ranvit ha scritto:Per il Paese di destinazione la boiata è amplificarne i vantaggi : l' emigrazione/immigrazione è come i vasi comunicanti in idraulica, avviene comunque. Il problema è quando l'acqua che travasa, per una ragione qualsiasi, è troppa : in idraulica c'è un ritorno indietro dell'acqua. Nel caso dell'immigrazione c'è il rigetto da parte del Paese di destinazione : razzismo, delinquenza, leggi speciali per espellere (semmai con l'accetta) etc.
Il problema del troppo o del troppo poco pero' esiste ovunque ed è un probelma di domanda ed offerta.
Anche nel lavoro. I fautori del controllo massimo degli stati sul mercato prevedono quote latte e quote stranieri.
Ma quello che prevedono i lungimiranti ma lenti pianificatori statali è troppo spesso piu' impreciso di quello che il mercato realizza
giorno per giorno. Se c'è bisogno di informatici o di edili, potranno essere assunti solo che ci sono, altrimenti bisognerà farli venire da fuori. E se sono risorsa scarsa, saranno pagati bene. Se ne arrivano troppi (come possiamo avere anche eccedenze di CPU e zucchine) il loro valore scenderà e saranno pagati meno. Qualcuno se ne andrà. Il problema è solo telere sotto controllo il tutto per evitare clandestinità ed illegalità, caporalato e sommerso.
Me se lavoratori servono ... e mancano, farli arrivare da fuori è un fatto positivo, i cui vantaggi è bene amplificare.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)