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La legge elettorale può essere applicata. Ed ora?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: La legge elettorale può essere applicata. Ed ora?

Messaggioda Robyn il 26/01/2017, 21:31

Prima bisogna pensare al paese a sbloccare i decreti attuativi sul welfare familiare,sistemare il job act etc etc etc etc poi si può votare.Adesso renzi dice che vuole introdurre energie nuove nelle liste bloccate.Ah bene e con quale criterio?non facendoli scegliere dagli elettori?Le energie nuove si possono inserire ma devono essere sempre gli elettori a scegliere non possono esistere dei privilegi per nessuno sia fra i giovani che per i meno giovani.In relazione agli ecclesiastici che dicono aiutate i poveri e la famiglia ma nel frattempo votate a destra aameen non saprei che dire,sarebbe da spiegare questo fenomeno naturale inspiegabile
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Re: La legge elettorale può essere applicata. Ed ora?

Messaggioda mariok il 27/01/2017, 18:02

“Addio maggioritario. Torna la Repubblica dei partiti”. Parla Giuliano Ferrara

“La tesi della necessità di armonizzare le leggi elettorali mi fa ridere: sono sempre state diverse, lo vuole la Costituzione, lo sanno tutti”


«Gli italiani si dividono in due categorie: una vuole l’uomo solo al comando e lo dice a Ilvo Diamanti, che lo scrive su Repubblica, l’altra non vuole nessuno al comando e lo dice quando vota, prima alle elezioni e poi al referendum. Ha vinto la seconda e la Corte costituzionale ne ha preso atto».

Rispetto alle mille trame, ipotesi e retroscena con cui gli osservatori cercano di decifrare il futuro, Giuliano Ferrara ha se non altro una posizione originale: la partita è finita, si torna al proporzionale, il sistema è cambiato e alla fin fine che si vada a votare oggi, domani o dopodomani niente cambierà questo dato di fatto, che è il dato saliente. «È una svolta, come dicono gli scemi, epo-ca-le».

Non stiamo esagerando? In fondo stiamo parlando di limitate modifiche a una legge elettorale, o no?

«È una svolta epocale perché alle prossime elezioni nessuno andrà con un candidato presidente del Consiglio, per ottenere una vera maggioranza alla Camera e al Senato. Può succedere, teoricamente, certo. Ma è una circostanza che non si è mai verificata con nessun sistema simile, a partire dalla legge truffa. In genere, in Italia, questo tipo di meccanismi non scattano. Quindi abbiamo un proporzionale, quindi si torna ai partiti, quindi gli italiani diranno che è una vergogna e uno schifo, ma è esattamente quello che hanno voluto».

Lei sembra dare la partita per conclusa. Eppure a leggere i giornali si direbbe appena cominciata, anzitutto sulla legge elettorale…

«Massì. Adesso naturalmente discuteremo dell’omogeneizzazione delle leggi elettorali, delle soglie, di cosa dice questo o quello. Sono tutte sciocchezze. Si voterà presto, ci saranno dei passaggi noiosi che contribuiranno solo a rafforzare l’assalto della Casaleggio Associati alle istituzioni democratiche, ma non cambia nulla. Anche perché Grillo non ha nessuna voglia di governare, invece di sbigliettare, tanto meno dopo aver visto a Roma cosa succede quando si avviano a governare i ragazzi reclutati online dal giovane Casaleggio».

E il centrodestra?

«Quelli di Coblenza (la città dove si è svolto il raduno dei populisti europei da Salvini a Le Pen, ndr), hanno il 14 per cento, se va bene. Berlusconi deve decidere se fare ressa con loro, ma penso non sia sua intenzione: visto come dopo la caduta di Renzi si è avvicinato al governo del Conte Gentiloni, mi sembra avviato verso una seria destra europea, di quelle che fanno i governi di grande coalizione. Il problema è che Renzi non è più Renzi».

In che senso?

«Il Renzi di prima avrebbe detto: elezioni subito, con la legge elettorale che c’è, nessun altro governo, niente di niente. Non lo ha fatto, ha aspettato la Corte costituzionale, che ha riportato l’Italia alla situazione precedente il sistema maggioritario in cui aveva dato la sua scalata. Quindi ora è un capopartito e un capocorrente, deve fare accordi con Franceschini, Bersani, eccetera. Devono cercare di ottenere più parlamentari possibile e possibilmente fedeli a leadership che non hanno più niente di fatale. Insomma, io la vedo così: tutto è finito e tutto ricomincia secondo le vecchie regole. Non so se poi rimetteranno anche l’articolo 18, non credo. Ma il punto è che Grillo è destinato a una lunga fase onanistica».

E gli altri partiti?

«E gli altri partiti invece scopano, però all’aria aperta di una Repubblica parlamentare con le sue vecchie regole».

L’altra grande questione al centro del dibattito è la data del voto. Qual è la sua previsione?

«Previsioni non ne faccio e non partecipo neanche al dibattito su quale sarebbe la scelta più opportuna, perché è una discussione truccata. E alla mia età posso permettermi il lusso non dico della verità, che quello non se lo può permettere nessuno, ma almeno della sincerità. È evidente che bisogna andare a votare subito. Non ci sono dubbi. Una legislatura che non ha saputo fare una legge elettorale, che ha fatto una riforma costituzionale respinta dagli italiani, che ha fatto alcune cose in politica economica che hanno completato il lavoro del governo Monti e rilanciato certi aspetti della globalizzazione, mentre adesso la globalizzazione è gestita da Trump, Putin e Xi Jinping, il mondo è nella situazione in cui è, ci sono le elezioni in Francia e Germania: ma di che vogliamo discutere?».

Gli altri però ne discutono.

«Massì, certo, e naturalmente io sono molto aperto e molto rispettoso delle opinioni di Stefano Folli, Antonio Polito e tutti i vari retroscenisti di partito e di giornale che si interrogano su quanto tempo si possa e si debba perdere. Ma chissene frega. Va bene lo stesso, si arrivi pure al febbraio 2018. Non cambia mica niente ».

Non condivide i tanti appelli ad armonizzare le leggi elettorali di Camera e Senato?

«L’urgenza dell’armonizzazione, o anche dell’omogeneizzazione, mi fa ridere. Ci sono sempre state due leggi diverse per Camera e Senato. L’unica volta che Berlusconi e Calderoli provarono a farne una il presidente della Repubblica più amato dagli italiani, Carlo Azeglio Ciampi, disse loro: ma siete scemi? La Costituzione vuole che siano diverse, perché prevede che una sia su base nazionale e l’altra su base regionale, e perché prevede pure che i corpi elettorali siano diversi. È sempre stato così, lo sanno tutti. Capisce perché non posso partecipare a questa discussione?».

Resta il fatto che sul merito di questa discussione si dividono oggi le forze politiche, e lo stesso Pd.

«Sì, ho letto delle correnti, le divisioni, Gentiloni, Franceschini… non credo che succederà niente di grave. Gentiloni si dimette, si sciolgono le Camere, si va alle elezioni e dopo il voto magari a guidare il governo ci torna proprio lui. Perché dovrebbe mettersi di traverso? Gentiloni è in una botte di ferro: si è fatto un giro da presidente del Consiglio, tutti lo hanno apprezzato come persona equilibrata, e ora che si va alle elezioni è in buona posizione. E anche Franceschini è in una botte di ferro. Perché, se Renzi vuole andare al voto, con chi si può accordare dentro il partito? Con Bersani, D’Alema e gli altri la situazione è quella che è, si conoscono i lasciti della rottamazione. Quindi si dovrà accordare con Franceschini, Orfini e tutti quegli altri. Che poi Orfini no, perché è comunista, ma Franceschini ha pure il vantaggio di essere democristiano, qundi con Renzi se la possono intendere molto bene».

Lei sta descrivendo una specie di idillio. Come si concilia con il fatto che tutti gli altri parlino di guerra aperta?

«Con il fatto che la restaurazione è stata annunciata solo ieri, che fino a ieri tutti hanno fatto finta che potesse anche non venire, che adesso sono calate le maschere e bisogna ricomporre le facce. E che facce!».
http://www.unita.tv/interviste/addio-ma ... o-ferrara/
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Re: La legge elettorale può essere applicata. Ed ora?

Messaggioda trilogy il 27/01/2017, 21:03

Purtroppo ha ragione. Si torna al vecchio sistema. Ognuno presenta il suo programma, gli elettori felici lo votano. Poi i partiti si riuniranno decideranno che maggioranza fare. Si accorderanno per la spartizione dei posti di governo e sottogoverno. Sapremo dopo un mesetto di negoziati chi forma il governo. Nessuno dei programmi votati sarà mai realizzato. Gli italiani potranno lamentarsi della politica...il popolo è sovrano :mrgreen:
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Re: La legge elettorale può essere applicata. Ed ora?

Messaggioda Robyn il 27/01/2017, 21:21

Persone che hanno politicamente fallito come berlusconi dovrebbero uscire definitivamente dalla scena.La verità è che nella democrazia dell'alternanza e del collegio servono leader che sappiano interpretare lo spirito di questo tipo di democrazia Prima di tutto governare non è comandare,e anche renzi ha danneggiato la democrazia dell'alternanza è questa cosa è cominciata quando ha cominciato ad attaccare le minoranze del suo partito per poi sulle civil partnership dire che il csx non ha la maggioranza per fare una legge secondo il suo punto di vista quando parliamo di temi che richiedono un'ampio consenso.Ma la democrazia dell'alternanza dove una coalizione o un partito governa non applica la dittatura della maggioranza ma ascolta i suggerimenti delle minoranze sia parlamentari che nel paese.Adesso con la grande coalizione non penso affatto che chi la propone voglia governare ma che siano sempre gli stessi e che non siano cambiati i loro propositi e cioè attraverso la grande coalizione realizzare l'obbiettivo di sempre attaccare una parte della sinistra per marginalizzarla e provocarne la spaccatura,più semplicemente questi 80enni pensano ancora alla lotta al comunismo.Adesso immaginiamo di dover fare una legge sul limite al possesso azionario in una rete privata oppure l'autorità cieca a quale difficoltà andremo incontro nella grande coalizione soprattutto in un paese che non sà stare ai patti ed in cui ognuno pensa di essere più furbo dell'altro.L'Italia torna pericolosamente indietro e pensare che la restaurazione del passato possa risolvere i problemi è un'illusione ottica di cui pagheremo i danni,noi non siamo la Germania.Calcoliamo che per anni berlusconi ha detto di volere il bipolarismo e la fine del bicameralismo differenziato.La realtà è che quando i poteri economici come mediaset invadono il campo della politica ci sono disastri dalle proporzioni inaudite
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Re: La legge elettorale può essere applicata. Ed ora?

Messaggioda Robyn il 27/01/2017, 21:37

Berlusconi è politicamente fallito
Quando i poteri economici invadono il campo dei partiti ci sono dei disatri immani
I poteri economici non possono invadere il campo della politica devono semplicemente sottostare alle leggi che il parlamento fà.Assistiamo invece al paradosso che chi ha fatto danni immani al paese vuole continuare ad essere protagonista,vogliono essere protagonisti a vita.In Inghilterra il leader del labour quando ha perso le elezioni si è immediatamente dimesso
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Re: La legge elettorale può essere applicata. Ed ora?

Messaggioda mariok il 30/01/2017, 13:34

Indietro tutta!

30/1/2017
COMMENTI
AVANTI, VERSO IL PASSATO
ILVO DIAMANTI
IN MENO di due mesi è cambiato molto, se non tutto, nel sistema politico italiano.
Quantomeno, sono cambiati il percorso e le destinazioni che lo orientavano. Fino a pochi mesi fa si marciava verso un bicameralismo, finalmente, imperfetto. Con un Senato ridimensionato. Con poteri limitati.
SEGUE A PAGINA 21
ASOSTEGNO di una democrazia maggioritaria e “personalizzata”, per effetto dell’Italicum, una legge elettorale a doppio turno. Che, nella versione originaria, prevedeva un ballottaggio fra i primi due partiti, nel caso, probabile, che nessuno superasse la soglia del 40% al primo turno. Si trattava della soluzione finale del percorso “renziano”. Passato attraverso la “personalizzazione” del Pd e del governo. Ma negli ultimi due mesi questo “viaggio” si è interrotto. Complicato da due incidenti. Anzitutto: la bocciatura del referendum, che ha mantenuto il Senato. E, dunque, il bicameralismo. Così com’è adesso. Poi, è giunta la sentenza della Corte Costituzionale, che ha emendato l’Italicum, dichiarando illegittimo il ballottaggio. Così, se oggi si votasse, come auspicano alcuni leader e alcuni partiti, ci troveremmo (troveremo?) in una prospettiva, a dir poco, confusa. Senza maggioranze né leadership precise. Perché questi passaggi a vuoto hanno complicato — se non compromesso — il progetto renziano della personalizzazione dei partiti e del governo. D’altronde, Matteo Renzi, per primo, è stato ”sconfitto”, insieme al referendum. Un referendum, peraltro, senza “vincitori”. Perché mentre i Sì sono, in larga misura, riconducibili al Premier (precedente), i No avevano — e hanno — molti volti. Molti riferimenti politici. Largamente incompatibili. In altri termini, il referendum ha espresso una larga maggioranza anti-renziana. Ma la minoranza renziana appare, senza dubbio, la più coerente e identificata. E, in una competizione proporzionale, in un Parlamento con due Camere senza maggioranze chiare e omogenee, la minoranza renziana rischia di risultare maggioritaria. Comunque, il soggetto maggiormente dotato di capacità coalizionale, in un contesto politico e istituzionale che imporrà mediazioni e alleanze, dato che non si vede un partito in grado, da solo, di superare il 40% dei voti al primo turno.
Un ulteriore mutamento degli ultimi mesi è determinato dall’appannarsi della prospettiva “personale”. Perché i sistemi elettorali di Camera e Senato, oggi, favoriscono, semmai, il ritorno dei “partiti”, come ha suggerito, con qualche ironia, Giuliano Ferrara, intervistato dall’Unità. D’altra parte, gli “uomini forti” oggi vengono evocati e invocati dagli italiani perché non ci sono. E perché i partiti, gli attori e i canali della rappresentanza, sono sempre più deboli. Lontani dalla società e dal territorio. Il Pd, in particolare. Erede e confluenza dei due partiti di massa. Appare sempre più diviso, all’interno. Il malessere delle componenti di sinistra è palese. Espresso, come altre volte, da Massimo D’Alema. D’altra parte, il “radicamento” del Pd nella società e nel territorio declina. I suoi iscritti sono in calo sensibile. Da anni. Anche (forse, tanto più) vicino alle “radici”. Nelle zone di forza tradizionali. In Emilia Romagna, negli ultimi tre anni gli iscritti si sono dimezzati. Erano 76 mila del 2013. Nel dicembre 2016 si sono ridotti a 37mila. D’altronde, non è solo un problema italiano. La Sinistra “riformista” è in grande difficoltà in tutta Europa, come ha rammentato Marc Lazar, in un’intervista su
Le Monde. In Francia, anzitutto, dove, in vista delle presidenziali, il Ps non mai apparso tanto debole, nelle stime elettorali. Stretto fra la Sinistra di Mélenchon e il Centro di Macron. Ma anche altrove. In Germania, in Spagna. E, ovviamente, in Gran Bretagna. Quanto agli altri soggetti politici in campo, il M5s è, per (auto)definizione, un non-partito. Meglio, un “partito-non-partito”. Forza Italia, idealtipo del “partito personale”, si è afflosciata, dopo il declino del suo “capo”. E la Lega, il soggetto politico più simile ai tradizionali partiti di massa, è cambiata profondamente. Si è, a sua volta, personalizzata e, con fatica, insegue la prospettiva di una Destra lepenista-nazionale.
Non è un caso che a guidare il governo, oggi, sia Paolo Gentiloni. Un politico impopulista, abile a mediare e a negoziare. Lontano dall’icona del Capo, oggi di moda.
Così, in vista di possibili, prossimi, appuntamenti elettorali, dobbiamo fare i conti con partiti ipotetici e non-partiti. Dis-organizzati e poco radicati. Anzi, s-radicati nella società e sul territorio. E mentre si cerca — e insegue — un Uomo Forte, incontriamo leader deboli, oppure indeboliti. I modelli, positivi e negativi, di conseguenza, vengono cercati altrove. Soprattutto, negli Usa. Da noi, però, non c’è un Trump — per fortuna, aggiungo. Ma solo pallide imitazioni. Più che popolari: populiste.
Così, due mesi dopo il referendum, tutto sembra cambiato. E oggi marciamo sicuri. Verso il passato.


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Re: La legge elettorale può essere applicata. Ed ora?

Messaggioda pianogrande il 30/01/2017, 16:37

L'ossimoro contrario del ritorno al futuro ce lo siamo duramente guadagnato e votato a grande maggioranza.

Gli italiani si sentono più' tranquilli ad essere presi in giro alla vecchia maniera piuttosto che rischiare che succeda davvero qualcosa di nuovo che costringa dopo una nuova legge ad escogitare un nuovo inganno.

Ma chi glie lo fa fare?

Meglio continuare con gli imbrogli collaudati e non rischiare di dover rispettare qualche regola alla tedesca di quelle che poi non ci dormi di notte e sei trattato come un cogl...e qualsiasi.
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Re: La legge elettorale può essere applicata. Ed ora?

Messaggioda mariok il 30/01/2017, 18:50

La lega ha presentato un ddl per l'elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri delle province.

E' previsto inoltre lo stanziamento di 600 milioni per farle "sopravvivere". Si tratta evidentemente del costo per pagargli uno stipendio.

Che poi si continui a non fare la manutenzione delle scuole o degli edifici scolastici, chi se ne frega.

In compenso ci sentiremo più rappresentati anche a livello provinciale.
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Re: La legge elettorale può essere applicata. Ed ora?

Messaggioda pianogrande il 30/01/2017, 19:20

mariok ha scritto:La lega ha presentato un ddl per l'elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri delle province.

E' previsto inoltre lo stanziamento di 600 milioni per farle "sopravvivere". Si tratta evidentemente del costo per pagargli uno stipendio.

Che poi si continui a non fare la manutenzione delle scuole o degli edifici scolastici, chi se ne frega.

In compenso ci sentiremo più rappresentati anche a livello provinciale.

La lega pretende che le "mance elettorali" le faccia il governo in carica per fare guadagnare punti all'opposizione. Tutto è possibile in questo paese.
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Re: La legge elettorale può essere applicata. Ed ora?

Messaggioda mariok il 31/01/2017, 11:33

La lega è stata sempre contro l'eliminazione delle province.

Per una forza politica localistica è normale che sia così, anche se con la linea nazionalistica di Salvini le cose sono un po' cambiate.
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