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UE analisi della crisi e prospettive

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda gabriele il 28/06/2016, 8:35

trilogy ha scritto:E' solo una constatazione, non si tratta di fare un favore a nessuno. Ci sono migliaia di questioni bilaterali e multilaterali che andranno regolate: fiscali, civili, commerciali, pensionistiche, giudiziarie ecc. Se non si sa quale diritto applicare si paralizza tutto, e questo non è nell'interesse di nessuno.


Sono assolutamente d'accordo con te.

Ora occorre farli uscire con il massimo vantaggio per chi resta.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda gabriele il 28/06/2016, 8:38

flaviomob ha scritto:Per adesso lo ha ratificato il parlamento islandese, in seduta a undici... :lol: :lol: :lol:


E' stata una brexitsson :D
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda trilogy il 28/06/2016, 9:08

[..]Per iniziare: con Hollande e Merkel, Renzi raggiunge un accordo sui tempi della Brexit. La deadline che viene fuori dall’incontro di Berlino è settembre. Subito dopo l’estate i Tories indicheranno il successore di David Cameron. Nell’incontro di oggi la Cancelliera spinge per avere il tempo di negoziare con Londra nuove condizioni di accesso al mercato unico. Sullo stile della Norvegia, che è fuori dall’Ue e dall’euro ma paga 140 euro a norvegese per accedere al mercato unico. Il punto è il prezzo. Attualmente la Gran Bretagna – che non è nell’area euro - paga 70 euro per ogni cittadino del Regno di sua maestà. Una cifra che andrà rinegoziata.

“Serve tempo”, insiste Merkel. Due mesi è il compromesso raggiunto. Anche Cameron non a caso indica la data del “2 settembre” (mentre due giorni fa parlava di ottobre). Domani il premier britannico arriverà al consiglio europeo senza attivare l’articolo 50 dei trattati europei che regolano anche gli addii degli Stati. Prima ci sarà il negoziato, la Germania per motivi di business è particolarmente esposta. Gli alleati francese e italiano glielo concedono. La partita per Renzi, terzo arrivato ad un tavolo che storicamente è sempre stato solo franco-tedesco, non sta sui tempi di trattativa con Londra ma sulle nuove politiche che dovranno rilanciare l’Unione.

Certo le due cose sono collegate. “Si tratta di rendere esplicito che andar via dall’Unione non è indolore, altrimenti rischiamo l’effetto domino”, dice una fonte italiana vicina al premier. Come si fa? Rendendo l’Ue più funzionale, più giusta, più attraente. Quando arrivano a discutere del documento comune del vertice di oggi, Renzi riesce a ottenere che la nuova agenda fatta di “difesa delle frontiere esterne”, dunque terrorismo e immigrazione, e di “crescita” siano legata ad un “calendario stretto e a impegni precisi”. Proprio per “rispondere alle sfide poste dal referendum britannico”.

Tre i punti principali del documento: “Sicurezza interna e ai confini esterni; un’economia forte e una forte coesione sociale; un programma ambizioso per i giovani”. Per Renzi da oggi viene avviato il lavoro che guarda alla prossima legge di stabilità. Oltre che sul ‘migration compact’, all’esame del consiglio europeo di domani e dopodomani (anche se prevarrà la discussione sulla Brexit), il succo della svolta si condensa sulla prossima manovra.

Il premier vuole avere margini di flessibilità per tagliare l’Irpef e per gli investimenti. Lascia Berlino con la certezza di aver scalfito il rigore tedesco, che però in verità è atteso alla prova del nove nel dibattito interno alla Cdu in vista delle politiche dell’anno prossimo in Germania. Per il momento però Renzi si accontenta della promessa inserita nel documento finale:

“Per ogni paese della zona euro, saranno necessari ulteriori passi per rafforzare la crescita, la competitività, l’occupazione e la convergenza anche nel campo sociale e fiscale”.[..]

articolo completo: http://www.huffingtonpost.it/2016/06/27 ... 04060.html
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda mariok il 28/06/2016, 9:31

A me sembra che la lezione non l'hanno capita e non hanno, al di là delle solite chiacchiere, nessuna intenzione di capirla.

Ora tutto il problema sembra lo scontro tra chi vuole una brexit veloce ed una più lenta, come se questo servisse a salvare ciò che resta di questa europa.

Per il resto soliti impegni vaghi su sicurezza, immigrazione e crescita.

Bene così. A quando la prossima uscita? (chi esce per ultimo spenga la luce) :mrgreen:
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda mariok il 28/06/2016, 13:42

L'unica vera strada alternativa.

Per iniziare, chi ha voglia può sottoscrivere questo impegno su Change.org oppure su Cambiamo.eu

http://www.cambiamo.eu/

Nicola Zingaretti
Presidente Regione Lazio

Zingaretti lancia "Cambiamo.eu"
Pubblicato: 28/06/2016 12:43 CEST Aggiornato: 8 minuti fa ZINGARETTI

La scelta della maggioranza dei cittadini del Regno Unito di abbandonare l'Unione Europea rappresenta un colpo drammatico al modello di democrazia costruito nel secondo dopoguerra.

I motivi di questa scelta, al di là delle dinamiche politiche interne, sono sicuramente legati soprattutto all'insoddisfazione di milioni di cittadini verso la loro condizione di vita, alla sensazione dell'assenza di una prospettiva di riscatto e alla ricerca di un capro espiatorio che, questa volta, ha assunto il volto dell'Europa.

L'Unione con le sue timidezze, le sue fragilità e, spesso, con la sua incapacità di dare risposte adeguate ai bisogni di cittadini e imprese ha prestato il fianco a questo rischio.

Ed è un paradosso, costatare come siano state molto spesso proprio le leadership inglesi degli ultimi 20 anni quelle che, con le loro paure, hanno sempre fermato il cammino verso la costruzione di un'Europa unita, forte e protagonista sulla scena globale. Sono state loro ad aver sempre chiesto e lottato per "un Europa minima necessaria contro un Europa massima possibile", tradendo lo spirito di Ventotene.

Ora la scelta britannica rafforzerà in tutta Europa, e forse nel mondo, i populismi, le destre, i nazionalisti che in maniera irresponsabile e illusoria cercheranno di cavalcare il malessere, indicando nel processo di unione il "problema" e non la possibile soluzione. Sarà un movimento popolare e imponente che si alimenterà di un malessere diffuso legato alla situazione dell'economia, a cambiamenti sociali che disorientano e che coinvolgerà in primo luogo le fasce deboli delle popolazioni impaurite, vittime della globalizzazione e cariche di rabbia, perché private di una prospettiva di riscatto. Popoli ai quali, negli ultimi anni, l'Europa è stata indicata come il problema spesso per nascondere con ipocrisia i limiti di politiche nazionali assolutamente inadeguate. Inadeguate spesso proprio perché nazionali.

Si dice, "ora costruiamo l'Europa politica". Ma l'Europa politica è fragile perché sono fragili i meccanismi democratici delle decisioni europee. Per quale motivo un cittadino dovrebbe delegare a oscuri meccanismi decisionali la propria sovranità? Nell'era della rete, della velocità, della voglia di partecipare e non solo di ascoltare, i meccanismi decisionali dell'Unione appaiono ai più come qualcosa di lontano o incomprensibile. Sono tollerati quando sono percepiti come utili, ma il più delle volte sono derisi e criticati per la loro assoluta impalpabilità o, al contrario, per la loro pesantezza burocratica e per una concezione da molti percepita come vessatoria.

Per far ripartire il processo europeo occorre, innanzitutto, un nuovo slancio improntato a una concezione di sviluppo sostenibile che veda innanzitutto investimenti in opere pubbliche che diano migliori servizi in campi sensibili come la sanità, la scuola o i trasporti, questo è il primo compito dei governi e bene ha fatto l'Italia a caratterizzarsi su questo obiettivo.

Ma non c'è solo un compito per i governi. Accanto a questo occorre tra i cittadini saper prospettare una nuova sfida basata su una visone innovativa dei meccanismi democratici: no alla difesa dell'esistente, non solo cambiamento delle politiche, occorre promuovere una nuova svolta, direi una nuova fase costituente.

Di fronte all'insoddisfazione che si traduce in distruzione, bisogna essere in grado di proporre un progetto di riedificazione e cambiamento. Se non sarà cosi il destino è scritto.

Contro l'opacità e la lontananza percepita di oggi occorre rendere chiaro chi decide e su cosa. I volti dell'Europa non possono essere solo quelli dei banchieri centrali, dei leader dei paesi forti, dei commissari indicati dai governi.

A questo punto della storia, il cittadino europeo deve rientrare in gioco e poter scegliere. Come è stato ricordato in questi giorni, le priorità del movimento federalista europeo non erano le banche, ma la pace e una graduale integrazione politica e sociale.

Occorre dunque coraggio e, ancora una volta, questo coraggio per la sinistra democratica deve ancorarsi all'allargamento della sfera della partecipazione e dell'inclusione sociale. Per questo, occorre costruire un grande movimento di popolo per l'elezione diretta del Presidente degli Stati Uniti d'Europa.

Penso a un movimento "Cambiamo.eu" che veda protagonisti i cittadini per difendere il proprio futuro e i propri diritti; i sindaci e gli amministratori per curare meglio le proprie comunità; gli imprenditori per rilanciare le proprie aziende; il mondo delle rappresentanze per rimettere al centro il tema dello sviluppo della persona attraverso il lavoro; e la risorsa dell'associazionismo, per continuare il percorso europeo di allargamento dei diritti sociali.

Accanto alle piazze della paura e del ritorno al passato, dovranno esserci le piazze della speranza fondate sul cambiamento.

È questa la prospettiva che si deve avere per ripartire. Ognuno dalla propria postazione, ognuno spendendosi, attraverso il proprio impegno quotidiano, per far capire che la dimensione europea è l'unica che ci può permettere di stare nella competizione globale e, insieme, di lottare contro quelle diseguaglianze alla base delle situazioni drammatiche che si stanno vivendo.

Solo un'Europa democratica, plurale, dei diritti e della partecipazione oggi ha un futuro.

Solo se questa idea torna a vivere nelle strade questo sogno potrà realizzarsi e questa consapevolezza deve spingerci tutti all'impegno.

Per iniziare, chi ha voglia può sottoscrivere questo impegno su Change.org oppure su Cambiamo.eu
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda flaviomob il 28/06/2016, 13:59

Una petizione che dice tutto e niente. Bah. Firmiamola sulla fiducia a Mao Zinga


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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda mariok il 28/06/2016, 14:12

Contro l'opacità e la lontananza percepita di oggi occorre rendere chiaro chi decide e su cosa. I volti dell'Europa non possono essere solo quelli dei banchieri centrali, dei leader dei paesi forti, dei commissari indicati dai governi.

Per iniziare, chi ha voglia può sottoscrivere questo impegno su Change.org oppure su Cambiamo.eu

La petizione: http://www.cambiamo.eu/

Ora gli Stati Uniti d’Europa

Occorre dunque coraggio e, ancora una volta, questo coraggio per la sinistra democratica deve ancorarsi all’allargamento della sfera della partecipazione e dell’inclusione sociale. Per questo, occorre costruire un grande movimento di popolo per l’elezione diretta del Presidente degli Stati Uniti d’Europa.

Più chiaro di così? bah!

Forse ha ragione Grillo: gran parte degli italiani, soprattutto quelli che si autoqualificano come "vera sinistra", meritano di essere presi per il culo.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda flaviomob il 28/06/2016, 16:20

Il presidenzialismo ora è di "vera sinistra"? RIsolve i problemi dell'Europa? ah ah ah :lol:

La politica non dovrebbe partire da petizioni scritte coi piedi (che comunque sono meglio di niente), ma da un progetto politico definito. Per carità, non è compito di Zingaretti che è in altre faccende affaccendato.

Ma oggi tutti corrono sul carro del "cambiamento". Dov'erano fino a ieri?

"Dobbiamo parlare dell'Europa del sociale, degli asili nido, dei musei e delle scuole. Se accettiamo la sfida di un'Europa con l'anima e che non guardi solo al portafoglio, allora lo shock della Brexit potrebbe anche essere positivo"


Chi lo ha detto?


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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda mariok il 28/06/2016, 16:46

"Dobbiamo parlare dell'Europa del sociale, degli asili nido, dei musei e delle scuole. Se accettiamo la sfida di un'Europa con l'anima e che non guardi solo al portafoglio, allora lo shock della Brexit potrebbe anche essere positivo"


L'ha detto Renzi ed è un'emerita cazzata.

Ora l'Europa ci deve dare anche gli asili nido! Ma per piacere!

Inoltre "un'Europa con l'anima" può essere solo un'Europa democratica, cioè governata da istituzioni elette dai cittadini.

Oggi l'unica istituzione eletta è il parlamento, al quale bisogna dare reali poteri, non solo la funzione di ratificare le decisioni prese dai capi di stato.

Questo nel cervello di Renzi, come di qualunque capo di governo, non entrerà mai.

Almeno Zingaretti pone sul tappeto il vero problema dell'Europa, quello della rappresentanza democratica nei processi decisionali.

Quanto all'elezione diretta del presidente non vedo perché debba far paura, se non ai soliti trogloditi di sinistra. Negli USA il presidente è eletto dai cittadini e solo vecchi tromboni di una politica ottocentesca possono affermare che non è una democrazia.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda trilogy il 28/06/2016, 22:23

Si son d'accordo che è stato un discorso infelice nonostante le buone intenzioni. Ci manca solo che a Bruxelles si mettano a discutere di asili e scuole, che non sono competenze dell'Unione, ed esce tutto il nord Europa. Anche i musei, la sola parola richiama qualche cosa di vecchio.
Sul sistema di rappresentanza dei cittadini nelle istituzioni europee qualche cosa bisognerà fare. Dubito però che si potrà mai arrivare ad una elezione diretta del presidente come negli USA. Il problema può sembrare banale, ma in Europa non abbiamo ne' una lingua, ne' un alfabeto comune, una campagna elettorale per una elezione diretta sarebbe un calvario linguistico. I comizi con l'interprete e i dibattiti televisi con sottotitoli resenterebbero il ridicolo.
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