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Contatti tra scafisti e alcuni soccorritori.....

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Contatti tra scafisti e alcuni soccorritori.....

Messaggioda pianogrande il 28/06/2017, 14:12

Quello che impressiona è l'assoluta ininfluenza dell'Italia su questo fronte (e la parola "fronte" comincia a prendere il suo significato non solo figurativo).

Quando non si tratta più di "salvataggi" ma di una organizzazione per il trasporto di decine di migliaia di persone da una costa all'altra, anche un buonista come me se ne rende conto.

Possibile che il governo italiano non abbia nessuna leva internazionale per bloccare questo pasticcio di mafia globalizzata?

La prima domanda che mi viene è, infatti, perché si parla tanto del ministro dell'interno e non viene tirato in ballo il nostro pur insignificante e imbelle ministro degli esteri; Sua Assoluta Nullità Angelino Alfano?
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Re: Contatti tra scafisti e alcuni soccorritori.....

Messaggioda ranvit il 28/06/2017, 15:12

Quando non si tratta più di "salvataggi" ma di una organizzazione per il trasporto di decine di migliaia di persone da una costa all'altra, anche un buonista come me se ne rende conto.

8-) :lol: :lol:
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Re: Contatti tra scafisti e alcuni soccorritori.....

Messaggioda trilogy il 28/06/2017, 16:27

Tutti si erano accorti che la situazione stava diventando ingestibile, meno i vertici del paese. Comunque meglio tardi che mai.
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Re: Contatti tra scafisti e alcuni soccorritori.....

Messaggioda mariok il 28/06/2017, 16:42

Il “blocco” riguarderebbe dunque le navi delle Ong, quelle di Frontex e quelle degli altri Paesi che partecipano all’operazione Eunavformed Sophia.

Altrove si legge che il blocco non sarebbe possibile per le navi Frontex in quanto occorre rivedere l'accordo.

Staremo a vedere. Ma intanto il blocco delle Ong (a questo punto non capisco peché solo straniere) sarebbegià un primo passo da attuare sperabilmente con la necessaria urgenza.

Emergenza migranti, il governo valuta la chiusura dei porti italiani alle navi straniere

Pubblicato il 28/06/2017
Ultima modifica il 28/06/2017 alle ore 16:02
MARCO BRESOLIN
INVIATO A BRUXELLES
Dalle solite dichiarazioni spesso cadute nel vuoto (“L’Europa faccia di più”), questa volta l’Italia è passata all’azione e ha recapitato un messaggio ben chiaro a Bruxelles: o fate qualcosa, oppure la situazione rischia di diventare esplosiva. Il livello della tensione è salito ai massimi e il governo è intenzionato a non arretrare di un millimetro. Anche a costo di aprire uno scontro senza precedenti.


Nel primo pomeriggio l’ambasciatore italiano presso l’Ue, Maurizio Massari, ha avuto un lungo incontro con il commissario agli Affari Interni, Dimitris Avramopoulos, e gli ha riferito quella che è la linea ufficiale del governo: il picco di arrivi delle ultime ore ha reso la situazione non più sostenibile e l’Italia potrebbe non garantire ulteriori sbarchi nei propri porti “alle navi non italiane”. Tradotto: Roma è pronta a chiudere i propri porti e dunque i migranti salvati nel Mediterraneo dovranno essere condotti altrove. Il “blocco” riguarderebbe dunque le navi delle Ong, quelle di Frontex e quelle degli altri Paesi che partecipano all’operazione Eunavformed Sophia.

L’intervento di Massari è stato deciso ieri sera dal Viminale e da Palazzo Chigi. L’ambasciatore, su input del ministro Marco Minniti e del premier Paolo Gentiloni, ha fatto presente che nelle ultime 48 ore si sono avvicinate alle coste italiane ben 22 navi, molte delle quali di Ong, con a bordo 12 mila migranti. Non tutte hanno già attraccato. Massari ha fatto presente gli sforzi enormi sostenuti dall’Italia, anche al di là degli obblighi internazionali, e ha lanciato un avvertimento: le capacità di gestione e accoglienza sono al limite, in questo contesto potrebbe non essere possibile permettere ulteriori sbarchi.

Già la scorsa settimana, Paolo Gentiloni era arrivato a Bruxelles con questo tipo di messaggio, ma il picco delle ultime ore ha portato la situazione a un livello tale di emergenza per cui si è deciso di passare subito all’azione.
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Re: Contatti tra scafisti e alcuni soccorritori.....

Messaggioda pianogrande il 28/06/2017, 17:46

Le persone a bordo di una nave non sono "naufraghi" e non sono in immediato pericolo di niente.
Quindi, la nave se li può anche portare a casa sua o riportarli a casa loro.

In questo paese, dopo i falsi invalidi, i falsi malati e i falsi poveri, dobbiamo avere a che fare anche con i falsi naufraghi?

Qualsiasi politica di difesa dei confini che non crei pericoli per la gente interessata va applicata.

Questo a prescindere da ogni teoria o bufala razzista.

Qua manca solo che qualcuno ci chieda la tangente per portare le navi da un'altra parte e poi la soggezione alla mafia globalizzata sarà totale.

Questo non è cambiare idea.
Finché erano naufraghi andava bene tutto ma qui si sono messi in moto meccanismi davvero temibili e noi non possiamo solo subire.
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Re: Contatti tra scafisti e alcuni soccorritori.....

Messaggioda trilogy il 28/06/2017, 18:06

Qui oltre ai "falsi profughi" abbiamo il problema contingente e serio che l'isis sta abbandonando la siria e l'iraq, e i combattenti in ritirata si mescolano ai migranti. Se non fermiamo l'afflusso, alla prima segnalazione specifica dei loro servizi, i paesi confinanti ripristinano i controlli alle frontiere per ragioni di sicurezza.
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Re: Contatti tra scafisti e alcuni soccorritori.....

Messaggioda ranvit il 28/06/2017, 18:09

Questo non è cambiare idea.
Finché erano naufraghi andava bene tutto ma qui si sono messi in moto meccanismi davvero temibili e noi non possiamo solo subire.


Questo è cambiare idea :D

Sono mesi e mesi che lo dico..... 8-) Mi avete accusato di tutto, ma al solito....avevo ragione io :D
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Re: Contatti tra scafisti e alcuni soccorritori.....

Messaggioda mariok il 28/06/2017, 18:52

"Se necessario siamo pronti a aumentare sostanzialmente il sostegno finanziario all'Italia", ha detto Avramopoulos. "L'Italia ha ragione nel dire che la situazione sulla rotta del Mediterraneo centrale è insostenibile", ha aggiunto, spiegando di aver incontrato il rappresentante italiano presso la Ue "per vedere come migliorare il sostegno al Paese". "Abbiamo l'obbligo di salvare vite", ha aggiunto. Ma "non possiamo lasciare un pugno di Paesi ad affrontare questo. Il luogo per discuterne è la riunione informale dei ministri degli Interni Ue a Tallin, la settimana prossima".

Questa offerta di denaro la respingerei al mittente. Credono di trattarci come la Turchia?

Speriamo che i nostri governanti non si facciano corrompere per un po' di milioni.
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Re: Contatti tra scafisti e alcuni soccorritori.....

Messaggioda ranvit il 28/06/2017, 19:22

Speriamo che i nostri governanti non si facciano corrompere per un po' di milioni.


Con questi 4 cacasotto non c'è speranza....comunque, secondo me mentre si mettono d'accordo, neanche i soldi ci danno 8-)
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Re: Contatti tra scafisti e alcuni soccorritori.....

Messaggioda mariok il 29/06/2017, 13:43

Un'isola con appena 420 mila abitanti correva il rischio di scomparire come comunità e come stato.

Fatte le debite proporzioni, dovremmo prendere seriamente in considerazione lo stesso rischio anche per noi.

Neanche un profugo sbarcato. Malta si blinda e dimentica la crisi
Sull’isola boom di turismo e crescita economica: “Chi specula in Libia viene a investire qui”
REUTERS
Una veduta di La Valletta dalla «gardjola», una torre medievale sul Mediterraneo

Pubblicato il 29/06/2017
NICCOLÒ ZANCAN
INVIATO A LA VALLETTA
La città della pace. Che nome ironico «Paceville» per questo delirio di ragazze e ragazzi in festa permanente. Quattro gru sono in movimento per costruire nuovi palazzi ancora più alti.


Qualcuno sta sparando fuochi d’artificio alle sette di sera, in piena luce. Ci sono 38 gradi, musiche diverse ti colpiscono in faccia a ogni metro. Il Garden Hotel. Il Paranza Restaurant. «Pizza, pasta e cannelloni». Due cartelli umani camminano avanti e indietro per sponsorizzare la prossima festa sulla spiaggia di quello che, fino a dieci anni fa, era soltanto un villaggio di pescatori. «Full open bar!», urlano a tutti. Mentre il Mediterraneo vive i suoi mesi più drammatici, 80 mila migranti sbarcati sulle coste italiane, 2 mila morti affogati, Malta festeggia il suo anno più felice. Come la Svizzera al tempo della Seconda guerra mondiale. Vicina a tutto, ma al riparo da ogni cosa. L’isola più fortificata del Mediterraneo non è mai stata così ricca.

Per il primo anno dal 1981, l’economia di Malta ha fatto registrare un surplus economico di 8,9 milioni. Lo Stato ha incassato più di quanto ha speso. Il premier laburista Joseph Muscat, appena riconfermato alla guida del Paese, ha definito l’accaduto con tre parole: «Un miracolo economico». Il turismo è cresciuto del 6%. La disoccupazione è scesa al 4,2%. Il porto, una distesa di container colorati, è uno snodo commerciale importante fra Oriente e Occidente. Tutto passa davanti a Malta. Migranti accolti? Nessuno. «Nel 2017 a La Valletta non è sbarcato neanche un profugo» dice Mark Micallef, giornalista e firma di punta del «Times Of Malta». Conosce ogni storia di quest’isola. Si è imbarcato più volte per rendersi conto personalmente di quel che accade in mezzo al mare. «L’anno con più migranti era stato il 2005, quando si erano registrati 4 mila sbarchi. L’anno scorso, invece, ci sono state circa 1500 domande d’asilo. Ma erano quasi tutti migranti arrivati in aereo».

Eppure questa piccola isola di 420 mila abitanti sta diventando il centro di molti nuovi affari, e non sono del tutto scollegati dalla tragedia del Mediterraneo. Tripoli è a 355 chilometri. Malta non accoglie, ma intrattiene rapporti sempre più stretti con le famiglie libiche più in vista. E se è vero che l’Unione europea sta ancora cercando qui tracce del tesoro della famiglia Gheddafi, 10 milioni di euro transitati su alcuni conti correnti, in questi ultimi anni i rapporti con quella costa africana si stanno intensificando. La Valletta è diventata la seconda casa per molti politici, funzionari e uomini d’affari libici. Se in Libia fai soldi in qualche modo, è qui che vieni a investirli al sicuro. E infatti, ecco gli uffici della Banca centrale libica, della Compagnia petrolifera nazionale, del fondo di investimento Lia. Molte famiglie stanno aspettando a La Valletta la fine della guerra civile. Due moschee della zona di Floriana hanno imam libici.

Ed è sempre dal porto della Valletta che parte la nave Phoenix, comprata dai coniugi Regina e Christopher Catambrone, imprenditori del ramo assicurativo in zone di conflitto, prima di convertirsi totalmente alla causa umanitaria. Sulla loro attività si sono addensati i sospetti - va detto, senza prove - del procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro. Hanno più volte spiegato l’origine economica della loro Ong. Prima soldi che avevano guadagnato, poi donazioni pubbliche. «Letteralmente esplose dopo la morte del bambino migrante Aylan Kurdi su una spiaggia turca», dicono adesso a Malta. Quello che si sa è che hanno partecipato alle prime missioni di salvataggio l’ex ufficiale dell’esercito maltese Ian Ruggier e l’ex capo di stato maggiore Martin Xuereb. Quello che si sa è che per le ricerche, da quest’anno, viene impiegato un drone e un piccolo aereo della ditta austriaca Schiebel. Quello che si sa è che i coniugi Regina e Christopher Catambrone non hanno mai sbarcato a Malta un solo migrante salvato in mezzo al mare.
Del resto, il capo ufficio operazioni della Guardia Costiera italiana Nicola Carlone, lo aveva detto chiaramente in commissione Schengen: «Malta ci nega l’attracco. Tendono a sottovalutare le condizioni di reale pericolo in cui si trovano le imbarcazioni per sottrarsi all’obbligo di dichiarare intervento Sar e dunque intervenire. Si limitano a un monitoraggio, fino a quando le barche dei migranti non lasciano le acque territoriali maltesi».

Malta nel 2018 sarà capitale europea della Cultura. Lord Byron l’aveva definita «l’isola delle urla, delle campane e degli odori». Vista da «Paceville» sembra un gigantesco luna park davanti al mare, dove è stata vietata per legge la solidarietà.
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