Da Roma fa schifo, un sito che negli ultimi tempi era piuttosto pro marino..
... una lista dei tanti errori che l'ex sindaco ha compiuto in 2 anni e mezzo vanificando la sua azione di governo e il suo contributo di discontinuità.
1. LE BUGIE
Troppe, davvero troppe. Tanto da far pensare che siano un tratto caratteriale del chirurgo. Un personaggio per cui la bugia è norma; alfiere della mezza verità. Naturalmente bugiardo. Puoi fare riforme radicali e rivoluzionarie, ma se poi menti sulle scemenze vanifichi tutto. E mentire su cose di poca rilevanza non è una scusante, è una aggravante: già che vuoi mentire a questo punto menti sulle cose grosse semmai!
2. LO STAFF
Imbarazzante. Il sindaco si è circondato a seconda dei casi di gente incompetente, di gente ignorante riguardo alla città e di gente incapace di correggerlo. Come i manager mezze calzette o come i leader piccoli piccoli il sindaco volta per volta si "innamorava" di questo o quel collaboratore. Questa settimana faceva solo quello che diceva lui, la settimana prossima solo quello che diceva lei. Senza una linea e senza un costrutto. Le persone in gamba in questo modo si allontanano e si finisce nel modo peggiore per chi ha delle responsabilità di coordinamento: circondati solo di yesman.
3. LA COMUNICAZIONE
Fa parte un po' anche del problema qui sopra, ma è una faccenda a parte. In due anni e mezzo fai delle cose che eran 40 anni che si dovevano fare e che nessuno faceva? Bene, benissimo. Ma se non lo sai raccontare, se non sai costruire una storia su questo non servirà a nulla. Per la prima volta un sindaco ha provato a approvare dei provvedimenti di lungimiranza, che non guardavano alle prossime elezioni ma guardavano alle prossime generazioni. E non l'ha detto. Ad un utilizzo sufficiente dei social ha fatto contrasto un progetto largamente insufficiente sulla comunicazione. Non si chiede di arrivare ai livelli di Veltroni, ma insomma qui ci si è auto tarpati le ali ogni giorno. Perché?
Pensate al verde pubblico, ad oggi in condizioni ignobili a causa degli appalti sospesi alle ditte di Mafia Capitale. Ci si poteva costruire sopra un film, e invece si è lasciato ai cittadini solo il degrado. A cosa pensiamo? Feste, eventi, serate, cartelli su giardini e aiuole abbandonate: "questo giardino è temporaneamente in questo stato perché lo manuteneva la Mafia e noi li abbiamo cacciati via, presto risorgerà grazie a ditte oneste".
4. L'ASCOLTO
Ignazio Marino, convinto di essere solo un gradino sotto a Dio, non ha mai dato ascolto a nessuno; non ha mai chiesto aiuto; non ha domandato mai consiglio; non si è servito del contributo - tra l'altro spesso gratuito e disinteressato - di tanti che si erano offerti di collaborare. Pensate a come è stato messo ai margini un personaggio come Umberto Croppi che pure in campagna elettorale aveva ritirato la sua candidatura a favore di Marino.
5. I RAPPORTI COL CONSIGLIO COMUNALE
Lo sappiamo noi per primi che la fossa dei leoni del Consiglio Comunale è un coacervo di farabutti perché tendenzialmente solo un farabutto può sperare di prendere migliaia di consensi in una città come Roma. Ma è pur vero che ci sono delle eccezioni e su queste eccezioni bisognava lavorare d'astuzia. Non si può disinteressarsi completamente degli eletti trattando di fatto allo stesso modo maggioranza e opposizione. A Roma l'Assemblea Capitolina non è il luogo della democrazia, intendiamoci, è il luogo degli interessi e delle lobbies, ma questo non può essere una giustificazione per far finta che non esista: senza di lei non si approvano i provvedimenti.
6. LA CURA DELLA CITTA'
Proprio una bella strategia è stata pensare ai grandi problemi infischiandosene di quelli "piccoli". La città è diventata ancora più degradata di quanto era prima e la grande azione di riforma (su Ama, su Atac, sui dipendenti Comunali) invece di essere vissuta positivamente dai cittadini è passata come una sciagura. Un esempio? I graffiti. Appena arrivato Marino ha tagliato i fondi ai Pics, i Vigili Urbani che, assieme ad Ama, pulivano i muri dalle scritte vandaliche. La città si è trasformata in una enorme bacheca di scarabocchi da parte di vandali impuniti dando indirettamente a tutti una sensazione di sporco, di abbandonato, di anarchia e di declino. Sensazioni che arrivano alla pancia e poi salgono alla testa. Un percorso vizioso che ha fatto pensare a molti: "si stava meglio prima". E il sindaco, dicendo l'ennesima bugia, un annetto fa promise anche "trappole per writer". Si, come no...
7. DELUDERE L'ELETTORATO PIU' VICINO
Ignazio Marino è riuscito anche in questo. Dare delle cocenti delusioni all'elettorato più in sintonia con lui, con il suo stile, con le sue battaglie, con il suo tratto. L'esempio più lampante è quello dei ciclisti e non riguarda banalmente la famosa riunione con Stefano Esposito degli ultimi mesi, riguarda un percorso di 2 anni e mezzo in cui lo zoccolo duro dell'elettorato mariniano è stato umiliato. Il primo atto del sindaco è stato pedonalizzare i Fori: Via Labicana è diventata a senso unico rendendo illegale il passaggio delle bici dalla zona dell'Esquilino al Colosseo. Si è immediatamente promessa una soluzione per rendere fattibile la ciclabilità su quella che è la direttrice più usata in assoluto, ma non si è fatto nulla dopo 2 anni. Idem a Via Prenestina: promessa una ciclabile leggera e nulla di fatto. Sul bike-sharing nulla di fatto nonostante le promesse. Una débacle che ha finito per far cascare le braccia anche a chi al sindaco era più vicino.
8. LA DISCONTINUITA'
Orfini dice: "le discontinuità sono iniziate dopo Mafia Capitale". E dice l'ennesima sciocchezza. Come dimostra questo nostro articolo che all'epoca divenne celebre e nel quale parlavamo di "meccanismi mafiosi" quasi un mese prima dello scoppio delle inchieste, le discontinuità c'erano pure ben prima e anzi proprio quelle discontinuità spiegavano la macchina del fango che si aziono sul caso della Panda rossa del sindaco. Il fatto semmai è che furono poche, non all'altezza. Marino doveva fare la rivoluzione da subito e in tutti i campi e la fece in maniera troppo soft attendendo, questo si, le inchieste di Pignatone per accelerare.
9. MAFIA CAPITALE
L'unica volta in cui abbiamo incontrato il sindaco in un dibattito pubblico glielo dicemmo chiaro: "hai la possibilità di tirare il rigore per di più a porta vuota". Ebbene, ha sbagliato. Manco ha preso il palo, ha tirato proprio in tribuna incomprensibilmente. L'inchiesta dava una forza enorme al Sindaco, altro che Fase 2 dell'amministrazione, qui si aveva legittimazione per asfaltare tutto e cambiare davvero la piattaforma di malavita su cui campa e campava la capitale. E invece niente: dopo Mafia Capitale la città si è paralizzata, si è bloccata, si è proceduto solo alla pars destruens (pensate ai tavolini) senza considerare quella costruens, non si è trovato mezzo dirigente disposto a mettere una firma su un atto: tutto cristallizzato. Non c'è niente di peggio per una grande capitale occidentale che è tale se è dinamica. Non aver sfruttato Mafia Capitale per accelerare nel cambiamento è una colpa enorme.
10. GIUBILEO
Ignazio Marino aveva ricevuto una alzata di palla clamorosa da parte del Pontefice e non ha, neanche qui, capito come schiacciare. Immediatamente bisognava il giorno dopo dell'annuncio del Papa mettere in piedi un dream team di progettisti, urbanisti, politici per pianificare gli interventi credibili da fare. E non esistono scuse economiche perché molte cose si potevano fare senza soldi, semplicemente con le idee. Anzi molte cose di soldi ne avrebbero portati, non ne avrebbero richiesti. Si è stati invece anche qui paralizzati fino all'ultimo secondo, producendo progetti vomitevoli come quello di Via Marsala e come gli altri, per fortuna pochissimi, che vedranno la luce. Con una visione amministrativa che sarebbe risultata insufficiente a Cassino o a Gaeta, altro che Caput Mundi. - See more at: http://www.romafaschifo.com/#sthash.hExVsatx.dpuf