Giorgio Graffieti ha scritto:mi sembra una buona risposta quella del Decano della Chiesa Luterana in Italia Holger Milkau:
Una società, che è diventata evidentemente incapace di rendere comprensibile e plausibili certi suoi simboli, non dovrebbe sentirsi offesa quando questi simboli creano confusione. L'Italia non è più un paese in cui si può semplicemente pretendere che valori e convinzioni vengano compresi quando le istituzioni che ne sono responsabili non riescono più a raggiungere il cuore delle persone. Il formalismo e il ritualismo tolgono il contatto diretto con i contenuti. Le istituzioni che non si aprono perdono terreno.
Per me la sentenza di Strasburgo rispecchia un po' questo: una situazione di scontro di opinioni diverse per la quale non si è riusciti a trovare una soluzione nel dialogo aperto e sensibile, ed alla quale si è voluto mettere il punto conclusivo con la proclamazione di una sentenza.
Ogni religione - ed il Cristianesimo forse più degli altri - ha bisogno di essere raccontato e riflettuto. Siamo una religione della parola che vuole essere spiegata e recepita, non ridotta a simboli e minacciata da sentenze.
Il luogo pubblico - come p.e. la scuola - è il luogo anche per Dio e per la religione, in cui essi vengono vissuti, attraverso i nostri comportamenti e attraverso gli insegnamenti vi vengono espressi e non è, invece, il luogo per esprimere prepotenze.
Per la mia storia religiosa non è mai stato importante essere cresciuto in un contesto scolastico dove il simbolo del crocifisso era onnipresente. Per me invece è stato più importante l’aver incontrato persone autentiche, affidabili, che davano risposte e che sapevano affrontare anche domande difficili.
Ma comprendo la sensibilità e l'afflizione di persone che appartengono ad una minoranza religiosa o che vivono in un contesto filosofico-ideologico neutrale e si sentono assorbiti e prigionieri nelle imposizioni della maggioranza, mai chiarite bene.
Se i cittadini europei oggi hanno bisogno di rivolgersi alla corte europea per ottenere ragione e diritto per le loro opinioni in questioni religiose, vediamo quanto deboli le nostre istituzioni siano diventate. Una chiesa - inclusa la mia, luterana - che si lamenta di aver perso la comprensibilità nella mente e nel cuore delle persone, deve lamentarsi innanzitutto di se stessa, nel non essere riuscita a mantenere vivo il colloquio con chi ha difficoltà.
Certo che la croce ed il crocifisso sono simboli fondamentali del cristianesimo, ma non devono diventare motivo per oppressioni o liti.
Devono esser ciò che vogliono essere: l'invito a riflettere sui limiti dell'uomo, trovando risposta in colui che è morto in croce - anche per le nostre incompetenze.
Quanto è forte “l’imprinting” religioso!
La sua rivisitazione deve fare i conti con le “imbibizioni” della fase iniziale, “originale”, con le credenze, i simboli, i riti, che si acquisiscono nell’infanzia. Il confronto con le altre religioni, quando si accetta, il più delle volte finisce per risultare una difesa partigiana delle proprie convinzioni, quasi sempre viscerale, e mal che va si tende sempre a motivare gli addebiti che si muovono o a giustificarli del tutto. E sono tante le religioni, molte delle quali con … origini comuni!
“L’imprinting”, purtroppo, non ci fa vedere oltre quello che ci viene posto davanti.
Gli scismi, però, che hanno interessato la Chiesa cristiana, dovrebbero insegnare qualcosa, non dico agli “spiriti liberi”, che fondano il loro giudizio sulla conoscenza e sulle loro capacità analitiche, ma anche e soprattutto alle “anime religiose”.
Verrebbe da domandare loro il perché di tante religioni e di tanta discordia fra esse? Che attinenza con la parola del Dio che adorano?
Ritengo del tutto inutile chiedere quale sia, poi, l’opinione religiosa veritiera, quella che segue gli insegnamenti del Cristo, perché ognuno proporrebbe la propria come “la vera”!
Ma, ammesso che una sia quella giusta, le rimanenti che cosa seguirebbero, sarebbero nel falso?
E perché, “con un Dio comune”, questo frazionarsi così radicale della Chiesa fino a spingere le parti a disconoscersi reciprocamente, a farsi guerra, a portare morte e distruzione?
Anche queste “anime religiose” sarebbero in grado di pensare che c’è qualcosa che non va!
Il Decano della Chiesa Luterana in Italia Holger Milkau, intanto riconosce che:
Una chiesa - inclusa la mia, luterana - che si lamenta di aver perso la comprensibilità nella mente e nel cuore delle persone, deve lamentarsi innanzitutto di se stessa, nel non essere riuscita a mantenere vivo il colloquio con chi ha difficoltà.Un’autocritica. Una posizione diversa da quella di altri, che … vogliono tutto ai loro piedi, che ritengono già troppo il “lavaggio dei piedi altrui” solo in una cerimonia pasquale!
Il tempo più passa più ci allontana da Cristo e da quello che ha predicato.