pinopic1 ha scritto:Bene l'Olanda, mi piace. Quindi niente finanziamenti pubblici alle scuole private non speciali. Alle scuole speciali per rispetto della libertà di religione o di ideologia o di filosofia educativa (che è legata ad una filosofia della vita altrimenti si tratterebbe di un metodo liberamente praticabile nella pubblica). E immagino nella stessa misura per tutte le confessioni religiose e filosofie, tutte quindi a loro volta sullo stesso piano. E' chiaro che non siamo in Italia e che si tratta di una concezione assolutamente laica.
Non è chiara l'ultima frase. Cioè è chiaro che l'Italia non è l'Olanda ma è altrettanto chiaro che sta a noi migliorare, adottando le leggi piu' adeguate al fine di migliorare. La concezione laica qui non c'entra, anzi rifiutandosi di finanziare pienamente le scuole parificate (private) come fanno in Olanda, solo perché in buona parte religiose, si dimostra che lo Stato nostro non ha una visione laica ed è ancora vincolato a guerre di religione.
pinopic1 ha scritto:Per quanto riguarda la legge della domanda e dell'offerta penso che nella sostanza in condizioni normali il risultato è molto prossimo alla versione banalizzata. Nella realtà quotidiana categorie professionali numerose hanno condizioni economiche inferiori a quelle di categorie professionali meno numerose (a meno che non siano protette dall'appartenenza ad una corporazione). All'interno di ogni categoria si realizza poi la selezione dei migliori . Gli economisti sono complessivamente, come categoria, meglio pagati dei laureati in Lettere che si dedicano all'insegnamento. Non credo che cambierebbe questa realtà con la privatizzazione della scuola. Dipende anche dai maggiori profitti che la scuola può attendersi assumendo quello più bravo invece di quello così così. Insomma c'è un limite alla produttività di un insegnante oltre il quale non conviene investire un centesimo in più. Questo limite è più elevato per un economista o per un ingegnere o semplicemente un tecnico delle materie plastiche.
In più si realizzerebbe una sperequazione sulla base delle materie d'insegnamento: certe competenze sono più "rare" di altre.
Chiaro, su questo hai ragione ma a mio avviso non consideri che la categoria insegnanti in Italia è numerosa per effetto di una distorsione della domanda e dell'offerta dovuta all'assenza del settore privato. Medici, architetti, avvocati ed economisti sono regolati, come volume totale di coloro che possono effettivamente lavorare, da meccanismi di mercato. Questo perché o un settore è totalmente soggetto al mercato oppure è misto (una parte privata ed una pubblica, come per la medicina). Nel caso educativo invece la stragrande maggioranza del settore scolastico è pubblico (tranne l'università, che per 1/3 è di fonte privata) e potenzialmente "garantito". Questo genera una sovrabbondanza di offerta, mentre la domanda è dimuita, a causa del calo delle nascite. La sovrabbondanza di offerta fa si che si propongano persone (con la speranza di pentrare in un mondo lavoratovo "protettto") che non sono all'altezza del compito.
Sui profitti che possiamo attenderci da un sistema scolastico, non è la "scuola" che li valuta ma il "sistema paese" e per tanto esso affida all'educazione le risorse giuste, facendo attenzione che vadano agli insegnanti migliori. Da noi la scuola è sotto finanziata ed ha un organico eccessivo, che per una certa percentuale (che non so e non posso stimare) non è nemmeno all'altezza e non viene selezionato adeguatamente. Il risultato lo vediamo nei test PISA degli studenti italiani, comparati a quelli degli altir paesi. Un sistema misto, pubblico e privato, con finanziamento e controllo dello stato potrebbe migliorare la situazione? Questo il tema da discutere, non altri su preti e suore.
Per me si', puo' migliorare la situazione, ma la discussione è lunga e va affrontata gradualmente.
Questo post è già troppo lungo.
Ciao,
Francesco