http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... 66&typeb=0 Per Menichini Rodotà ha la colpa di essere RodotàIn una istruttiva trasmissione su La7 il direttore del semi-clandestino Europa se l'è presa con il professore. E ci ha fatto capire perché il Pd è allo sbando.
MIRIAM VICINANZA
venerdì 3 maggio 2013 22:40
di Miriam Vicinanza
Se qualcuno non ha ancora capito perché Stefano Rodotà non è presidente della Repubblica, il motivo appare ogni giorno più chiaro. La colpa di Stefano Rodotà è quella di essere Stefano Rodotà. Si fosse chiamato Stefano anti-Rodotà pure pure. Ma come si permette Rodotà di essere Rodotà?
Ospite di una istruttiva trasmissione a La7, l'esimio professore - come detto - si è trovato nella paradossale situazione di difendersi dall'essere se stesso e in coerenza con le idee che professa da tempo. Perché si sa, tutti se la prendono con Scilipoti, ma dietro dietro non è che la coerenza piaccia molto. Sei coerente? Niente Governissimo. Non sei coerente? Ecco pronta una teoria moderata e riformista strobazzata dagli opinionisti tv e dei grandi giornali a spiegare che l'incoerenza è reponsabilità e la coerenza settarismo. Talché Stefano Rodotà, sempre nel corso della suddetta e istruttiva trasmissione, ha dovuto controbattere ad un livoroso Stefano Menichini che lo ha accusato di essersi fatto strimentalizzare da Grillo a tutto danno del Pd.
Quale la teoria? Grillo puntava a creare contraddizioni nel centro-sinistra con la candidatura del professore. E quindi Rodotà avrebbe dovuto pubblicamente dissociarsi da se stesso pur di garantire una tranquilla elezione di Franco Marini o di chi per lui. Ma non facendolo Rodotà si è reso responsabile della catastrofe democratica e quindi ha le sue belle colpe.
Un ragionamento stringente: il Pd si fa le sue strategie e gli altri sono pregati di farsi da parte e non disturbare. A maggior ragione perché Rodotà, invece di interloquire con la dirigenza democratica, strizza l'occhio ai dissidenti piddini (leggi Cofferati e Civati in primis) come facevano un tempo i gruppi extraparlamentari quando tentavano di dare fastidio al Pci.
Un paragone che Menichini ha fatto con enorme sprezzo del ridicolo: anzitutto paragonare il Pci al Pd è come paragonare il David di Michelangelo a una cicca di sigarette; quanto all'accostamento di Cofferati e Civati con quelli che un tempo furono movimenti come Lotta Continua, Potere Operaio, Servire il Popolo... è segno che il giornalista aveva quantomeno mangiato pesante.
Abbiamo detto: tramissione istruttiva. Perché dimostra la miopia che sta dentro e attorno al partito democratico, incapace di capire non solo quello che vogliono i propri elettori, ma perfino i propri iscritti, restando tutti compresi nelle loro arzigogolate elucubrazioni e giochi di correnti, senza comprendere che il paese reale non li riconosce più.
Comunque grazie a Menichini, per averci fatto meglio comprendere questa deriva. Del resto lui, direttore di Europa, giornale semi-clandestino pagato con i soldi pubblici, è un mirabile esempio: senza essere ospite fisso dei salottini tv rappresentando il nulla giornalistico non esisterebbe. Più Menichini meno copie; più arzigogoli meno elettori e militanti. Poi, se vi fa sentire sollevati, date la colpa a Rodotà.