da Manuela il 21/12/2012, 12:33
Devo premettere che sono d'accordo con Annalu. Non vedo perché si dovrebbero demonizzare i test, che hanno il compito di una prima veloce scrematura, eliminando chi non ha nemmeno le competenze basilari: si tratta di test di logica e comprensione del testo, dopotutto. Se un (un') insegnante non ha queste capacità, deve cambiare mestiere, qualunque materia insegni. E, sempre d'accordo con Annalu, non è detto che chi studia i sistemi di selezione sia sempre un idiota: i quiz servivano appunto per una prima selezione, seguiranno una prova scritta sulla materia di insegnamento e una orale, in cui il candidato deve dimostrare di saper "trasmettere" agli allievi la propria conoscenza. Tutti i sistemi sono perfettibili, ma questo non mi sembra tanto sbagliato...
Il vero problema nasce molto tempo fa, da quando si è rinunciato ad assumere nella scuola attraverso concorso: migliaia di precari hanno incominciato con le supplenze e, di anno in anno, si sono visti riconfermare l’incarico, senza aver mai superato alcuna prova. Così sono entrati nella scuola sicuramente insegnanti bravi e preparati, ma anche altri, di cui si sarebbe potuto fare a meno. Prima o poi bisognava pur cominciare a selezionare. Sarebbe opportuno che si continuasse, a valutare e a selezionare, poiché un buon corpo insegnante è strategico per il futuro.
Per quanto riguarda la P.A., dopo un periodo in cui si era incominciato a parlare di obiettivi, misurazione e valutazione (un periodo che è andato dalla metà degli anni '90 fino agli inizi del nuovo secolo) e in cui si era tentato di immaginare un sistema di premi/punizioni a seconda del raggiungimento degli obiettivi e della valutazione individuale e di gruppo, non ci è voluto tanto a svuotare di significato questi tentativi, rendendoli puri esercizi formali (che si continuano a fare, ma senza alcun rapporto con la realtà). Il famoso Brunetta, fatta la tara alle sue affermazioni roboanti, non mi pare abbia portato niente di nuovo.
Personalmente, da almeno quattro anni, mi vedo (come tutti i dipendenti della mia amministrazione) reiterata di anno in anno la stessa valutazione (del tutto avulsa, quindi da quello e da quanto faccio, dal raggiungimento di obiettivi che non ricordo nemmeno quali sono, ecc.), in attesa di un nuovo fantomatico sistema di valutazione, che si è sempre incagliato nelle norme, contraddittorie e volatili, dei vari Brunetta (e nell’opposizione dei sindacati, ovviamente).
Manuela