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matthelm ha scritto:... Dopo il crocifisso, che altro vogliamo schiodare dal panorama? Le croci dei campanili, per evitare che i cittadini avvertano di vivere in città e paesi che hanno «il marchio di una data religione»? La Madonnina del Duomo, per non "marchiare" il cielo sopra Milano? Faremo sparire dai testi di scuola le immagini con scene e simboli religiosi (dalla Pietà di Michelangelo alle Madonne di Raffaello), per non "violare" i diritti di alunni e genitori? E perché continuare a "offendere" i non credenti, ostinandoci a datare gli anni della nostra vita a partire dalla nascita di Cristo? Non sarebbe ora che il "sinedrio" di Strasburgo agisse anche sul calendario?...
cardif ha scritto:E adesso come la mettono?
Non voglio risalire alle origini, alla "é xatolixé exxlesìa", dal greco chiesa universale: non se ne ammettono altre. C'è un gioco in cui si usa l'espressione "non ce n'è per nessuno".
Non voglio risalire alle spedizioni militari e coloniali propagandate dal clero come iniziative religiose, comunemente dette "crociate".
Ma questa cos'è?
Ho letto ora l'articolo di Piero Ignazi su L'espresso (è su internet) in cui scrive:
"Intanto, giusto per far capire come ci si deve comportare, i cattolicissimi e caritatevoli compagni di classe hanno già provveduto a riempire di botte il ragazzo in nome del quale è stato fatto il ricorso alla Corte europea. Dei Diritti dell'Uomo, apparentemente."
Non sono il padre di quel ragazzino; non ho fatto storie nelle aule, né per me né per i miei figli, perché non mi dava fastidio l'esposizione della croce.
Ma come padre, chi si sente di giustificare questa punizione inferta al figlio di chi ha chiesto, solo chiesto, il rispetto di un diritto?
E, in proporzione, che intendono fare costoro ai componenti della Corte di Strasburgo?
Non perché la croce non dà fastidio, ma perché si pretende di imporla?
Ho già riportato in um pio commento precedente le parole di Bagnasco: «sentenza orientata ideologicamente».
Queste che sono: percosse orientate ideologicamente?
E allora: come la mettono i sostenitori del fatto che la croce non dà fastidio?
Per favore, se qualcuno volesse rispondere, lo facesse nel merito. Altrimenti corro anch'io il rischio di essere sospeso come incrociatore.
cardif
cardif ha scritto:E adesso come la mettono?
Non voglio risalire alle origini, alla "é xatolixé exxlesìa", dal greco chiesa universale: non se ne ammettono altre. C'è un gioco in cui si usa l'espressione "non ce n'è per nessuno".
Non voglio risalire alle spedizioni militari e coloniali propagandate dal clero come iniziative religiose, comunemente dette "crociate".
Ma questa cos'è?
Ho letto ora l'articolo di Piero Ignazi su L'espresso (è su internet) in cui scrive:
"Intanto, giusto per far capire come ci si deve comportare, i cattolicissimi e caritatevoli compagni di classe hanno già provveduto a riempire di botte il ragazzo in nome del quale è stato fatto il ricorso alla Corte europea. Dei Diritti dell'Uomo, apparentemente."
Non sono il padre di quel ragazzino; non ho fatto storie nelle aule, né per me né per i miei figli, perché non mi dava fastidio l'esposizione della croce.
Ma come padre, chi si sente di giustificare questa punizione inferta al figlio di chi ha chiesto, solo chiesto, il rispetto di un diritto?
E, in proporzione, che intendono fare costoro ai componenti della Corte di Strasburgo?
Non perché la croce non dà fastidio, ma perché si pretende di imporla?
Ho già riportato in um pio commento precedente le parole di Bagnasco: «sentenza orientata ideologicamente».
Queste che sono: percosse orientate ideologicamente?
E allora: come la mettono i sostenitori del fatto che la croce non dà fastidio?
Per favore, se qualcuno volesse rispondere, lo facesse nel merito. Altrimenti corro anch'io il rischio di essere sospeso come incrociatore.
cardif
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