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No alla Brexit

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: No alla Brexit

Messaggioda trilogy il 28/06/2016, 10:47

mariok ha scritto:IL RETROSCENA
La strategia di Merkel: nessuna accelerazione e Commissione ai margini
L’obiettivo è che Londra alla fine resti partner Ue. Merkel ha detto che non si può fare altro: spetta a Londra avviare il processo.
di Danilo Taino
...........Ma niente su passi istituzionali verso più o meno integrazione nella Ue. Sarà la grande questione e lo scontro dei prossimi mesi. Merkel fa sapere che l’Europa è degli Stati, non di Bruxelles.


Ci sono le elezioni l'anno prossimo e con l'aria che tira sbilanciarsi troppo può portare a rovesci politici
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Re: No alla Brexit

Messaggioda mariok il 28/06/2016, 12:18

Ci sono sempre elezioni imminenti da qualche parte. E' anche per questo che con i governi nazionali non si concluderà mai niente.

L'unica alternativa (anche se piuttosto remota) è che nascano dei movimenti dal basso e che premano sul parlamento europeo perché costringa consiglio e commissione a muoversi in tal senso.

Qualche piccolo progresso nel passato si è fatto attraverso il parlamento europeo grazie a personaggi come Spinelli e Napolitano.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: No alla Brexit

Messaggioda mariok il 28/06/2016, 17:02

Il parlamento europeo approva una risoluzione per cacciare il Regno Unito. Chi vota contro?

Il Parlamento europeo riunito in seduta straordinaria a Bruxelles ha approvato una risoluzione nella quale chiede alla Gran Bretagna di attivare “immediatamente” l’articolo 50 del Trattato di Lisbona per l’uscita dalla Ue. Nel testo che è stato approvato con il voto favorevole di 395 eurodeputati, mentre in 200 hanno votato contro, si esorta il Regno Unito ad avviare al più presto i negoziati, “per evitare un’incertezza che sarebbe dannosa e per proteggere l’integrità dell’Unione”. I parlamentari sottolineano poi che “la volontà espressa dal popolo britannico deve essere interamente e scrupolosamente rispettata”. Dopo un dibattito tra i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il ministro olandese Jeanine Hennis-Plasschaert in rappresentanza della presidenza di turno dell’Ue, il Parlamento ha votato una risoluzione sui prossimi passi da intraprendere dopo il referendum del Regno Unito del 23 giugno :il testo è stato approvato con 395 a favore, 200 contrari e 71 astenuti.

L’Europarlamento chiede al governo britannico di rispettare la decisione democratica dei suoi cittadini attraverso l’attuazione rapida della procedura di recesso, attivando quindi l’articolo 50 del trattato sull’Ue per consentire l’avvio dei negoziati.Per prevenire incertezze negative per tutti e proteggere l’integrità dell’Unione, i deputati a Bruxelles esortano il primo ministro britannico David Cameron a notificare l’esito del referendum al Consiglio europeo di oggi e domani per dare avvio, il prima possibile, alla procedura di recesso. I deputati ricordano quindi che, a norma dei trattati, è richiesta l’approvazione del Parlamento europeo sull’accordo finale di recesso, e che lo stesso Parlamento deve essere pienamente coinvolto in tutte le fasi dei negoziati sull’uscita del Regno Unito.

I 17 europarlamentari del M5S hanno votato compatti con il leader dell’Ukip Nigel Farage, di cui sono alleati nel gruppo euroscettico Efdd, contro la risoluzione del Parlamento europeo sulla Brexit. Tra i 200 ‘no’ non solo quelli del gruppo dei conservatori Ecr (di cui fanno parte, tra gli altri i ‘tories’ britannici), ma anche dell’Efdd di Grillo e Farage, l’Enf di Marine Le Pen e Matteo Salvini e l’estrema destra neofascista dei ‘non iscritti’.
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Re: No alla Brexit

Messaggioda Robyn il 28/06/2016, 20:48

Gli ultimatum sono dannosi.L'Italia non deve mai assumere una connotazione antieuropea sia che si è trattato in passato di grexit sia che si tratta di brexit.Assumere posizioni antieuropee fà il gioco degli antieuropei e a pagarne le conseguenze sono gli strati più deboli.Infatti i deboli ci sono anche in uk.Adesso si parla di Teresa May la più critica europeista del fronte del remain vedremo cosa saprà fare ci si aspetta che la libertà di movimento in ambito europeo non sia toccata.David Cameroun rincorreva Farage sul suo stesso terreno alla fine ha fatto il gioco di Farage.Alla fine chi paga?I più deboli?
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Re: No alla Brexit

Messaggioda diffidente il 28/06/2016, 21:40

Secondo me, dato che la Commissione europea e Juncker sono stati eletti o quantomeno a loro é stata accordata la fiducia dal Parlamento Europeo e dunque é una istituzione piu' democratica e piu' legittimata ad agire del Consiglio d'Europa, che é pura espressione degli esecutivi dei singoli Stati, é alla Commissione Europea che dovrebbe spettare il ruolo principale nei negoziati e nell'indirizzo da dare a questi ultimi.
A mio parere il Consiglio d'Europa é visto dalla gente come un organo autoreferenziale, una sorta di direttorio che prende decisioni senza esserne stato legittimato, dovrebbe essere ,sempre secondo me, meno potente della Commissione, che in fondo é il "vero" Esecutivo dell'Unione Europea in quanto tale
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Re: No alla Brexit

Messaggioda pianogrande il 28/06/2016, 21:50

mariok ha scritto:Il parlamento europeo approva una risoluzione per cacciare il Regno Unito. Chi vota contro?

Il Parlamento europeo riunito in seduta straordinaria a Bruxelles ha approvato una risoluzione nella quale chiede alla Gran Bretagna di attivare “immediatamente” l’articolo 50 del Trattato di Lisbona per l’uscita dalla Ue. Nel testo che è stato approvato con il voto favorevole di 395 eurodeputati, mentre in 200 hanno votato contro, si esorta il Regno Unito ad avviare al più presto i negoziati, “per evitare un’incertezza che sarebbe dannosa e per proteggere l’integrità dell’Unione”. I parlamentari sottolineano poi che “la volontà espressa dal popolo britannico deve essere interamente e scrupolosamente rispettata”. Dopo un dibattito tra i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il ministro olandese Jeanine Hennis-Plasschaert in rappresentanza della presidenza di turno dell’Ue, il Parlamento ha votato una risoluzione sui prossimi passi da intraprendere dopo il referendum del Regno Unito del 23 giugno :il testo è stato approvato con 395 a favore, 200 contrari e 71 astenuti.

L’Europarlamento chiede al governo britannico di rispettare la decisione democratica dei suoi cittadini attraverso l’attuazione rapida della procedura di recesso, attivando quindi l’articolo 50 del trattato sull’Ue per consentire l’avvio dei negoziati.Per prevenire incertezze negative per tutti e proteggere l’integrità dell’Unione, i deputati a Bruxelles esortano il primo ministro britannico David Cameron a notificare l’esito del referendum al Consiglio europeo di oggi e domani per dare avvio, il prima possibile, alla procedura di recesso. I deputati ricordano quindi che, a norma dei trattati, è richiesta l’approvazione del Parlamento europeo sull’accordo finale di recesso, e che lo stesso Parlamento deve essere pienamente coinvolto in tutte le fasi dei negoziati sull’uscita del Regno Unito.

I 17 europarlamentari del M5S hanno votato compatti con il leader dell’Ukip Nigel Farage, di cui sono alleati nel gruppo euroscettico Efdd, contro la risoluzione del Parlamento europeo sulla Brexit. Tra i 200 ‘no’ non solo quelli del gruppo dei conservatori Ecr (di cui fanno parte, tra gli altri i ‘tories’ britannici), ma anche dell’Efdd di Grillo e Farage, l’Enf di Marine Le Pen e Matteo Salvini e l’estrema destra neofascista dei ‘non iscritti’.


Opporsi a un invito a portare avanti la procedura di uscita, da parte degli "euroscettici" come Farage (addirittura!) e i poveri 5 Stelle ormai alla canna del gas come esempio di coerenza e razionalità, lascia davvero senza parole.
Tra un po' protesteranno perché li vogliono buttare fuori.

Mi aspetto un Di Maio (il primo nome che mi viene in mente) denunciare il vile comportamento dell'Europa a cui non sembra vero di liberarsi della GB per portare più potere in Germania.
Naturalmente, a lui, non glie la raccontano.
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Re: No alla Brexit

Messaggioda flaviomob il 28/06/2016, 22:37

L'invito di Bruxelles a intraprendere la procedura di uscita non ha alcuna base normativa o legale.

Il trattato di Lisbona è chiarissimo in questo senso. Il parlamento europeo ha votato sul nulla, ha solo perso tempo.

I proclami e la polarizzazione tra le parti una contro l'altra armata non hanno senso. Ricordiamoci che in Irlanda del Nord si rischia il ritorno alla guerra civile se i toni continueranno ad essere esasperati.

Meno male che c'è ancora Draghi.

Draghi: «Impatto sul Pil Ue fino allo 0,5%»
La Brexit può avere un impatto negativo fino allo 0,5% del Pil della zona euro. È quanto afferma Mario Draghi in un documento ottenuto da Bloomberg al vertice Ue: il presidente della Banca Centrale Europea avverte che il Pil dell’Ue potrebbe risentire di una riduzione della crescita del Pil nei prossimi tre anni. E avverte che la Brexit potrebbe innescare una corsa alle svalutazioni competitive delle monete in tutto il mondo e incrementare i premi di rischio e le turbolenze. «Non possiamo permetterci di non risolvere» i problemi delle banche ha aggiunto il numero uno della Bce . «È ora di farlo».Draghi: «Impatto sul Pil Ue fino allo 0,5%»
La Brexit può avere un impatto negativo fino allo 0,5% del Pil della zona euro. È quanto afferma Mario Draghi in un documento ottenuto da Bloomberg al vertice Ue: il presidente della Banca Centrale Europea avverte che il Pil dell’Ue potrebbe risentire di una riduzione della crescita del Pil nei prossimi tre anni. E avverte che la Brexit potrebbe innescare una corsa alle svalutazioni competitive delle monete in tutto il mondo e incrementare i premi di rischio e le turbolenze. «Non possiamo permetterci di non risolvere» i problemi delle banche ha aggiunto il numero uno della Bce . «È ora di farlo».


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Re: No alla Brexit

Messaggioda pianogrande il 29/06/2016, 0:59

Poteva mostrarsi indifferente il parlamento europeo davanti al referendum in cui ha vinto il partito dell'uscita?
Qualcosa di male se chiede all'UK di decidersi?
Non possono tenere in scacco la comunità che non può, da oggi, prendere le sue decisioni facendo finta di nulla.
Tra l'altro Cameron, dopo aver promesso nel suo discorso di chiamata al referendum che si sarebbe adeguato alla volontà del popolo, adesso non lo sta facendo.
Dopo aver dichiarato che non si sarebbe dimesso, adesso è in uscita anche lui e rimanda il tutto al suo successore.

Non ha votato sul nulla la UE.
Ha votato per un atteggiamento serio e coerente.
Per un comportamento rispettoso degli altri paesi che non possono gestire la situazione con i se.

La pochezza e l'arroganza (e ci metto anche l'incoscienza) della classe politica che ha combinato questo pasticcio vengono fuori in modo davvero scandaloso.

Siamo all'assurdo che la volontà espressa dal referendum viene rispettata più dagli altri paesi che dalla GB.

Naturalmente i 5S e quella sinistra estrema che va sposando cause perse all'estero perché qua non li c... più nessuno ci hanno inzuppato subito il biscottino e hanno votato contro la logica più elementare visto che sono anti europeisti.

Certo.
Se gli togliamo l'Europa come fanno ad essere anti europeisti?

Ragazzi.
Qua è ora di rimettere i piedi per terra.
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Re: No alla Brexit

Messaggioda flaviomob il 29/06/2016, 8:52

http://www.horsemoonpost.com/2016/06/29/brexit-commissione-e-parlamento-europeo-violano-lart-50-del-trattato-di-lisbona/

Brexit, Commissione e Parlamento Europeo violano l’art. 50 del Trattato di Lisbona?

Il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione con cui chiede alla Gran Bretagna di aprire “non appena possibile” la procedura del negoziato per il recesso dall’Unione Europea, ma il voto di oggi potrebbe costituire una violazione dello spirito e della lettera dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona, che regola proprio il diritto di recesso dall’UE. Cosa stabilisce la norma
L’Assemblea Plenaria del Parlamento Europeo, riunita in sessione straordinaria, ha votato oggi una risoluzione con cui si è chiesto al Regno Unito di aprire “non appena possibile” la procedura per il negoziato sull’uscita dall’UE. La risoluzione è passata a maggioranza, con 395 voti a favore, 200 contrari e 71 astenuti.

Al di là delle posizioni di chi ha votato a favore o contro, l’aspetto più importante è: il Parlamento Europeo ha il potere legale di chiedere un’accelerazione della richiesta britannica di uscire dall’Unione Europea?
A tal proposito, occorre verificare quanto stabilisce l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona in materia di diritto di recesso dall’UE.

Nel testo in inglese (in nero, in rosso traduzione in italiano), si legge:

1. Any Member State may decide to withdraw from the Union in accordance with its own constitutional requirements.

1. Ogni Stato membro può decidere di recedere dall’Unione in conformità con le proprie norme costituzionali.

2. A Member State which decides to withdraw shall notify the European Council of its intention. In the light of the guidelines provided by the European Council, the Union shall negotiate and conclude an agreement with that State, setting out the arrangements for its withdrawal, taking account of the framework for its future relationship with the Union. That agreement shall be negotiated in accordance with Article 218(3) of the Treaty on the Functioning of the European Union. It shall be concluded on behalf of the Union by the Council, acting by a qualified majority, after obtaining the consent of the European Parliament.

2. Uno Stato membro che decida di recedere notificherà al Consiglio Europeo la propria intenzione. Alla luce degli orientamenti formulati dal Consiglio Europeo, l’Unione negozierà e concluderà un accordo con quello Stato, definendo le modalità del proprio recesso, tenendo conto del quadro delle future relazioni con l’Unione. L’accordo sarà negoziato conformemente all’articolo 218 (3) del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Esso sarà concluso a nome dell’Unione da parte del Consiglio, che delibererà a maggioranza qualificata, previa approvazione del Parlamento Europeo.

3. The Treaties shall cease to apply to the State in question from the date of entry into force of the withdrawal agreement or, failing that, two years after the notification referred to in paragraph 2, unless the European Council, in agreement with the Member State concerned, unanimously decides to extend this period.

3. I trattati cesseranno di essere applicabili allo Stato in questione a decorrere dalla data di entrata in vigore dell’accordo di recesso o, fallendo questo, due anni dopo la notifica di cui al paragrafo 2, a meno che il Consiglio Europeo, d’intesa con lo Stato membro interessato, decida all’unanimità di prorogare tale termine.

4. For the purposes of paragraphs 2 and 3, the member of the European Council or of the Council representing the withdrawing Member State shall not participate in the discussions of the European Council or Council or in decisions concerning it.

A qualified majority shall be defined in accordance with Article 238(3)(b) of the Treaty on the Functioning of the European Union.

4. Ai fini dei paragrafi 2 e 3, il membro del Consiglio Europeo o del Consiglio che rappresenta lo Stato membro che recede non parteciperà alle discussioni del Consiglio Europeo o il Consiglio o alle decisioni che lo riguardano.

La maggioranza qualificata è definita in conformità con l’articolo 238 (3) (b) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.

5. If a State which has withdrawn from the Union asks to rejoin, its request shall be subject to the procedure referred to in Article 49.

5. Se lo Stato che si è ritirato dall’Unione chiede di aderirvi nuovamente, tale richiesta è oggetto della procedura di cui all’articolo 49.

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Dalla lettura dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona si desume quindi, anzitutto, che dall’Unione Europea uno Stato membro può recedere (art. 50, comma 1), non secedere, mentre fino alla sottoscrizione di questo trattato ‘costituzionale’ (ma non una vera costituzione federale) la possibilità di uscire dal novero degli Stati membri non era espresso in modo esplicito.

Tuttavia, la procedura di recesso è complessa e si articola in diversi momenti, con il concorso A) dello Stato interessato a recedere; B) del Consiglio Europeo; C) del Parlamento Europeo.

Il primo attore a dover intervenire nel procedimento di recesso è lo Stato interessato, che deve notificare la propria decisione al Consiglio Europeo, ma “in conformità con le proprie norme costituzionali”, precisa la norma europea. Così, occorre risalire alla Costituzione Britannica (non scritta e fondata sulla tradizione) e capire se l’esito referendario della consultazione del 23 Giugno scorso sia sufficiente a produrre l’atto giuridico sufficiente a esternare tale decisione. Per non dilatare il ragionamento ai meandri della costituzione britannica,si può senza dubbio affermare che il referendum #Brexit è insufficiente a produrre la decisione, ma costituisce un presupposto legale perché la Camera dei Comuni decida – secondo regole proprie del funzionamento della monarchia costituzionale di Londra – di assumere la decisione di uscire dall’UE.

Dunque, non è sufficiente il risultato del referendum, è indispensabile che il Parlamento britannico traduca quell’indicazione in decisione istituzionale e che il Primo Ministro in carica la comunichi al Consiglio Europeo.

Successivamente, al Consiglio Europeo spetterà l’apertura di negoziati con lo Stato membro recedente (nel caso di questi giorni, la Gran Bretagna), per dirimere la matassa delle legislazioni concorrenti intrecciate, delle norme applicate e della transizione verso un regime nuovo di relazioni economiche e commerciali (che potrebbe perfino non mutare di tanto, come avviene già oggi con la Norvegia, Stato non membro ma associato).

Ancora, il Consiglio Europeo delibererà sulla domanda di recesso a maggioranza qualificata, previo voto del Parlamento Europeo. Che significa ‘a maggioranza qualificata’?

Secondo l’indicazione del Comma 4 dell’articolo 50, la magioranza richiesta è quella indicata nell’articolo 283(3b) del Trattato sul Funzionamento dell’UE, ossia la maggioranza qualificata richiesta per decidere sulle proposte non presentate al Consiglio Europeo dalla Commissione o dall’Alto Rappresentante PESC. In tali casi, una decisione è assunta con il voto del 72% dei membri del Consiglio Europeo, purché i membri a favore rappresentino il 65% della popolazione dell’Unione Europea.

Un principio democratico, che però non è valso per il referendum consultivo sulla #Brexit, che ha visto la partecipazione del 72% degli aventi diritto, distintisi in 52% a favore del recesso dall’UE e il 48% a favore del Remain, il che significa che il 37,4% degli aventi diritto avrebbe deciso di abbandonare l’Unione contro il 34% a favore della permanenza del Regno Unito nelle istituzioni europee.

La deliberazione del Consiglio dovrà essere preceduta dal voto del Parlamento Europeo, che interverrà solo a negoziato concluso.

Senza proseguire oltre nell’analisi dell’articolo 50, il lettore a questo punto si domanderà: “che c’entrano la Commissione Europea o il Parlamento, in una fase antecedente all’attivazione dell’articolo 50?”.

Noi stessi ci siamo posti questa domanda e l’unica risposta giuridicamente rilevante è: “Parlamento e Commissione Europea al momento non c’entrano niente, non hanno alcuna competenza o ruolo”.

Siamo in presenza di un atto illegale del Parlamento, che non ha alcun diritto di chiedere una accelerazione del processo di recesso del Regno Unito dall’UE; di un atto giuridicamente infondato da parte del presidente e dei membri della Commissione, che non hanno alcuna potestà nel processo di recesso di uno Stato membro dall’Unione.


In realtà, siamo in presenza di un pericoloso atto politico di tentata trasformazione di egemonia in dominio, attraverso l’avvicinamento di Francia e Italia alle tesi tedesche e a quelle del fantoccio tedesco posto a capo della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, in uno scenario che peraltro non è monolitico neanche a Berlino, dove la lady d’acciaio Merkel passa da una posizione di fuga in avanti alla frenata repentina, dalla fermezza anti-britannica alla linea morbida di prudenza, perché si valuti con attenzione la gamma di effetti che sarebbero prodotti da una vera uscita di Londra dalle istituzioni comuni.

La richiesta di “tempi rapidi” della #Brexit o di annullamento del semestre britannico del Consiglio dell’Unione Europea, in programma dal 1° Luglio al 31 dicembre 2017, sono infondate e costituiscono una rottura del Trattato di Lisbona e la violazione dei diritti e delle prerogative della Gran Bretagna, che ancora non ha formalizzato ufficialmente alcuna richiesta di attivazione della domanda di recesso dall’UE.

Fino ad allora, questi atteggiamenti sono passibili di azione di fronte alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per violazione dei Trattati e compressione illegale dei legittimi diritti del Regno Unito. Una circostanza che si potrebbe ribaltare contro Francia, Germania e Italia, membri di un triunvirato illegittimo e che rompe di fatto anche le prerogative degli altri 24 Stati membri.

Insomma, dall’ebbrezza dei britannici per la riacquistata indipendenza alla resa dei conti sia tra i conservatori che tra i laburisti è stato necessario attendere qualche giorno. Un fenomeno contrario si è registrato tra i soci del ‘Condominio Europa’, passati dall’incredulità del risultato alla superbia di voler cacciare la Gran Bretagna prima possibile.


...

Insomma: popolari e socialisti europei votano una risoluzione platealmente illegale, violano le regole da loro stessi stabilite, creano un precedente gravissimo, si illudono di disincentivare altre uscite con un'arma spuntata, assolutamente inefficace e col rischio di strascichi legali e ricorsi. Complimenti davvero.

---

http://www.internazionale.it/notizie/20 ... -50-brexit

http://eur-lex.europa.eu/summary/glossa ... ?locale=it


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Re: No alla Brexit

Messaggioda flaviomob il 29/06/2016, 9:18



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