Caro Carlo non sono d'accordo.
Prima di tutto perchè nel proporre referendum,o leggi,bisogna pensare all'effetto sulle Istituzioni,non al partito che farebbero vincere o perdere;senza contare che se fosse vero ciò che dici berlusconi avrebbe interesse a farlo votare il giorno del primo scrutinio per essere certo che passi,invece è chiaro che nicchia e che se si farà l'election day lo faranno il giorno del secondo scrutinio,per essere certi che ci vada meno gente.
berlusconi i suoi calcoli li sa fare,e se ha deciso che questo referendum non gli garba un motivo c'è di sicuro.
Poi non capisco come questo porterebbe ad un bipartitismo coatto,perchè verrebbe premiato il partito di maggioranza e non la coalizione;si può essere in disaccordo su questo,e io che preferisco il proporzionale lo capisco benissimo....
In più non capisco come una vittoria senza quorum dovrebbe portare ad una nuova legge,quando invece farebbe solo chiarezza sul fatto che la maggioranza della gente non ha voluto esprimersi.
Ora posto l'opinione di Grillo in proposito,di cui non condivido la parte finale (infatti andrò a votare,e sarà un bel sì !) ma che è abbastanza illuminante.
Dal blog di Beppe Grillo 12 aprile 2009
"Nel 2007 fu raggiunto il numero di firme per il referendum per la nuova legge elettorale che cancellerebbe la "porcata" di Calderoli. Il referendum fu approvato nel gennaio 2008. Fu ignorato da Napolitano che chiamò le elezioni politiche senza averlo indetto. Morfeo Napolitano costrinse gli italiani a votare con la legge "porcata". Nel 2009, per legge, è diventato impossibile ignorare il referendum.. Adesso bisogna votare.
I partiti però non amano che i cittadini si intromettano. Lo Stato è Cosa Loro. La volontà popolare gli fa venire l'orticaria. Ma il referendum non si può evitare. Lo si può però boicottare. La Lega, in particolare, non vuole che gli italiani si pronuncino. La legge elettorale prevede che il premio di maggioranza in seggi sia attribuito al partito con il maggior numero di voti e non più alla coalizione. Il PDL potrebbe vincere senza Bossi, la Lega sarebbe inutile. Più o meno come ora, ma senza seggi in Parlamento.
Come uscire da questa situazione? Il vaselinaro Maroni pensa di tenere la consultazione per le europee il 14 giugno, la domenica successiva al primo turno delle amministrative. Costo in più per i contribuenti 4/500 milioni di euro. In questo periodo con milioni di disoccupati una somma improponibile. Lo psiconano avrebbe però trovato una soluzione. Rimandare il referendum al 21 giugno, giorno del balottaggio delle amministrative. Per farlo è necessario un decreto legge, infatti la legge 352 del 1970 impone la convocazione tra il 15 aprile e il 15 giugno. Al secondo turno il numero di elettori crolla, il quorum per il referendum non si raggiunge e si risparmia sui costi elettorali.
Una immensa, colossale presa in giro. Se il referendum per la nuova legge elettorale fosse tenuto con le elezioni europee il 6/7 giugno, come avverrebbe in qualunque Paese democratico, vincerebbe il si, il quorum sarebbe raggiunto. Lo sanno tutti i partiti. Per questo si terrà dopo. Dalla legge porcata al referendum porcata.
L'istituto del referendum, insieme alle leggi di iniziativa popolare, va abolito. E' ormai solo una presa per i fondelli, una delle tante di questo governo e di questa opposizione di pagliacci. Se dovevamo vivere sotto una dittatura, allora era meglio il fascismo di questi marchettari della televisione e dei giornali. Di questi cialtroni in doppiopetto. Meglio Grandi, Bottai e Balbo di Gasparri, Cicchitto e Maroni. Il fascismo cacciò le mafie (o almeno ci provò). Le mafie hanno fatto dell'Italia la caricatura del fascismo e con i nostri referendum si puliscono il culo. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure."
Beppe Grillo