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La cura ha funzionato: il malato è morto

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: La cura ha funzionato: il malato è morto

Messaggioda franz il 16/02/2012, 18:36

flaviomob ha scritto:Allora, mi spiego: quello che propongo io è che, accanto alle richieste alla Grecia di rientrare dal debito vi siano richieste di politiche sociali redistributive tali da evitare che vi sia un disastro sociale diffuso. Punto. E nel caso l'Europa intervenga a coprire queste politiche sociali (NON con nuovi prestiti, ma con i fondi che si utilizzano per le zone meno sviluppate d'Europa).
--

Sulla tua proposta posso anche essere d'accordo. Si parla infatti di un piano marshall ma si chiarisce anche che potrà essere fatto solo se la grecia ottempera alle richieste, senza trucchetti. Di solito prima si ottempera. 130 miliardi sono per quello, visto che ne servono solo 14 a marzo per il rinnovo del debito. E' la cifra proprio calcolata per aiutarla.
Ma sull'intervista (tutto sommato interessante) a codesto Silvano Adriani ho molto da dire. Invero la prima parte se la cava bene e dice cose in maggioranza condivisibili. Da metà in poi il bilancio tra cose condivisibili e no si inverte, proprio quando parla di commercio internazionale (che se ho capito bene dovrebbe essere un suo ambito di competenza).

Per prima cosa dimentica che 10 anni fa le riforme (dure) in germania di cui parla sono state fatte da un governo socieldemocratico. Altro che neo-liberismo. In secondo luogo che le massicce esportazioni tedesche (1500 miliardi di dollari) sono pareggiate da altrettante importazioni. Quindi non sta "sottraendo fette di mercato agli altri paesi" ma esporta le eccellenze e fa altrettanto con le importazioni. Cosa che dovrebbero fare tutti. Chiaramente se hai eccellenze da vendere. Va chiarito poi che poi la ricetta viene definita merkel-sarkosy ma vorrei vedere se per caso Obama o altri vogliono essere piu' morbidi :lol: .

Venendo alla domanda interna della grecia, essa è scarsa e non di buona qualità, altrimenti potrebbero anche loro esportare. Cosa che non fanno (26 miliardi di esportazioni, 66 di importazioni, tipico di chi vive al di sopra delle proprie possibilità). Cosa esportano i greci? Tessili, Cibo e bevande. Ok, non saranno 26 miliardi di Feta ma poco ci manca. Cosa esporta la germania? Macchinari, vetture, chimica , manifatttura.
Di fatto le importazioni greche rappresentano il 21% del PIL (le esportazioni solo l'8%) mentre i tanto criticati USA (per l'eccesso di importazioni=sfruttamento di risorse altrui, secondo la vulgata di sinistra) importano un volume pari al 15% del PIL ed esportano il 10%. In compenso la Germania importa il 37% ed esporta il 42%. Curioso il fatto che se esporti tanto allora "sottrai quote agli altri" mentre se importi tanto "sottrai risorse agli altri". In pratica la sinistra predica implicitamente l'autarchia?

Ma tralasciando queste spigolature, appare evidente che in questi 10 anni nell'euro la grecia non ha trasformato la valanga di soldi ricevuti in una struttura economica stabile e produttiva ma in una società tossico dipendente dagli aiuti provenienti dall'esterno. E la grecia sarà un caos particlare (il debito è pubblico e dovuto al welfare) maa noi non siamo tanto lontani.
Come se ne esce? Con il fallimento totale oppure con un fallimento controllato ma in cambio di garanzie di una inversione di rotta. Intanto noi la rotta l'abbiamo invertita e siamo quindi piu' credibili. Non rischiamo piu' di fare la fine della grecia (se la manteniamo, la rotta) ma solo 3 mesi fa ero molto piu' pessimista.
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L'operazione sta funzionando e il paziente non è morto

Messaggioda franz il 18/02/2012, 10:14

Si lamenta molto, ma è tipico dei mediterranei .... ;)


Alcuni numeretti greci
da Phastidio.net

Se siete sempre tra quelli che “è colpa dei greci, non hanno fatto abbastanza per cavarsi dai guai”, ecco alcuni numeretti per riflettere sulla realtà e non sui vostri (o altrui) borborigmi.

In primo luogo il rapporto deficit-Pil, complessivo ed in termini di saldo primario, cioè di differenza tra entrate e spese al netto di quella per interessi. In due anni quest’ultima grandezza è passata dal 10,8 al 2,4 per cento di Pil, secondo stime congiunte di Eurostat e della Troika, aggiornate a gennaio 2012. Certo, non c’è ancora un avanzo primario, quello che permetterebbe alla Grecia di dichiarare default unilateralmente e mandare al diavolo i creditori; parimenti, non sappiamo quanta parte di questo dato è frutto di operazioni una tantum anziché di gestione corrente. Ma anche così, se conoscete un paese fiscalmente virtuoso che ha abbattuto di oltre l’8 per cento questo rapporto in due anni, in corrispondenza di un crollo del Pil di quasi il 10 (dieci) per cento, segnalatecelo.

Poi, la competitività. Secondo la Commissione europea, negli ultimi due anni, il tasso di cambio reale effettivo (misurato in termini di costo del lavoro per unità di prodotto) della Grecia è migliorato di circa 7 punti percentuali rispetto agli altri 26 paesi dell’Unione europea. Non male per un paese che trascina i piedi, no?Peccato che la base di export greco sia inesistente, altrimenti avremmo avuto un mini-boom in mezzo al Mediterraneo.

Poi, il saldo delle partite correnti (fonte banca centrale greca), passato da quasi il 15 per cento di deficit nel 2008 a circa il 9,5 per cento a fine 2011. Escludendo il deficit petrolifero il deficit è al 4,5 per cento. Escludendo deficit petrolifero e interessi passivi sul debito greco detenuto da non residenti il deficit delle partite correnti sparisce.

Quindi, fatta la tara per una congiuntura devastante che si è abbattuta sulla Grecia (e che alcuni considerano, a torto o a ragione, l’unico modo per rimettere in riga un paese fiscalmente vizioso), allo stato non c’è proprio modo di affermare che la Grecia non abbia fatto progressi verso qualcosa che assomiglia ad un riequilibrio dei conti pubblici. Come sempre, l’obiettivo è raggiungere un avanzo primario sostenibile, per riappropriarsi del proprio destino. Magari con minore corruzione nella vita pubblica, ché non guasta mai.

http://phastidio.net/2012/02/17/alcuni-numeretti-greci/


Nota:
Considerando che molte delle misure devono ancora essere attuate (con realtivo impegno a continuare anche dopo le elezioni) e che se questo viene certificato arriveranno 130 miliardi, la Grecia non è messa cosi' male.
Deve solo scegliere se proseguire per la via virtuosa oppure fallire totalmente, cosa che obbligherà misure ancora piu' dolorose di quelle che creano le attuali lamentele.
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Re: La cura ha funzionato: il malato è morto

Messaggioda franz il 20/02/2012, 11:13

Manifestazioni ieri in grecia contro la manovra, ma i commentatori segnalano che in piazza c'era assai poca gente.
Nella stessa piazza Syntagma contemporaneamente si festeggiva il Carnevale, con molta piu' gente e brio.
Ed il 76% vuole l'Euro e restare nella UE. Direi che il paziente non è affatto morto.
Ha capito che ha assoluto bisogno di cure e che solo la UE puo' darle, pur capendo che sono cure dolorose.
Consiglio: mai confondere la piazza (e quello che fanno vedere o ascoltare i media) con la realtà.



Salvataggio Grecia, il premier Papademos a Bruxelles. Il 75% dei greci favorevole alla Ue nonostante l'austerity

Si avvicina l'ora della verità per il salvataggio della Grecia da parte dell'Unione Europea, tema centrale dell'Eurogruppo di lunedì sera a Bruxelles. E proprio in vista dell'appuntamento, che dovrebbe dare il via al secondo pacchetto di aiuti ad Atene, il premier ellenico Lucas Papademos è arrivato nella capitale belga per «contatti». Lo indicano fonti governative greche, senza dare dettagli sugli incontri previsti. Non è escluso che il premier si fermi a Bruxelles anche per partecipare all'Eurogruppo, insieme al ministro delle finanze Evangelos Venizelos.

Gli alti funzionari del Tesoro dei 17 Paesi della zona euro sono al lavoro a Bruxelles per superare gli ultimi ostacoli a un accordo sul nuovo prestito alla Grecia per 130 miliardi di euro, che l'Eurogruppo dovrebbe chiudere domani. Uno dei problemi ancora aperti - indicano fonti - è proprio l'ammontare dell'aiuto pubblico: i 130 miliardi fissati non sarebbero sufficienti per aiutare la Grecia a raggiungere il target del 120% debito/pil nel 2020 dal 160% di oggi, come previsto. Probabilmente sarà necessario prevedere almeno altri 5 miliardi e portare il nuovo pacchetto a 135 miliardi di euro. I tecnici devono anche studiare le modalità per l'istituzione e la sorveglianza di un fondo bloccato - chiesto da Germania e Francia - sul quale versare una parte dei fondi prestati alla Grecia, che dovrà servire prioritariamente a rimborsare una parte del debito pubblico. Il governo greco avrebbe accolto questa richiesta, ma restano da definirne i dettagli.


Tra ottimismo e realismo
Sull'esito del vertice c'è un ottimismo di fondo, rafforzatosi ieri dopo che l'esecutivo greco aveva approvato i tagli da 325 milioni di euro che ancora mancavano per completare il bilancio da 3,2 miliardi di euro per il 2012 e dopo l'annuncio dell'avvio, l'8 marzo, dello swap sul debito con i creditori privati da concludersi entro l'11, nove giorni prima, dunque, della scadenza di titoli per 14,5 miliardi che Atene deve rifinanziare. «Sono fiduciosa che approveremo il pacchetto di aiuti, ma con delle condizioni» ha detto il ministro delle Finanze austriaco Maria Fekter, che, in un'intervista televisiva, rispondendo alla domanda se ritenga che la Grecia resterá nell'eurozona, ha assicurato: «Al momento sembra che andrá esattamente così. Non penso che ci sia una maggioranza che voglia una cosa diversa, perchè sarebbe estremamente difficile e costerebbe molto, molto denaro». Tra molte professioi di ottimismo, compresi i mercati che scommettono sull'accordo, arriva un richiamo alla prudenza, lanciato dallo stesso premier greco attraverso un messaggio postato su Twitter: aspettare gli annunci reali di domani prima di parlare di risultati. E questa sera dalla Germania il ministero tedesco dell'Economia avrebbe giudicato «non sufficienti» le riforme varate in Grecia. Lo afferma, secondo quanto riferisce l'agenzia Bloomberg, il "Welt am Sonntag", citando un documento interno del ministero. «L'implementazione da parte della Grecia rimane insufficiente», dice il documento. Lo stesso giornale afferma che i ministri delle Finanze Ue vorrebbero ridurre al di sotto del 4% i tassi per i prestiti ad Atene.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=Aa5PcLuE




Grecia/ Sondaggio, 76% per restare in Ue e vuole l'euro

I Greci voglio restare nell'Ue e, notizia ancora piu' sorprendente, non desiderano tornare alla dracma. E' un sondaggio del quotidiano greco Ethnos a rivelare che, nonostante le richieste pressanti della troika ad Atene, i cittadini della penisola non sembrano aver maturato odio contro Bruxelles. Il 76% di loro vede ancora una prospettiva europea per il proprio Paese e crede nell'euro. L'82%, inoltre, se le prende con il proprio governo per la crisi economica e solo il 9% ritiene che ad averli portato sul baratro siano stati i mercati finanziari. Il sondaggio pare stridere con il "no" urlato dalla collettivita' greca contro la troika e soprattutto con le recenti indicazioni che vedono accreditato come primo partitoproprio quella Nuova Democrazia che, quando era al governo, aveva truccato i bilanci e acceso la miccia della bomba del debito.

Fonte: Affari Italiani
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Re: La cura ha funzionato: il malato è morto

Messaggioda flaviomob il 20/02/2012, 15:31

Noi non siamo la Grecia

In Italia la classe politica è autorevole, rispettata, immune dalla tentazione di svendere la dignità del paese in cambio della propria sopravvivenza.
Da noi i Referendum si fanno e si rispettano e non potrebbe mai accadere che la sovranità popolare venga esorcizzata da accordi fra potere politico ed economico.
La nostra economia è solida, in piena fase espansiva, equilibrata e fondata su aziende dinamiche e prive di qualsiasi rendita di posizione o di settore.
Abbiamo uno stato sociale forte, inclusivo, universale, che tutela il diritto di ogni cittadino ad una vita libera e autonoma.
Noi non spendiamo miliardi in armamenti in piena fase recessiva, nè in guerre vere e immaginate, che la nostra Costituzione ripudia.
Non siamo un paese del Sud, portato per natura se non per vocazione ad essere attraversato dalle culture e dalle migrazioni.
Non si evadono le tasse in Italia, nè è possibile una corruzione endemica, capillare, radicata.
Rispettiamo il lavoro, i suoi diritti e la sua dignità, e nemmeno per un attimo potremmo pensare di scaricare il peso della crisi economica sulle spalle dei più deboli.
Abbiamo un rispetto del nostro ambiente quasi sacro, che renderebbe impossibile trasformare le nostre città in appendici della speculazione edilizia.
Investiamo in ricerca, innovazione, formazione, tanto da essere un punto di riferimento per ogni investimento internazionale.
Non si vedrà mai nelle nostre piazze un vecchio partigiano, un artista, una voce libera soffocata dal fumo dei lacrimogeni.
Ne’ naturalmente potremmo accettare che un giorno piovesse sulle nostre teste un governo privo di legittimazione popolare, accettato dal Parlamento solo per vergogna del proprio discredito.
E’ per questo che siamo liberi dalla speculazione finanziaria globale, protagonisti di una nuova Europa, capaci di impartire lezioni al mondo.
Prima fra queste che non siamo la Grecia, ma proprio per questo riteniamo inaccettabile che un popolo d’Europa possa essere schiacciato, umiliato, sbandierato come un trofeo macabro da chi si era impegnato ad essergli fratello.
Perchè se muore la democrazia ad Atene, o se le sopravvive il suo fantasma, scopriremo presto che Roma non è lontana, nè lo sono Parigi e Berlino.
Forse è difficile da capire, perchè non siamo la Grecia, anzi, come detto, ne siamo molto lontani.
Perchè altrimenti, se così non fosse, sembreremmo soltanto privi di coscienza.
Incoscienti, appunto


Giovanni Paglia


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: La cura ha funzionato: il malato è morto

Messaggioda franz il 20/02/2012, 15:42

Divertente ma non è con la retorica che greci e italiani (per non parlare di spagnoli, irandesi e portoghesi) usciranno dalla crisi in cui si sono cacciati a furia di non essere quello che si dice (per evidente paradosso) di essere.
La strada infatti non è certo manifestare o essere contro, lamentarsi e piagniucolare.
La strada è essere veramente tutte quelle cose che Graglia dice, per artificio retorico, che noi siamo già.
Cominciando dal rimboccarsi le maniche.
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