Ecco i politici che il Papa manderebbe all’inferno
07/05/2016
UGO MAGRI
Davanti a presidenti premier e monarchi, Francesco ha fatto ieri un discorso non da Papa ma da leader politico. Anzi, da statista. Ha detto in sostanza: l’Europa ritrovi la forza delle sue idee. Ma soprattutto, abbia il coraggio di difenderle.
C’era, nelle sue parole, lo stupore del Nuovo Mondo per la metamorfosi del Vecchio Continente, che per millenni ha trasmesso valori (libertà, democrazia, rispetto del prossimo e del diverso) di cui oggi quasi si vergogna.
Bergoglio invita a guardarci tutti quanti nello specchio, governanti e persone qualunque: da dove viene questo terrore dei migranti? Come nasce la paura di essere invasi? Cosa ci ha resi così vulnerabili e meschini? L’Europa, come il resto del mondo l’aveva conosciuta, mai si sarebbe lasciata afferrare da queste paure. L’Unione, è la diagnosi del Papa che viene dalle Americhe, dovrà scuotersi se vorrà ritrovare se stessa.
LA RICADUTA POLITICA
Tradotto nel linguaggio di ogni giorno, il Papa ci sprona a mostrare coraggio, a non farci rubare l’anima da chi gioca sulle nostre paure. Ce l’ha, palesemente, coi populisti: italiani, austriaci, francesi, tedeschi. Con Salvini e con Orban, con Hofer e con la Le Pen. La scomunica di Francesco è diretta contro tutti quanti vogliono costruirsi un seguito elettorale sulla pelle della povera gente, costretta a fuggire dalle guerre come dalla miseria più totale. Dinanzi a una «mission» umanitaria di questa portata, si preoccupano di chi paga il conto, di come dividerlo tra i 28 membri dell’Unione.
UN AIUTO INSPERATO AL PREMIER
Renzi è stato il più lesto a mettersi sulla scia del Papa. Ne ha sposato gli argomenti, ne intende cavalcare il messaggio politico. Ha compreso che, inseguendo le paure della gente, favorirebbe soltanto chi inventa mostri sempre più grandi. Soprattutto ha capito che un discorso come quello di Francesco, pronunciato davanti alla Merkel e a tutti i responsabili delle istituzioni Ue, da Schulz a Juncker, rappresenta un forte sostegno alle ragioni dell’Italia. Sui migranti e non solo.