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Italia, terra di .... eventi imprevedibili

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Italia, terra di .... eventi imprevedibili

Messaggioda trilogy il 11/10/2014, 21:05

Dal corriere di oggi " dal fango di genova escono due mani che reggono due plichi di ingiunzioni avvocatizie. La prima intima a Claudio Burlando di affidare immediatamente i lavori alle imprese che hanno vinto l'ultimo ricorso . La seconda dei legali che hanno perso l'ultima batttaglia giudiziaria, diffida il governatore stesso dall'affidare quei lavori in attesa delle motivazioni della sentenza: e' in arrivo una nuova raffica di eccezioni"

Hanno i soldi da 4 anni per fare i lavori ma tutto e' fermo tra cause e ricorsi. In italia ammazza piu' gente la carta bollata che alluvioni e terremoti.
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Re: Italia, terra di .... eventi imprevedibili

Messaggioda franz il 11/10/2014, 21:38

Solo perche qualche piano regolatore te lo permetteva?

Bravo. Ottima ipotesi.
Ma vale solo per la metà del 1800. Prima i piani regolatori non esistevano.
Eppure Siena, Firenze, Venezia sono città bellissime, costruite senza PRG.
Eppure Ecolano e Pompei hanno fatto la fine che conosciamo.

gi.bo. non so rispondere alle domande che fai ma posso solo inserire qualche considerazione.
Come vedi qui http://it.wikipedia.org/wiki/Popolazione_mondiale la popolazione mondiale è cresciuta parecchio.
2000 anni fa eravano 200 milioni, oggi siamo 7 miliardi. I posti in cui andare a vivere sono pochi e noti da tempo:
Sono i porti naturali (genova è uno di questi) o luoghi su fiumi o laghi, all'incrocio di strade e vie di traffico.
Sono luoghi abitati da migliaia di anni ed i posti migliori li hanno già occupati da tempo.
I posti peggiori sono liberi perché nel corso di migliaia di anni chi ha provato ad abitarci è stato ucciso da alluvioni, eruzioni etc.
Ma se la popolazione quadruplica in 100 anni, da qualche parte devono pur andare a vivere.
Per definizione o fai una guerra e ti prendi i posti migliori (se vinci) o ti accontenti dei posti rimasti.
I poveri cristi vanno a vivere negli alvei dei fiumi o sotto il vulcano.
Il dramma è pur che in presenza di un PRG (inesitente ai tempi di pompei) oggo lo si consenta legalmente.
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Re: Italia, terra di .... eventi imprevedibili

Messaggioda franz il 11/10/2014, 21:42

trilogy ha scritto:tutto e' fermo tra cause e ricorsi. In italia ammazza piu' gente la carta bollata che alluvioni e terremoti.

Un attimo. In uno stato di diritto è perfettamente legittimo fare un ricorso all'autorità.
Quello che non è accettabile è che l'autorità ci metta anni ad emanare sentenze definitiva, soprattutto se il tema è collegato ad un'emergenza come quella realtiva a lavori sulla sicurezza di una città.
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Re: Italia, terra di .... eventi imprevedibili

Messaggioda trilogy il 11/10/2014, 22:21

Si perfettamente legittimo fare ricorso. Il problema italiano e' che questa e' la prassi non l'eccezione. Montagne di ricorsi su tutto. Se vuoi farti quattro risate cerca notizie sulla metro c di roma costi decuplicati lavori in ritardo gli unici che lavorano sono i legali.
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Re: Italia, terra di .... eventi imprevedibili

Messaggioda pianogrande il 11/10/2014, 22:35

D'accordo che è uno scaldalo il temo impiegato dalla giustizia.
Consideriamo, però, anche altri aspetti.
Le nostre leggi non disincentivano i ricorsi facendo pagare a caro prezzo quelli speciosi e cavillosi.
Nel nostro paese si intentano cause civili per diffamazione con richieste milionarie solo per intimidire chi ci ha fatto una critica.
In un paese civile e democratico, un povero cristo non dovrebbe avere paura di un ricco perché si può permettere fior d'avvocati.
Da noi sì.
Leggevo, tanto tempo fa (non c'era ancora neanche l'assicurazione obbligatoria), un articolo in base al quale se ti trovi a dover investire (non hai tempo di frenare) un ricco o un povero, sterza decisamente verso il povero.
La vita del ricco è valutata di più e inoltre sarà messa in mano a studi legali tali da levarti la pelle.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Italia, terra di .... eventi imprevedibili

Messaggioda gi.bo. il 11/10/2014, 22:39

franz ha scritto:
Solo perche qualche piano regolatore te lo permetteva?

Bravo. Ottima ipotesi.
Ma vale solo per la metà del 1800. Prima i piani regolatori non esistevano.
Eppure Siena, Firenze, Venezia sono città bellissime, costruite senza PRG.
Eppure Ecolano e Pompei hanno fatto la fine che conosciamo.

gi.bo. non so rispondere alle domande che fai ma posso solo inserire qualche considerazione.
Come vedi qui http://it.wikipedia.org/wiki/Popolazione_mondiale la popolazione mondiale è cresciuta parecchio.
2000 anni fa eravano 200 milioni, oggi siamo 7 miliardi. I posti in cui andare a vivere sono pochi e noti da tempo:
Sono i porti naturali (genova è uno di questi) o luoghi su fiumi o laghi, all'incrocio di strade e vie di traffico.
Sono luoghi abitati da migliaia di anni ed i posti migliori li hanno già occupati da tempo.
I posti peggiori sono liberi perché nel corso di migliaia di anni chi ha provato ad abitarci è stato ucciso da alluvioni, eruzioni etc.
Ma se la popolazione quadruplica in 100 anni, da qualche parte devono pur andare a vivere.
Per definizione o fai una guerra e ti prendi i posti migliori (se vinci) o ti accontenti dei posti rimasti.
I poveri cristi vanno a vivere negli alvei dei fiumi o sotto il vulcano.
Il dramma è pur che in presenza di un PRG (inesitente ai tempi di pompei) oggo lo si consenta legalmente.
Certo capisco che sia difficile rispondere purtroppo Franz non posso accettare che in funzione al quadruplicarsi o al quintuplicarsi delle gente sia possibile costruire ovunque.

E se fossimo in un'isola ristretta incapace di contenerci, che faremmo?

Ma perche non mettiamo anche in conto che noi esseri umani abbiamo anche un cervello per pensare e quindi agire?

La gente primitiva come te ben sia costruiva gli accampamenti in prossimita dell'acqua poiche questa era una materia prima di sussistenza ma se vai a vedere, costoro non si son mai sognati di modificare un corso d'acqua e poi stabilirsi sul vecchio letto. L'esperienza di vita e quello che a loro veniva tramandato dai loro avi faceva sì che di tutto questo ne facessero tesoro. Le citta che costruivano aveva un piui' buon senso d'oggi poiche aveva la memoria.

Tutto e' cominciato da quando l'egoismo umano ha dato ai piu' poveri posti insicuri su cui vivere e di conseguenza alternative non ce n'erano.

Ora pero' e' un po diverso e la possibilita' che no avevano allora noi ora ce l'abbiamo. Possiamo seguire il buon senso logico popolare che fa si che siamo in grado di distinguere il buono dal cattivo e questo lo possiamo fare e ce lo possiamo conquistare.

Se possiamo dare una scusante alle popolazioni dei secoli scorsi non la possiamo dare a queste nuove dello scorso millennio e quello in cui stiamo vivendo.

Se non ci sono piani regolatori non puo' essere questa una scusante quando decidiamo di cementificare tutto il ns. cortile o tutta l'area intono alla casa o al capannone. Sappiamo che non va be e eppure lo facciamo.

Prendendo alcora come esempio los Angeles o Napoli e le zone fregree, sappiamo che sono posti piu' pericolosi che mai ma continuiamo a batterci le palle xche comunque ci fa comodo.

Quello che voglio dire e' che finche non ci rendiamo consapevoli che la cosa pubblica dipende da noi compreso le politiche ambientali, e non solo, non riusciremo mai a venirne a capo.

Bisogna ricostruire una cultura politica persa da decenni e decenni, senza la quale le soluzioni non avverranno mai e se qualcuno pensa diversamente costui inganna un popolo.

Inutile poi additare come colpevoli gli altri se i primi a non osservare il buon senso siamo proprio noi.

Certo, siamo scollati da qualsiasi politica e quindi tutto questo puo' accadere visto che oramai deleghiamo tutto per non avere grattacapi e stare comodo in poltrona a guardarci il grande fratello o la partita di calcio.

Non bastano queste soluzioni ma possono essere un'inizio per invertire questa strada che ci porta al collasso.

Inevitabilmente arriveremo a questo se il mondo, questo mondo globalizzato solo per interessi di qualcuno e non del popolo, continua a dare la precedenza al profitto in modo esagerato e non alla persona umana.

Solo rimettendo al centro della vita la persona potremo cambiare il modo di gestire la cosa pubblica.

Non vedo alternative.


hola
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo(Giordano Bruno)
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Re: Italia, terra di .... eventi imprevedibili

Messaggioda flaviomob il 12/10/2014, 1:02

Pianogrande, alcuni edifici presumo siano stati costruiti dove non si poteva / doveva fare.

Altri edifici, costruiti invece in sicurezza, possono essere invece stati danneggiati dalle conseguenze dell'incuria con cui si sono incanalati e ristretti gli alvei di torrenti e fiumi oppure da costruzioni abusive all'interno degli alvei che hanno incrementato le correnti e ridotto la portata, o ancora dalla mancata pulizia e manutenzione degli alvei.

In questi ultimi casi non c'è responsabilità del costruttore ma comunque una forma di assicurazione (anche collettiva) avrebbe offerto una tutela maggiore. Certo è ingiusto che il privato debba farsi carico delle carenze di chi dovrebbe garantire la corretta manutenzione degli alvei naturali. Comunque esistono casi di enti locali che si sono assicurati, come comunità, per alcuni rischi.

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Alluvione Genova: basta grandi opere inutili, è ora di ragionare seriamente sulla prevenzione

Basta grandi opere inutili, è ora di ragionare seriamente sulla prevenzione e la messa in sicurezza del territorio. Così Legambiente all’indomani dell’alluvione che ha nuovamente colpito Genova.
Gli investimenti previsti dalla Legge Obiettivo per l’area di Genova parlano solo di grandi infrastrutture: tre miliardi per la Seconda autostrada di Genova “Gronda di ponente”, sei miliardi per il Terzo valico ferroviario, la linea ad alta velocità Milano-Genova in gestazione da oltre 20 anni. A cui si possono aggiungere i 45 milioni di euro previsti per la realizzazione dello scolmatore del Fereggiano, destinato a convogliare le acque del torrente.
Per proteggere la popolazione, serve un programma di manutenzione del territorio e di prevenzione del rischio, che fornisca strumenti concreti e fondi per renderli operativi oltre ad un’efficace azione di informazione e formazione dei cittadini sulla “convivenza con il rischio”, per sapere cosa fare in caso di fenomeni come questi.
“Occorre invertire la tendenza degli ultimi anni, in cui si è speso circa 800 mila euro al giorno per riparare i danni e meno di un terzo di questa cifra per prevenirli – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza –. Ma abbiamo una politica delle infrastrutture che continua a sostenere le grandi opere, e progetti che continuano a rimanere solo sulla carta, a scapito della sicurezza delle persone e del contrasto del dissesto idrogeologico.
Il ministro dell’Ambiente Galletti - prosegue Cogliati Dezza - dichiara oggi che nello Sblocca Italia sono inserite norme che consentono di velocizzare le procedure amministrative sulle opere strategiche per la messa in sicurezza del territorio e afferma la necessità che questi cantieri partano subito. Chiediamo però che a partire sia soprattutto una efficace politica ordinaria di mitigazione del rischio e che si esca finalmente dalla logica dei commissari straordinari”.
L’articolo 7 del decreto Sblocca Italia affronta, infatti, il tema del rischio idrogeologico attraverso la realizzazione di interventi puntuali, senza mettere in campo una strategia generale di governo del territorio e dei fiumi e un’efficace politica di adattamento ai cambiamenti climatici, a partire dalle aree urbane che oggi sono le più colpite.
A Genova un abitante su sei vive o lavora in zone alluvionabili e, di fatto, la popolazione convive con il rischio idrogeologico in una città insicura e pericolosa.
“Una politica di adattamento e di mitigazione ai cambiamenti climatici significa intervenire sulla manutenzione e riqualificazione dei corsi d’acqua, sui sistemi di drenaggio delle acque meteoriche, aumentando la capacità di esondazione dei corsi d’acqua e di permeabilità dei suoli urbani o delocalizzare quelle strutture che oggi causano le condizioni di rischio – dichiara Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria - mettendo risorse su questo. I Comuni però stanno subendo una crisi finanziaria senza precedenti e la Regione ha a disposizione pochi fondi. Così a Genova, ancora una volta l'acqua riprende gli spazi che le sono stati sottratti dell'asfalto e dal cemento”.

L’ufficio stampa Legambiente


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Re: Italia, terra di .... eventi imprevedibili

Messaggioda flaviomob il 12/10/2014, 1:25

Bisagno, la ribellione del fiume «condannato all’oblio»
Renzo Rosso, docente di ingegneria idraulica: «L’intero sistema idraulico di Genova sta andando in tilt. Il progetto del canale scolmatore è inadeguato»
di Paolo Virtuani


«È l’intero sistema idraulico di Genova che sta andando in tilt». È sconsolato (e stanco, dopo essere stato alzato fino alla 4,30 del mattino per seguire le drammatiche notizie della nuova ed ennesima alluvione di Genova) Renzo Rosso, genovese e professore di idrologia e ingegneria idraulica al Politecnico di Milano. Un esperto di fiumi e torrenti del territorio genovese, che ha appena dato alle stampe il libro Bisagno, il fiume nascosto (Marsilio), il fiume che è di nuovo esondato e che Rosso chiama «il fiume che i genovesi hanno condannato all’oblio.



«Scolmatorino»

Dopo tre anni siamo ancora qui a contare i morti. Le stesse parole del 4 novembre 2011 usate per commentare l’alluvione del 1970 (avvenuta quasi negli stessi giorni 7-8 ottobre nel 1970, 9-10 ottobre nel 2014) e poi ancora quella del novembre 2000. Si potrebbe usare un articolo per l’altro e nessuno noterebbe la differenza. Tre anni fa il prof. Rosso accusava: «Il piano di bacino del Bisagno, che prevedeva la realizzazione di un canale scolmatore per portare l’acqua direttamente in mare, non è mai stato realizzato». E ora professore, è stato attuato? «Non è stato fatto nulla, e il progetto prevede solo uno scolmatorino che serve soltanto una piccola parte del bacino del Bisagno».

Un fiume condannato all’oblio

«Il Bisagno è un fiume che i genovesi hanno condannato all’oblio», scrive il prof. Rosso nel suo libro. «Fiorentini e romani, parigini e londinesi sono fieri della nobiltà dei loro grandi fiumi. Genova invece si vergogna del suo misero torrente, tanto da nasconderlo, dalla foce ai monti. Edificò la foce negli anni Trenta del Novecento, e verso la fine degli anni Ottanta fabbricò alla chetichella le piastre davanti alla stadio, continuando a incanalarlo nel cemento, coprirne gli affluenti e mandarne in malora i terrazzi, con una progressione pervicace quanto ostinata. Pagando un prezzo altissimo in vittime per le ricorrenti alluvioni». Soprattutto non chiamatelo «fiume maledetto»: il Bisagno, lui, non ha alcuna colpa.

(Corriere)

___

Bisagno

La sua lunghezza è di circa 30 km. Nell'epoca preromana aveva un letto circa quattro volte più largo e profondo rispetto a quello d'oggi, lungo il quale – con il relativo porto a circa 5 km all'interno rispetto alla costa – si sviluppò il nucleo originario di Genova, chiamato Σταλìα (Stalia), coincidente con l'attuale località di Staglieno.

http://it.wikipedia.org/wiki/Bisagno


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Re: Italia, terra di .... eventi imprevedibili

Messaggioda franz il 12/10/2014, 8:43

gi.bo. ha scritto:Certo capisco che sia difficile rispondere purtroppo Franz non posso accettare che in funzione al quadruplicarsi o al quintuplicarsi delle gente sia possibile costruire ovunque.

E se fossimo in un'isola ristretta incapace di contenerci, che faremmo?

Nemmeno io lo accetto e considero infatti che non in tutto il mondo succedono quete cose.
Da qualche parte i controlli ci sono, le opere di pulizia dei fiumi pure.
Da altre no.
Quando all'ultima domanda, la risposta è abbastanza ovvia: la fine dell'Isola di Pasqua.
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Re: Italia, terra di .... eventi imprevedibili

Messaggioda pianogrande il 12/10/2014, 11:40

Flaviomob.
Certo che anche le opere idrauliche dissennate hanno fatto la loro parte.
Così come la mancanza di manutenzione nel senso più largo del termine (pulizia compresa).

Costruire nel posto sbagliato è, però, l'origine di tutto il resto.

Adesso tutti che si sbracciano.

La faccio anche io qualche domanda:

- Si è dimesso qualcuno
- E' andato in galera qualcuno?
- Qualcuno ha chiesto scusa?

Ultima tragica domanda: Rischiamo che fatti del genere si ripetano anche in futuro?
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