chango ha scritto:1) se non cito il pubblico è perchè lo ritengo iper-tutelato. o meglio, ritengo sia l'ambito in cui si manifesta pienamente la distinzione tra ipert-tutelati e precari.
diverso è invece l'ambito del settore privato, dove tutte queste iper-tutele non si vedono proprio.
2) gli ammortizzatori in Italia ci sono (la cassaintegrazione nelle sue varie forme). ciò che non ci sono sono diritti e ammortizzatori universali.
3) o faccimo finta di non spaere che il sistema di welfare in Italia è fondata su un patto sociale che prevedeva le tutele per il lavoro dipendente in cambio della possibilità di evadere e le tutele degli ordini professionali per autonomi e liberi professionsiti?
4)per quano riguarda la giusta causa, ogni paese dotato di un sistema giuridico degno di questo nome prevede che il licenzimaneto sia motiviato e che il lavoratore licenziato possa fare causa al datore di lavoro se ritiene il licenziamento ingiusto.
Con ordine, "calma e gesso", visto che ormai sono considerato "paziente" da Ranvit, anche grazie al detto che "la pazienza è la virtu' dei forti".
1) ok, siamo d'accordo che il settore pubblico è iper tutelelato. Io mi riferivo agli iper-tutelati. Tu non li vedevi. Ecco un buon esempio (alcuni milioni di lavoratori). Li abbiamo trovati. Siamo d'accordo e passiamo al prossimo punto.
Nel settore privato non li vedi proprio? Non li vedi perché non fai un raffronto internazionale. Situazioni come quella nostrana, con obbligo di reintegro, sono rare. per me il reintegro (ed una causa civile in un sistema giudiziario azzoppato e farraginoso) rendono il lavoratore tutelato dall'art 18 un iper-tutelato. Rispetto agli altri paesi (quelli stessi in cui andiamo a lavorare quando emigriamo).
2) Non considero la cassa integrazione un ammortizzatore ma una sbagliata forma corporativa di tutela del
posto, di cui si abusa (tutti) e che va a svantaggio del lavoratore stesso. Il fatto che comunque ad essere tutelati non siano tutti ma solo una corporazione disegna questo strumento come "fascio-corporativo", ben distante quindi dai diritti universali di cui vorremmo parlare e di cui si auspica a iosa.
3) non voglio fare finta ma richiamo al fatto che il patto che citi è strenuamente difeso dalla "sinistra che a piu' a sinistra non si puo'", dai sindacati e dalle loro sponde politiche. Il fatto che questo patto, siglato tra DC e PCI negli anni della "opposizione costruttiva" esista e resista, non significa appoggiarlo e difenderlo. Non da parte mia.
Da parte tua? Bersani? Fassina? Ichino?
4) Il reintegro, prassi italiana, è assoluta rarità altrove. Questa è la differenza. All'estero posso licenziare come voglio (salvo il raro caso del licenziamento di un rappresentante sindacale, che ovviamente è piu' delicato) senza dover dimostrare nulla. E nei paesi in cui si fa cosi' la % di lavoratori attivi è superiore e quella di disoccupati è inferiore. Come mai? Tra l'altro con una percentuale bassa di disoccupati, è minore il costo degli ammortizzatori.
Leggero' con calma le posizioni "uffliciali" del PD, per vedere se ci sono positive novità ma intanto se è vero che si chiede una "
universalizzazione dell'indennità di disoccupazione, anche nei confronti del lavoro autonomo e professionale" la considero una cantonata galattica. Gli autonomi ed i professionisti se vogliono stipuleranno
a carico loro un'assicurazione contro la perdita di guadagno, come si fa in europa. Un'assicurazione facoltativa che copre la perdita di guadagno in caso di malattia ed infortunio e non altro. Non certo il rischio di impresa (bassi o nulli guadagni durante le crisi). Mi chiedo in quele pianeta viva chi fa simili proposte. I lavoratori dipedenti dovrebbero pagare gli indendenti quando questi ultimi sono in cris? O magari non sono capaci di fare il loro lavoro e chiedono l'aiutto dello stato?
Ma dove vivete?
Se poi la CGIL ha cambiato idea sugli ammortizzatori (non credo) meglio. Naturalmente bisogna a che vedere chi paga gli ammortizzatori, che poi è un aspetto non secondario del problema.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)