Semplicemente non è accettabile, ed è pure disonesto, mettere nel mazzo di un "liberismo", nemmeno poi definito, quel poco di non comunista che può venire da Cuba, il fascismo italiano, la politica italiana del dopoguerra e chi più ha più ne metta.
Come ci offendiamo facile.
Il dileggio, la superficialita`, la distorsione storica e la retorica danno fastidio, vero?
Come quando ti danno del comunista marxista sinistroide per il solo fatto di tendere a un modello progressista socialdemocratico e quindi voler difendere lo Statuto dei Lavoratori.
Cerchiamo di essere seri, allora.
TUTTI PERO`.
L'intero thread nasce dal fatto che Monti/Fornero hanno tentato un "colpaccio" affossando lo Statuto del Lavoratori.
In particolare sterilizzando l'articolo 18.
Questi tentativi politici storicamente hanno origine sulla fine degli anni 70.
Sono una costante.
Un'istanza constante proveniente dal mondo di centrodestra italiano.
Volutamente li definisco "liberisti de' noantri" (sperando che qualcuno colga il sarcasmo romano).
Perche` quegli stessi che vogliono piu` mercato dei beni comuni, dei servizi sociali, anche del lavoro.
Poi sono anche gli stessi che quel mercato vogliono distorcere.
Coi protezionismi, le leggi su misura, il fisco, a loro esclusivo vantaggio.
Vedi Marcegaglia che pretende ancora piu` flessibilita` in entrata (45 tipologie contrattuali non bastano).
O Berlusconi col Beauty Contest.
Sono dunque liberisti di comodo, non per convincimento.
Per convenienza loro personale.
E infatti appena arriva il temporale piangono aiuti statali.
Questo e` il "liberismo de' noantri".
E` un atteggiamento mentale, una filosofia di vita.
A siffatta gente senza idee non costa nulla appoggiare il Duce perche` cosi` castiga i comunisti.
Non gliene frega nulla di appoggiare un cialtrone razzista e secessionista, o una setta religiosa, se dietro quel paravento possono controllare le commesse che arrivano dalla regione.
Ne traggono vantaggio.
Per questi persino le guerre sono commesse.
Ora il problema posto fin dall'inizio del thread non e` la definizione del liberismo.
Ma e` come si possa anche solo pensare che con questi chiari di luna, ovvero con questa "area di interessi liberisti de' noantri" che persiste nel perseguimento dei propri obiettivi tramite il partito di nome PdL, si possa pensare di stare al governo e salvare l'Italia.
Io capisco l'esigenza di avere un governo di salvezza nazionale.
Pero` se e` in grado di salvare.
Se, come appare, alla fine l'attivita` di governo si sintetizza in un taglio radicale alle pensioni e un aumento drammatico delle tasse (pagate dai soliti noti, non dai liberisti de' noantri) per tenere a galla il Paese.
E poi in una serie di riformicchie dove la PdL detta legge e il PD tampona.
Allora io domando a che pro?
A chi giova?
Cosa pensiamo di salvare?
Tutto questo ragionamento nulla ha a che vedere con l'opposizione cieca al mercato che taluni imputano.
E` ai "liberisti de' noantri" che ci si oppone.
Sia per ragioni politiche teoriche, se vogliamo definirle cosi`.
Sia per ragioni materiali piu` immediate: con quella gente e` impossibile costruire qualcosa (a parte la TAV perche` gli servono le commesse).
Magari avessimo alla destra del PD un partito del 15-20% di veri liberali, gente alla Tabacci per intenderci.
Ci metterei la firma.
Ma purtroppo non ci sono.
Il "mai coi comunisti" continua ad essere l'imperativo.
E questo preclude ogni sviluppo politico serio.
Ciao.
soloo42001