Iafran ha scritto:gabriele ha scritto:ranvit ha scritto:Gabrive,
sono sempre gli stessi.....10% dell'elettorato sparpagliati fra le sei sette sigle. Oggi ingrossano Grillo, ieri i no global etc etc. Lasciamoli là! Fanno "ammuina" percio' sembrano tanti.
Sia chiaro! Sono necessari, fanno casino, qualche volta....sollevano problemi reali. Ma non sono utilizzabili per andare al governo.
Non sono d'accordo. Riempiono un vuoto che le forze politiche attuali non riescono a coprire.
...parlano ai precari dei precari. E in Italia di precari ce ne sono un'infinità; lasciati a loro stessi da un sistema economico fallimentare.
Su questo versante chi vuole andare al Governo che cosa sta facendo?
Gabrive, anche considerando la buona fede dei più, bisogna poi fare i conti con i probabili "eletti": sono questi totalmente immuni dal virus della
"coltivazione del proprio orticello"? E, se si, possono assicurare una gestione collettiva della cosa pubblica per tutta la legislatura?
Abbiamo avuto esperienze disarmanti quando si faceva (o si doveva fare) politica nei partiti e vogliamo affidarci all'entusiasmo della piazza? La piazza è importante, ma bisogna percepire che la proposta possa durare nel tempo
("i fuochi di paglia" ce li propina già il
"piazzista per eccellenza"). Anche lo stesso Fini (che va per la maggiore) che garanzie potrebbe dare sulle persone che venissero elette nel suo gruppo? Abbiamo troppe esperienze di transfughi (all'occorrenza) da tutte le formazioni politiche e vogliamo dare credito ai raggruppamenti estemporanei creati dalla piazza?
Siamo arrivati al dunque: la tattica del
"capo" non può essere presa ad esempio né seguita dai suoi avversari politici, perchè la figura del
"capo" rappresenta un'anomalia politica gigantesca, che ha ragione d'esistere per l'insipienza dei suoi avversari e per la delusione che i nostri parlamentari hanno fatto al loro elettorato.
Il
"ghe pens tutt mi" sappiamo benissimo che non entusiasma per niente l'elettorato di cs.
Iafran, può trarre in inganno la mia posizione ma la ritengo utile come provocazione positiva.
Non mi schiero dalla parte di Grillo o di chichessia. Sto constatando un fatto che sfugge all'attenzione di alcuni.
La lista a 5 stelle sarebbe nulla senza la Rete.
La politica fatta in Rete segue certe regole. Una di queste è la credibilità.
La politica fatta in Rete non è la panacea di tutti i mali, ma funziona (ora meno in futuro molto di più) in termini di ascolto perché raggiunge le persone che il computer lo sanno usare. E chi usa il computer ha qualcosa in più di chi usa solo la TV...
Il movimento a 5 stelle sta dimostrando che c'è un "mercato dei bisogni" zeppo di NECESSITA' che richiedono di essere sopperite e questo "mercato" non si trova fra le pareti dei palazzi, ma fra noi comuni mortali.
Ecco, il movimento a 5 stelle, all'incirca come ha fatto la Lega ma ovviamente in un modo nettamente diverso, e spero per fini diversi, sta cercando di coniugare NECESSITA' con SOLUZIONI.
Per far ciò occorre conoscere le NECESSITA' che attanagliano i cittadini.
Il neoliberismo sfrenato che ha governato il mondo occidentale in questi ultimi decenni del quale Silvio ne è parte, semplicemente ha distolto i cittadini dalle reali necessità di una vita comune creandone di nuove, maggiormente malneabili e quindi solvibili, alla portata di un agente "salvifico" ovvero esso stesso.
Ecco l'individualismo dell'occidente di oggi. L'incantesimo che si perpetua... (ops...ho detto "incantesimo"! Forse mi sto grillizzando!?)
Cercare di capire le cose, senza dover per forza correre a testa basta fino a sbattere la testa, è prerogativa assoluta di ogni politico ancora prima che di ogni cittadino.
Analizzare tutte le sfacettature da tutti i punti di vista possibili prima di emanare sentenze basate su modelli monolitici, in un processo di attenta condivisione con gli altri è, a mio avviso, utile sforzo intellettivo umano prima che esercizio mentale e base portante di una seria piattaforma politica.
Se posso quindi dare il mio apporto alla discussione, penso che dall'articolo che ho postato, la parola che mi rimbomba costantemente nella testa è: NECESSITA'. Risolvere le NECESSITA' interagendo nel miglior modo possibile con chi le soffre, è la chiave per il governo del Paese.
Gabrive
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.