pagheca ha scritto:Mi chiedevo come mai un argomento tutto sommato secondario (almeno rispetto per esempio alla crisi economica, o ad attacchi molto piu' gravi alla democrazia e al nostro senso di giustizia), nato tra l'altro da una "costola" di un altro argomento, abbia raggiunto un cosi' elevato numero di interventi. Ho l'impressione che qui si esemplifichino tutti i difetti del nostro paese. Provo ad elencarne alcuni possibili
1) regole non scritte che creano confusione
2) la stanchezza della gente verso certe istituzioni che sembrano diventati meccanismi vuoti, meri strumenti di spartizione del potere
3) la totale indifferenza di Berlusconi e compagni verso qualsiasi forma di rispetto istituzionale
4) l'idea delle opposizioni che ancora si possa considerare la politica come una spartizione di poltrone (poltroncine, direi), per trovare una sistemazione a politici navigati incapaci di fare altro
5) la sensazione che comunque ci si muova il PD e l'opposizione in generale siano totalmente incompetenti, impotenti, e incapaci di comunicare
6) scrivete qui quello che pensate
Non sono intervenuta prima su questo argomento, ma adesso dico la mia al volo.
Concordo coi punti indicati da Pagheca, vorrei comunque sottolineare quello che mi ha più colpito in tutta la vicenda.
1. Il PdL si impunta su un veto non solo contro un nome (se si fosse trattato di un problema di competenza, la cosa avrebbe anche potuto venir presa in considerazione) ma contro un partito, e questo è inaccettabile;
2. L'impuntatura su Orlando, dato il punto 1, appare legittima sul piano dei principi, però un escamotage si poteva sempre cercare, per uscire dal vicolo cieco;
3. Villari è stato regolarmente eletto. Coloro che si erano accordati per votarlo, sapevano ciò che facevano, oppure credevano di stare soltanto giocando?
4. Non fraintendetemi, non intendo in alcun modo difendere la posizione di Villari, semplicemente incollato alla nuova poltrona, però ... però vi pare normale? Ormai siamo così abituati che il voto sia solo una formalità, che tutti, dal Pd a Berlusconi, passando per i presidenti di Camera e Senato (con la sola eccezione del saggio Napolitano), ritengono ovvio che le elezioni non contano nulla, e si stupiscono se qualcuno non segue prontamente le "indicazioni" delle segreterie.
Insomma, a mio parere tutta la vicenda sta a significare che nelle regole democratiche in Italia non crede più nessuno:
- i parlamentari, eletti "senza vincolo di mandato", sono in realtà cooptati dalle segreterie (e quindi il vincolo di mandato ce l'hanno nei fatti).
- le nomine a tutti gli incarichi sono decise con criteri spartitori sempre dalle stesse segreterie, che non sentono nemmeno il dovere di dare valutazione nel merito delle loro scelte;
- le votazioni, ad ogni livello, sono atti puramente formali, le vere decisioni si prendono altrove, ed a quelle tutti hanno il dovere di uniformarsi. Se una votazione elegge qualcuno non conforme alle decisioni delle segreterie, quella votazione è ovviamente nulla e non valida.
Rendiamoci conto del paese nel quale viviamo, e della situazione che si è venuta a creare.
Se a questo si aggiunge che c'è chi cerca di ricondurre tutto alla pluridecennale inimicizia tra Veltroni e D'Alema ... che dire? A me cadono le braccia.
annalu