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Jobs Act, per un bilancio oltre “la guerra dei numeri”

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Re: Jobs Act, per un bilancio oltre “la guerra dei numeri”

Messaggioda mariok il 16/03/2017, 12:58

pianogrande ha scritto:
Proprio così e in un sistema tripolare puoi anche avere la maggioranza in parlamento grazie al sistema elettorale ma i referendum li perdi tutti.


Ciò è ancor più vero quando ci sono forze che non esprimono opinioni e proposte nel merito dei problemi, ma usano qualunque cosa per essere contro e raccogliere il consenso degli scontenti.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Jobs Act, per un bilancio oltre “la guerra dei numeri”

Messaggioda mariok il 17/03/2017, 12:35

Robyn ha scritto:Gentiloni non è affatto un governo debole ma tutt'altro che la fortuna ce lo conservi a lungo


Se questa non è debolezza, cos'è?

Ovviamente la colpa non è di Gentiloni ma la precarietà in cui si trovano più o meno tutti i governi.


I voucher cancellati del tutto. Ma solo dal 2018
Abrogati dalla Commissione Lavoro della Camera tre articoli del Jobs act. Atteso per domani un decreto del governo per superare i referendum della Cgil. Contrario tutto il mondo delle imprese: così si favorisce il nero


Pubblicato il 16/03/2017
Ultima modifica il 17/03/2017 alle ore 07:38
PAOLO BARONI
ROMA
Nonostante il coro di critiche che si sono levate da tutto il mondo delle imprese, da Confindustria a Coldiretti alle associazioni del commercio, il Parlamento sui voucher ha deciso di adottare la soluzione più drastica: i buoni lavoro verranno infatti aboliti completamente. E già domani il consiglio dei ministri convocato per le 11 dovrebbe emanare un decreto che recependo il testo del disegno di legge votato dalla Commissione lavoro della Camera raccoglie in toto le istanze della Cgil e cancella completamente la possibilità di utilizzare i buoni lavoro. Non viene spiegato come si pensa di arginare il lavoro nero e questo da più parti è motivo di grande preoccupazione.


«Oggi voteremo per l’abrogazione totale dei voucher», ha annuniciato nel pomeriggio Patrizia Maestri relatrice della proposta di legge sui voucher che nel pomeriggio verrà votata in commissione Lavoro della Camera. L’effetto però non sarà immediato, infatti, «ci sarà un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2017 per permettere di utilizzarli a chi li ha già acquistati», ha continuato Maestri sottolineando che l’abrogazione «va bene, è un risultato inatteso ma positivo, speriamo però che il governo non li faccia poi rientrare sotto altre forme».
In questi giorni da parte del governo e della maggioranza questa scelta era stata motivata con la necessità di non interferire con la situazione politica: il governo infatti teme un possibile effetto contagio tra il voto sui due quesiti proposti dalla Cgil (quello sui voucher e quello sulla sugli appalti) fissato per il 28 maggio e la tornata delle amministrative in calendario a giugno.

L’emendamento votato ieri sera poco dopo le 21, in particolare, dispone l’abrogazione dei tre articoli del Jobs Act (decreto legislativo 81 del 2015), cioè gli articoli 48, 49 e 50, gli stessi di cui chiede l’abrogazione il quesito referendario della Cgil. I tre articoli rientrano nel capitolo VI sul lavoro accessorio: il 48 su «definizione e campo di applicazione»; il 49 su «disciplina del lavoro accessorio» e il 50 su «coordinamento informativo a fini previdenziali». «Noi della Commissione Lavoro - prosegue la deputata Pd - saremmo stati favorevoli a mantenere i voucher per le famiglie ma a seguito del confronto con il governo andremo verso l’abrogazione».
Per disinnescare completamente i referendum della Cgil si dovrà intervenire anche sul secondo quesito, quello sugli appalti. Anche in questo caso si pensa a un decreto legge, ma non sarà lo stesso che cancella i voucher e a quanto pare la norma sarà scritta dal governo senza il contributo del Parlamento.

Confindustria attacca. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia definisce la scelta della maggioranza «molto deludente, anche dal punto di vista politico.
Non ci piace e nemmeno il modo: se “s’ha da fare” si faccia il referendum smontare le cose senza dibattito non ci sembra la strada giusta». «Cancellare i voucher sarebbe un grave errore. Il governo non ceda a pressioni ingiustificate» dichiara a sua volta il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe. «Sarebbe un errore clamoroso, i voucher pesano per lo 0,19% del totale delle ore lavorate. Meglio proseguire con la tracciabilità aumentando l’area dei controlli sugli abusi».
Confcommercio parla di «epilogo paradossale». «L’abrogazione dei voucher è un errore - commenta a sua volta il presidente di Confesercenti, Massimo Vivoli -. Anche senza i buoni lavoro, i mini-jobs continueranno ad esistere: servirà dunque un altro strumento per regolamentare tutte quelle prestazioni occasionali che nelle imprese non possono essere inquadrate in rapporti di lavoro tradizionale, soprattutto in quei settori – come il turismo, il marketing, il commercio e l’organizzazione eventi – che si trovano spesso a dover fronteggiare aumenti imprevedibili ma momentanei dell’attività». Coldiretti a sua volta sostiene infine che «l’eliminazione dei voucher in agricoltura favorisce il sommerso e fa perdere opportunità di integrazione al reddito nel rispetto della legalità a pensionati e giovani studenti impiegati esclusivamente in attività stagionali, che ne possono essere gli unici beneficiari».
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Re: Jobs Act, per un bilancio oltre “la guerra dei numeri”

Messaggioda Robyn il 17/03/2017, 21:20

La legge Biagi non è mai stata un problema ma sono le interpretazione distorte e gli abusi che ne sono stati fatti un problema prima con i contratti a termine che costavano di meno del lavoro indeterminato,adesso con il lavoro accessorio che sono costati la rovina di una generazione e il danneggiamento della competitività del paese.Il lavoro accessorio è una cosa inerente ai piccoli lavori e i contratti a termine devono costare di più.Le esigenze di flessibilità sono giuste,gli abusi invece sono un fattore di immaturità significa un paese che non sà usare la flessibilità.Adesso bisogna regolare bene il lavoro intermittente che è un regolare lavoro subordinato ma discontinuo,utile in prossimità di surplus di lavoro e per evitare che le aziende vadano a cercare i volenterosi"cosa ridicola" da far lavorare durante i week end e il natale se c'è un surplus.Il lavoro intermittente per evitare che si presti ad abusi deve essere percentualmente in funzione dell'organico aziendale.In più è' necessario aumentare il numero di mesi in un'anno dopodiche scatta l'assunzione piena perche 400 giorni in tre anni sono pochi.In un'anno bisognerebbe stabilire max sette mesi che se superati il lavoro intermittente si considera un full-time a tutti gli effetti,ma poi una limitazione così forte a 400 giorni in tre anni costerebbe molto in fatto di ammortizzatori sociali e il lavoratore starebbe troppo a casa.Il lavoro intermittente deve prevedere sempre l'indennità di disponibilità perche se non c'è si presta ad abusi e riccati in breve il lavoratore deve essere veramente libero di scegliere un lavoro intermittente senza indennità di disponibilità attraverso un'intesa con la rsa.In più il lavoratore dovrebbe avere almeno due giorni di preavviso e non uno per tornare al lavoro
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