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Chiarisca su Arcore e sulle sue società»

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Chiarisca su Arcore e sulle sue società»

Messaggioda pianogrande il 14/08/2010, 21:30

Per evitare Berlusconi dovevamo tenerci Craxi.
Per evitare il vaiolo dovevamo tenerci il colera.
Le "palle" di Craxi le stiamo ancora pagando amaramente e Berlusconi è semplicemente il suo erede.
Berlusconi e Craxi sono la dimostrazione incontestabile che non è questione di una singola persona.
Con questa classe politica abbarbicata sui suoi privilegi e sul suo malaffare a costo di affondare il paese (e non ci manca molto) quando non ci sarà più Berlusconi scenderà in campo l'erede prossimo venturo.
Penso che la lotta per la successione al trono del malaffare sia già cominciata da tempo.
Censurare l'antiberlusconismo significa, allora, censurare la lotta politica contro la casta.
Ecco perché danno tanto fastidio alla maggior parte dei politici Travaglio, Santoro (e pochi altri, purtroppo).
Sono l'espressione di questa lotta politica.
Danno voce a chi non ne può più.
Finiamola di raccontare la storiella che parlare non serve.
Parlare serve e come.
Dà fastidio e come.
La stessa esistenza di tanta censura lo certifica in modo incontestabile.
I nostri politici della dolce opposizione non fanno e non parlano.
Mettiamoci in mente che parlare è già fare.
Le parole provocano presa di coscienza.
Provocano reazioni.
Provocano azioni.
Il partito del fare con il suo monopolio della comunicazione è lì a dimostrarlo.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Chiarisca su Arcore e sulle sue società»

Messaggioda ranvit il 14/08/2010, 21:50

Francamente, mi sono rotto le scatole di avere a che fare con persone che stravolgono sistematicamente il pensiero degli altri.

Ma fate come cazzo vi pare....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Chiarisca su Arcore e sulle sue società»

Messaggioda soniadf il 15/08/2010, 13:08

Il berlusconismo trasversale, quello dell’anima, non potrà essere sconfitto solo liberandosi di Silvio Berlusconi. Quanti Berlusconi ci sono in questo paese, che hanno i suoi stessi meccanismi mentali, gli stessi moti comportamentali, che ritengono lo stato un mezzo per i propri fini personali e non riescono neppure ad immaginare il rispetto delle regole e delle istituzioni?
Anche la malafede, presente nella maggior parte di questi personaggi dell’eterna commedia italiana, diventa puro riflesso condizionato in milioni di italiani che considerano lo stato una sovrastruttura, nella migliore delle ipotesi, inutile, oppure semplicemente costrittiva.
Questo riflesso condizionato si è costruito con la stessa unità d’Italia, dai caratteri colonizzatori e a gestione oligarchico-mafiosa. Da allora, non è cambiato nulla.
Tutti questi politici che fanno solo i propri interessi possono farlo solo perché gli italiani continuano a non aspettarsi nulla dalla politica, se non eventuali trappole a cui sottrarsi. E’ lo stesso motivo per cui la mafia sopravvive, sempre più forte. Gli italiani non hanno nessuno a cui rivolgersi per sottrarsi ad un controllo mafioso colluso con lo stato, allo stesso modo che in politica, dove non hanno un’opposizione riconoscibile e salda, ma troppo dialogante con il sovversivismo e l’illegalità di stato.
In questo quadro, è sin troppo facile parlare sempre d’altro, dire e smentire, fare “ammuina”, come dicono i napoletani.
La vera domanda è: quanto esplicito malaffare sono disposti a tollerare gli italiani, quanta mafia al governo, quanto sfascio istituzionale? La risposta a questa domanda potrebbe far paura, perché milioni di italiani fanno mostra di non essersene nemmeno accorti, milioni di italiani conoscono qualche nome di quei politici che passano in televisione, ma non sanno niente di quello che fanno, perché non gli interessa e non credono che investa la loro vita. Per decenni, l’unica funzione attribuitasi ed attribuita a certi politici è stata l’arte della raccomandazione individuale e del finanziamento a strutture locali, mentre la visione generale della società non era che la composizione di quegli interessi con altri interessi, strutturati allo stesso modo: la lungimiranza di una serie di cosche mafiose, insomma.
Basta vedere la qualità umana di una vasta rappresentanza parlamentare. Senza elencare fior da fiore, come potrebbero tutti questi collusi, faccendieri, semplici cortigiani, politici da bar e portaborse giaculatori far parte di qualsiasi altro parlamento?
Qualcuno, anche qui, si lamenta dell’intellettualismo di sinistra, attribuendo al contempo una straordinaria fattività a questo altro campionario umano, che si limita a delegare al capo la difesa dei propri e dei loro interessi, difendendolo con i denti.
Per osteggiare un’opposizione imbelle si invocano personaggi con le palle come Craxi, un altro autocrate allergico alle regole e protettore di cricche.
La risposta alla domanda di prima si gioca su questa considerazione: sarà un ritorno alle regole e alla legalità, o solo una guerra di mafia, vinta da una nuova famiglia, magari solo un po’ più presentabile e che sa stare a tavola?

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Re: Chiarisca su Arcore e sulle sue società»

Messaggioda franz il 15/08/2010, 14:30

soniadf ha scritto:Tutti questi politici che fanno solo i propri interessi possono farlo solo perché gli italiani continuano a non aspettarsi nulla dalla politica, se non eventuali trappole a cui sottrarsi.

Sbagliato. Mille volte sbagliato. Milioni di volte sbagliato.
Gli italiani continuano perchè ritengono (fino ad ora) di guadagnarci, da una certa politica (volutamente minuscola).
Ci guadagano centinaia di corporazioni, caste e gilge, dietro alle quali ci sono milioni tra familiari, parenti, amici.
Ci guadagnano i percettori di privilegi, clientele, pensioni di anzianità, finte pensioni di invalidità, pseudo industriali che fanno i furbetti del quartierino, corruttori, evasori.
Quando capiranno (se mai lo capiranno) che il santo non vale la candela, che il costo è superiore ai benefici, cambieranno idea e diventeranno accesi liberalizzatori. Ora preferiscono il protezionismo statale e se non ne hanno abbastanza, ne chiedono di piu'.

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Re: Chiarisca su Arcore e sulle sue società»

Messaggioda annalu il 15/08/2010, 14:57

franz ha scritto:
soniadf ha scritto:Tutti questi politici che fanno solo i propri interessi possono farlo solo perché gli italiani continuano a non aspettarsi nulla dalla politica, se non eventuali trappole a cui sottrarsi.

Sbagliato. Mille volte sbagliato. Milioni di volte sbagliato.
Gli italiani continuano perchè ritengono (fino ad ora) di guadagnarci, da una certa politica (volutamente minuscola).
Ci guadagano centinaia di corporazioni, caste e gilge, dietro alle quali ci sono milioni tra familiari, parenti, amici.
Ci guadagnano i percettori di privilegi, clientele, pensioni di anzianità, finte pensioni di invalidità, pseudo industriali che fanno i furbetti del quartierino, corruttori, evasori.
Quando capiranno (se mai lo capiranno) che il santo non vale la candela, che il costo è superiore ai benefici, cambieranno idea e diventeranno accesi liberalizzatori. Ora preferiscono il protezionismo statale e se non ne hanno abbastanza, ne chiedono di piu'.

Franz

Sono stata alcuni giorni lontana dal forum, e qualcosa può essermi sfuggito.
Ma in questo intervento di Franz noto una netta autocontraddizione: è certo vero che le corporazioni, le caste e le consorterie che credono di guadagnare dall'illegalità diffusa sono tante, e molte ci guadagnano davvero, ma questo non contraddice affatto che ci siano milioni di italiani (certo più numerosi dei "milioni" delle consorterie) che, come dice Sonia, si rassegnano perché non si aspettano nulla dalla politica, e perché tanto "i politici sono tutti uguali".

E qui si inserisce molto bene il discorso di Lucameni, che condivido in pieno.
Il discrimine è la legalità, che è la base della vita democratica, il "patto condiviso" che consente una battaglia politica seria su problemi seri, disgiunta dalle "convenienze" private.

Questo però mi preoccupa, e molto.
Perché il discorso della legalità taglia trasversalmente gli schieramenti politici.
A me non pare che alcuno abbia "travisato" i discorsi di Ranvit. semplicemente alcuni (spero molti) di noi ragionano in modo diverso. Preferire Craxi a Berlusconi è come preferire un disonesto che è anche un politico ad un disonesto e basta, senza tener conto del fatto che il secondo è allievo e seguace del primo, e che ciò che li accomuna è proprio il dispregio della legalità.
Se non si ricostruisce il valore ed il rispetto della legge, non ci sarà mai democrazia vera in questo paese.
E insieme alla democrazia, non ci saranno leggi giuste, che sono la difesa dei più deboli.

In quest'ottica seguo la vicenda Fini.
Si è "svegliato" all'improvviso, e chiede legalità. Cosa significa? Possiamo fidarci di Fini?
Da una parte, il fatto è un buon segno, perché significa che la soglia di illegalità ha superato il limite accettabile per larga parte della popolazione, tanto da spingere Fini a farsi portabandiera della legalità.
Nel contempo però, se noi di centrosinistra non riusciamo ad affiancarlo (nel senso di impedirgli di deviare da questa via) nella lotta a Berlusconi, chiarendo sin da subito che la lotta per la legalità è condivisa, ma questo non significa che "dopo" non torneremo a fare politica in modo serio sui principi di economia, lavoro e giustizia sociale, la confusione sarà sempre più vasta ed avremo una nuova politica di stampo berlusconiano, con un nuovo erede di Craxi e Berlusconi, magari apparentemente più simile a Craxi, ma sempre di quella pasta.

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Re: Chiarisca su Arcore e sulle sue società»

Messaggioda franz il 15/08/2010, 15:17

annalu ha scritto:è certo vero che le corporazioni, le caste e le consorterie che credono di guadagnare dall'illegalità diffusa sono tante, e molte ci guadagnano davvero, ma questo non contraddice affatto che ci siano milioni di italiani (certo più numerosi dei "milioni" delle consorterie) che, come dice Sonia, si rassegnano perché non si aspettano nulla dalla politica, e perché tanto "i politici sono tutti uguali".

Non dovrebbe sfuggire, perché non è una novità, che queste consorterie (che non sono nate ieri) non solo si preoccupano di guadagnare per se' ma anche dispensano favori ai clientes. Che siano notai, tassisti, farmacisti (e fin qui siamo a decine o centinaia di migliaia) o che siano pensionani di anzianità (milioni) e dispensati del clientelismo o dei favoritismi (altrettanti) va aggiunto che per alcuni milioni di "toccati" ce ne sono ancora di piu' che attendono in fila, aspettando che tocchi il loro turno.
Anzi se chi ha già ricevuto il "dovuto" puo' limitarsi a reclamare i "diritti acquisiti" chiedendo che eventuali riforme non tocchino il passato, chi invece è in fila ovviamente si incazza all'aspettativa di aver perso tanto tempo aspettando il turno e che all'ultimo minuto cambino le regole. In questo senso si crea una maggioranza che è ostile al cambiamento.

Sulla legalità a mio avviso l'elemento di novità rispetto ai decenni scorsi è che oggi il sistema riesce a stare in piedi solo tramite l'illegalità palese (era nascosta ma conosciuta prima di tangentopoli) e sopravvive grazie una serie di leggi ad-hoc salva premier, salva ladri, salva previti, salva quel cavolo che vogliamo. E qui parte della destra legalitaria, da sempre incline alla "legge ed ordine" ha superato il numero massimo di rospi inghiottibili.

Sono loro che dovrebbero invece chiedesi, sulla base del loro motto "legge ed ordine" se fidarsi di una sinistra da tempo schierata contro la legge e contro l'ordine costituto.
Per me se si puo' fare un percorso insieme, meglio.
Poi strade separate.

Franz
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Re: Chiarisca su Arcore e sulle sue società»

Messaggioda pierodm il 15/08/2010, 16:39

Sono loro che dovrebbero invece chiedesi, sulla base del loro motto "legge ed ordine" se fidarsi di una sinistra da tempo schierata contro la legge e contro l'ordine costituto.

?????????????
Va be', facciamo finta di niente.

Riporto una lettera pubblicata sull'Unità, che penso possa portare il classico "utile contributo".

Si fa presto a dire “trent’anni” vissuti in un paese di stragi, e stragisti. In una nazione che ha lenìto, solo con funerali e giornalisti e sindacalisti, il dolore delle vittime. Col collega che ci ha lasciato sua figlia, sul primo binario, e dava di matto, all’epoca. Coi magistrati da soli, in prima linea. Si fa presto a dire trent’anni con una sottile paura che ti assale ogni volta che prendi un treno diretto verso l’Appennino, con l’ossessiva cura di evitare la sala d’aspetto, e di acquistare un giornale da leggere, nel viaggio, per non pensarci su troppo. Si fa presto a dire che lavori, trent’anni, in una Azienda in cui trovi dimenticate nelle fotocopiatrice una copia del manuale di adesione al venerando massone, e ti vedi sopra girare con vorticosa confusione capi e capetti, ristrutturazioni di luoghi e funzioni, in una logica che a tutto risponde fuorché al benessere del cliente, e del lavoro. Senza una logica apparente, se non che intanto il fisco ci incassa di meno, dato che l’Azienda si ristruttura senza fine. Si fa presto a dire che oggi i ragazzi non hanno futuro. Se studiano vanno all’estero, sennò restano a vita coi genitori, senza lavoro, mentre noi l’avevamo. Sì, ma quale lavoro? Alice vedeva i compagni di scuola proseguire gli studi con le borse di studio date ai figli dei liberi professionisti, che dichiaravano redditi inferiori a quelli dei suoi genitori, dipendenti. Non lo sapeva nessuno, trent’anni fa? oppure era un modo, anche quello, di favorire, ieri come oggi, i figli di certe classi sociali? Si fa presto a dire trent’anni, vissuti in un paese dove trovare la casa è impossibile, se non ipotecandoti la vita per trent'anni, per poi vedere che invece le case le fanno, e mangiano i prati attorno, ogni anno centinaia di ettari, e ne restano vuote migliaia, già fatte, perché nessuno ha voglia di metterci mano. Per trent'anni. Alice aveva due genitori, coi quali doveva spesso correre al pronto soccorso - erano vecchi e malati - e ogni volta ci restava otto ore, in fila, paziente, circondata da lamenti e anche sangue, come nei thriller del terzo mondo, per poi sentirsi dire che sì, il posto c’era, ma non nella clinica specialistica , bensì in geriatria, o in medicina generale, dove ogni volta vedeva ragazzini laureandi che non sapevano dove mettere le mani. E lei doveva ogni volta istruirli, anamnesi e allergie, perché la scheda clinica del paziente veniva ogni volta buttata. Oppure la banca dati era diversa, da un ospedale a quell’altro, e nessuno sapeva nulla dell’altro. Eppure era anche contenta, perché nel suo paese, molto spesso, andava anche peggio. Molto peggio. Per trent’anni Alice ha vissuto in un luogo dove hanno deciso che Privato era meglio che Pubblico, e invece di controllare gli appalti, come un privato farebbe per prima cosa, si son cominciati a contare i minuti che occorrono per fare la Tac, oppure l’eco, o anche le visite, perché bisognava produrre ricchezza. Anche nella salute occorre evitare gli sprechi, e la cura dei vecchi è uno spreco, rende poco, anzi, non rende. Nel paese di Alice ci vogliono mesi per ottenere una licenza, di qualsiasi genere, ma occorrono minuti per venir derubati sull’autobus, se solo non tieni in bocca la borsa. Ci vogliono settimane per avere la cartella clinica, ma le esose bollette le paghi ormai ovunque e se tardi un bimestre ti tagliano luce gas acqua. Se hai bisogno di iscrivere tuo figlio ad una scuola a tempo lungo, ti iscrivi sei mesi prima: ma quando lui ci arriva, basta una settimana a sapere che i soldi per la carta igienica non ci sono, e li devi sborsare anche subito. Se invece decidi di fare un figlio, e per caso non nasce nei tempi normali, devi anche pagare per andare all’estero, sborsare milioni, perché nel paese di Alice la vita vien governata solo al momento di nascere, mai dopo. Dopo si può andare in guerra - da volontari, ovvio, e la disoccupazione che picchia costituisce un buon terreno, per aver volontari -; dopo si può esporli all’uranio impoverito, si può lasciarli morire sulle strade il sabato sera, si può farli morire in fonderia, oppure sui tetti, persino per droga, ignoranti, incolti, e facili prede di spacciatori affamati, li lasciamo morire così... in questo Paese. Ogni tanto abbiamo un sussulto, ci guardiamo attorno e li vediamo imbambolati, ai lati delle strade di grandi città, con in mano una birra, alle dieci di mattina, e ci chiediamo: chi sono? Alice, nel suo paese, dopo trent’anni, sente fastidio: ha fatto scioperi, partecipato alle lotte, volontariato, ha urlato, nelle corsie d’ospedale, ha stretto i denti, ha fatto debiti lunghi per avere il suo tetto, ha combattuto trent’anni per avere una qualità migliore. Ma sente fastidio, oggi sente fastidio. Farà la sua parte, ancora, e di nuovo, ma non riesce più ad ascoltare chi finora l’ha fatta vivere così. Le viene la rogna, a sentire certi paroloni: secessione, presidenzialismo, de-localizzazione, tangentopoli, piduisti, pidiellisti, falchi, padanie, appaltopoli, grilli di qua e valori di là, deflazioni, speculazioni, inflazioni, globalizzazioni, sub-prime e finanziarizzazione. Le viene la rogna, a sentire questi tiggì che parlano solo degli altri, di quelli che, eletti al governo, fanno finta, finta di tutto. Fanno finta che lei non esista: qui sta il punto vero. Nel suo paese è successo di tutto, in trent’anni. È mancata solo una cosa: la dignità del vivere, del costruire qualcosa in tempi ragionevoli, dell’incontrare risposte decenti ai bisogni, dell’alzarsi al mattino senza il pensiero: quale casino-ostacolo-problema-insulto dovrò superare quest’oggi?
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Re: Chiarisca su Arcore e sulle sue società»

Messaggioda ranvit il 15/08/2010, 17:27

Annalu : > Perché il discorso della legalità taglia trasversalmente gli schieramenti politici.
A me non pare che alcuno abbia "travisato" i discorsi di Ranvit. semplicemente alcuni (spero molti) di noi ragionano in modo diverso. Preferire Craxi a Berlusconi è come preferire un disonesto che è anche un politico ad un disonesto e basta, senza tener conto del fatto che il secondo è allievo e seguace del primo, e che ciò che li accomuna è proprio il dispregio della legalità.<


Quello che mi sorprende sempre in questo tipo di riflessioni è che quelli che le fanno ritengono, evidentemente, di essere gli unici difensori della legalità. Tutti gli altri, ovviamente, sono amanti dell'illegalità....e quindi anche ranvit in questo caso...
Faccio notare che Franz ha perfettamente ragione a dire che "gli illegali" siamo quasi tutti gli italiani....certo c'è chi lo fa in grande, ma i tantissimi altri che lo fanno "in piccolo" credono di esserne esenti.

Scusate ma chi dovrebbe garantirci dall'illegalità? Babbo Natale....o il popolo di sinistra alias Pd... Io in Babbo Natale ci credo, ma nel Pd e tutta la scalmanata torma di seguaci, per niente!

Craxi....l'avete "ucciso"?
Tenetevi Berlusconi!
Accomunare l'uno all'altro è la plastica dimostrazione dell'infantilismo velleitario di cui ho tante volte parlato.
Certo Craxi era un politico tosto....ma era un politico. Le illegalità di Craxi? Le stesse di tutti, ma proprio tutti, i politici italiani di allora e di oggi (qualche rara anima bella non fa statistica), ma niente di paragonabile al populismo narciso e pericoloso di un Berlusconi.



Annalu : > Se non si ricostruisce il valore ed il rispetto della legge, non ci sarà mai democrazia vera in questo paese.
E insieme alla democrazia, non ci saranno leggi giuste, che sono la difesa dei più deboli. <


Assolutamente d'accordo!

Ma.....come si ricostruisce il valore ed il rispetto della legge? Con il piagnisteo o lacerandosi sul sesso degli angeli?

E' questo il problema!

Vittorio
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Re: Chiarisca su Arcore e sulle sue società»

Messaggioda franz il 15/08/2010, 18:50

pierodm ha scritto:Sono loro che dovrebbero invece chiedesi, sulla base del loro motto "legge ed ordine" se fidarsi di una sinistra da tempo schierata contro la legge e contro l'ordine costituto.

?????????????
Va be', facciamo finta di niente.

No, perchè fare il democristiano e fare finta di niente? ;)
legge ed ordine è sempre stato un motto di destra, contestato duramente nei fatti dalla sinistra. Anche senza andare all'estrema sinistra, che sconvolse il paese negli anni di piombo, contro cui si scaglio' Pasolini - chi ricorda Annarumma - credo che non sia un'anatema affermare che negli anni del dopoguerra si crearono (per errori strategici della sinistra) due fronti e la destra si prese quello della legge e dell'ordine. Oggi le parti si invertono. Noi per la legalità e la destra berlusconiana per l'illegalità. Di punti interrogativi puoi metterne anche seicento: non credo possa cambiare quello che vediamo nella realtà odierna, rispetto al passato. I valori si sono invertiti. Ieri la destra inneggiava al tricolore e la sinistra internazionalista prefereriva altre bandiere e rifuggiva dal nazionalismo tricolore. Oggi la destra leghista dice che con il tricolore ci si dovrebbe pulire una certa parte del corpo (prima pero' è bene sfilare la carota) mentre il centrosinistra ha da quasi 20 anni riscoperto i valori dell'unità nazionale e della bandiera Italiana, arrivando ad inserire l'inno nazionale nelle manifestazioni di partito. I tempi cambiano. Per chi se ne è accorto.

Franz
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Re: Chiarisca su Arcore e sulle sue società»

Messaggioda annalu il 15/08/2010, 19:09

ranvit ha scritto:Quello che mi sorprende sempre in questo tipo di riflessioni è che quelli che le fanno ritengono, evidentemente, di essere gli unici difensori della legalità. Tutti gli altri, ovviamente, sono amanti dell'illegalità....e quindi anche ranvit in questo caso...

E così a tuo parere, da un dibattito politico si passa all'insulto personale.
Invece non è così. Malgrado lo scoramento che provoca a volte il dover ripetere sempre le stesse cose senza essere capiti, il fondamento alla base del continuare ad intervenire è proprio che - sarò ingenua - io ritengo i miei interlocutori onesti ed in buona fede, anche se non ne condivido le opinioni. O devo dubitarne?
ranvit ha scritto:Scusate ma chi dovrebbe garantirci dall'illegalità? Babbo Natale....o il popolo di sinistra alias Pd... Io in Babbo Natale ci credo, ma nel Pd e tutta la scalmanata torma di seguaci, per niente!

E allora? Non ripongo affatto molta fiducia nel Pd e soprattutto nella sua dirigenza, ma ho molta fiducia nelle persone, soprattutto nei giovani, e penso che quello che posso fare per incoraggiarli sia proprio continuare a rivendicare il "diritto" all'onestà dei politici.
Tu come "proposta positiva" citi Craxi e la sua corruzione, a tuo parere (forse fondato) di livello medio per un politico (italiano, aggiungo io). Certo, Berlusconi è molto peggio di Craxi, ma se si accetta come "normale" il livello di corruzione di Craxi, il passo verso Berlusconi diviene brevissimo, perché, come dicono in molti, se sono tutti ladri meglio votare il ladro più capace, dimenticando che il ladro capace è "capace di fare il ladro" e ruberà a tutti, in primis ai cittadini che si fidano di lui.

ranvit ha scritto:Annalu : > Se non si ricostruisce il valore ed il rispetto della legge, non ci sarà mai democrazia vera in questo paese.
E insieme alla democrazia, non ci saranno leggi giuste, che sono la difesa dei più deboli. <


Assolutamente d'accordo!

Ma.....come si ricostruisce il valore ed il rispetto della legge? Con il piagnisteo o lacerandosi sul sesso degli angeli?

Ti sembra piagnisteo il mio?
O non lo è piuttosto il rimpiangere il "meno peggio Craxi"?
Essere propositivi non è facile, ma rassegnarsi al "meno peggio", accettare la corruzione come fatto endemico nella politica, è proprio l'atteggiamento che rende impossibile riportarla ai livelli "fisiologici" presenti nelle migliori democrazie europee.
Perché nemmeno io oso chiedere che i politici siano tutti assolutamente onesti e lindi, ma che si tirino indietro se colti sul fatto, questo sì, mi sembra si debba poter pretendere.

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