E' sempre un bene quando ci si redime.....(tra l'altro io sono uno di quelli che crede poco alla redenzione).
Inoltre, visto che contribuisce a sgretolare il castello berlusconiano, le dovremmo essere grati...
Vittorio
http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... ef=HREC1-3IL CASO
Ordinanze razziste nel Bresciano la Carfagna incalza la Lega Nord
Provvedimenti a raffica del Carroccio per colpire gli immigrati e disicentivarne la residenza
E dopo essere intervenuto più volte, il ministero delle Pari opportunità adesso dice "basta"
dal nostro inviato PAOLO BERIZZI
BRESCIA - All'inizio erano casi isolati. Adesso è diventato un braccio di ferro. Da una parte i sindaci - soprattutto leghisti, ma anche Pdl - della provincia di Brescia e le loro ordinanze creative contro gli immigrati (una decina quelle denunciate finora). Dall'altra il ministero delle Pari opportunità. Che attraverso il suo ufficio anti-discriminazioni razziali (Unar), dopo essere intervenuto ripetutamente per stoppare l'offensiva delle amministrazioni contro la residenza e l'ospitalità straniera, adesso dice basta.
Che il vaso è colmo l'Unar lo scrive in una lettera inviata al primo cittadino leghista di Bassano Bresciano, ultimo capitolo del botta e risposta sui diritti degli immigrati. Dopo avere rilevato la "discriminazione" contenuta nell'ennesima ordinanza irrituale finita sotto la sua lente d'ingrandimento (la 406 del 12 gennaio 2010, la materia è la solita: "modalità di iscrizione nell'anagrafe della popolazione residente"), l'ufficio del ministero guidato da Mara Carfagna invoca ora un intervento deciso. Che metta fine alle provocazioni dei sindaci lumbard e alla deriva delle sperimentazioni in atto nel "laboratorio Brescia".
"Visto il ripetersi di comportamenti simili da parte dei primi cittadini di molte realtà comunali - è scritto in una missiva partita da largo Chigi - si chiede che si trovino adeguati mezzi attraverso i ministeri competenti e le associazioni a cui gli enti territoriali fanno riferimento, al fine di approfondire e dibattere in termini giuridici il tema dei poteri degli stessi sindaci". In sostanza, è il messaggio, ordinanze subdole e prove muscolari nei confronti degli immigrati, da ora in poi non devono più essere tollerate.
La storia va avanti da mesi. E non è un caso, forse, che lo "sceriffato" leghista abbia attecchito in una provincia il cui capoluogo, Brescia, recentemente è balzato agli onori delle cronache per alcuni provvedimenti singolari messi in pista dalla giunta a guida Pdl-Lega: prima i guanti igienici sugli autobus frequentati dagli immigrati. Poi l'invio - per ora solo in fase sperimentale - di vigili urbani armati sulle stesse linee dei mezzi pubblici. Nel solco dei soli delle Alpi di Adro, e prima ancora dei bonus bebè solo agli italiani e dell'operazione White Christmas di Coccaglio (via gli stranieri irregolari entro il Natale scorso), molti amministratori bresciani si sono messi in scia: hanno iniziato un'opera di regolamentazione - di fatto una deregolamentazione - il cui obiettivo è quello di mettere i bastoni tra le ruote agli stranieri.
Da Roccafranca a Castelmella, da Bassano a Calcinato, da Chiari a Verolanuova fino a Gavardo, le giunte del Carroccio (e di liste del centrodestra) hanno preso ad applicare lo stesso schema in materia di iscrizione anagrafica, residenza, ospitalità e verifica delle condizioni igienico sanitarie abitative. In pratica: l'intero pacchetto che riguarda i cittadini stranieri che vivono o vorrebbero vivere in paese. Ecco, per disincentivarne la residenza i sindaci lumbard hanno elaborato norme accessorie: tetti minimi di reddito (5mila euro), contratti a tempo indeterminato, schedature degli appartamenti che ospitano immigrati, obbligo di fornire dati precisi su chiunque vi trascorra anche solo un giorno. Partite le segnalazioni, l'Unar è sempre intervenuto tempestivamente. In cinque casi (gli ultimi sono Bassano e Gavardo) oltre agli ispettori della Carfagna è intervenuta anche la prefettura: e i firmatari delle ordinanze sono stati invitati a fare marcia indietro.
A far da cane da guardia, mobilitando prefettura e ministero, ci ha pensato spesso la Cgil. "Queste ordinanze hanno una regia precisa - ragiona Damiano Galletti, segretario della Camera del lavoro di Brescia - mirano a togliere diritti inviolabili agli immigrati. I sindaci oltretutto non hanno l'autorità per imporre questi vincoli. È la legge dello Stato che comanda. Per fortuna il ministero delle Pari opportunità se ne è accorto".
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.