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Mafia a Roma....

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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda flaviomob il 10/12/2014, 23:56

“…GLI ITALIANI SONO ...I SOLITI INDIVIDUI SENZA SCRUPOLI AFFILIATI AD UN CLAN (#mafiacapitale) O AD UNA FORZA POLITICA (PD, EX PDL, FDI, RC, ETC.).


Chissà se funziona anche nella versione... breve! :lol:

(Ma questo sarà MODE SATIRA ON oppure OFF???)


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda pianogrande il 11/12/2014, 0:55

Satira o non satira, gli italiani non sono mica (in genere) gente tanto pulita o tanto puritana.

L'omertà con le mafie è anche figlia della paura ma anche figlia dell'interesse.

L'omertà con i politici corrotti (l'appoggio ai politici corrotti) non è mica solo figlia dell'ignoranza e delle televisioni del berlusca.
E' figlia di mille piccoli e grandi interessi personali.
La torta viene anche divisa con una parte della cittadinanza.

L'evasione fiscale, praticata a livello di massa, è permessa dai politici ma praticata dal popolo sovrano.

Naturalmente, gli onesti sono noiosi e fanatici giustizialisti.

A meno che non vadano a rompere le scatole a qualcun altro.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda Salemi il 11/12/2014, 0:58

A vario titolo, dopo la domanda di Marco Damilano di una settimana fa a Renzi a Bersaglio mobile, la segreteria renziana aveva evitato di mostrare l'elenco dei partecipanti alla cena elegante romana e si capiva il perché del malcelato imbarazzo.


“Alla cena del Pd per selfie e relazioni Er Cecato socio”
(Antonio Massari).
10/12/2014

[img]
https://triskel182.files.wordpress.com/ ... =740&h=269[/img]


Il tavolo alla cena di Matteo Renzi è costato 10 mila euro, ha pagato tutto la cooperativa e, tra i soci della nostra cooperativa, la 29 giugno, c’è anche Massimo Carminati”. A parlare è Claudio Bolla, braccio destro di Salvatore Buzzi, l’uomo delle cooperative rosse in affari con Massimo Carminati, il capo di Mafia Capitale. Bolla – che non è indagato – era al tavolo dell’ormai famosa cena di finanziamento per Matteo Renzi, quella del 7 novembre, e con lui c’erano anche Buzzi e Carlo Maria Guarany, entrambi arrestati nell’inchiesta romana con l’accusa di associazione mafiosa. Bolla, al tavolo eravate in cinque, oltre agli arrestati Buzzi e Guarany, chi erano gli altri due? Sono due soci della cooperativa, persone senza alcuna carica, non vi dico il nome perché non mi va di metterli in questo tritacarne senza motivo.
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda Salemi il 11/12/2014, 1:43

Repubblica 10.12.14
Il parassitismo fiorente
di Franco Cordero

TIENE banco la scoperta del malaffare capitolino: una congrega a varie anime (underground nero, Magliana, trame mafiose), infiltrata nel Pd, gestisce appalti lucrando su raccolta dei rifiuti, campi d’immigrati, manutenzione del verde pubblico. Stupore, scandalo, sdegno: ed essendo sinora centouno i variamente coinvolti, molti in custodia cautelare, sa d’eufemismo la metafora «mela marcia». Matteo Renzi reagisce nel solito stile, a imperiosi gesti verbali, nominando un commissario: Matteo Orfini, presidente del partito, ex capo dei «giovani turchi»; né poteva mancare una «task force». Ventitré anni fa Bettino Craxi definiva «mariuolo» il presidente del Pio Albergo Trivulzio, sorpreso col denaro caldo in tasca. Il risanatore del partito era un ex sindacalista Psi, poi ministro e presidente dell’Antimafia, Ottaviano Del Turco: nel luglio 2008, governatore dell’Abruzzo, finisce in vinculis, quale tangentocrate d’una Sanità vertiginosamente gonfia; da Parigi nell’anniversario della Bastiglia l’allora premier Silvio Berlusconi inveisce contro l’ultimo «teorema » d’invadenti toghe; le imbriglierà. Esiste una compagnia degl’impuniti: campagne mediatiche lo davano innocente, assolto a colpo sicuro; il processo pende in appello dopo una condanna a nove anni e sei mesi. L’argomento invita all’analisi storica: come mai fioriscano tali commerci; e quanto vi sia organicamente coinvolta la classe politica.
L’evento milanese 17 febbraio 1992 ha effetto domino: dovunque l’inquirente scavi, brulica politica infetta. Gli ottimisti sperano una metamorfosi virtuosa, oltre palude democristiana e plumbeo dogmatismo comunista (squalificato dalla crisi nella Chiesa madre moscovita). La mutazione genetica era illusoria. In Sicilia Cosa Nostra ha subìto duri colpi e risponde uccidendo in forme spettacolari chi la perseguiva: sabato 23 maggio, mentre le Camere eleggono un presidente della Repubblica, saltano in aria Giovanni Falcone, sua moglie, la scorta; cinquantasette giorni dopo, tocca a Paolo Borsellino; lo Stato reagisce isolando i boss detenuti (art. 41-bis: comunicavano facilmente con l’esterno); misura molto sofferta dalla cupola. In settembre, Vito Ciancimino voleva stabilire contatti: lo sappiamo da Luciano Violante, testimone tardivo; allora presiedeva l’Antimafia. Tra maggio e luglio 1993 esplodono autobombe a Roma, Firenze, Milano: morti, feriti, offese al patrimonio artistico; l’esplosivo dirocca due basiliche nel cui titolo figurano i nomi dei presidenti delle Camere (la mafia è semiologa). Nell’udienza al Quirinale del 28 ottobre 2014, Giorgio Napolitano racconta che l’allusione fosse perfettamente intesa nel mondo politico: saltava agli occhi l’intento estorsivo, liquidare l’art. 41-bis; non rammenta però uno Stato transigente. Gli archivi suonano altra musica. Fin da giugno il nuovo vertice penitenziario consigliava la «distensione» carceraria conseguibile a quel modo: varie voci contraddicono segnalando i pericoli d’una maniera molle ma provvedimenti ministeriali del 5 novembre restituiscono al regime consueto 334 importanti mafiosi. Non è routine. Scelte simili coinvolgono il governo.
Nei mesi seguenti nasce una mai vista creatura politica: ponti o celle con le sbarre sono dimore scomode (parla Fedele Confalonieri, custode dei segreti); così diventa «statista» l’uomo che s’era fondato un impero economico e mediatico praticando falso, frode, corruzione, plagio. Gli sta al fianco l’inseparabile Marcello Dell’Utri, i cui legami con la piovra constano dalla condanna a sette anni (li espia): «Dobbiamo convivere», esorta un ministro del secondo governo forzaitaliota; e convivono proficuamente, visti i sessanta seggi su sessanta vinti nell’isola. Il modus vivendi tra Repubblica d’Italia e dominio mafioso richiedeva qualche ritocco delle norme. Re Lanterna spaccia garantismi criminofili: perde i colpi un ferrovecchio penale faticoso, lento, sistematicamente inibito; ogni anno sfumano 150mila casi, «prescritti» ossia estinti da termini iugulatori. La criminalità white collar è una prediletta berlusconiana. L’universo mafioso vi rientra nella parte in cui assume figure finanziarie, commerciali, industriali: gigantesca impresa, allunga i tentacoli. Ma colletti bianchi malfattori patiscono le spie meccaniche occulte, e qui l’Olonese non è ancora soddisfatto: l’ideale sarebbe che nessuno v’interferisse, affinché comunichino sicuri, essendo tabù qualunque cosa dicano privatamente. Le intercettazioni sono bestia nera in quest’allegra ideologia.
I parlamentari godono d’un privilegio: chi vuol intercettarli chieda l’assenso della Camera competente: solenne “en garde” e sarebbe meno ipocrita l’assoluta immunità; l’avvertito non parla più o misura le parole. Quando poi l’onorevole locutore s’infili in linee altrui, soggette a controllo, l’assemblea concede o nega l’uso dei reperti, sovranamente. Regna la casta. Giovedì 4 dicembre Palazzo Madama sottrae all’indagine e al futuro eventuale processo le emissioni vocali d’Antonio Azzolini, presidente Ncd della commissione bilancio: ballano 147 milioni d’una truffa allo Stato, frode in pubbliche forniture, associazione a delinquere, reati ambientali ecc.; così la procura di Trani configura i fatti. L’interessante è che, tolto qualche dissenso, niente distingua i senatori Pd dai berluscones delle due famiglie: con distintivi diversi sotto il bavero conducono lo stesso gioco; vedi Kafka, Il processo , in fondo al secondo capitolo. Gli «emblemata» erano un genere letterario: figure simboliche, talvolta accompagnate da chiose o versi; è famosa la raccolta d’Andrea Alciato, luminare della giurisprudenza colta cinquecentesca. Volano o rampano grifone, aquila, cavallo, leone, ma dovendo definire emblematicamente il parassitismo fiorente in Italia, sceglieremmo animali meno nobili, quali pidocchio e vampiro.
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda flaviomob il 11/12/2014, 9:13

Mi sembra davvero inconcepibile che una cooperativa sociale paghi ai propri dirigenti diecimila euro per una cena (a favore di un partito, poi!).
Una cosa del genere dovrebbe essere già esclusa dallo statuto della cooperativa. Ma anche il PD non dovrebbe accettare una cosa del genere che fa davvero a pugni con il buon senso. Ovvero un'associazione con scopi sociali che deve contare anche il centesimo per garantire innanzitutto la solidità di bilancio e poi per fare in modo che gli utili vadano a creazione di nuove strutture sociali (ad esempio un'agenzia che si occupi del reinserimento lavorativo degli ex detenuti o borse lavoro, o una comunità di recupero, ma ci sarebbero mille altri esempi) coerenti con la propria missione. Facendo finta che il PD non sapesse nulla di costoro (!), l'etica vorrebbe che comunque si rifiutasse a priori un finanziamento del genere, anche sottoforma di cena (je piace proprio magnà, a quest'omo!!!), risultando evidente che va a cozzare contro lo stesso senso dell'esistenza di una cooperativa sociale. E' questo che mi scandalizza davvero.


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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda flaviomob il 11/12/2014, 11:56

http://www.repubblica.it/cronaca/2014/1 ... ref=HREA-1

Mafia dietro alle manifestazioni (violente) di Tor Sapienza, ovviamente...


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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda gi.bo. il 11/12/2014, 12:22

flaviomob ha scritto:Mi sembra davvero inconcepibile che una cooperativa sociale paghi ai propri dirigenti diecimila euro per una cena (a favore di un partito, poi!).
Una cosa del genere dovrebbe essere già esclusa dallo statuto della cooperativa. Ma anche il PD non dovrebbe accettare una cosa del genere che fa davvero a pugni con il buon senso. Ovvero un'associazione con scopi sociali che deve contare anche il centesimo per garantire innanzitutto la solidità di bilancio e poi per fare in modo che gli utili vadano a creazione di nuove strutture sociali (ad esempio un'agenzia che si occupi del reinserimento lavorativo degli ex detenuti o borse lavoro, o una comunità di recupero, ma ci sarebbero mille altri esempi) coerenti con la propria missione. Facendo finta che il PD non sapesse nulla di costoro (!), l'etica vorrebbe che comunque si rifiutasse a priori un finanziamento del genere, anche sottoforma di cena (je piace proprio magnà, a quest'omo!!!), risultando evidente che va a cozzare contro lo stesso senso dell'esistenza di una cooperativa sociale. E' questo che mi scandalizza davvero.
Son perfettamente d'accordo con te. I soldi da dove provengono? Dai soci o dalle casse della cooperativa? Ma questi non devovo essere versati per altri scopi se ci sono utili e come prevedono gli statuti?
Mi fermo xchè se proseguiamo su questo "filo" andiamo direttamente OT.


hola
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo(Giordano Bruno)
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda flaviomob il 11/12/2014, 12:32

Dalle casse della cooperativa che peraltro contengono anche le quote versate dai soci!


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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda Salemi il 11/12/2014, 18:59

I leghisti indigeni da mesi sono sul piede di guerra a causa dei massicci sbarchi sulle coste italiane. In prevalenza a Sud. Se questi sbarchi avvenivano senza un preciso intervento delle forze governative per dare una soluzione organica ad un esodo di massa di queste dimensioni una ragione doveva pur esserci.

Qualcuno doveva avere reconditi interessi. Ma questa risposta ai leghisti non bastava. Volevano che l’invasione cessasse di colpo. Ma non c’erano solo i leghisti a mostrare insofferenza per l’exodus che non finisce mai. L’insofferenza per la presenza di diversi è stata vistosamente esternata anche da chi si dichiarava di sinistra.
Adesso sappiamo da pochi giorni che la tratta degli schiavi rende più della droga.


Mafia capitale, coop di Buzzi con la ‘ndrangheta nel business dei migranti


Altri due arresti nell'inchiesta. Il ras delle cooperative rosse all'emissario dei Mancuso di Limbadi: "'Ndrina vera, come stai?". Lo scambio: per i calabresi le pulizie del mercato dell'Esquilino in cambio di "protezione" nella gestione del Cara di Cropani
di Andrea Palladino e Giovanna Trinchella | 11 dicembre 2014
Rapporti di affari. Stretti, strettissimi. I legami tra le coop romane legate al mondo di Salvatore Buzzi – l’imprenditore di riferimento del Pd della capitale, vicinissimo alla Legacoop del ministro Poletti – e le cosche di ‘ndrangheta sono il nuovo filone delle indagini di Mafia Capitale, aperto questa mattina con due arresti e diverse perquisizioni. Contatti strutturati, per i magistrati, che nascevano con la consapevolezza di avere a che fare con gente legata alla ‘ndrangheta. Una vera e propria joint-venture, basata su uno scambio: voi entrate negli affari romani legati alle pulizie, noi sbarchiamo in Calabria, occupandoci di migranti. Business che – spiegava Buzzi in una intercettazione ormai celebre – “rende più della droga”. Un rapporto “alla pari”, secondo i magistrati romani…………………….

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... a/1265100/
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda Salemi il 11/12/2014, 22:09

Repubblica 11.12.14
Pasta in cambio dei voti e mazzi di tessere comprate viaggio nel Pd delle clientele
“Se un circolo ha bisogno di soldi, arriva il capo bastone e paga in contanti le tessere Noi che abbiamo denunciato siamo finiti sul banco degli imputati, quasi espulsi”

di Giovanna Vitale

ROMA Pacchetti di tessere comprate in bianco dai capibastone e restituite compilate, come e da chi però non si sa. Code di extracomunitari ai seggi delle primarie. Pulmini di anziani prelevati dai centri ricreativi e ricompensati con buste alimentari. Soldi distribuiti fuori dai circoli per incentivare il voto. Congressi finiti a insulti e spintoni, e la polizia che arriva a sirene spiegate.
Benvenuti nel meraviglioso mondo del Pd Roma
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