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M5S: dopo lo tsunami, la risacca

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: M5S: dopo lo tsunami, la risacca

Messaggioda flaviomob il 30/05/2013, 23:28

Sminuire e svalorizzare prima la Gabanelli, poi Rodotà, costituisce un messaggio molto grave da parte di Grillo. Le personalità più votate dalla base diventano oggetto di attacchi appena manifestano un pensiero ritenuto "fuori posto" dal guru. E' un atteggiamento meschino che smentisce le proprie opinioni e le proprie posizioni in pochissimi giorni, in maniera molto simile all'harakiri del PD in parlamento, ma con la differenza che qui lo sta compiendo integralmente un uomo solo e paranoico.
Che credibilità ha chi attacca radicalmente coloro che appoggiava con forza pochi mesi (o giorni) prima?
La stessa sindrome colse Grillo pochi mesi dopo l'elezione all'europarlamento di Sonia Alfano e Luigi De Magistris, che invece fecero benissimo e ostacolarono la corruzione e la criminalità organizzata sensibilizzando i deputati di tutto il continente. E' questa la chiave della bassa qualità politica di M5S: se qualcuno esprime un'eccellenza prima o poi rivendica autonomia di giudizio, e Grillo lo fa fuori.

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http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... lo-strappo

Trenta parlamentari grillini pronti allo strappo

Non ne possono più di cambi di passo decisi dall'alto come quello odierno su Rodotà. Stasera riunione tesa, forti dissensi. Ma cova altro.

di Fabio Luppino


Non è più solo un malessere. Il dissenso interno grillino verso Grillo sta raggiungendo le vette del non ritorno. Tremano al pensiero della scomunica, ma in molti sono anche persuasi che andando avanti così il Movimento finirà in un vicolo cieco e loro con esso.

Sono ormai circa trenta i parlamentari Cinque stelle pronti allo strappo. Più di dieci al Senato e una nutrita pattuglia di venti persone alla Camera. L'insofferenza è fortissima. Stasera non è stato possibile nemmeno il confronto sulla scomunica emessa contro Rodotà, così come su tutto quel che rende imbarazzante per i dissidenti la loro attività parlamentare. Non hanno alcuna voglia di sottostare ancora alla violenza verbale di capi e capetti, non ci tengono più a passare per pezzi di merda se hanno un'opinione diversa. Una pratica iniziata subito, con il voto per l'elezione di Pietro Grasso. Altro che streaming, oscurantismo.

Stasera lo scontro è stato anche sulla comunicazione e sui parlamentari 'scelti'. Il no alla partecipazione a trasmissioni tv doveva valere per tutti, si osserva, poi scopriamo dai media che Beppe ha chiamato singolarmente dieci o dodici persone, è la sostanza dell'osservazione, un metodo di chiamata dall'alto che non piace visto che non c'è stata né una scelta, ad esempio, di individuare un parlamentare per commissione o di tirare a sorte. Se uno vale uno, tutti devono essere messi nella stessa posizione. E poi, è chiaro che se fra sei mesi, per esempio, si va a elezioni, chi è stato prescelto per partecipare a dibattiti televisivi viene avvantaggiato. Alla fine della discussione si e' detto che il corso di formazione a cui parteciperanno già domani i primi dieci dodici parlamentari sarà poi esteso a tutti. Ma non manca in proposito lo scetticismo. Sarebbe stato lo stesso Roberto Fico, candidato M5S alla presidenza della commissione vigilanza Rai, secondo quanto si era diffuso nelle scorse settimane, a chiedere che la questione venisse posta all'ordine del giorno. Su 70 hanno detto di sì almeno in 55 e dunque se né è parlato. Lo stesso Fico avrebbe fatto presente che sono stati Grillo e Casaleggio a decidere.

Insomma un clima permanente da Fattoria degli animali orwelliana. Currò, Battista, Zaccagnini solo per citare quelli il cui dissenso è stato più manifesto, tanto quanto l'accanimento del quartier generale grillino contro di loro, sono pronti insieme ad altri al grande passo. Quello preteso da Grillo non è nemmeno centralismo democratico, è puro stalinismo. E molti parlamentari, al pari di moltissimi elettori, non ci stanno a fare i coltivatori di false illusioni.


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Salvate il soldato Beppe (ma da se stesso)

Messaggioda franz il 31/05/2013, 16:02

Da attaccabrighe a teppista, il cupio dissolvi di Grillo leader in tilt alla prima sconfitta, chiuso nel suo blog-bunker. Ma ora rischia l'eclissi pure il buone del "vaffa"
di FRANCESCO MERLO

Grillo, nonostante le tue canagliate, io vorrei che tu, Renzi ed io...". Ancora potrebbe, questa prima sconfitta di Beppe Grillo, mutarsi in valore civile. E forse solo un Epifani dantesco potrebbe aiutare Grillo a salvarsi dal Grillo impazzito che sproloquia persino contro Rodotà, che pure è stato il suo fiore di purezza, il suo Garibaldi o meglio il suo Mazzini, il suo alibi di nobiltà.

Ha avuto la fortuna, Beppe Grillo, di subire un imperioso alt degli elettori quando ancora non tutto è perduto. Ha infatti il tempo di rivedere, correggere e ripensare anche il se stesso tramutato in canaglia. E il segretario del Pd, ora che non ne ha bisogno per sopravvivere, dovrebbe chiamare il furioso attaccabrighe al confronto diretto, senza il corteggiamento trafelato e penoso ai gregari che umiliò Bersani, ma lanciando un ponte di sinistra, un osservatorio, un blog a due piazze, una cosa ("ah, cosa sarà?, che fa muovere il vento") che sia fatta di dibattiti serrati e anche di quegli sbeffeggiamenti (reciproci, però) che Grillo ha trasformato in scienza della politica.

Si sa che negli animi nobili la sconfitta migliora il carattere, lo ingentilisce. Ma se l'animo è ignobile, lo inacidisce. E le sgangherate reazioni di Grillo, chiuso nel suo blog virtuale trasformato in bunker reale, esprimono appunto quell'umore che gli inglesi chiamano 'sour grapes', uva acida. Con insolenze da teppista, che raccontano meglio dei numeri elettorali, il malessere mentale dello sconfitto che non si rassegna, Grillo malmena dunque Stefano Rodotà che era il suo candidato al Quirinale contro la sinistra. Ora che si è permesso di criticarlo con un'intervista al Corriere, dandogli dei consigli generosi e sensati, Rodotà non è più "un ragazzo di ottanta anni" ma "un ottuagenario sbrinato di fresco" e "miracolato dal web". E qui c'è per due volte, sia nel plauso giovanilista sia nel disprezzo antisenile, la stessa (rovesciata) volgarità fascistoide di 'giovinezza giovinezzà accanto al vaneggiamento del 'chi non è con me è contro di me'. Era già successo alla Gabanelli, succederà ancora. Oltre la lista delle Quirinarie ci saranno altri amanti strapazzati, anche perché, come dicono in Sicilia, "cu di mulu fa cavaddu, u primu cauciu è u so", chi tratta un mulo come un cavallo, si becca il primo calcio.

"Abbiamo vinto", dice Grillo negando l'evidenza e aggredendo Renzi (anzi Renzie, come Fonzie, eh eh) e poi Civati, Bersani, Veltroni... E intanto Lombardi e Crimi vanno "a caccia di pezzi di merda" con un linguaggio che, in bocca loro, diventa agghiacciante. I parlamentari si rubano le mail a vicenda, il gruppo sembra destinato a sgretolarsi ma la Lombardi trova la parola giusta da sillabare: "Confermo, sono delle merde. Mer-de!". Nel delirio della sconfitta, gli amici, che hanno la faccia dei nemici e viceversa, inchiodano Grillo al suo blog-bunker, sempre più sfigurato nell'acidità. E l'impolitica diventa impotenza. Solo un fissato può davvero credere di avere perduto per colpa degli altri, del dominio padronale sui mass media, della pochezza degli italiani. Certo, non deve essere facile per lui. Ma per sua fortuna nessuno può chiedergli di dimettersi. Solo di rimettersi.

Per recuperare il suo fascino seduttivo (non su di noi, ovviamente) il perdente deve sempre diventare leggero. E non è un problema di eleganza, ma di sostanza. Solo ammettendo la sconfitta Grillo potrebbe guarire dalla spocchia e capire che non basta più essere il divertimento intellettuale di alcuni vip dello spettacolo e lo sfogatoio plebeo della rabbia italiana. Potrebbe valorizzare le intelligenze dei suoi parlamentari, spronandoli a studiare almeno un po', smetterla di punire, espellere e controllare, potrebbe consegnarsi finalmente alla politica che è una delle più nobili attività dell'uomo, e proprio per questo degenera in vizio e corruzione. Non lo fa, ma ancora potrebbe.

Più che denunziare, Grillo ha irriso il potere degenerato, ha spernacchiato il Palazzo tronfio e sordo. Non è stato il primo a sbeffeggiare la politica, ma è stato il primo a fare dello sbeffeggiamento una politica. Ed è senza precedenti nella storia d'Italia, salvo forse Giovannino Guareschi, che solo alla fine, come Grillo, se la prese con gli italiani: "Popolo bue, li hai votati? Adesso pedala" (e speriamo che per questo paragone non si offenda, la buonanima). E però solo con Grillo la tradizione dello spernacchiamento, che va da Marziale a Pasquino, da Totò a Dario Fo, ai Guzzanti e, nel suo modo supercilioso di mezzo Landini e mezzo Montanelli, a Marco Travaglio, ha cessato di essere il cibo dell'intrattenimento più o meno intelligente ed è diventato il manifesto di un partito che alla Camera è ancora maggioranza relativa. Ebbene, da questo sbeffeggiamento la politica non tornerà più indietro.

E bisogna riconoscere che in Italia la comicità e la satira hanno una funzione unica al mondo. E basta guardare come Crozza riesce a tirare fuori la parte più vera dei politici, sia pure capovolta. L'altra sera anche la Carfagna, confrontandosi con le battute di Crozza, è stata simpatica e intelligente. E si può discutere se si tratta di un altro segnale della decadenza italiana, se è una fuga o una medicina, ma non si può negare che è questa l'essenza del grillismo e, proprio quando comincia il suo declino, si capisce che non si potrà più fare a meno della forma che lo sberleffo ha dato alla politica.

Dunque è ora di provarci davvero a salvare Grillo da Grillo, magari evitando di esibirsi nella pratica diffusa di bastonare il cane che annega. E non solo perché non è elegante né generosa l'idea, troppo sbrigativa, di potergli dare presto il colpo di grazia, con una spietatezza un po' ridicola. Ma anche perché è il cane da guardia del legittimo, giustificato malumore italiano e perciò almeno il Pd dovrebbe evitare di cantare una vittoria che potrebbe essere quella di Pirro, o, se preferite, quella di Sansone che morì con tutti i filistei.

Inoltre qui si rischia di buttare via, con l'acqua sporca del livore tribunizio e del vaffa, quel radicalismo sociale che è la giusta punizione della politica diventata affarismo, clientelismo e guadagno illecito, la deriva finale della partitocrazia denunziata da Pannella quarant'anni fa.

Sicuramente gli elettori hanno punito il moralismo di Grillo che è ideologismo eccessivo e grottesco, ma è pur sempre alla morale che il moralismo attiene. Certo è morale andata a male, ma guai a liberarci anche dal bisogno di morale che Grillo aveva intercettato e al quale non riesce a dare un orizzonte diverso da quello drammaticamente perdente del "resterò solo io", "non abbiamo fretta", "morirete tutti", "pezzi di merda", " traditori", "venduti".

Anche la critica alla televisione aveva un suo fondamento. Gli elettori si sono accorti che, non andando Grillo, in tv è arrivato un serraglio di grillologi: giovani giornalisti con l'insulto creativo e zero titoli, professori senza alunni e, al posto dei portavoce e dei portaborse, i portarancore, i professionisti del livore. La critica alla cattiva tv ha prodotto una pessima tv. Ma rimane vero che Grillo aveva intercettato un giustificato "ne abbiamo abbastanza" della pulp tv fatta di sbranamento e calci in bocca, e di un giornalismo politico fondato sull'eccitazione con il forcone del divo e del mezzodivo.

Forse solo il Pd può fermare questo 'cupio dissolvì e aiutare Grillo a salvarsi e innanzitutto perché non è detto che la sinistra radicale che lo votò torni davvero a casa e che non si prepari invece un postgrillismo che sostituisca alla pratica astiosa dello sbeffeggiamento quella delle maniere spicce nelle fabbriche, nelle strade, nel conflitto sociale, nell'estremismo ambientalista. Non che sia davvero immaginabile un ritorno al terrorismo, come dice il solito Grillo che pensa di compendiare in sé tutto il vissuto e tutto il vivibile, ma può accadere che esplodano, come attorno alla spazzatura e alla Tav, i plebeismi, il luddismo o nuove forme di criminal sindacalismo nel nome (usurpabile) della nuova povertà italiana, contro l'euro, contro l'Europa e contro lo stesso Grillo, visto che la campana del crescente astensionismo suona forte anche per lui.

Epifani, che capisce questo mondo e ha forse la stoffa per governarlo, potrebbe davvero provare a salvare Grillo da Grillo. E senza patti, lontano dal mercato delle commissioni e delle maggioranze, preparare il dopo Letta e il superamento definitivo del berlusconismo, convincendo Grillo, come cantano Dalla e De Gregori 'a lasciare la bicicletta sul muro e parlar del futurò dentro una passione italiana e, con l'animo dei forti, persino una vaghezza di amicizia: "Grillo, io vorrei che tu Renzi ed io / fossimo presi per incantamento. Nonostante le tue canagliate".

(31 maggio 2013) www.repubblica.it
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Re: M5S: dopo lo tsunami, la risacca

Messaggioda flaviomob il 05/06/2013, 1:27

AL SENATO PDL-PD-MONTI-LEGA-SEL BOCCIANO LE PROPOSTE DEL MOVIMENTO 5 STELLE

NO AL FONDO PER IL MICROCREDITO FINANZIATO RINUNCIANDO IN TUTTO O IN PARTE AI RIMBORSI ELETTORALI AI PARTITI

NO ALLA SOSPENSIONE CARTELLE EQUITALIA PER LE AZIENDE CHE ANCORA DEVONO ESSERE PAGATE DALLO STATO

NO AL FONDO ROTATIVO PER LA CONCESSIONE DI FINANZIAMENTI AGEVOLATI ALLE PICCOLE IMPRESE

La partitocrazia getta di nuovo la maschera. Lo fa durante le votazioni al Senato sul decreto che sblocca il pagamento di 40 miliardi di debiti delle Pubbliche Amministrazione nei confronti delle imprese. Pdl, Pd, Scelta Civica, Lega, Sel hanno bocciato gli emendamenti anti-casta ed a favore delle piccole imprese presentati dal Movimento 5 Stelle. Il tutto è avvenuto in un clima surreale, con il delegato d'aula del Movimento 5 Stelle il parlamentare Vincenzo Santangelo che con tempismo e precisione ha denunciato più volte i doppi voti dei "pianisti" tra questi il plurindagato Roberto Formigoni (Pdl). Bocciato l'emendamento 9.0.1, che vedeva come prima firmataria Barbara Lezzi che proponeva un "Fondo Rotativo per la concessione di finanziamenti agevolati alle piccole imprese". A favore 50 e 198 contrari (Pdl, Pd,Scelta Civica, Lega) 8 astenuti. Bocciato da Pd-Pdl-Scelta Civica-Lega-Sel anche l'emendamento 9.0.2., prima firmataria sempre Barbara Lezzi che proponeva il "rifinanziamento del Fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese" attraverso un meccanismo virtuoso che prevede che " i partiti e i movimenti politici possono destinare su base volontaria una quota dei rimborsi elettorali ad essi spettanti, quota parte del contributo unico ai gruppi parlamentari, o altre entrate proprie al sostegno della microimprenditorialità". Bocciato anche l'emendamento 9.15, prima firmataria Ornella Bertorotta (M5S) che proponeva la "sospensione della riscossione nei confronti delle imprese creditrici della Pubblica Amministrazione". A favore solo il Movimento 5 Stelle (48 voti) contrari 195 senatori (Pdl-Pd-Lega-Scelta Civica) 8 astenuti. Se approvato le cartelle di Equitalia & Co. sarebbero state sospese temporaneamente per le aziende che ancora non hanno riscosso i propri crediti che vantano nei confronti della Pubblica Amministrazione.

(Fonte: Luca Carabetta, M5S)


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Re: M5S: dopo lo tsunami, la risacca

Messaggioda ranvit il 05/06/2013, 7:28

Minchia, anche SEl!
Flavio, secondo te, perchè? :roll:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: M5S: dopo lo tsunami, la risacca

Messaggioda pianogrande il 05/06/2013, 9:59

Il paese si governa stando al governo.
Chi vuole governarlo a suon di proposte e mozioni e votando o no le proposte altrui è qualcuno che vorrebbe mangiarsi solo la ciliegina sulla torta ma in cucina a faticare e sporcarsi e litigare con il lavapiatti e con quello delle pulizie e con i fornitori e con l'elettricista, l'idraulico e la ASL ci deve stare qualcun altro.

Insomma.
Oh, grillini che ancora ci credete!
Applausi a fischi sono compito degli spettatori.
Il compito degli attori è ben diverso.
Molto più faticoso.
Spesso, molto meno gratificante.

Ammettendo che, in democrazia sia già questa ultima una stupidaggine, il pubblico, semmai, saremmo noi (quelli che pagano).
Fotti il sistema. Studia.
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Re: M5S: dopo lo tsunami, la risacca

Messaggioda flaviomob il 05/06/2013, 21:30

In realtà leggendo bene tra le righe mi pare che SEL abbia bocciato solo un singolo emendamento, ma non è questo il punto. Bisognerebbe capire i motivi del rifiuto verso alcune proposte che mi sembrano, tutto sommato, di buon senso: se cioè si sovrappongono a progetti di legge simili già proposti dal governo (quindi diventando doppioni infruttuosi) oppure se bloccate per motivi meramente politici (ma quali?).


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Re: M5S: dopo lo tsunami, la risacca

Messaggioda ranvit il 06/06/2013, 7:44

POche ciance! Se M5S voleva davvero dare una svolta doveva sedersi al tavolo della trattativa con il Pd! Solo dopo aver visto rifiutate la gran parte delle proprie tesi poteva assumere l'atteggiamenmto attuale!
Ora è tardi!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: M5S: dopo lo tsunami, la risacca

Messaggioda trilogy il 09/06/2013, 14:13

eeeh ora anche questi si mettono a guardare gli scontrini, sembrano grillini... :mrgreen:



[..] i magistrati della Corte dei conti, cui spetta da qualche mese il compito di passare al setaccio i bilanci dei gruppi del Consiglio regionale, hanno debuttato bersagliando proprio quello dell'Idv. «Non regolare», l'hanno dichiarato i controllori. Secondo loro la rendicontazione di ben 89.733 euro e 99 centesimi, cioè quasi il 40 per cento dei 230.836,49 euro di fondi pubblici incassati dal gruppo dipietrista nel 2012, non può essere considerata «ammissibile».[..]

[..]I magistrati argomentano che questa singolare assenza di limiti all'impiego dei denari dei contribuenti non può comunque prescindere dai «più elementari criteri di ragionevolezza»: dunque non possono essere accettabili «le spese assistite dai giustificativi» che non riguardino il gruppo, i consiglieri o il personale di supporto dello stesso gruppo.Per esempio, i denari che sono stati girati direttamente al partito. In questo caso non c'è legge regionale che tenga: il decreto ministeriale del 21 dicembre 2012 con cui è stata attuato quel giro di vite voluto dal governo Monti, lo esclude esplicitamente. Eppure di quei 230.836 euro destinati al gruppo ben 36.100 sono finiti nelle casse del partito.[..]

articolo completo: http://www.corriere.it/politica/13_giug ... c8bb.shtml
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Re: M5S: dopo lo tsunami, la risacca

Messaggioda Iafran il 16/06/2013, 23:34

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06 ... ci/627839/

Cari “dipendenti”, finitela di deluderci di Paolo Flores d'Arcais

Tre mesi fa quasi nove milioni d’italiani hanno investito il M5S con uno tsunami di responsabilità. Hanno affidato ai parlamentari di quel movimento il crogiuolo della loro rabbia e delle loro speranze, di un bisogno ormai disperato di “liberazione” dalla politica come corruzione e come chiacchiera, come menzogna e come trattativa con le mafie, come privilegio e come autoreferenzialità. Vi hanno delegato per amore di “giustizia e libertà”, i valori fondanti della Costituzione repubblicana che il governo Berlusconi-Napolitano (eufemisticamente, per i più piccini, governo Letta-Alfano) vuole ripudiare. Quasi nove milioni di cittadini vi hanno chiesto di inaugurare e realizzare un’Altrapolitica.
Sembra invece che quella straordinaria ricchezza di rabbia e di speranze abbiate deciso di dissiparla, di gettarla al macero. Non ne avete il diritto. Non potete trattare il tesoro di passione civile e di rivolta morale che gli italiani vi hanno consegnato, come fosse un bottino che potete sperperare ad libitum. Voi siete, per usare una definizione di Beppe Grillo, i nostri “dipendenti” (e Grillo, dunque, parafrasando la Chiesa per il Papa, il dipendente dei dipendenti del sovrano elettore). Non dovete rispondere a qualche migliaio di attivisti che votano in rete, ma a nove milioni di cittadini che non potete oltraggiare con l’ennesima delusione. Lo state già facendo, però. Altrimenti a Roma non vi avrebbero abbandonato in tre mesi due elettori su tre, e a Catania nove su dieci. Ne tradirete, e perderete, molti altri, se continuerete a trastullarvi col vostro ombelico nella tristezza delle espulsioni e nell’indecenza degli anatemi.

La senatrice Gambaro dice che i toni di Grillo fanno perdere consensi. Può avere torto marcio, ragione solo in parte, o aver messo il dito nella piaga. Ma è demenziale anche solo pensare di cacciarla, perché la “lesa maestà” è diventata obsoleta con la presa della Bastiglia, e l’obbedienza perinde ac cadaver è la divisa della Compagnia di Gesù, non dell’Altrapolitica.

Sento dire che andrebbe espulsa non per l’attacco a Grillo, ma per averlo pronunciato in tv. Per favore! L’avesse scritto in un blog (ripreso ovviamente da tv e giornali) Grillo avrebbe elegantemente incassato e magari seriamente discusso? Siate perciò responsabili. Finitela con la litania dei “chi dice x è fuori”, “chi non fa y è fuori”, dedicatevi all’azione comune con i cittadini che vi hanno eletto e che si aspettano di avervi al loro fianco nelle lotte e nelle proposte, non che vi auto-umiliate nella miseria delle scomuniche.
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Re: M5S: dopo lo tsunami, la risacca

Messaggioda pianogrande il 17/06/2013, 0:56

Zucconi con la sua solita ironia ci fa un quadretto interessante

http://zucconi.blogautore.repubblica.it ... tipartito/

Il capo è sempre il capo.
Lo stile del comunicato grillesco è, effettivamente, da appuntato scriva.
Il grigiore burocratesco di questo comunicato fa venire il latte alle ginocchia.
L'assoluta mancanza di fantasia e di libertà di parola nel comunicato stesso è la più gelata delle docce possibili sul capoccione di chi sperava in una qualche novità.

Tenetevi forte.
M5S è un partito.
Dei più antichi, dei più personali, dei più beceri, dei più grigi, dei più burocratizzati.
Fotti il sistema. Studia.
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