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L'ATTENTATO DI BRINDISI. La scuola vinse il premio antimafia

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Re: L'ATTENTATO DI BRINDISI. La scuola vinse il premio antimafia

Messaggioda trilogy il 21/05/2012, 10:27

franz ha scritto:Un'altra tesi afferma che le bombe del 92-93 ebbero la conseguenza politica della discesa in campo di chi sappiamo.
Finito politicamente quel referente politico (lo abbiamo visto nel dicembre 2011 e con l'atto finale delle elezioni amministrative della primavera 2012) si chiude una stagione ed ora la mafia cerca nuovi referenti.


Trovo fuorviante costruire teoremi se poi non ci sono elementi oggettivi per supportarli. Tra il fatto di Brindisi e gli attentati del 92-93 ci sono delle differenze profonde in termini di strategia e tattica che porterebbero ad escludere che provengano dalla stessa matrice. La mafia nelle azioni eclatanti ha sempre operato con una logica: vincoli/costi/benefici.
A brindisi questa logica è del tutto assente.
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Re: L'ATTENTATO DI BRINDISI. La scuola vinse il premio antimafia

Messaggioda Robyn il 21/05/2012, 11:19

La criminalità organizzata è un'organizzazione intelligente e capace di tutto che agisce sotto mentite spoglie come il presunto terrorismo.Appare del tutto strano che questo grave episodio avviene a ridosso di elezioni amministrative e anche in conicidenza del vertice di camp david e per di più colpendo l'istruzione che ha un significato ben preciso perchè educa alla legalità.La risposta delle istituzioni deve essere unitaria e ferma,con il rafforzamento dell'intelligence con incremento di mezzi e strutture,di magistrati,di forze dell'ordine,di inasprimento del regime carcerario,di confisca dei beni,e il cui scopo non può che essere lo smantellamento totale delle organizzazioni criminali e della relativa cultura che lo sostiene.Dev'essere un'azione che ha un raggio d'azione di 360 gradi
ciao robyn
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Identificato il presunto killer di Melissa

Messaggioda franz il 21/05/2012, 15:27

Identificato il presunto killer di Melissa
Incastrato dalla mano offesa
Al quartiere Sant'Elia si è scatenata la caccia all'uomo
Il fratello è stato portato in questura per interrogatorio
Il sospettato manca da casa da un paio di giorni

L'abitazione del presunto killerL'abitazione del presunto killer
BRINDISI - A tradirlo sarebbe stata la mano offesa, chiaramente visibile nel video del chiosco di fronte alla scuola. Il presunto attentatore della scuola Morvillo-Falcone e' stato identificato ed e' ora ricercato. Sembra manchi da casa da due giorni. Il fratello è stato portato in questura x essere interrogato.

Redazione online 21 maggio 2012 http://www.corriere.it


Nota:
Caso sempre piu' strano. Prima si parlava di un timer, impostato alle 8 meno 5. Ma l'ordigno sarebbe scoppiato prima. Si pensava ad un errore. Poi si è capito perché: è stato azionato con un telecomando ed il timer era li' solo nel caso in cui il telecomando non avesse funzionato. Inoltre ieri in TV si parlava di un sensore di prossimità, tipo quello usato per gli impianti antifurto in casa.
Il telecomando avrebbe sbloccato il sensore, così che l'ordigno, una volta premuto il bottone del telecomando, non sarebbe scoppiato all'orario impostato dal timer ma sarebbe esploso appena qualcuno sarebbe passato li' vicino.
Chiaro che siamo davanti ad una notevole sofisticazione elettronica, difficilmente attuabile dal primo che passa e difficilmente abbinabile ad un "gesto di un uomo isolato".
E poi chi esegue la parte operativa? Uno che si fa inquadrare dalla telecamera di sorveglianza del chiosco, senza nascondere il viso, che ha una mano "offesa" e deve usare il telecomando con la sinistra. E, come leggo ora, è pure zoppo.

Beh, non ci vuole molto acume per capire che chi non puo' usare la destra nemmeno per premere un bottone difficilmente puo' costruire un simile ordigno. Servono entrambe le mani sia per l'ordigno sia per un sistema di innesco cosi' complicato, fatto di tre diversi componenti (timer, telecomando, sensore di prossimità).
Hanno forse beccato la manovalanza di basso livello. Ora bisogna trovare il resto della banda. Probabilmente qualcuno ha costruito 'l'ordigno, altri lo hanno piazzato e poi uno ancora ha azionato il telecomando. Altro che gesto di un uomo isolato. Qui c'è dietro un'organizzazione criminale. Non a caso le indagini sono passate all'antimafia.

trilogy ha scritto:Trovo fuorviante costruire teoremi se poi non ci sono elementi oggettivi per supportarli. Tra il fatto di Brindisi e gli attentati del 92-93 ci sono delle differenze profonde in termini di strategia e tattica che porterebbero ad escludere che provengano dalla stessa matrice. La mafia nelle azioni eclatanti ha sempre operato con una logica: vincoli/costi/benefici.
A brindisi questa logica è del tutto assente.

Non trovo logica nemmeno negli attenti a Milano, via Palestro e Firenze (geogofili) ma chiaramente dovrei entrare nella logica del mafioso (che Falcone affermava essere molto sofisticata) e francamente non ci riesco.
Quanto a Brindisi è siciramente presto per cercare una "logica". Prima cerchiamo esecutori e mandanti.
Ma intanto qualche considerazione politica sorge spontanea. Se la mafia compie una strage, ha in mente un disegno politico.
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Re: Identificato il presunto killer di Melissa

Messaggioda trilogy il 21/05/2012, 16:56

franz ha scritto:.

Non trovo logica nemmeno negli attenti a Milano, via Palestro e Firenze (geogofili) ma chiaramente dovrei entrare nella logica del mafioso (che Falcone affermava essere molto sofisticata) e francamente non ci riesco.
Quanto a Brindisi è siciramente presto per cercare una "logica". Prima cerchiamo esecutori e mandanti.
Ma intanto qualche considerazione sorge spontanea.


Tutta la strategia e la tattica della mafia erano di tipo militare. Con gli attentanti nel continente miravano a indebolire la credibilità dello Stato, constringedolo al tempo stesso a spostare risorse militari e investigative fuori dal loro territorio. Rimanendo nell'ombra cercavano di minimizzare i danni della reazione da parte dello Stato (costi/benefici). Operando fuori dalla loro zona d'influenza erano però costretti a scegliere obiettivi facili, poco protetti. Nel momento in cui decidono di colpire obiettivi difficili, perchè protetti, come Borsellino e Falcone sono costretti ad agire sul loro territorio, dove possono contare sulla infrastruttura umana e logistica necessaria (vincoli). Questo li esponeva automaticamente alla pesante reazione dello Stato, ma evidentemente per la mafia il vantaggio ottenuto giustificava il costo da pagare.
A brindisi avrebbero scelto di colpire un bersaglio facile e di pagare un prezzo altissimo in termini di repressione nonchè di alienarsi anche quel poco di consenso sociale che possono avere sul territorio. Tutto è possibile, ma sarebbe un cambiamento del modus operandi rilevante
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Re: L'ATTENTATO DI BRINDISI. La scuola vinse il premio antimafia

Messaggioda Iafran il 21/05/2012, 17:10

trilogy ha scritto:
franz ha scritto:Un'altra tesi afferma che le bombe del 92-93 ebbero la conseguenza politica della discesa in campo di chi sappiamo.
Finito politicamente quel referente politico (lo abbiamo visto nel dicembre 2011 e con l'atto finale delle elezioni amministrative della primavera 2012) si chiude una stagione ed ora la mafia cerca nuovi referenti.

Trovo fuorviante costruire teoremi se poi non ci sono elementi oggettivi per supportarli. Tra il fatto di Brindisi e gli attentati del 92-93 ci sono delle differenze profonde in termini di strategia e tattica che porterebbero ad escludere che provengano dalla stessa matrice. La mafia nelle azioni eclatanti ha sempre operato con una logica: vincoli/costi/benefici.
A brindisi questa logica è del tutto assente.

Gli elementi oggettivi per supportare le accuse sono sempre ricusabili dalla difesa, in special modo quando riguardano le azioni di mafia.
A me bastano ed avanzano quelle che ho vissuto dal 1994 in poi, da quando non considero più la mafia un corpo estraneo alle istituzioni.
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Re: L'ATTENTATO DI BRINDISI. La scuola vinse il premio antimafia

Messaggioda franz il 21/05/2012, 18:24

Strage di Brindisi, una delle piste porta alla “trattativa bis” tra Stato e mafia
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... se/234856/

Tra le ipotesi aperte, gli investigatori prendono in considerazione un messaggio di Cosa nostra, forse in "collaborazione" con la Sacra corona unita. Tra gli elementi, le simbologie legate a Falcone, ma anche il controverso "tentato suicidio" di Bernardo Provenzano e le dichiarazioni di suo figlio Angelo a Servizio pubblico: "Violenza genera violenza"

E’ ancora tutta da decifrare la matrice dell’attentato contro la scuola di Brindisi, ma la pista mafiosa è supportata da diverse suggestioni. E dire mafia non significa dire, o dire soltanto, Sacra corona unita. Una delle ipotesi prese in considerazione dagli investigatori è che l’episodio rientri in una partita nazionale che coinvolge altre organizzazioni, in particolare Cosa nostra. Le simbologie non mancano: l’istituto colpito intitolato a Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone; la data prossima al ventennale del loro massacro, il 23 maggio 1992; la concomitanza con l’arrivo a Brindisi della Carovana antimafia. E il momento scelto, l’arrivo del pullman da Mesagne, capitale della criminalità brindisina, sfidata sul posto dall’attività di Libera e dal lavoro dei volontari sui terreni confiscati ai boss. Due ragazze ferite, tra l’altro, sono figlie di un imprenditore che ha collaborato con la rete fondata da don Luigi Ciotti.

Non solo. A San Pancrazio Salentino, a pochi chilometri da Mesagne, vive da marzo Maria Concetta Riina, 36 anni, figlia del capo dei capi di Cosa nostra, che ha lasciato Corleone e si è trasferita insieme al marito Tony Ciavarello e ai suoi tre figli. Altri elementi a prima vista contro la pista mafiosa: l’utilizzo di ordigni rudimentali come le bombole del gas, e l’obiettivo – le ragazzine di una scuola di moda – decisamente impopolare per una criminalità che vive anche di consenso sociale. A meno che non si tratti di un messaggio, spietato ma sofisticato, diretto a pezzi dello Stato in grado di coglierlo al volo, senza la necessità che sia svelato all’opinione pubblica. Tornano in mente il recente tentativo di suicidio in carcere di Bernardo Provenzano – sul quale il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha sollevato forti dubbi – e le parole del figlio di Binnu, Angelo, che intervistato da Servizio Pubblico, a proposito della detenzione del padre e della necessità di curarlo ha ricordato che “violenza genera violenza”.

Provenzano, Riina, le stragi. Elementi che riportano alle fratture interne a Cosa nostra e alla “trattativa” tra Stato e mafia. Fatti lontani, ma tutt’altro che chiusi, come dimostra l’indagine ancora in corso a Palermo e il dibattimento del processo Mori, strettamente intrecciati alla stagione delle bombe. E, soprattutto, vent’anni dopo non è venuto meno il punto cardine delle richieste di Cosa nostra allo Stato: l’abolizione del 41 bis, il regime di carcere duro. A cui è attualmente sottoposto anche il boss di Mesagne Pino Rogoli, il fondatore della Sacra corona unita. Suggestioni, come l’analisi del procuratore aggiunto di Caltanissetta Domenico Gozzo, che coordina le indagini sugli attentati del 1992, intervistato dall’Ansa poche ore dopo la strage di Brindisi. Gozzo, pur non citando l’attentato alla scuola, ricorda che oggi come allora l’Italia vive un momento di radicale svolta politica: ” I momenti di passaggio sono sempre pericolosi. E le mafie hanno ancora gli arsenali pieni di armi. Bisogna tenere alta la guardia, come sempre”.

Da Capaci in poi, afferma Gozzo, “Cosa nostra decide di adottare modalità stragiste di tipo terroristico, come aveva già fatto con Dalla Chiesa negli anni ’80″, ricorda all’Ansa. E dopo l’assassinio di Falcone, osserva Gozzo, “le altre sei stragi che seguiranno in circa un anno sventreranno città, uccideranno venti persone. Una strategia di vera e propria guerra. Ma, come diceva Riina, si fa la guerra per poi fare la pace”.

In sintonia con lo scenario stragista è Giovanna Montanaro, sociologa e collaboratrice del Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. L’attentato a Brindisi “mi fa pensare alla strategia della tensione”, spiega all’agenzia Adn Kronos. “Quando questo Paese sta per imboccare un via di cambiamento accade sempre qualcosa, ce lo insegna non solo la storia della mafia, ma la storia dell’Italia, basta pensare a Piazza Fontana”. Anche Montanaro mette in fila i “simboli”, come l’anniversario di Capaci, il nome della scuola, l’arrivo della Carovana antimafia, e aggiunge: “A livello locale c’è stata una forte, recente ripresa dell’attività criminale, legata anche all’uscita dal carcere di alcuni capi storici della Sacra corona unita che, non dimentichiamolo, è una vera e propria organizzazione mafiosa, e più segnali mostrano il radicamento, il consenso di cui gode la Scu. Perché correre tutti i rischi connessi a un’azione così scellerata e clamorosa? Penso che a essere coinvolta non sia solo la mafia locale”, è la conclusione. “Ci sono nuovi fermenti, i risultati delle amministrative, un’atmosfera di cambiamento, soprattutto da parte dei giovani. E’ come se si volesse dire ‘state fermi’. Leggo una firma di mafia non solo locale e forse con altri ingredienti. Non sarebbe la prima volta nella nostra storia”.
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Re: L'ATTENTATO DI BRINDISI. La scuola vinse il premio antimafia

Messaggioda trilogy il 21/05/2012, 20:17

franz ha scritto:Strage di Brindisi, una delle piste porta alla “trattativa bis” tra Stato e mafia
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... se/234856/

Tra le ipotesi aperte, gli investigatori prendono in considerazione un messaggio di Cosa nostra, forse in "collaborazione" con la Sacra corona unita. Tra gli elementi, le simbologie legate a Falcone, ma anche il controverso "tentato suicidio" di Bernardo Provenzano e le dichiarazioni di suo figlio Angelo a Servizio pubblico: "Violenza genera violenza"

[..] Altri elementi a prima vista contro la pista mafiosa: l’utilizzo di ordigni rudimentali come le bombole del gas, e l’obiettivo – le ragazzine di una scuola di moda – decisamente impopolare per una criminalità che vive anche di consenso sociale. A meno che non si tratti di un messaggio, spietato ma sofisticato, diretto a pezzi dello Stato in grado di coglierlo al volo, senza la necessità che sia svelato all’opinione pubblica. [..]

[..]In sintonia con lo scenario stragista è Giovanna Montanaro, sociologa e collaboratrice del Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. L’attentato a Brindisi “mi fa pensare alla strategia della tensione”, spiega all’agenzia Adn Kronos. “Quando questo Paese sta per imboccare un via di cambiamento accade sempre qualcosa, ce lo insegna non solo la storia della mafia, ma la storia dell’Italia, basta pensare a Piazza Fontana”.[..]


Può darsi abbiano ragione, hanno sicuramente più elementi di noi, e competenze superiori alle nostre. Però, a me il tipo di ordigno, le modalità di esecuzione dell'attentato, le immagini del presunto attentatore, il bersaglio scelto, fanno pensare ad un movente diverso da quello mafioso. Mi fanno pensare all'azione di uno psicopatico, dove l'elemento scatenante può essere stato l'abbandono da parte di una moglie, forse più giovane di lui. Passa spesso su quella strada, vede quelle ragazze entrare a scuola e riversa contro di loro tutto il suo rancore.
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Re: L'ATTENTATO DI BRINDISI. La scuola vinse il premio antimafia

Messaggioda flaviomob il 22/05/2012, 0:26

Pare che fare esplodere bombole di GPL non sia tanto facile, ma che sia necessario o tritolo o C 4 plastico, con un detonatore adatto. Altrimenti la bombola non esplode, fa una grande fiammata ma non partono schegge. Quindi ci sono dietro dei professionisti. Inoltre per il peso delle bombole difficile pensare ad un lavoro di una persona sola.


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Re: L'ATTENTATO DI BRINDISI. La scuola vinse il premio antimafia

Messaggioda franz il 22/05/2012, 8:00

flaviomob ha scritto:Pare che fare esplodere bombole di GPL non sia tanto facile, ma che sia necessario o tritolo o C 4 plastico, con un detonatore adatto. Altrimenti la bombola non esplode, fa una grande fiammata ma non partono schegge. Quindi ci sono dietro dei professionisti. Inoltre per il peso delle bombole difficile pensare ad un lavoro di una persona sola.

I giornali riferiscono di 45 kg (quindi 3 bombole da 15) ma i testimoni notturni hanno visto una sola persona spostare un cassonetto. Probabilmente non è la stessa persona, zoppicante e con una mano o un braccio inutilizzabile che ha usato il telecomando la mattina. A meno che lo zoppicare ed il braccio leso non fossero tutta una messa in scena per gli inquirenti atta a sviare le indagini. Intanto per ora la persona che corrispondeva ai requisiti è stata rilasciata in quanto non coinvolta. I giornali sono stati molto corretti ad indicare solo le iniziali (tranne uno che ha pubblicato nome e cognome integralmente, per poi tornare ad usare le iniziali). Comunque che sia opera di uno solo o di una organizzazione l'ipotesi di reato è strage con l'aggravante della finalità del terrorismo. Leggo sul Fatto che il codice penale considera “con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di un Paese o di un’organizzazione internazionale, nonché le altre condotte definite terroristiche o commesse con finalità di terrorismo da convenzioni o altre norme di diritto internazionale vincolanti per l’Italia“.
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Re: L'ATTENTATO DI BRINDISI. La scuola vinse il premio antimafia

Messaggioda Robyn il 22/05/2012, 13:55

Dobbiamo chiederci oggi cosa sia la mafia,prepotenza?istinto?sporchi affari?La mafia in origine nacque come mutua assistenza degenerata rapidamente in criminalità.Dopo la nascita della democrazia fù utilizzata per sbarrare il passo al Pci trasformando il sud in un serbatoio di voti per i partiti della prima repubblica.Dopo il crollo della prima repubblica si è abbandonata la strada vera della lotta alla mafia,che è un'antistato che si oppone allo stato legale.In breve c'è stata la pax mafiosa secondo la la quale la mafia non uccide più ma è libera di fare i suoi sporchi affari.Questa è stata una scelta pericolosa perche il fenomeno criminale si è esteso sù tutta la penisola mettendo a rischio le basi della convivenza civile e della democrazia.Se si attenta alla legalità si attenta alla democrazia perchè la legge è fatta per garantire la democrazia e i più deboli.Massima ricorrente nel mezzogiorno d'Italia è che se ti fai i fatti tuoi la mafia non ti dice niente.Invece questo non è vero perchè la mafia o le organizzazioni criminali ti danno fastidio anche indirettamente e indirettamente ti dichiarano guerra.La pax mafiosa è stata dovuta un pò alla paura di alcuni organi dello stato ed un pò al fatto che c'è chi ci ha giocato sopra.In realtà il paese si sente al sicuro solo se c'è un contrasto ferreo alla criminalità organizzata.La parte restante del paese che indirettamente non è interessato al fenomeno criminale ha capito che la criminalità si sconfigge solo nell'unità perchè il sud da solo non può farcela.Inoltre l'Italia è più credbile all'estero se sconfigge la criminalità.Se non si sconfigge la criminalità è impossibile fare investimenti e creare lavoro al sud.Quindi serve un'azione di contrasto ad ampio raggio con il rafforzamento dell'intelligente pari all'FBI americana,l'aumento del numero di magistrati,di forze dell'ordine,di mezzi,strutture,attrezzature,e chi più ne ha più ne metta.Più che militarizzare il territorio bisognerebbe controllarlo con i satelliti.Inoltre oggi il paese non è solo unito,ma non è più solo perche lo stato ha al suo fianco la chiesa cattolica italiana.Falcone e Borsellino amavano la sicilia terra dal mare azzurrissimo e dal sole giallo rosso con città d'arte e della cultura greca incomparabili e una vegetatazione interna a più colori.Le loro idee cammineranno sulle nostre gambe ciao robyn
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