[..]Per iniziare: con Hollande e Merkel, Renzi raggiunge un accordo sui tempi della Brexit. La deadline che viene fuori dall’incontro di Berlino è settembre. Subito dopo l’estate i Tories indicheranno il successore di David Cameron. Nell’incontro di oggi l
a Cancelliera spinge per avere il tempo di negoziare con Londra nuove condizioni di accesso al mercato unico. Sullo stile della Norvegia, che è fuori dall’Ue e dall’euro ma paga 140 euro a norvegese per accedere al mercato unico. Il punto è il prezzo. Attualmente la Gran Bretagna – che non è nell’area euro - paga 70 euro per ogni cittadino del Regno di sua maestà. Una cifra che andrà rinegoziata.“Serve tempo”, insiste Merkel. Due mesi è il compromesso raggiunto. Anche Cameron non a caso indica la data del “2 settembre” (mentre due giorni fa parlava di ottobre). Domani il premier britannico arriverà al consiglio europeo senza attivare l’articolo 50 dei trattati europei che regolano anche gli addii degli Stati. Prima ci sarà il negoziato, la Germania per motivi di business è particolarmente esposta. Gli alleati francese e italiano glielo concedono. La partita per Renzi, terzo arrivato ad un tavolo che storicamente è sempre stato solo franco-tedesco, non sta sui tempi di trattativa con Londra ma sulle nuove politiche che dovranno rilanciare l’Unione.
Certo le due cose sono collegate. “Si tratta di rendere esplicito che andar via dall’Unione non è indolore, altrimenti rischiamo l’effetto domino”, dice una fonte italiana vicina al premier. Come si fa? Rendendo l’Ue più funzionale, più giusta, più attraente. Quando arrivano a discutere del documento comune del vertice di oggi,
Renzi riesce a ottenere che la nuova agenda fatta di “difesa delle frontiere esterne”, dunque terrorismo e immigrazione, e di “crescita” siano legata ad un “calendario stretto e a impegni precisi”. Proprio per “rispondere alle sfide poste dal referendum britannico”.Tre i punti principali del documento: “Sicurezza interna e ai confini esterni; un’economia forte e una forte coesione sociale; un programma ambizioso per i giovani”. Per Renzi da oggi viene avviato il lavoro che guarda alla prossima legge di stabilità. Oltre che sul ‘migration compact’, all’esame del consiglio europeo di domani e dopodomani (anche se prevarrà la discussione sulla Brexit), il succo della svolta si condensa sulla prossima manovra.Il premier vuole avere margini di flessibilità per tagliare l’Irpef e per gli investimenti. Lascia Berlino con la certezza di aver scalfito il rigore tedesco, che però in verità è atteso alla prova del nove nel dibattito interno alla Cdu in vista delle politiche dell’anno prossimo in Germania. Per il momento però Renzi si accontenta della promessa inserita nel documento finale:
“Per ogni paese della zona euro, saranno necessari ulteriori passi per rafforzare la crescita, la competitività, l’occupazione e la convergenza anche nel campo sociale e fiscale”.[..]
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http://www.huffingtonpost.it/2016/06/27 ... 04060.html