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E ora tocca al I° maggio ! Rosario Amico Roxas

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: E ora tocca al I° maggio ! Rosario Amico Roxas

Messaggioda ranvit il 03/05/2009, 20:46

Naturalmente (perchè l'ho detto anche io tante volte) condivido quello che dice Rosario : il successo del berlusconismo è in gran parte la diretta conseguenza della mancata evoluzione della sinistra italiana. Al crollo della Dc infatti la non modernizzazione della sinistra impersonata da un Pds, che era la diretta e immutata prosecuzione del Pci, non ha concesso chance agli italiani che sono stati costretti a votare FI.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: E ora tocca al I° maggio ! Rosario Amico Roxas

Messaggioda pierodm il 03/05/2009, 23:57

Comincio a pensare di avere un tocco magicamente perverso.
Avevo appena fatto le laudi dell'amico Roxas, e subito compare un messaggio a firma del medesimo che dev'essere apocrifo, tanto è ai miei occhi in contraddizione con il senso dei suoi abbondanti testi precedenti e - a mio giudizio - in palese contrasto con la realtà della nostra storia.
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Re: E ora tocca al I° maggio ! Rosario Amico Roxas

Messaggioda lucameni il 04/05/2009, 2:14

Non molto tempo fa è uscito un breve saggio di Giavazzi-Alesina dal titolo volutamente provocatorio (più che mai in questa sede): "Il liberismo è di sinistra".
Ovvero la declinazione di una politica "liberista" nel senso di più attenzioni ai precari (inesistente tra i nostri sindacalisti antiliberisti), al merito, ad una politica di ammortizzatori sociali che ad oggi in Italia non esiste etc etc.
Niente di scientificamente impegnativo, ma qualcosa alla portata di tutti, adattissimo come spunto di discussione.
In altri termini non certo quel liberismo qui descritto.
Appunto, ci sarebbe molto da discutere, sopratutto se si usa nei confronti del "liberismo" lo stesso approccio disonesto e fasullo (ovvero senza ammettere alcun distinguo), quello che specularmente faceva dire "comunista e marxista" di ogni politica laburista un minimo più attenta al sociale.
Va bene che siamo in un forum e il manicheismo nelle discussioni è una tendenza scontata; certo che andare avanti a forza di luoghi comuni (ricordo roba tipo "non ci sono intellettuali di destra e quei pochi sono insignificanti", sperando che Zolla, Prezzolini e Del Noce non s'incazzino), anche se con un involucro falsamente intellettuale, mette un po' di tristezza.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: E ora tocca al I° maggio ! Rosario Amico Roxas

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 04/05/2009, 11:13

pierodm il ieri, 22:57

Mi piacerebbe discutere le contraddizioni, non fosse altro che per motivarne l'evoluzione.
La contraddizione, almeno quella apparente, non rappresenta altro che l'autocritica che consente lo sviluppo individuale. Adattare il proprio pensiero alla realtà conduce inevitabilmente a dei compromessi che non vanificano certamente l'originalità delle proprie idee, ma dimostrano la disponibilità all'incontro dialettico e sostanziale per superare scogli altrimenti insormontabili. Certo che se gli scogli si presentano enormi, come appare con certi yess-mann perennemente seduti a tavola a banchettare, allora si presentano nella loro veste antica: s-coglioni; allora ogni dialogo appare inutile.
Evidenziare mie contraddizioni dimostra solamente che sono un essere umano, passibile di ripensamenti, adattamenti, compromessi, per cui discuterne diventa reciprocamente utile. Nella storia del pensiero, pur avendo dedicato la vita a stududiarla, conosco solo un uomo che non ebbe mai modo di revocare quanto precedentemente affermato, si chiamava Gesù, eppure anche lui ebbe i suoi tentennamenti (Se puoi allontana da me questo calice....!).
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Re: E ora tocca al I° maggio ! Rosario Amico Roxas

Messaggioda pinopic1 il 04/05/2009, 11:15

Rosario Amico Roxas ha scritto:Sono ben 60 anni che la sinistra, ispiratrice di un certo sindacalismo, ha fatto una politica autolesionista, pur di accaparrarsi i consensi della classe operaia. Ci ha giocato a manetenere in vita la divisione delle classi perchè solo una presunta lotta di classe avrebbe consentito il loro essere in vita.
Da 60 anni chiedono "tutto e subito", con il risultato di ottenere "niente e per sempre"; se avessero iniziato a programmare una politica dei piccoli passi, oggi non saremmo a questo punto disastroso. La conseguenza più immediata l'hanno pagata in prima persona; proprio quella classe che sostengono di difendere ha voltato le spalle, stufa di 60 anni di predicozzi amorfi, assolutamente privi di risultati perchè volevano mantenere la velleità di urlare nelle piazze contro i padroni, così sono spariti dal Parlamento.
La pennellata idiota fu in quel manifesto "Anche i ricchi piangono", con il quale hanno svelato il loro vero progetto, che non coincide con l'elevazione della classe più bisognosa, ma con l'abbassamento della classe opulenta.


Non sono 60 anni. O almeno, questi 60 anni non vanno considerati con continuità. La sinistra ha fatto una politica rivolta alla classe operaia per averne il consenso: dov'è il male? Cos'altro fanno i partititi se non cercare il consenso di categorie, gruppi, classi sociali?
Quando esisteva la classe operaia, ed era numerosa, naturalmente la sinistra cercava principalmente (ma non soltanto) il consenso della classe operaia. E con un certo successo, bisogna ammettere.Quando c'era la grande industria manufatturiera e una rete di industrie piccole e medie ad essa collegate. Predicava la lotta di classe? Quando le classi erano ben definite, la divisione tra di esse era nei fatti. La sinistra (il PCI) e i sindacati hanno incanalato questa naturale lotta in forme democratiche.
A partire dagli anni 80 le classi hanno cominciato a perdere i loro confini, a confondersi. La grande industria manufatturiera è stata notevolmente ridimensionata. La polverizzazione in piccole imprese rende il lavoratore legato al destino del padrone. Si è persa la cultura, l'identità della classe operaia o semplicementetlavoratrice dipendente. E la sinistra ha perso gradualmente il suo referente principale e la sua identità.
Leggo in Rosario però, una visione delle cose che riguardano la sinistra e i sindacati tipicamente siciliana o da uomo del sud. In Sicilia la classe operaia non è mai esistita. Bisogna aver frequentato Torino o l'hinterlad milanese degli anni 60 per comprendere la natura, la forza e l'importanza della classe operaia; e per comprendere che la sinistra faceva la politica giusta per i tempi e le situazioni di allora.
In Sicilia il riferimento della sinistra era il mondo contadino: i braccianti, i contadini a mezzadria, i piccoli coltivatori diretti, i disoccupati, i poveri in generale. Una sinistra più pauperista che socialista o comunista. L'emigrazione, fortissima negli anni cinquanta e sessanta, sottraeva risorse umane al sud ed elettori alla sinistra.
Il manifesto "Anche i ricchi piangano" non è stato una grande trovata, ma la elevazione della classe più bisognosa è avvenuto in tutta Europa attraverso le politiche redistributive della ricchezza ad opera soprattutto dei sindacati e dei partiti socialdemocratici. Naturalmente funziona quando la ricchezza viene prodotta, ma non trovo scandaloso che la sinistra si occupi con più attenzione della sua redistribuzione. Rediastribuzione che non avviene semplicemnete sotto forma di salario, ma sono ricchezza redistribuita anche il welfare e i diritti dei lavoratori.
Quella che riporti (elevazione della classe bisognosa attraverso l'abbassamento della classe opulenta) è invece la critica classica della destra e dei liberisti nei confronti di qualsiasi sinistra. La stessa che viene rivolta, sempre, in Inghilterra al Labour, in Germania al SPD, negli USA ai democratici.
Ultima modifica di pinopic1 il 04/05/2009, 11:46, modificato 2 volte in totale.
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Re: E ora tocca al I° maggio ! Rosario Amico Roxas

Messaggioda pinopic1 il 04/05/2009, 11:37

Però dovremmo trovare un punto fermo nelle nostre discussioni:
Il PCI (ovvero gran parte della sinistra) è stato un ottuso e cupo partito comunista marxista leninista rivoluzionario o è stato nei fatti un partito socialdemocratico magari a volte un pò eccessivo?
Perché questo giudizio vedo che cambia (da anni) da 3D a 3D.
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Re: E ora tocca al I° maggio ! Rosario Amico Roxas

Messaggioda franz il 04/05/2009, 11:53

pinopic1 ha scritto:Non sono 60 anni. O almeno, questi 60 anni non vanno considerati con continuità. La sinistra ha fatto una politica rivolta alla classe operaia per averne il consenso: dov'è il male? Cos'altro fanno i partititi se non cercare il consenso di categorie, gruppi, classi sociali?

Esistevano (ed esistono nel mondo) anche partiti interclassisti. La DC lo era. Votata da operai, massaie, artigiani, commercianti, ceto medio, imprenditori.

pinopic1 ha scritto:A partire dagli anni 80 le classi hanno cominciato a perdere i loro confini, a confondersi. E la sinistra ha perso gradualmente il suo referente principale.

L'errore è stato non capire che la scolarità di massa e le professioni sempre piu' legate a competenze specialistiche spezzavano per sempre il concetto di classe. Inoltre puer essendo l'Italia il paese con la piu' bassa mobilità sociale, esse si è affermata anche da noi. Mia moglie, padre operaio e madre infermiera, è insegnante ed i due suoi fratelli sono un laureato in fisica ed un ingenegnere elettronico. Io non ho certofatto il mesiere di muio padre ma ho intzrappreso una professione che non esisteva nemmeno quando ho iniziato a studiare.
pinopic1 ha scritto:Leggo in Rosario però, una visione delle cose che riguardano la sinistra e i sindacati tipicamente siciliana o da uomo del sud. In Sicilia la classe operaia non è mai esistita. Bisogna aver frequentato Torino o l'hinterlad milanese degli anni 60 per comprendere la natura, la forza e l'importanza della classe operaia; e per comprendere che la sinistra faceva la politica giusta per i tempi e le situazioni di allora.

Sicuro che fosse la politica giusta? Forse lo era seguendo il copione principale, che vuole che i personaggi dicano e recitino ognuno un certo ruolo, prigionieri dello spartito. Col senno di poi (che è facile avere) le scelte di allora sono state sbagliate, secondo me. Paghiamo ancora oggi gli errori di allora. Ma non è una responsabilità solo dei rappresnetanti della "classe operaia". La responsabilità è anche di una classe padronale arcaica, limitata, sotto sviluppata. In quel contesto ognuno giocava la sua parte secondo copione e nessuno ha saputo uscire dla coro. Chi è uscito (decine di milioni) sono i lavoratatori italiani che adavano all'estero. La "classe operaia" la abbiamo persa anche cosi'.

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Re: E ora tocca al I° maggio ! Rosario Amico Roxas

Messaggioda pinopic1 il 04/05/2009, 12:06

franz ha scritto:Sicuro che fosse la politica giusta? Forse lo era seguendo il copione principale, che vuole che i personaggi dicano e recitino ognuno un certo ruolo, prigionieri dello spartito. Col senno di poi (che è facile avere) le scelte di allora sono state sbagliate, secondo me. Paghiamo ancora oggi gli errori di allora. Ma non è una responsabilità solo dei rappresnetanti della "classe operaia". La responsabilità è anche di una classe padronale arcaica, limitata, sotto sviluppata. In quel contesto ognuno giocava la sua parte secondo copione e nessuno ha saputo uscire dla coro. Chi è uscito (decine di milioni) sono i lavoratatori italiani che adavano all'estero. La "classe operaia" la abbiamo persa anche cosi'.
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A posteriori si possono fare molti ragionamenti dotti e giungere a conclusioni di segno opposto. Dico solo che chi ha vissuto quei tempi e politicamente si è schierato a sinistra e magari era iscritto ad un sindacato, non aveva la sensazione di fare qualcosa di sbagliato, al contrario. E non aveva per niente la sensazione di portare a casa nessun risultato e che la qualità della sua vita, e di quella degli altri, rimanesse invariata .
Probabilmente sarebbe stata la stessa cosa anche senza la sinistra e i sindacati. Il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori dipendenti, il benessere generale più diffuso, le tutele dello stato sociale, l'estensione dell'istruzione che ha permesso ai figli di migliorare rispetto ai padri, e tante altre cose..... forse le avrebbe realizzate la Dc da sola insieme ai grandi imprenditori nazionali, ai meno grandi, a tutte le persone di buona volontà.
Oggi criticheremmo soltanto la DC perché la situazione sarebbe la stessa. L'evoluzione delle cose, dell'economia, del mondo del lavoro, del modo di produrre, della tecnologia, la globalizzazione ecc. avrebbero portato ugualmente alla situazione attuale.
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Re: E ora tocca al I° maggio ! Rosario Amico Roxas

Messaggioda pierodm il 04/05/2009, 13:03

Rosario.
Sono certo che hai capito che la mia critica era fondata su una sostanziale stima verso la tua "opera omnia" che ci hai fin qui offerto.
Le ragioni della mia critica, per altro, le puoi evincere facilmente da ciò che dice Pino, che giustamente sottolinea l'inopportunità di racchiudere una storia molto complessa - quella della sinistra italiana, nel caso - in un giudizio così apodittico, che oltre tutto ricalca la semplificazione più propagandistica che ne fa la destra.
Un semplicismo che è in contraddizione sia con il tuo stile di pensiero per come lo abbiamo qui conosciuto, che non è mai schematico, sia con la sostanza della gran parte dei tuoi interventi, che non mi sono mai apparsi inclini ad attribuire agli errori della sinistra le dinamiche della nostra storia politica - certo non nel modo e nella misura del tuo ultimo post.
Approfondendo, potrei aggiungere e precisare soggettivamente molte cose a quanto detto da Pino, ma credo che il suo discorso sia sufficientemente chiaro e lo sottoscrivo, tutt'al più mettendo in neretto alcuni passaggi, come per esempio questo: quando le classi erano ben definite, la divisione tra di esse era nei fatti. La sinistra (il PCI) e i sindacati hanno incanalato questa naturale lotta in forme democratiche.

Discorso diverso, se invece facciamo coincidere grosso modo la sinistra in senso lato con la coscienza post-fascista della società italiana: ossia, i limiti della sinistra come limiti della storia stessa della nostra nazione, del suo livello di sviluppo, della complessità e specificità della sua articolazione, etc.
In questo senso, non possiamo continuare in un equivoco, che talvolta ci spinge nei nostri discorsi a considerare i partiti della cosiddetta Prima Repubblica come stretta espressione della società, e talvolta invece come escrescenze aliene, ovvero artificiose creazioni intellettualistiche scisse dalle dinamiche sociali e obbedienti alle elucubrazioni ideologiche dei loro dirigenti - equivoco, ambiguità, che, in termini diversi, anche Pino richiama in un suo post, quando dice: Il PCI (ovvero gran parte della sinistra) è stato un ottuso e cupo partito comunista marxista leninista rivoluzionario o è stato nei fatti un partito socialdemocratico magari a volte un pò eccessivo?
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Franz
Anche il PCI e il PSI erano partiti interclassisti.
Ciò che rende difficile il raffronto con la DC, su questo punto, è la natura della classe di riferimento principale alla quale si rivolgevano la sinistra e il "centro moderato" democristiano: più precisamente, la difficoltà nasce dal fatto che si tende a negare che la DC avesse una "classe" di riferimento, in quanto questa non ha la fisionomia sociale simile a quella della sinistra. Ma si trattava di un riferimento forse ancora più rigido e più "classista" che non quello della sinistra.
Vale però per entrambi gli schieramenti il fatto che una classe di riferimento non esclude la possibilità di un'adesione di altre categorie e classi sociali.
Anzi, forse è proprio analizzando queste adesioni "eclettiche" che si riesce a raffigurare nel modo migliore la valenza politica dei grandi partiti della Prima Repubblica, perché ne ricaviamo molte indicazioni sui valori "mitici" (nell'accezione di Morin) di una determinata collocazione politica e sulla contiguità sociale e culturale di classi e individui teoricamente estranei.
Per esempio, PCI e PSI sono stati per molti anni partiti nei quali s'incontravano i lavoratori e gl'intellettuali, gli studenti e gli operai, mentre non hanno mai intercettato in modo significativo le classi intermedie impiegatizie, la piccola borghesia commerciale, la grande imprenditoria, l'alta borghesia meridionale, e le categorie più marginali dei ghetti urbani: un "vuoto" che permane ancora oggi.
Un interclassismo diverso, insomma, che offre forse più opportunità di capire la società italiana (e non solo), più di quanto non ne offra di sezionare reali o supposti limiti intrinseci della sinistra.
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Re: E ora tocca al I° maggio ! Rosario Amico Roxas

Messaggioda pinopic1 il 04/05/2009, 13:36

In tutta l'Europa occidentale c'è stata, e c'è, l'alternanza tra un partito di centrodestra interclassista o senza una precisa classe di riferimento, e un partito di sinistra socialista-socialdemocratico-liberalsocialista che ha nel mondo del lavoro dipendente il suo gruppo sociale di riferimento. Il partito di Zapatero si chiama ancora oggi PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo) e il suo sito Internet è pieno di rosso.
Ve lo immaginate se dopo la Bolognina, l'ex PCI, invece di PDS lo avessero chiamato PSOI? Come sarebbe andata? Meglio secondo me. Non tanto per la O ma per la S con il chiaro significato di "Socialista".
Voglio dire che le cause delle difficoltà presenti della sinistra, difficoltà nel trovare consensi, non dipendono dal passato, ma da quello che è accaduto dalla Bolognina in avanti inclusa la vicenda mani pulite che ha reso impronunciabile la parola "socialista".
Nel passato invece la sinistra nel suo complesso, la sinistra con qualcosa di socialista o comunista nel nome, eguagliava e superava in consensi la DC. Nonostante l'handicap della guerra fredda, della presenza in Europa dei regimi comunisti, delle varie clausole di esclusione e nonostante il vantaggio per la DC della presenza del Vaticano e della sua rete di parrocchie e oratori. E nonostante il sistema assistenziale clientelare nel Sud finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno.
Se la sinistra fosse stata unita e non ci fosse stata la guerra fredda e ci fosse stato un sistema bipartitico sarebbe stata una bella lotta con la DC e qualche volta la sinistra avrebbe vinto.
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