da pierodm il 07/04/2011, 17:41
Percepiamo due realtà diverse.
No, non credo. Penso piuttosto che diamo due interpretazioni diverse alla stessa realtà: tu, come altri, non "vuoi" dare un giudizio negativo simile al mio, perché in sostanza escludi l'idiozia dai valori di riferimento politici. Non ammetti di annoverare l'idiozia nella gamma dei giudizi che si possono dare circa le ragioni di un'adesione elettorale o comunque politica.
Questa tua posizione si basa sul fatto che un simile giudizio sarebbe "poco democratico", e poco rispettoso di una generale "condizione umana" in cui debolezze e irrazionalità sono equamente distribuite nel tempo, nello spazio e tra le diverse scelte politiche.
Fermo restando quello che ho detto nei miei precedenti interventi, io ho sempre pensato che, quando si cade nell'evocare in un modo o nell'altro la "condizione umana", si mette una pietra tombale sulla politica, sulla sociologia, sulla psicologia e praticamente su tutti gli strumenti analitici che fanno la diffenza tra un generico moralismo e la comprensione dei tempi, e tra una visione sostanzialmente qualunquistica della società e una visione per l'appunto politica.
Definire un'idiozia come tale non è anti-democratico, a meno di non voler fare un pessimo servizio alla democrazia stessa.
Inoltre, sono convinto che tu non intendessi degradare la nostra storia o la politica mettendo tutto nello stesso calderone, ma il tuo discorso però porta oggettivamente a questo: equiparare ogni genere di fede e perfino ogni errore, ogni (presunta) irrazionalità, è assolutamente insensato, ed è un discorso che hanno interesse a fare soltanto i furbi cortigiani difensori del peggio.
Forse un utile contributo alla chiarezza sarebbe quello di usare un termine più corretto e più preciso: sostenere e applaudire il pagliaccio Berlusconi è una cosa da stronzi, e da grandissimi stronzi è stare tutti in circolo a ridacchiare alle sue ignobili barzellette in sede istituzionale, o partecipare ai coretti, ai giuramenti, ai teatrini, con quelle facce estasiate che possono essere giustificate soltanto o da sincera imbecillità, o da un sordido calcolo.
Quindi, Annalu, per inciso, era chiaro l'ambito al quale tu ti riferivi, ma io non ho fatto che allargarlo ad una platea più estesa, com'è giusto e logico che sia.
Tornando all'inizio, caro Gabriele, è inutile che ci mettiamo a puntualizzare quanti e quali siano, in ogni ufficio, in ogni corridoio più o meno politico, i cortigiani che ridono alle barzellette del capo. Lo sappiamo. E' roba vecchia e nota.
Dicevo, quasi vent'anni fa ormai, che Berlusconi non ha inventato niente, sia in politica sia in campo televisivo: ha solo sfruttato quello che c'era, ha esasperato, ha reso mostruosa e pervasiva, ha per così dire "sdoganato" proprio, esattamente la stronzaggine, e la rinuncia, il disprezzo, il degrado di tutto ciò che è impegno mentale, cultura, spirito critico e, soprattutto, buon gusto.
Nei decenni precedenti, discutendo di politica e varia umanità, sia in sedi proprie, sia in giro qua e là, mi è capitato mille volte di incazzarmi e indignarmi, ma raramente mi è capitato di ascoltare assurdità, scemenze, idiozie, fanfaluche e stronzate come mi succede in continuazione da qualche anno in qua. Non "analisi sbagliate", o "idee diverse dalle mie", o "tesi inaccettabili" - come possono esser i vari -ismi, per esempio - ma vere, proprie, patetiche, monumentali, indecenti stronzate, indegne di una comunità civile, di un paese evoluto, di una società in cui esiste la scuola dell'obbligo.