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La Corte europea : «No al crocefisso nelle aule scolastiche»

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: La Corte europea : «No al crocefisso nelle aule scolastiche»

Messaggioda Robyn il 13/11/2009, 12:06

Se la fede automaticamente determinerebbe l'appartenenza politica avremmo partiti su base etnica religiosa.Avremmo il partito cattolico,avremmo il partito islamico,il partito ortodosso etc.Se tutti i cattolici stessero da una parte in Italia avremmo il monopartito cattolico del pensiero unico.La fede in uno stato laico non determina l'appartenenza ad un partito.E tutto casuale.Si può stare ad esempio nel Prc e pensarla come la Gelmini.A proposito di Gelmini quando torneremo al governo via il grembiule.Il grembiule mi sembra come il pensiero unico maoista dove tutti devono vestirsi allo stesso modo Ciao Robyn
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Re: La Corte europea : «No al crocefisso nelle aule scolastiche»

Messaggioda pinopic1 il 13/11/2009, 12:08

Ma il PPE è il partito dei cattolici?

In Italia, si può anche cercare di costruire un anacronistico partito “monoetico”. Ma farlo in nome del PPE non è solo difficile. E’ ormai, fortunatamente, impossibile. Ispirarsi al popolarismo europeo (cioè ad una famiglia politica che sta cambiando volto, sempre meno ispirata alle tradizioni democristiane e sempre più ancorata ad una moderna cultura liberalconservatrice) significa predisporsi ad un impresa tutt’affatto diversa. Quella di costruire un luogo frequentabile e frequentato da non credenti e credenti, cristiani e non cristiani, animati da convinzioni morali diverse, ma non per questo incapaci di convivere e di rispettarsi. .
Posted by Benedetto Della Vedova at 13.05.09 11:10
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Re: La Corte europea : «No al crocefisso nelle aule scolastiche»

Messaggioda matthelm il 13/11/2009, 14:10

da Famiglia Cristiana:

LA CORTE DI STRASBURGO NON DIFENDE LA LIBERTÀ, OFFENDE
LA MEMORIA


Il crocifisso è il fondamento stesso della libertà. «Questa Europa del Terzo millennio ci lascia solo le zucche di Halloween e ci toglie i simboli più cari», ha detto il cardinale Tarcisio Bertone.

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha intimato lo "sfratto" al crocifisso dalle aule scolastiche, perché costituirebbe «una violazione della libertà dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni». Per i giudici di Strasburgo, «la presenza del crocifisso potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso. Avvertirebbero di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione».
Sulla preparazione giuridica dei membri della Corte di Strasburgo non ci permettiamo di eccepire. Sulla loro conoscenza della storia, invece, abbiamo da ridire. E molto. Le radici cristiane sono così profonde che reciderle rende incomprensibile il patrimonio di cultura, storia, arte e valori del nostro Paese.

Dopo il crocifisso, che altro vogliamo schiodare dal panorama? Le croci dei campanili, per evitare che i cittadini avvertano di vivere in città e paesi che hanno «il marchio di una data religione»? La Madonnina del Duomo, per non "marchiare" il cielo sopra Milano? Faremo sparire dai testi di scuola le immagini con scene e simboli religiosi (dalla Pietà di Michelangelo alle Madonne di Raffaello), per non "violare" i diritti di alunni e genitori? E perché continuare a "offendere" i non credenti, ostinandoci a datare gli anni della nostra vita a partire dalla nascita di Cristo? Non sarebbe ora che il "sinedrio" di Strasburgo agisse anche sul calendario?

La sentenza della Corte europea di Strasburgo non difende la libertà, offende solo la memoria. Che, condannata all’"alzheimer civile", non ha più passato. Valori e simboli fanno parte del bagaglio di tutti i cittadini, credenti e non. Appartengono a una biografia collettiva.

Che l’eredità cristiana sia connaturata all’essere italiani l’aveva capito bene un filosofo (non un teologo) come Benedetto Croce. Affermando che «non possiamo non dirci cristiani», scriveva: «Il cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuto. Nessun’altra regge al confronto. Rispetto a lei tutte sembrano limitate». I simboli delle grandi trasformazioni storiche non si sfrattano: vale per il tricolore dell’unità d’Italia, giustamente difeso dal vilipendio secessionista, come per il crocifisso che sta piantato nel cuore della civiltà.

Il crocifisso è sì un simbolo religioso, cui i cristiani guardano come alla stella polare della loro fede, ma è anche parte integrante della nostra identità di popolo. Parla al cuore dei credenti, ma allarga le braccia sulle sofferenze di ogni uomo e donna; indica traguardi di giustizia, pace e solidarietà. Anche i giudici di Strasburgo dovrebbero saperlo.

Ma dovremmo ricordarcelo tutti noi, cristiani a orologeria. Per essere credibili, nella difesa del crocifisso, dovremmo rispettarne con coerenza il messaggio. Nella sua interezza. Anche quando è scomodo, controcorrente. Su quella croce, ancora oggi, sono inchiodati tanti "poveri Cristi", ai margini della società. Abbiamo tolto loro diritti e dignità, respingendoli o sfrattandoli dalle nostre terre e case.

Non c’è nulla di più ipocrita, tanto meno cristiano, che strumentalizzare la croce per affermare un’identità in opposizione ad altre. O brandire il crocifisso come clava contro gli "infedeli".

La sentenza di Strasburgo conferma il peccato originale dell’Europa: un’Unione senza anima, senza radici. E senza i simboli più cari. Così ci impoveriamo tutti. Così ci si allontana dalla volontà popolare.

Aggiungo io :

Già che ci siamol a signora finlandese (lei o suo marito non ricordo) dovrebbe chiedere allo Stato finlandese di togliere la croce dalla bandiera nazionale. Può infatti provocoare o confondere i sudditi non cristiani!
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Re: La Corte europea : «No al crocefisso nelle aule scolastiche»

Messaggioda pierodm il 13/11/2009, 14:24

Mi piaccionno i dettagli, spesso più interessanti di quello che sembra l'argomento principale.

Dice Robyn: Il grembiule mi sembra come il pensiero unico maoista dove tutti devono vestirsi allo stesso modo .
Certo, essere d'accordo con Robyn mi verrebbe naturale.
Ma il tempo non passa invano, e anche i valori di conformismo e anticonformismo, di costrizione e di libertà, non hanno sempre la stessa forma, né gli stessi significati.
Io credo che non solo il grembiulino, ma anche altri aspetti dell'educazione e della scuola debbano essere meditati su basi diverse da quelle - sacrosante - che valevano qualche decennio fa.

Nel momento in cui era assolutamente matura l'esigenza di disincrostare la scuola, e con essa l'intera società, da paludamenti, da ossequi, da conformismi e ipocrisie, da sudditanze ormai insopportabili e obsolete, la dismissione di qualunque divisa e di stanchi rituali d'inquadramento è stata benemerita.
La possibilità di sedersi sui banchi con una propria immagine individuale, liberamente adottata, era sicuramente una manifestazione di libertà, una sensazione di leggerezza quasi festosa.
Ma da allora è subentrata l'età del consumismo, nella quale il termine stesso che ho usato poco sopra - "l'immagine" - ha assunto significati francamente perversi, che poco hanno a che fare con una vera "libertà" o con un senso di liberazione.
Anzi, sia l'immagine - il look - sia l'abbigliamento hanno progressivamente assunto un significato conformistico, oltre che discriminatorio, assorbendo in se stessi e degradandoli valori che hannno origini e avevano sempre avuto significati ben più profondi - psicologicamente e antropologicamente più profondi - di quelli che gli assegna la vulgata consumistica.

Insomma, a me sembra che un parziale ritorno ad un minimo di uguaglianza esteriore possa contribuire a smantellare il culto della pura immagine affidata alla moda e all'abbigliamento, alla ricerca nevrotica e ossessiva del "marchio", che oltre tutto costa cifre esagerate alle famiglie. E possa contribuire alla ricerca, alla consapevolezza della propria identità, della propria "singolarità individuale", al di fuori dei segni puramente estetici affidati all'abbigliamento.
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Re: La Corte europea : «No al crocefisso nelle aule scolastiche»

Messaggioda Iafran il 13/11/2009, 15:42

matthelm ha scritto:... Dopo il crocifisso, che altro vogliamo schiodare dal panorama? Le croci dei campanili, per evitare che i cittadini avvertano di vivere in città e paesi che hanno «il marchio di una data religione»? La Madonnina del Duomo, per non "marchiare" il cielo sopra Milano? Faremo sparire dai testi di scuola le immagini con scene e simboli religiosi (dalla Pietà di Michelangelo alle Madonne di Raffaello), per non "violare" i diritti di alunni e genitori? E perché continuare a "offendere" i non credenti, ostinandoci a datare gli anni della nostra vita a partire dalla nascita di Cristo? Non sarebbe ora che il "sinedrio" di Strasburgo agisse anche sul calendario?...

Qualcosa del genere potrebbe pure succedere in futuro (non pronosticabile oggi nei dettagli), senza, comunque, che i contemporanei ne sentano peso e sofferenza ... se succederà sarà fra secoli o millenni, probabilmente.

La storia non dobbiamo ignorarla. Essa si basa sugli scritti essenzialmente, ma anche sull’interpretazione di altre testimonianze materiali (la posizione delle colonne del tempio di Zeus ad Olimpia può “parlarci” lo stesso sulle probabili cause che possono averne provocato la caduta, anche se non ci dovessero essere scritti a riguardo; lo stesso vale per la ricerca della provenienza del Monumento ai Tetrarchi della Basilica di S. Marco a Venezia).
Più si indaga, più si ha un quadro verosimile della realtà; la quale realtà, a volte, non è garantita dagli stessi scritti.

Perché non rivolgiamo lo sguardo alla storia?
In passato si sono verificati tanti cambiamenti/superamenti culturali nello stesso luogo: è già successo ai simboli della cultura/religione egiziana sotto quella greca e poi sotto quella romana, come è successo ai simboli della cultura/religione greca sotto Roma e come è successo ai simboli della cultura/religione romana sotto il cristianesimo.
Non penso che ci sia qualcuno che sostenga che dall’Homo erectus siamo arrivati, in Italia, all’Homo catholicus romanus con un balzo netto di qualche milione di anni.
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Re: La Corte europea : «No al crocefisso nelle aule scolastiche»

Messaggioda cardif il 13/11/2009, 16:21

E adesso come la mettono?
Non voglio risalire alle origini, alla "é xatolixé exxlesìa", dal greco chiesa universale: non se ne ammettono altre. C'è un gioco in cui si usa l'espressione "non ce n'è per nessuno".
Non voglio risalire alle spedizioni militari e coloniali propagandate dal clero come iniziative religiose, comunemente dette "crociate".
Ma questa cos'è?
Ho letto ora l'articolo di Piero Ignazi su L'espresso (è su internet) in cui scrive:
"Intanto, giusto per far capire come ci si deve comportare, i cattolicissimi e caritatevoli compagni di classe hanno già provveduto a riempire di botte il ragazzo in nome del quale è stato fatto il ricorso alla Corte europea. Dei Diritti dell'Uomo, apparentemente."

Non sono il padre di quel ragazzino; non ho fatto storie nelle aule, né per me né per i miei figli, perché non mi dava fastidio l'esposizione della croce.
Ma come padre, chi si sente di giustificare questa punizione inferta al figlio di chi ha chiesto, solo chiesto, il rispetto di un diritto?
E, in proporzione, che intendono fare costoro ai componenti della Corte di Strasburgo?
Non perché la croce non dà fastidio, ma perché si pretende di imporla?
Ho già riportato in um pio commento precedente le parole di Bagnasco: «sentenza orientata ideologicamente».
Queste che sono: percosse orientate ideologicamente?
E allora: come la mettono i sostenitori del fatto che la croce non dà fastidio?

Per favore, se qualcuno volesse rispondere, lo facesse nel merito. Altrimenti corro anch'io il rischio di essere sospeso come incrociatore.
cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: La Corte europea : «No al crocefisso nelle aule scolastiche»

Messaggioda disallineato il 13/11/2009, 18:01

Inviterei gli amici del forum a dirmi la loro opinione sull'argomento che ho aperto (rimuoveremo gli altri simboli religiosi), dove ho fatto una serie di esempi, citando anche la mia città ed alcune manifestazioni religiose che in essa si svolgono.

Fra poco ci saranno le ricorrenze natalizie con i riti pagani e religiosi, fra cui il presepe. Anche per quello può valere il "diritto" a non veder esposto il bambin Gesu' per non offendere la sensibilità degli agnostici, dei non credenti o credenti altre religioni?

Vorrei avere Vs gradite opinioni.
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Re: La Corte europea : «No al crocefisso nelle aule scolastiche»

Messaggioda matthelm il 13/11/2009, 19:02

cardif ha scritto:E adesso come la mettono?
Non voglio risalire alle origini, alla "é xatolixé exxlesìa", dal greco chiesa universale: non se ne ammettono altre. C'è un gioco in cui si usa l'espressione "non ce n'è per nessuno".
Non voglio risalire alle spedizioni militari e coloniali propagandate dal clero come iniziative religiose, comunemente dette "crociate".
Ma questa cos'è?
Ho letto ora l'articolo di Piero Ignazi su L'espresso (è su internet) in cui scrive:
"Intanto, giusto per far capire come ci si deve comportare, i cattolicissimi e caritatevoli compagni di classe hanno già provveduto a riempire di botte il ragazzo in nome del quale è stato fatto il ricorso alla Corte europea. Dei Diritti dell'Uomo, apparentemente."

Non sono il padre di quel ragazzino; non ho fatto storie nelle aule, né per me né per i miei figli, perché non mi dava fastidio l'esposizione della croce.
Ma come padre, chi si sente di giustificare questa punizione inferta al figlio di chi ha chiesto, solo chiesto, il rispetto di un diritto?
E, in proporzione, che intendono fare costoro ai componenti della Corte di Strasburgo?
Non perché la croce non dà fastidio, ma perché si pretende di imporla?
Ho già riportato in um pio commento precedente le parole di Bagnasco: «sentenza orientata ideologicamente».
Queste che sono: percosse orientate ideologicamente?
E allora: come la mettono i sostenitori del fatto che la croce non dà fastidio?

Per favore, se qualcuno volesse rispondere, lo facesse nel merito. Altrimenti corro anch'io il rischio di essere sospeso come incrociatore.
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Questa è l'originalità dei forum, si può scrivere e leggere di tutto.

Questa del cardif è veramente degna della palma... della palma e basta.

E' incredibile non che il fatto sia accaduto perché la stupidità non ha limiti, ma è incredibile proporlo anche come ragionamento anticroce.

Un respiro profondo.....
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Re: La Corte europea : «No al crocefisso nelle aule scolastiche»

Messaggioda disallineato il 13/11/2009, 19:28

cardif ha scritto:E adesso come la mettono?
Non voglio risalire alle origini, alla "é xatolixé exxlesìa", dal greco chiesa universale: non se ne ammettono altre. C'è un gioco in cui si usa l'espressione "non ce n'è per nessuno".
Non voglio risalire alle spedizioni militari e coloniali propagandate dal clero come iniziative religiose, comunemente dette "crociate".
Ma questa cos'è?
Ho letto ora l'articolo di Piero Ignazi su L'espresso (è su internet) in cui scrive:
"Intanto, giusto per far capire come ci si deve comportare, i cattolicissimi e caritatevoli compagni di classe hanno già provveduto a riempire di botte il ragazzo in nome del quale è stato fatto il ricorso alla Corte europea. Dei Diritti dell'Uomo, apparentemente."

Non sono il padre di quel ragazzino; non ho fatto storie nelle aule, né per me né per i miei figli, perché non mi dava fastidio l'esposizione della croce.
Ma come padre, chi si sente di giustificare questa punizione inferta al figlio di chi ha chiesto, solo chiesto, il rispetto di un diritto?
E, in proporzione, che intendono fare costoro ai componenti della Corte di Strasburgo?
Non perché la croce non dà fastidio, ma perché si pretende di imporla?
Ho già riportato in um pio commento precedente le parole di Bagnasco: «sentenza orientata ideologicamente».
Queste che sono: percosse orientate ideologicamente?
E allora: come la mettono i sostenitori del fatto che la croce non dà fastidio?

Per favore, se qualcuno volesse rispondere, lo facesse nel merito. Altrimenti corro anch'io il rischio di essere sospeso come incrociatore.
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Credo siano episodi da condannare per quello che sono. Stop, il crocefisso non c'entra nulla.
Ogni pretesto può essere buono alimentare violenza, ma non confondiamo gli argomenti.
Qua stiamo parlando del fastidio che può dare l'esposizione di questo simbolo religioso e di tradizione.
Dico questo perchè chi lo espone o loprota al collo, mica è detto che sia più devoto a Cristo di chi non ce l'ha.
Ma la questione è: perchè imporre di toglierlo? Non si può rispondere affermando: perchè imporre l'esposizione?
Quello sta la da 2 secoli. E' parte dell anostra cultura, storia tradizione, venerazione... oramai ne abbiamo talmente dette tante che i termini sono esauriti. Toglierlo sarebbe una brutta imposizione, a mio modo di vedere. Lasciarlo dov'è, equivale a continuare con quello che i secoli hanno tramandato.
Se non ci fosse stata questa assurda sentenza, che per altro non è vincolante, ci sarebbero ancora tanti cristiani che non saprebbero nemmeno se il crocefisso c'è o no nelle aule della scuola del proprio figlio. E tanti agnostici, laici, non credenti o di altra professione religiosa, che avrebbero il crocefisso alle loro spalle nel luogo di lavoro senza che se ne fossero accorti.
Ora è scopiata la polemica e tutti a guardare se c'è o no.
Ma lasciatelo stare dov'è, com'è sempre stato. A chi giova la sua cancellazione dai luoghi pubblici? Voi che lo volete togliere, vivete meglio dopo? meno angosciati, meno oppressi? Di quali diritti calpestati stiamo parlando?
Con rispetto.
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Re: La Corte europea : «No al crocefisso nelle aule scolastiche»

Messaggioda disallineato il 13/11/2009, 19:29

Chissà se qualcuno farà ricorso alla stessa corte per il presepe nelle scuole?
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