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SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda flaviomob il 01/07/2013, 9:39

No non è un fatto, è un'opinione, la tua ;)


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Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda ranvit il 01/07/2013, 11:18

La tua è un opinione!


Che Renzi non abbia vinto le primarie è un fatto!
Che Renzi oggi subisce gli attacchi di Barca, Civati etc è un fatto!

Semmai potrebbe essere un'opinione la mia quella che accredita questi fatti alla scelta ideologizzata dei tanti sostenitori del Pd contro Renzi....ma alla luce dei fatti (lo status quo di una casta che pensa solo ai cazzi suoi).... :D :evil: :oops: è un fatto anche questo!
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Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda flaviomob il 01/07/2013, 11:34

Le primarie erano aperte. Inoltre hanno modificato lo statuto del PD apposta per lui. Se la "casta" avesse voluto farlo fuori, sarebbe bastato lasciare le regole così com'erano in origine. In realtà Renzi ha perso le primarie per il modo in cui si è posto, gli ammiccamenti alla destra (anche nel modo di fare), il programma economico, il linguaggio escludente. Attira consensi dal centrodesta, ma bisogna vedere quanti ne respinge a sinistra. Ora ci riproverà, un po' è maturato, vedremo. Anche se pare che nel PD ormai chiunque abbia un tiramento si candidi alle primarie, adesso... saranno metà di mille! :lol:

Il grosso problema, però, saranno gli accoltellatori oscuri dopo... :?


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Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda ranvit il 01/07/2013, 11:37

http://www.corriere.it/editoriali/13_lu ... d45c.shtml



LE MOSSE SBAGLIATE DI RENZI

La bulimia del candidato

Sei mesi fa l'Italia era completamente innamorata di Matteo Renzi: con lui il Pd avrebbe di sicuro vinto le elezioni alla grande. Ma pure oggi, e anche domani, egli rappresenterebbe un candidato di certo fortissimo in qualunque nuova elezione.
Le cause della popolarità del sindaco di Firenze sono notissime. All'Italia vecchia e immobile del sempre eguale, all'Italia dell'insipida chiacchiera politica per addetti ai lavori, dell'arabesco concettuale avvitato su se stesso, egli contrappone con la sua figura un Paese giovane, voglioso di muoversi e di mettere nuovamente alla prova le proprie energie, di tentare vie nuove. Che parla senza usare mezze parole.

Certo: egli è anche uno portato ad andare a volte oltre il segno, a mostrare un po' troppa disinvoltura e ambizione, a strafare e magari anche un po' a straparlare. Ma al quale tutto si può perdonare grazie a quanto di positivo e di nuovo rappresenta. Perché alla fine, per la maggioranza degli italiani Renzi è questo: la promessa di un cambio di passo, di una rottura, di una reale diversità; una ventata di aria fresca. Per un Paese in crisi non è davvero poco.


Proprio da questo punto di vista appare sostanzialmente incomprensibile quanto egli sta facendo da tre mesi, accettando - e anzi, si direbbe, addirittura sollecitando - di essere coinvolto nelle manovre di un partito, il Pd, che è sì il suo partito, ma che per tantissimi versi è il suo contrario. Un partito vecchio, conteso da anziani oligarchi e quarantenni ribelli ma dell'ultima ora, laddove Renzi è, come che sia, simbolo di una gioventù vera che non ha avuto paura di uscire allo scoperto; un partito campione di conformismo e di omologazione culturale laddove Renzi si fa forte (pure troppo!) della propria spregiudicatezza; il partito di quelli per antonomasia «politicamente corretti» mentre Renzi proprio da costoro è detestato.


È singolare che oggi egli si faccia tentare dall'idea di diventare il segretario di un partito del genere. E dunque s'infili in una trafila quotidiana di trattative e di manovre, di interviste e di dichiarazioni, che hanno il solo effetto di consumarne terribilmente l'immagine. Pur nell'ipotesi che riuscisse a fare il segretario e si andasse entro breve tempo - diciamo un anno - alle elezioni, Renzi, tra l'altro, si troverebbe davanti a un'alternativa comunque scomodissima: o fare la campagna elettorale alla testa di un partito ancora pieno di Rosy Bindi, di Finocchiaro, di Cuperlo e compagnia bella, e magari con un D'Alema passato inopinatamente dal ruolo di Grande Rottamato a quello di Lord Protettore, dunque un partito che sarebbe la smentita vivente di ciò che invece è il suo segretario; ovvero alla testa di un partito da lui appena epurato e rovesciato come un calzino, ma proprio per questo in una difficile fase di riassestamento, ancora né carne né pesce e presumibilmente pieno di rancori più o meno sotterranei. Certo uno strumento inadatto a uno scontro elettorale.


Ma se le cose stanno così non sarebbe assai più conveniente per il sindaco di Firenze stare ad aspettare sotto la tenda? Dopotutto il Pd sa bene che se vuole davvero vincere un'elezione politica altri candidati oltre lui non ci sono (essendo francamente incredibile che a Largo del Nazareno ci sia qualcuno che pensa di convincere gli italiani a farsi governare da Fassina o da Civati). È solo a Renzi che il Pd può ricorrere. E a quel punto egli sarebbe in grado di imporre agevolmente le sue condizioni: sia per il programma che per la composizione delle liste. Quelle condizioni di rottura e di novità che di fronte al deserto e al vecchiume della Destra egli ha saputo rappresentare e in cui il Paese non vuole cessare di sperare.

Ernesto Galli Della Loggia1 luglio 2013 | 9:59
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Perché non si taglia la spesa

Messaggioda franz il 13/07/2013, 13:54

12 luglio 2013 • alberto bisin

Oggi sul Corriere Alberto Alesina e Francesco Giavazzi ( http://www.corriere.it/editoriali/13_lu ... fffc.shtml ) si domandano perché in Italia non si taglia mai la spesa ma si aumentano le tasse. Suggerisco con un aneddoto che la cultura (keynesiana vecchio stampo e/o cattolica) della classe dirigente ha la sua importanza nella risposta alla domanda.

Ieri sostituivo Michele a Roma alla presentazione del Rapporto 2013 del Centro Studi Economia Reale, di Mario Baldassarri. Tanti nomi noti e potenti tra il pubblico, tra cui un abbronzato e simpatico Romano Prodi.

Due relatori mi hanno particolarmente colpito (me lo aspettavo e infatti nella mia relazione c'era un attacco a ciascuno di loro), Alberto Quadrio Curzio e Piero Giarda.

Ebbene, il prof. Quadrio Curzio, con quella sua aria seria da aristocrazia nera, ha proposto una bella banca mista in Italia per gestire gli investimenti infrastrutturali (che l'Unione Europea ci farà/non ci farà fare); naturalmente con l'aiuto di Cassa Depositi e Prestiti. Proprio così, senza ritegno. Una bella privatizzazione dei profiitti, socializzazione delle perdite, con retrogusto di credito clientelare e poltrone per gli amici della politica ed economisti organici (Prodi si è divertito molto quando l'ho detto; chissà se era lo stesso Prodi dell'IRI e delle sue banche).

In ministro Giarda invece è molto simpatico e a modo. Ha incassato con classe la mia battuta sul fatto che una sua intervista sulla spending review ha certificato la morte del governo Monti ed è intervenuto parlando proprio di spending review. Tutto l'intervento, che peraltro dimostrava seria conoscenza e comprensione dei dettagli del bilancio statale, aveva il seguente tono: ragazzi, è difficilissimo e complesso, la spesa pubblica si fa per progetti che tagliano orizzontalmente le voci del bilancio, dobbiamo guardare a tutto assieme, ed è enorme, ed è complesso (non sono io a ripetermi, è lui), e abbiamo progetti a 15 anni, mica si possono tagliare: le imprese ci fanno affidamento (questo era per dire che il Rapporto Giavazzi è carta straccia, "il lavoro di uno studente del terzo anno", cito a memoria ma vi assicuro che ha detto proprio così); e poi la cultura, le istituzioni, le pensioni le abbiamo già promesse, la gente ci fa affidamento...voi credete sia facile ma è complesso, è complesso, non si può fare,...

Il fatto che la gente con la cancellazione dell'Ici sulla prima casa si è comprata la cucina nuova e poi però ha dovuto pagare l'lmu, questo non lo turba al ministro. Non mi hanno dato modo di dirlo e quindi lo dico qui. L'incoerenza temporale e i diritti acquisiti che turbano i sogni del ministro e che gli suggeriscono che tagliare la spesa sia complesso-oh-così-complesso non stanno solo dal lato della spesa, ma anche da quello delle tasse. Io vorrei ufficialmente dichiarare che i soldi per la prossima patrimoniale li ho già spesi; vorrei che il governo se ne rendesse conto.

Da: http://noisefromamerika.org/articolo/pe ... glia-spesa
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Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda flaviomob il 13/07/2013, 15:23

Non credo che c'entri molto la cultura keynesiana, visto che l'Italia non ha mai risparmiato nei momenti di alta crescita ed anzi ha proprio raddoppiato il debito pubblico tra la fine degli anni settanta e gli anni ottanta, in una congiuntura economica più che favorevole, espansione, borsa che cresceva, sorpasso sulla Gran Bretagna in termini di PIL (Craxi che strombazzava ai quattro venti della "quinta potenza economica"), costo del petrolio ai minimi storici.
Keynes dice chiaramente che quando la congiuntura è positiva bisogna mettere in cascina il fieno, mentre bisogna aumentare la spesa pubblica quando le cose vanno male.
Spesa pubblica anticiclica.
Mentre a noi ciclano sempre: le "fanno girare" continuamente...
Inoltre nessun paese occidentale ha un'incidenza di corruzione, economia illegale, nero, evasione ed esportazione illecita di capitali sporchi così elevata in rapporto al PIL ed è su questi fattori che bisognerebbe agire, oltre che ovviamente su efficienza ed efficacia della cosa pubblica. E che lo stato pagasse subito i debiti con le aziende, invece di farle fallire!

Direi che più che cultura, in Italia bisognerebbe parlare di incultura economica.


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Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda franz il 13/07/2013, 15:58

flaviomob ha scritto:Keynes dice chiaramente che quando la congiuntura è positiva bisogna mettere in cascina il fieno, mentre bisogna aumentare la spesa pubblica quando le cose vanno male.
Spesa pubblica anticiclica.

Vero che Keynes ha detto questo, innegabile. Ma in periodi succssivi ha detto anche altro. Questo è un aspetto abbastanza contraddittorio del suo pensiero, perché ovviamente in periodi diversi, come è giusto anche che sia, ha cambiato opinione, confondendo un po' tutti. In seguito ha scritto, come riflessione piu' matura, che invece di assistere a continue ondate di alti e bassi, invece di inseguire il ciclo con misure anticicliche e poi tornare a mettere il fieno in cascina quando le cose tornavano positive, secondo lui era meglio avere una regolazione fine per evitare di arrivare alla parte bassa del ciclo; una sorta di prevenzione. Su cui pero' non ha concretizzato nulla.
Ed è qui che forse ha dato fiato a chi vuole spendere sempre, non solo nei momenti di crisi.
Di fatto comunque lui parlava di spesa anticiclica in anni in cui il debito pubblico si aggirava attorno al 30% del PIL. Oggi con il 130 (a tanto sta arrivando ora l'Italia) una spesa anticiclica a debito è impensabile.
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Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda mauri il 17/07/2013, 16:09

i grillini informano, poi sono srati gli unici a restituire 1milione e mezzo
stamane sentivo radio 24 e gli stipendi degli addetti alle camere, dai barbieri agli usceri camerieri eccetera, stipendi stratosferici
ma questi vengono assunti per concorso o per amicizie?
ciao mauri

ps
dal fatto quotidiano l'info è meno di regime
Costi della politica, Camera. M5S: “Ecco tutti gli stipendi dei dipendenti”
Riccardo Fraccaro, deputato membro dell'Ufficio di presidenza è stato incaricato di raccogliere i dati sulle spese di Montecitorio: "Abbiamo incontrato un muro di gomma. Nessuno vuole che si tocchino questi privilegi". Ecco la presentazione del primo dossier a 5 Stelle sull'argomento con un'ipotesi di riduzione
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07 ... ti/657489/

La Camera costa 784 milioni all'anno
La denuncia del Movimento Cinque Stelle
Il dossier sugli sprechi presentato a Montecitorio. Il personale costa 280 milioni, spese anche per gli uffici di Bertinotti e Fini
http://www.corriere.it/politica/13_lugl ... 6505.shtml
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Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda trilogy il 20/07/2013, 13:05

Il "pacco" sviluppo... :?

[..]Arriva il comitato interministeriale per la spending review "permanente", presieduto da un commissario, che (paradossalmente) percepirà un indennizzo non da poco: 950mila euro in quattro anni, dal 2013 al 2016. Il commissario dovrà presentare il programma entro 20 giorni dalla nomina.

Gli stipendi dei manager delle società non quotate che svolgono servizi di interesse generale (ad esempio Sogei, Consip) potranno essere sganciati da tetti, ma i bonus scatteranno solo se il risultato di esercizio è positivo.

Novità anche per Expo 2015: il Comune di Milano potrà utilizzare la tassa di soggiorno per finanziare la "Milano 2015 City Operation", il piano per l'immagine turistica della città[..]

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbfKBsFI
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Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda Iafran il 20/07/2013, 20:26

Saggi, commissari, altri saggi ... ma i parlamentari che cavolo fanno tutto il giorno?
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