto:E questo con i bassissimi interessi che paghiamo grazie al fatto di essere nell'area Euro (grazie Prodi, grazie di cuore).


Attenzione. Non è del tutto vero. Uscire da una moneta forte per entrare in una debole equivale a svalutarla, svalutando di conseguenza il debito. Ovviamente con tutti i nessi e connessi, che ne primo periodo sarebbero drammatici


Il primo "nesso e connesso" è la fregatura di una vita che prendono i risparmiatori (cioè i creditori di quel debito) e ogni genere di creditori nei confronti dei debitori.
Non per niente la continua svalutazione/inflazione è l'obiettivo della stessa destra becera che non solo l'evasione fiscale non la persegue ma la decanta come una specie di eroismo contro uno stato rapinatore (in pratica, paga tu che a me mi viene da ridere).
Infatti, la propaganda più a buon mercato di quella gente è strizzare l'occhio agli evasori attaccando sempre e comunque Equitalia.
Insomma, oltre alle loro tasse dobbiamo pagare anche i loro debiti e mantenere, col nostro reddito sempre più basso, le loro inefficienti aziende.

Non riuscirò mai a capire come mai queste politiche sciagurate siano sostenute anche da gente che si crede di sinistra se non vedendolo come un modo a prescindere di fare opposizione al governo in carica.

La mia pensione, se usciamo dall'Euro, diventa carta straccia e una volta la sinistra stava dalla parte dei pensionati.
Quello che succede dopo il "primo periodo" non è che non mi interessi ma l'unica cosa che capisco è che agli anti Euro e Anti unione Europea non è che gli freghi più di tanto.
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Re: Battuta d'arresto per l'economia italiana

Messaggioda flaviomob il 05/09/2016, 22:28

Interessi sul debito: 70 miliardi di spesa annua

Decine di miliardi ogni anno vengono inghiottiti dagli interessi che paghiamo sul nostro debito. Il prezzo degli sprechi del passato

Sono gli interessi che l’Italia deve pagare per farsi finanziare l’enorme debito pubblico vendendo sul mercato Bot, Btp etc… E’ una spesa poco “comprimibile” e soggetta a oscillazioni fuori dal controllo del governo (come avvenne negli anni del boom degli spread).
Sprechi diretti sono a prima vista impossibili da definire su questa voce, anche se esiste un ampio dibattito sulla convenienza dei derivati stipulati dal Tesoro negli anni bui della crisi (con un’incidenza di alcuni miliardi all’anno).

Gli interessi sul debito sono tuttavia per altri versi ascrivibili al capitolo delle “spese inefficienti” per le seguenti ragioni:

- Sono il costo di sprechi passati. Se la Francia spende per questa voce circa la metà dell’Italia, ciò dipende dall’enorme debito italiano gonfiatosi dall’inizio degli anni ’80 per effetto delle scelte politiche dei nostri governi.

- Gli sprechi presenti e l’inefficienza della macchina pubblica italiana alimentano il differenziale di rendimento che il paese è costretto a riconoscere (lo spread, appunto). Il “rischio Italia” discende in misura non irrisoria anche dell’inefficienza della spesa.

- Se lo Stato fosse capace di riscuotere le tasse avrebbe minori necessità di finanziarsi sui mercati. E’ uno spreco legato in qualche modo al costo dell’evasione.

Tutti i Paesi emettono debito e ne pagano gli interessi. Per le ragioni espresse sopra possiamo stimare che il 50% di questa voce (cioè l’extra-costo rispetto a un paese confrontabile come la Francia) sia assimilabile a spesa inefficiente.


http://tg24.sky.it/tg24/economia/2016/0 ... nnua-.html


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Re: Battuta d'arresto per l'economia italiana

Messaggioda pianogrande il 06/09/2016, 0:09

Sulla "spesa inefficiente" siamo perfettamente d'accordo; a parte la quantificazione che non conosco ed è sempre opinabile ma il concetto no.

Meno spesa inefficiente (sprechi) e lotta vera all'evasione fiscale ci farebbero diventare un paese affidabile oltre che più ricco.

Significherebbe che nello stato si rifugerebbero meno malandrini con tutto quello che ne segue.

Quello è il vero problema e non l'Europa e tutta la lista che ne segue.
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Re: Battuta d'arresto per l'economia italiana

Messaggioda trilogy il 08/09/2016, 7:55

L’analisi/Italia batte Germania nell’economia reale
di Marco Fortis

Negli ultimi 6 trimestri il Pil dell’Italia non soltanto è cresciuto di più di quello della Germania dal lato della domanda, se si esclude l’apporto della spesa pubblica (si veda la nostra analisi del 3 settembre scorso su queste colonne). Ma anche dal lato dell’offerta il valore aggiunto italiano è aumentato di più di quello tedesco nei settori tipici dell’economia reale, mentre il nostro Paese ha invece sofferto nel settore finanziario e assicurativo e in quello delle telecomunicazioni.

Infatti: nell’agricoltura la crescita del valore aggiunto è stata dal primo trimestre 2015 al secondo trimestre 2016 del 7,4% in Italia e solo dello 0,1% in Germania; nell’industria escluse le costruzioni dell’1,5% in Italia e solo dell’1% in Germania; nel commercio, trasporti e turismo dell’1,8% in Italia e appena un poco più alta, del 2,1%, in Germania; nei servizi immobiliari del 2,1% in Italia e dell’1,7% in Germania; nell’arte, cultura e servizi ricreativi dell’1,5% in Italia e appena un poco più alta, dell’1,8%, in Germania. Pur considerando che l’industria delle costruzioni in Germania nello stesso periodo è cresciuta del 2,8% mentre è progredita solo dell’1,3% in Italia, se sommiamo il valore aggiunto di tutti i sopracitati settori incluse le costruzioni il valore aggiunto complessivo dell’Italia nell’economia reale è aumentato negli ultimi 6 trimestri dell’1,9% mentre quello tedesco soltanto dell’1,6%. È sufficiente analizzare le statistiche disaggregate dell’Eurostat sul Pil che sono state aggiornate nel week end scorso per prendere atto di questo dato di fatto.

Ciò ribalta tutte le argomentazioni che in questi mesi sono state spese nei dibattiti e sui media sulla presunta miglior competitività e produttività della Germania, soprattutto nell’industria, quale spiegazione fondamentale del perdurante divario di crescita tra Germania e Italia. E sulla presunta scarsa efficacia delle azioni di politica economica messe in atto dal Governo italiano per rilanciare l’economia.

In effetti, tra il primo trimestre 2015 e il secondo trimestre 2016 il valore aggiunto complessivo dell’economia tedesca è aumentato del 2,3% (rispetto al quarto trimestre 2014) mentre quello italiano è cresciuto soltanto dell’1,2%. Ma questo divario non è affatto dipeso, come la maggior parte degli analisti ritengono, da ipotesi che spesso si trasformano in dogmi quali la minore competitività e capacità di presidiare i mercati internazionali delle nostre imprese manifatturiere o la nostra minore produttività o, ancora, la nostra più bassa spesa in ricerca e sviluppo, ecc. Bensì, più banalmente, il differenziale di crescita tra Berlino e Roma è stato determinato dalla circostanza che la Germania ha fatto più spesa pubblica dell’Italia e che le sue banche e assicurazioni, nonostante esse piangano continuamente miseria per i bassi tassi di interesse provocati dalla Bce, sono andate molto meglio di quelle italiane.

Un settore, quello bancario, dove il Governo Renzi ha fatto l’impossibile per mettere una pezza ai precedenti dissesti di istituti “politicizzati” come Mps e di varie casse di risparmio e banche popolari locali allo sbando, varando, in quest’ultimo caso, una importante riforma che ha finalmente messo la parola fine all’era nefasta delle manipolazioni strumentali del voto capitario e della durata perpetua di vertici tanto inamovibili quanto inadeguati.
Se si somma il valore aggiunto dei servizi pubblici, delle banche e assicurazioni, delle telecomunicazioni e dei servizi professionali e di supporto, il valore aggiunto tedesco dal primo trimestre 2015 al secondo trimestre 2016 è aumentato del 3,5%, mentre quello italiano è rimasto praticamente fermo (+0,1%). Questo è il dilemma su cui ragionare, non l’industria, il turismo, l’agricoltura. Ciò non significa che l’Italia non debba proseguire risoluta nel cammino delle riforme puntando ad un aumento della competitività e della produttività nel settore manifatturiero, come giustamente chiede Confindustria.
fonte: http://www.ilmessaggero.it/primopiano/p ... 52752.html
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