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Laura Boldrini e la stepchil adoption

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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda franz il 03/03/2016, 14:10

gabriele ha scritto:
mariok ha scritto:Il legame con la madre è qualcosa di fisico oltre che psicologico. E' un dato appurato scientificamente che esso si stabilisca già durante la gestazione.


Hai documentazione scientifica in merito?

Cercando di ragionare a voce alta, il legame ca cercato su due fronti.
Il primo è quello madre->bambino. Il fatto che una madre/gestante ceda a terzi il frutto portato in grembo mi pare atroce. Ed anche se non esitate a darmi dell'ultraliberista, quando le parole sono in libertà, io ritengo che ogni madre "sana fisicamente e mentalmente" abbia una naturale propensione a tenersi il SUO bambino. Termine tiepido per dire "volerlo fortemente". Provate a portare via un vitello ad una mucca (o meglio ad una leonessa) e vediamo chi sopravvive. Tra l'altro alle nostre latitudini sono piu' le vittime di attacchi di bovine (nutrici) che di leoni :-)

Un legame nella madre verso suo figlio (fisico e psicologico) non credo vada nemmeno dimostrato.
Un "non-legame" infatti è contro natura. Nel nostro caso (umano) l'unica eccezione razionale che concepisco é l'altruismo di una sorella, e quindi di un parente geneticamente stretto.

Venendo al caso contrario (Il legame bambino->madre) confido che l'evoluzione punti sul primo legame dato che il secondo non è dimostrabile e forse nemmeno possibile. Un fagotto che si muove a fatica, sa solo piangere per attirare l'attenzione delle cure materne non puo' essere molto schizzinoso. In fondo il fenomeno dell'imprinting ci insegna che la natura affida al piccolo questo strano messaggio: "il primo che vedo qui attorno deve per forza essere mamma e devo per forza fidarmi". Nel 99.99% dei casi va bene e quindi la cosa funziona. In casi rarissimi il piccolo viene mangiato dalla volpe di turno.

A me pare quindi, anche vedendo cassi di primati che "adottano cuccioli" anche di specie diverse, che il legame "forte" sia dalla madre verso l'essere che vuole adottare e non viceversa. Anche i casi di scambio nella culla credo dimostrino che in fondo il bambino cresca bene e senza problemi (senza accorgersene) e che questo valga anche per la madre nei confronti del figlio non suo, quando non sa che c'è stato scambio.
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda gabriele il 03/03/2016, 14:21

franz ha scritto:
gabriele ha scritto:
mariok ha scritto:Il legame con la madre è qualcosa di fisico oltre che psicologico. E' un dato appurato scientificamente che esso si stabilisca già durante la gestazione.


Hai documentazione scientifica in merito?

Cercando di ragionare a voce alta, il legame ca cercato su due fronti.


Francesco, però una cosa sono le esperienze personali e le intuizioni che da esse scaturiscono, un'altra è l'aspetto scientifico che, ribadisco, io non conosco.
A tal proposito sarebbe interessante conoscere il parere di qualche psichiatra infantile, pediatra o altra figura professionale che ha dedicato la sua vita allo studio, anche sul campo, del legame fra madre e neonato
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda Robyn il 03/03/2016, 18:39

Franz quello di cui parli è l'incesto perche avviene fra parenti pratica da rifiutare decisamente al pari della maternità surrogata.La maternità surrogata come prestazione libera e gratuita è da rifiutare in pieno perche potrebbe prestarsi ugualmente allo sfruttamento del corpo della donna.Potrebbe per ex accadere che il partner maschile costringa la partner alla maternità surrogata dietro compensi illegali.Nicki Vendola pare abbia detto una cosa giusta cioè che l'adozione scatta solo se muore il partner biologico,non c'è cioè adozione legittimante o non legittimante precedentemente da parte del partner non biologico che si limita solo a portare il bimbo a scuola lasciargli l'eredità etc ma senza diventare padre o madre è una forma molto leggera e nell'interesse del bimbo.Il bimbo deve essere precedente alla formazione della civil partnership
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda franz il 04/03/2016, 8:26

gabriele ha scritto:Francesco, però una cosa sono le esperienze personali e le intuizioni che da esse scaturiscono, un'altra è l'aspetto scientifico che, ribadisco, io non conosco.

È già difficile indagare sulla psicologia di un adulto, ... figurati su un esserino di un mese che non parla e fa solo smorfie.

Comunque si puo' provare con google: "psicologia legame neonato madre".
http://www.centropsiche.it/template.php?pag=26046


PS: cosa c'entra l'incesto? :o
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda mariok il 04/03/2016, 13:41

gabriele ha scritto:
mariok ha scritto:Il legame con la madre è qualcosa di fisico oltre che psicologico. E' un dato appurato scientificamente che esso si stabilisca già durante la gestazione.


Hai documentazione scientifica in merito?


E c'è documentazione scientifica che dimostri il contrario, malgrado quello che l'osservazione sembra suggerire?

Ma la domanda più importante è: ammesso che si tratti solo di un rischio, in assenza di rischi maggiori perché mai bisognerebbe farlo correre ad un bambino.

Per un presunto diritto alla genitorialità che non esiste?
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda mariok il 04/03/2016, 13:50

franz ha scritto:
gabriele ha scritto:Francesco, però una cosa sono le esperienze personali e le intuizioni che da esse scaturiscono, un'altra è l'aspetto scientifico che, ribadisco, io non conosco.

È già difficile indagare sulla psicologia di un adulto, ... figurati su un esserino di un mese che non parla e fa solo smorfie.

Comunque si puo' provare con google: "psicologia legame neonato madre".
http://www.centropsiche.it/template.php?pag=26046


PS: cosa c'entra l'incesto? :o


Particolarmente interessanti sono le osservazioni di Gino Soldera circa la sensazione olfattiva nella relazione madre/bambino. ... "Questa modalità di relazione madre-figlio accresce la sensibilità olfattiva e quindi la capacità di vivere ed essere in questi odori..." (Soldera). Il ricordo che deriva dalle sensazioni olfattive è generalmente quello che lascia "emergere condizioni emotive complesse che trascinano con sé e sintetizzano sensazioni visive e uditive" (Soldera).

L’udito permette al bambino, negli ultimi mesi di gravidanza, di sentire la voce della mamma, e anche del papà, e di riconoscerle dopo la nascita.

http://www.tuttosteopatia.it/canali/oa/ ... ravidanza/
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda Robyn il 04/03/2016, 20:27

Perche,far nascere un bimbo dalla sorella di lei non è incesto?Non capisco perche poi ci si perde nel labirinto della maternità surrogata quando possono esserci adozioni più facili.In più in futuro sarà possibile modificare qualche gene per evitare gli aborti naturali pratiche riservate alle coppie in cui la donna ha difficoltà a procreare.La maternità surrogata non c'è e non ci sarà mai
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda franz il 05/03/2016, 9:12

Robyn ha scritto:Perche,far nascere un bimbo dalla sorella di lei non è incesto?

No. Potremmo discutere il caso in cui l'ovulo sia della sorella A e lo spermatozoo del marito della sorella B ma questo non è "utero in affitto". Solitamente la sorella A si limita a tenere il frutto della fecondazione dell'ovulo della sorella B con gli spermatozoi del marito di B.
Il termine "utero in affitto" implica tecniche di fecondazione in provetta e la sorella A ci mette solo l'utero, non materiale genetico.
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda mariok il 05/03/2016, 10:16

Se è vero (e non c'è motivo di credere che non lo sia) che "il Parlamento europeo ha chiesto agli Stati di bandire la maternità surrogata in due risoluzioni, nel 2011 e nel 2016", cade un altro luogo comune secondo cui legalizzare certe pratiche significherebbe metterci al passo con l'Europa.

Intervista
Maternità surrogata "altruista"? «Non esiste»
Valentina Fizzotti
3 marzo 2016

La battaglia per bandire dal mondo l’utero in affitto è prima di tutto una questione da femmine. Anzi, da femministe: lo ripete Kajsa Ekis Ekman, giornalista svedese che un mese fa è arrivata fino al palco della Conferenza di Parigi contro l’utero in affitto per spiegare da dove deve venire il contrasto alla maternità surrogata, novello sfruttamento da parte degli uomini ricchi del corpo delle donne. Marxista per sua stessa definizione («l’opposizione deriva dalla mia analisi sulla maternità surrogata come un fenomeno capitalistico che aliena l’essere umano dalla sua stessa progenie»), 35 anni e femminista, Kajsa fa parte della «Sverigeskvinnolobb», la lobby delle donne svedesi, storicamente a sinistra. Settimana scorsa, sul quotidiano britannico Guardian altrettanto storicamente a sinistra, ha raccontato i risultati dell’indagine governativa alla base del divieto svedese all’utero in affitto. Un Paese in cui questa disputa non è considerata confessionale e discriminatoria dell’altrui incompreso amore ma laicissima e dalla parte di donne e bambini.


Perché questa sarebbe una battaglia femminista?
La maternità surrogata mercifica la donna, utilizzandola come se fosse soltanto un utero senza diritti o sentimenti. Significa togliere tutti i diritti a una madre e non può essere nell’interesse della donna. La patriarchìa da sempre equivale a mettere i diritti dei padri al di sopra di quelli delle madri, e per questo la maternità surrogata è da considerarsi un fenomeno profondamente patriarcale. E il femminismo, oggi come ieri, riguarda sempre la stessa cosa: consentire alle donne di esistere al pieno del proprio potenziale.


Cosa significa essere una femminista oggi, quando la guerra per i "diritti", e i "diritti civili", si è allargata fino a considerare un diritto avere un bambino a ogni costo?
Avere un figlio non è un diritto umano. Non esiste alcuna convenzione che sancisca il diritto a usare il corpo di una donna per i propri scopi. Chiunque desideri avere un figlio può farlo, ma la maternità surrogata è diversa da qualsiasi altra pratica: significa creare bambini senza madri. Il movimento femminista sta crescendo: quando nel 2006 ho iniziato a scrivere un libro sull’utero in affitto non conoscevo nessuno in Europa che vi si opponesse. Ora le femministe si sono unite su questo fronte e il Parlamento europeo ha chiesto agli Stati di bandire la maternità surrogata in due risoluzioni, nel 2011 e nel 2016.


Nel suo libro «Being and Being Bought: Prostitution, Surrogacy and the Split Self» («Essere ed essere comprate: prostituzione, maternità surrogata e il sé spaccato») affrontava concetti forti per il pensiero occidentale: che esista un parallelo fra la prostituzione e l’utero in affitto e che ci sia un concetto patriarcale dietro l’uso del corpo nella maternità surrogata. Ce li spiega?
La maternità surrogata è prostituzione riproduttiva. La differenza è che in vendita c’è l’apparato riproduttivo e non quello genitale. Ma il concetto è sempre che il corpo di una donna sia in vendita. È evidente nel dibattito sull’utero in affitto che gli uomini pensano di avere una sorta di diritto di utilizzo del corpo delle donne. Gli uomini, sia etero sia gay, dicono: se non possiamo avere figli, abbiamo bisogno che la società ci fornisca una donna da usare! Che cosa li ha fatti pensare che una donna esista a loro uso e consumo? Alcuni preferiscono persino che sia "altruistica", ovvero non vogliono nemmeno pagare! Questo dimostra una mancanza di comprensione di cosa sia la gravidanza: nove mesi di vita, senza parlare dei rischi e del legame psicologico che si crea fra una mamma e il bambino. Alcuni uomini forse pensano che sia come donare il seme... L’idea alla base della maternità surrogata "altruistica" è che la gravidanza non valga nulla e che una donna debba disfarsene gratuitamente, per gentilezza. Nove mesi, poi il dolore, e lei dovrebbe solo essere felice di aiutare gli altri, perché questo è ciò per cui sarebbero fatte le donne.


Lei parla anche di classismo...
Sì, è ovvio che le donne che diventano surrogate non appartengano alle classi abbienti. Dove questa industria prospera, in India, Thailandia, Ucraina, Nepal, spesso sono donne analfabeti che vivono in campagna e hanno poche possibilità di scelta nella vita. Sono usate come animali da riproduzione, sottoposte a trattamenti ormonali e nella maggior parte dei casi subiscono l’impianto di cinque embrioni per massimizzare il tasso di successo. Quelli indesiderati sono eliminati senza nemmeno chiedere alla donna, che non vede mai il bambino dopo averlo dato alla luce, spesso non sa nemmeno in che Paese andrà a finire. Ovviamente nessuna donna ricca accetterebbe di essere trattata in questo modo.


Nel suo articolo sul «Guardian» ha scritto dell’«immagine carina ed Elton Johneggiante» dell’utero in affitto. In Italia questo è diventato particolarmente vistoso negli ultimi mesi, e ancor più negli ultimi giorni, con la notizia dell’ex governatore della Puglia Nichi Vendola che ha pagato per un figlio nato da utero in affitto all’estero. Quale peso reale ha l’immagine patinata nel dibattito e nell’immaginario comune sulla maternità surrogata?
La verità è che i media hanno dipinto la maternità surrogata come una cosa sfiziosa per ricchi e famosi. Se sei una diva di Hollywood e non vuoi rovinarti il corpo, usa una surrogata! Idem se sei un maschio gay e non vuoi spartirti tuo figlio con sua madre. E ci bombardano con le foto di Ricky Martin, Elton John, Sarah Jessica Parker o Nicole Kidman, che sono felici "grazie a una surrogata". Questo mi fa infuriare: perché non sentiamo mai chi sono le madri di quei bambini?Perché questo è ciò che è chi dà la vita: una madre.
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda franz il 05/03/2016, 15:55

Utero in affitto: un benvenuto liberale a Tobia Antonio Vendola

Non si è mai appurato se l’utero della madre degli imbecilli sia in affitto. In compenso l’evidenza empirica indurrebbe ad ipotizzare che l’utero della madre dei bigotti sia ampiamente disponibile in usufrutto o in comodato gratuito. Gli effetti (o, se preferite, i danni) collaterali investono persino quegli ambientini chic in cui avventori à la page si presentano come il sale della terra e la crema (acidula) dell’intellighenzia.

Ad esempio quelle femministe che iniziarono la loro carriera di maîtresse a penser al grido de “l’utero è mio e me lo gestisco io” e oggi impartiscono il fatidico “contrordine compagne!” con lo slogan “l’utero è dello Stato e lo gestisce il prete” (a mezzadria con Alfano e Adinolfi). Oppure quel milieu filosofico tra Cacciari e Fusaro unito (presumesi non civilmente) nella lotta con il sanfedismo di Don Fanzaga, voce di Radio Maria (non nel senso di marijuana), il prete che individua nella maternità surrogata il Disegno di Satana (il quale evidentemente non si tiene abbastanza impegnato con i pedofili nella Chiesa). A quanto pare il marxismo di ritorno non esecra più gli spacciatori di oppio dei popoli, specie se si presentano sotto l’egida di San Raffaele, patrono degli sposi e dei fidanzati etero (ma solo se casti secondo i dettami di Santa Romana Chiesa).

Del resto alle pulsioni politiche, come a quelle carnali che turbano vescovi, abati, e colleghi di Don Fanzaga, non si comanda. Per quanto si sforzino di purgare i neuroni dal tarlo, intonando in ogni consesso i peana alla democrazia, il richiamo delle foreste integraliste e totalitarie è insopprimibile. Il fremito di goduria ipocrita che deriva dall’imporre agli altri le proprie verità assolute è troppo intenso per potersene immunizzare con occasionali letture di Kant o Voltaire la sera in bagno.

I no TAV (nel senso di Tobia Antonio Vendola) che sollevano il loro ditino, dal polpastrello levigato, impartendo urbi et orbi il proprio divieto all’utero in affitto, sono i depositari del Giusto. Loro si reputano deputati a stabilire quali contratti privati siano ammissibili e quali concessioni possano essere ottriate al volgo. Al di fuori delle loro fatwe si estende la palude di sozze perversioni da prosciugare e quei cluster di devianze da perseguire col manganello (e l’aspersorio), nonché da esecrare sul Sacro Blog. Già perché al trenino totalitario che abbraccia la destra estrema e la sinistra dura e pura si è aggregato (per non farci mancare proprio nulla) anche il Caudillismo 2.0 (alla faccia dell’uno vale uno).

Le femministe no TAV si piccano di spiegare “cosa prova una donna” (anzi le donne). I maschi invece tuonano contro i mali del liberismo (e te pareva!?) e dell’osceno negozio sul corpo delle donne. Il Cacciari da talk esprime la sua abberrazione all’indecente principio che ognuno nella sua vita si regoli come crede. La Parietti difende insieme a Salvini, Di Battista, Taormina e la Santanché i valori tradizionali in un tenero afflato di felpe, chip sottopelle, plastici di Cogne e plastiche facciali.

All’oscurantismo religioso, all’oppressione delle minoranze, alle pulsioni clerico-femministe, all’autoritarismo, si oppone la visione liberale della società fondata su due pilastri: 1) le volontà dell’individuo hanno preminenza assoluta sui precetti dello Stato e nessuna autorità pubblica, religiosa o militare può imporre, per legge o con la forza, valori etici o di qualsiasi altro tipo; 2) nessuna autorità può arrogarsi il compito di vietare accordi tra cittadini che non danneggino altri e tantomeno comportamenti che “offendono” le sensibilità (o le paturnie) di una maggioranza, di una minoranza, o di chicchessia.

Nel caso in questione esistono donne le quali del tutto legittimamente ritengono l’utero in affitto un abominio. Nessuno imporrà loro un contratto di locazione. Ci saranno donne che al contrario saranno disponibili alla maternità surrogata in cambio del compenso che giudicano congruo e infine ci saranno donne che magari lo faranno gratis per altruismo (per esempio verso l’amica, la sorella, o magari verso una sconosciuta).

Nessuno può imbonire il prossimo asserendo di sapere cosa prova una madre. Ci sono donne che abbandonano il neonato dandolo in adozione, e donne che preferirebbero darsi fuoco pur di non essere costrette a un atto del genere. Così come ci sono donne (e uomini) che fanno le prostitute o le mantenute e altre che non si presterebbero mai al mercimonio. Sono affari e scelte da cui lo stato deve tenersi fuori. Chi distingua o giudichi questi casi in base al proprio metro e alle proprie emozioni è libero di farlo e di esprimerlo, ma in una società liberale non si può opprimere il prossimo con restrizioni basate su tali distinzioni e giudizi. Il ribrezzo che qualcuno prova non autorizza o giustifica alcuna interdizione.

Né vale invocare i diritti del neonato per reprimere i diritti dei singolo. Altrimenti qualcuno potrebbe giustificare la preclusione di avere figli agli alcolizzati, ai criminali, agli handicappati, alle coppie di razza mista, a chi si trova in ristrettezze economiche, alle donne di salute cagionevole eccetera, eccetera.

In definitiva, nella visione liberale la libertà e la felicità individuale non può essere sacrificata o sottoposta al vaglio di alcuna morale, etica, politica, convinzione, credo, superstizione o altro. E personalmente mi provoca un indescrivibile piacere che di questa visione benefici un irriducibile comunista, cattolico, antiglobalista, antimercatista, anticapitalista, antiliberista, antiamericano, come Nichi Vendola. Già pregusto le cascate di risate che sommergernno lui e i suoi seguaci alla prossima filippica contro lo sfruttamento dei diseredati e degli oppressi oppure alla prossima narrazione sui deboli e gli indifesi.

Carissimo Tobia Antonio, da tutti noi donne e uomini liberi ti raggiunga – nel paese che si identifica con la Libertà e che per questo è diventato la tua patria – un ciclone di auguri travolgenti e il più splendido, sincero, incondizionato benvenuto.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03 ... a/2520486/


PS: tutto questo nell'ottica liberale, sia chiaro :-)
In quella social-comunista (o pretesa tale) qualche contraddizione c'è, a partire dal concetto di alienzione (cosa c'è di peggio che alienare - cedere a terzi gratis, a pagamento o dietro semplice rimborso spese - il frutto cresciuto in pancia per nove mesi? Per questo caro Tobia, da grande vedi un po da che parte stare veramente. Non per finta.
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