da:
http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ef=HREC1-1 " Crocefisso, Strasburgo assolve l'Italia: "Esporlo non viola i diritti umani"
STRASBURGO - L'Italia ha vinto la sua battaglia a Strasburgo. La Grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo l'ha assolta dall'accusa di violazione dei diritti umani per l'esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche.
La Corte ha scritto la parola fine sul dossier del caso 'Lautsi contro Italia'. Un procedimento approdato a Strasburgo il 27 luglio del 2006. Allora l'avvocato Nicolò Paoletti presentò il ricorso con cui Sonia Lautsi, cittadina italiana nata finlandese, lamentò la presenza del crocifisso nelle aule della scuola pubblica frequentata dai figli, ritenendo tale presenza un'ingerenza incompatibile con la libertà di pensiero e il diritto ad un'educazione e ad un insegnamento conformi alle convinzioni religiose e filosofiche dei genitori.
La prima sentenza della Corte (9 novembre 2009) diede sostanzialmente ragione alla signora Lautsi, affermando la violazione da parte dell'Italia di norme fondamentali sulla libertà di pensiero, convinzione e religione. Il Governo italiano, a quel punto, domandò il rinvio alla Grande Chambre della Corte, ritenendo la sentenza 2009 lesiva della libertà religiosa individuale e collettiva come riconosciuta dallo Stato italiano.
Con sentenza d'appello definitiva, i giudici dell'organismo del consiglio d'europa hanno sottolineato che, mantenendo il crocifisso nelle aule della classe frequentata dai figli della donna che ha fatto ricorso, "le autorità hanno agito nei limiti della discrezionalità di cui dispone
l'italia nel quadro dei suoi obblighi di rispettare, nell'esercizio delle funzioni che assume nell'ambito dell'educazione e dell'insegnamento, il diritto dei genitori di garantire l'istruzione conformemente alle loro convinzioni religiose e filosofiche". Il crocifisso, in particolare, non viene considerato dai giudici di strasburgo un elemento di "indottrinamento".
"Oggi - si legge in una nota del ministro degli Esteri, Franco Frattini- ha vinto il sentimento popolare dell'Europa. Perchè la decisione interpreta soprattutto la voce dei cittadini in difesa dei propri valori e della propria identità. Mi auguro che dopo questo verdetto l'Europa torni ad affrontare con lo stesso coraggio il tema della tolleranza e della libertà religiosa". Esulta anche radio Vaticana che parla di vittoria dell'Italia " e di quanti ritenevano assurda la rimozione". Mentre la Santa Sede esprime "soddisfazione". Si tratta, afferma il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi di una sentenza "assai impegnativa e che fa storia".
Di opposto tenore le reazione di Massimo Albertin, il medico di Abano Terme che otto anni fa aveva iniziato con la moglie la battaglia legale: "Il pronunciamento di Strasburgo mi delude molto, perchè la prima sentenza su questa vicenda era clamorosamente chiara". Perplesso anche il rabbino capo di Roma, Riccardo di Segni: "Dire che il crocifisso è simbolo culturale è, a mio parere, mancargli di rispetto. E non mi ci riconosco come simbolo culturale".
Che la Santa Sede esprima "soddisfazione" è tanto scontato che non vale la pena discuterne.
Che la sentenza dica una cosa (Il crocifisso non viene considerato un elemento di "indottrinamento") e Frattini ne dica un'altra ("Oggi ha vinto il sentimento popolare dell'Europa. Perchè la decisione interpreta soprattutto la voce dei cittadini in difesa dei propri valori e della propria identità") non mi meraviglia.
In sostanza la sentenza dice che sbagliavano quei genitori che ritenevano la presenza della croce "un'ingerenza incompatibile con la libertà di pensiero e il diritto ad un'educazione e ad un insegnamento conformi alle convinzioni religiose e filosofiche dei genitori".
------
E' la stessa logica per la quale è stata confermata la revoca dell'incarico al giudice Tosti, di cui sopra, perché "La presenza di un Crocifisso può non costituire necessariamente minaccia ai propri diritti di libertà religiosa ... con la conseguenza che (il giudice Tosti) non poteva rifiutare la propria prestazione professionale ..."
In entrambe le sentenze è ritenuto un oggetto che assume valore solo per chi glielo attribuisce mentre è indifferente per gli altri. Cosa già nota.
Perciò non capisco l'affermazione di padre Federico Lombardi, secondo cui è una sentenza "assai impegnativa e che fa storia". Quale storia fa?
Questo è l'aspetto negativo: chi è cattolico vede l'imposizione della croce come una vittoria del suo credo sui miscredenti.
Secondo me, invece, è un deprezzamento del suo valore simbolico (sempre per chi glielo attribuisce).
cardif