La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Ondata di arresti mafiosi: cosa sta succedendo alla mafia?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Ondata di arresti mafiosi: cosa sta succedendo alla mafia?

Messaggioda ranvit il 01/12/2009, 10:45

da repubblica.it :

Cento arresti e maxisequestro di beni
in cella colletti bianchi e il boss Parisi
Sequestrati dalla guardia di finanza beni per 220 milioni di euro. Tornano in carcere "Savinuccio" e il capo del clan Di Cosola. Nell'indagine anche professionisti e alcuni amministratori di Comuni dell'hinterland barese

Il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso Dalle prime ore del mattino, oltre mille finanzieri stanno eseguendo un centinaio di arresti, disposti dalla DDA di Bari, a carico di affiliati ad una cosca mafiosa pugliese - completamente smantellata - responsabili principalmente di associazione a delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, usura, riciclaggio, turbativa d'asta, e traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Dalle prime notizie sarebbero stati sequestrati beni per 220 milioni di euro

Tra i destinatari delle misure eseguite dal Gruppo Investigativo sulla Criminalità Organizzata delle Fiamme Gialle di Bari, vi sono anche alcuni "colletti bianchi".

I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono 83 persone (53 sono state poste in carcere, 30 ai domiciliari): tra questi figura il capoclan barese 'Savinuccio' Parisi, assieme a suoi luogotenenti e gregari, e il boss Antonio Di Cosola, egemone dell'omonimo clan contrapposto agli Strisciuglio. Parisi, tornato il libertà da qualche tempo dopo aver scontato in carcere una pena definitiva, è ritenuto da anni dagli inquirenti il capo carismatico di una frangia della mafia barese attiva soprattutto nel rione Japigia di Bari che nei primi anni Novanta era il market della droga.

Nell'indagine del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Bari sono coinvolti anche amministratori di alcuni Comuni del barese e professionisti. I primi sono indiziati di aver rilasciato autorizzazioni amministratiive per favorire l'attività imprenditoriale apparentemente lecita del clan Parisi, gli altri di aver offerto la propria consulenza per favorire gli affari illeciti del boss.

C'è anche una società londinese di bookmaker dedita alle scommesse clandestine on line su eventi sportivi tra i beni per 220 milioni di euro sequestrati dalla Guardia di finanza di Bari al clan Parisi. La società è la 'Paradisebet limited' di Londra che - secondo l'accusa - dal febbraio 2001 ad oggi ha fatturato milioni di sterline raccogliendo scommesse (come pubblicizzato dalla stessa società nel sito web) in molti Stati, tra cui Cina, Australia, Stati Uniti, fino ai Paesi dell'Europa dell'Est e in Italia.

Nel nostro Paese - secondo la procura antimafia - la società, costituita da affiliati al clan Parisi, raccoglie da anni scommesse su primari eventi sportivi, primi tra tutti calcio, tennis, Formula uno, motomondiale, sci alpino, basket, rugby e football americano. La Paradisebet era già stata al centro di indagini della Dda di Bari conclusesi nel novembre 2007 con una imputazione nei confronti di nove indagati accusati di aver costituito e preso parte a un'associazione per delinquere finalizzata all'esercizio delle scommesse clandestine in Italia.

Emerge - secondo fonti giudiziarie baresi - il vero volto della mafia pugliese dall'indagine della Guardia di finanza contro il clan di "Savinuccio Parisi", che stamattina ha portato a 83 arresti e al sequestro di beni per 220 milioni di euro.

Nell'inchiesta sono coinvolti - a quanto è dato sapere - direttori di banca, professionisti, amministratori pubblici e avvocati. Per la prima volta - viene fatto rilevare - l'indagine "fotografa" il coinvolgimento di persone della Bari bene in indagini sulla criminalità organizzata. A sostegno di questa ipotesi accusatoria vi sarebbero non solo intercettazioni telefoniche e ambientali, ma anche filmati video ritenuti dagli inquirenti particolarmente significativi.
(01 dicembre 2009)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Ondata di arresti mafiosi: cosa sta succedendo alla mafia?

Messaggioda ranvit il 01/12/2009, 10:47

dal corriere.it :

MAFIA
Operazione «Crash» a Palermo
Arrestati 11 fedelissimi di Provenzano
Sono accusati di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni, detenzione di armi, intestazione fittizia di beni



Il boss dei boss di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, in una foto fornita dalla Polizia di Stato e scattata il giorno del suo arresto. (Ansa)PALERMO - Un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 presunti affiliati alla famiglia mafiosa di Bagheria è stata eseguita all'alba, nell'ambito di un'operazione congiunta condotta dai carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Palermo e da agenti della Squadra Mobile della Questura. I provvedimenti restrittivi, che colpiscono esponenti di Cosa Nostra riconducibili alla rete di favoreggiatori del boss Bernardo Provenzano, sono stati firmati dal gip Piergiorgio Morosini, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Gli arrestati devono rispondere, a vario titolo, di reati che vanno dall'associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni, alla detenzione di armi, all'intestazione fittizia di beni.
IL NOME - L'operazione è stata denominata in codice Crash, dal nome di un'officina per la demolizione delle auto dalla quale scaturirono le indagini condotte tra il 2005 e il 2006 dalla Squadra Mobile e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri con l'obiettivo di inviduare il circuito di fiancheggiatori che coprivano la latitanza del capo di Cosa Nostra Bernardo Provenzano. L'attività investigativa, portata avanti dalle due forze di Polizia, si intersecò consentendo di ricostruire i numerosi interessi economici del mandamento mafioso di Bagheria e il ruolo di primo piano all'interno di Cosa Nostra svolto dagli indagati.

COPRIVANO LATITANZA PROVENZANO - La rete di fiancheggiatori di Bagheria avrebbe garantito per anni, e con successo, la latitanza di Bernardo Provenzano. È quanto emerge dalle intercettazioni dell'operazione Crash. Massimiliano Ficano, uno dei fedelissimi del boss, se ne vantava: «La responsabilità di lui l'abbiamo avuta sempre qua a Bagheria». Ed ecco che l'arresto del capo di Cosa Nostra mette in crisi gli equilibri mafiosi. La sua successione è argomento di discussione fra Leonardo Ficano e il figlio Agostino che fa la sua previsione: «tre sono e ora si deve decidere chi deve 'salirè il latitante Lo Piccolo di Palermo, il latitante Raccuglia, il latitante del Trapanese che è Messina Denaro, comunque tutti e due corna dure sono, il Lo Piccolo che comanda tutto Palermo e sia questo del Trapanese, se si mettono d'accordo una cosa è certa, che hanno finito di comandare i corleonesi, dopo 40 anni, 50 anni hanno finito di comandare i corleonesi». Poi commentano il ritrovamento della macchina per scrivere di Provenzano nel covo di Montagna dei Cavalli. «Quella nostra?», chiede Leonardo Ficano rivolgendosi al figlio. I Ficano, dunque, avrebbero fornito a Provenzano la macchina con cui scriveva la sua corrispondenza.

CASTELLO - Il personaggio di maggiore spicco coinvolto nell'inchiesta è Simone Castello, 60 anni, di Villabate (Palermo), già condannato per associazione mafiosa e sottoposto a misure di prevenzione, che è stato arrestato in Spagna a Murcia, nei pressi di Madrid, dalla Guardia Civil in collaborazione con i carabinieri del Comando Provinciale di Palermo. Nelle penisola iberica, dove si era trasferito, Castello gestiva una società di import-export di frutta e ortaggi, del valore approssimativo di 2 milioni e mezzo di euro, che è stata sottoposta a sequestro preventivo. Simone Castello è stato condannato per mafia con sentenza definitiva nel 2005. Prima di tornare in carcere avrebbe avuto il tempo di ricoprire un ruolo di vertice nella famiglia mafiosa di Bagheria, roccaforte di Bernardo Provenzano. Nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Piergiorgio Morosini, su richiesta dei pubblici ministeri Antonino Di Matteo e Marzia Sabella, viene descritto come un personaggio di spicco della rete di fiancheggiatori dell'allora boss latitante. Rete di cui avrebbero fatto parte anche Massimiliano Ficano (cognato di Castello), Giuseppe Comparetto e Stefano Lo Verso, considerati anelli terminali della catena di favoreggiatori di Provenzano. Insieme al padre Leonardo, Simone Castello gestisce il deposito di autodemolizioni sulla strada statale 113, alla periferia di Bagheria, divenuto punto d'incontro fra gli indagati e imbottito di microspie dagli inquirenti. Subito dopo gli arresti di Castello, Comparetto e Lo Verso, il potere sarebbe poi passato a Ficano. È lui stesso a spiegare a Cristofaro Morici le gerarchie nel corso di una conversazione captata nel deposito di automobili. È il 24 dicembre del 2005: «Quando c'èqualche cosa, se c'è mio cognato fuori gliela faccio vedere a lui, non devo dare spiegazioni a nessuno, tranne a mio cognato, in mancanza di Onofrio (Morreale ndr) devo dare spiegazioni a mio cognato, in mancanza che non c'è Onofrio io non sono tenuto a dargli spiegazioni». Sulla parentela con Castello, Ficano avrebbe fondato la sua scalata al potere. In un'occasione si sarebbe rivolto al cognato per fare rimproverare Lo Verso e Comparetto che, a suo dire, gli avevano mancato di rispetto. Il 19 gennaio 2006 Ficano racconta a Morici che Castello aveva partecipato ad un summit mafioso: «Aveva il soggiorno obbligato, è sceso per un'udienza, gli hanno dato sabato e domenica di stare qua. Eravamo tutti dove c'è il capannone». Lo Verso e Comparetto erano stati chiamati in disparte: «Ho sentito mio cognato che ha cominciato a gridare, sono diventati gialli, rossi in faccia».



01 dicembre 2009
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Precedente

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 13 ospiti

cron