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Un ripensamento che condivido

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Un ripensamento che condivido

Messaggioda Giovigbe il 28/09/2016, 8:38

gabriele ha scritto:
E' una questione di campagna elettorale.

Sappiamo tutti che il ponte non verrà mai fatto


E a te sta bene che si facciano ste promesse per salvarsi il culo????

Ma non voleva rottamare sto modo di far politica .......oppure (come è più credibile) voleva solo rottamare le persone per una questione di potere????????

. Ripeto ....se volevo comportamenti da berlusca .....lo votavo
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Re: Un ripensamento che condivido

Messaggioda mariok il 28/09/2016, 8:46

Opere simili sono state realizzate un po' dovunque in tutto il mondo

https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_dei ... principale

Perché da noi non è possibile? solo perché lo voleva fare berlusconi?

In altri paesi fanno opere di alta ingegneria e noi arriviamo a proporre in alternativa i ponti di barche! :mrgreen:

E' chiaro che il progetto andrebbe studiato attentamente anche dal punto di vista economico.

Ma vorrei sentir parlare più i tecnici che i politici.
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Re: Un ripensamento che condivido

Messaggioda gabriele il 28/09/2016, 8:57

Giovigbe ha scritto:E a te sta bene che si facciano ste promesse per salvarsi il culo????


A me no, ma siamo in Italia. La politica da noi è una grande commedia, fatta di potenti, vittime, carnefici e giullari.
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Re: Un ripensamento che condivido

Messaggioda gabriele il 28/09/2016, 9:02

mariok ha scritto:Opere simili sono state realizzate un po' dovunque in tutto il mondo

https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_dei ... principale

Perché da noi non è possibile? solo perché lo voleva fare berlusconi?

In altri paesi fanno opere di alta ingegneria e noi arriviamo a proporre in alternativa i ponti di barche! :mrgreen:

E' chiaro che il progetto andrebbe studiato attentamente anche dal punto di vista economico.

Ma vorrei sentir parlare più i tecnici che i politici.


Mah. Ammetto che non sono del tutto informato sulla fattibilità tecnica del progetto, ma il buon senso impone che occorra spendere i soldi in altre infrastrutture più strategiche. Ferrovie, strade, autostrade...

Proprio oggi percorrevo una strada costruita probabilmente negli anni '60 stracolma di macchine, ascoltando la solita Radio Radicale (che lo stia diventando!?) che promulgava l'annuncio di Renzi sullo stretto e pensavo: "ponte sullo stretto!? e qua?"...
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Re: Un ripensamento che condivido

Messaggioda flaviomob il 28/09/2016, 9:29

Infrastrutture da terzo mondo, autostrade che crollano, appalti controllati dalla mafia. Cosa c'è di meglio di un bel ponte?

due importanti istituzioni esprimono indirettamente il loro parere contrario alla realizzazione del ponte sullo Stretto: la Direzione investigativa antimafia porta davanti al parlamento le prove dei tentativi delle mafie di mettere le mani sugli appalti. E la Commissione di Bruxelles, nel 2011, cancella il ponte dalla mappa dei corridoi strategici transeuropei, escludendolo quindi dai finanziamenti dell’Ue.


http://www.radiopopolare.it/2016/09/pon ... o-provato/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Un ripensamento che condivido

Messaggioda Giovigbe il 28/09/2016, 10:25

gabriele ha scritto:
Giovigbe ha scritto:E a te sta bene che si facciano ste promesse per salvarsi il culo????


A me no, ma siamo in Italia. La politica da noi è una grande commedia, fatta di potenti, vittime, carnefici e giullari.


Come commediante era meglio il berlusca allora! Ma io non voglio commedianti
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Re: Un ripensamento che condivido

Messaggioda trilogy il 28/09/2016, 10:36

A me sembra ci siano altre priorità, visto lo stato delle infrastrutture in Italia. Non capisco perchè abbia rilanciato questo progetto in questo momento.
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Re: Un ripensamento che condivido

Messaggioda pianogrande il 28/09/2016, 10:46

trilogy ha scritto:A me sembra ci siano altre priorità, visto lo stato delle infrastrutture in Italia. Non capisco perchè abbia rilanciato questo progetto in questo momento.


Il sospetto che, in certi ambiti, il ponte vada a sostituire le Olimpiadi mi è venuto subito.

Se così fosse il paese (e magari il ponte stesso) si dovrebbe preparare a fare la fine di tanti viadotti e tanti edifici (non) anti sismici.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Un ripensamento che condivido

Messaggioda gabriele il 28/09/2016, 12:02

Ponte sullo Stretto, “Renzi? O ha fatto una battuta o ci prende in giro. Qui le autostrade restano chiuse per frana”
Politica

Intervista al sindaco di Messina Renato Accorinti: "Ho visto il premier poco tempo fa in Calabria e diceva che non era totalmente contrario al Ponte ma che prima ci volevano le infrastrutture. In ogni caso posso assicurare che non si farà mai. E' bastato un semplice No di Virginia Raggi e le Olimpiadi di Roma sono evaporate. La teoria dei posti di lavoro? Ha rotto"
di Giuseppe Pipitone | 28 settembre 2016


“Io spero che quella di Matteo Renzi sia una battuta, anzi lo sarà sicuramente”. Altrimenti? “Altrimenti è un atteggiamento ingiusto oltre che offensivo”. È furioso Renato Accorinti, il sindaco di Messina che si è visto piovere dal nulla la riapertura da parte del premier alla costruzione del Ponte sullo Stretto. “Renzi l’ho visto poco tempo fa in Calabria per l’inaugurazione dell’elettrodotto Terna: diceva che non era totalmente contrario al Ponte ma che prima ci volevano le infrastrutture. Quindi o quella di oggi è una battuta o ci prende in giro”, dice il primo cittadino peloritano, raggiunto al telefono da ilfattoquotidiano.it.

Eppure il senso delle parole del premier sembra chiaro: rilanciare il progetto del Ponte.
“Ma quale Ponte? Di che cosa sta parlando? Qui abbiamo un sistema ferroviario da seconda guerra mondiale, a binario unico, a gasolio. Sulla Messina – Catania è arrivata una frana e l’autostrada è ancora interrotta. Messina e Catania: due città metropolitane che non sono più collegate tra loro. Che cosa avrebbero fatto se invece una cosa simile si fosse verificata tra Torino e Milano?”

Cosa avrebbero fatto?
“Avrebbero subito ripristinato la rete autostradale: subito! Qua noi non riusciamo a parlare al telefono perché io sono in macchina e dato che non ci sono i ripetitori cade la linea (che infatti cade 4 volte in pochi minuti, ndr). Non ci sono le strade, i porti, i porti commerciali, le autostrade: non abbiamo le basi per poter vivere e ci parlano di Ponte”.

Eppure secondo il premier proprio il Ponte sarebbe un’infrastruttura utile per il Sud.
“Le strade sono utili, le scuole sono utili, le opere culturali sono utili. Io non sono contro il cemento: il cemento quando viene utilizzato bene è sinonimo di sviluppo. Ma il Ponte è utile a che cosa? Non diciamo stupidaggini”.

Utile a togliere la Calabria dall’isolamento e ad avvicinare la Sicilia, così almeno sostiene sempre il presidente del consiglio.
“Ma quale isolamento? Il Giappone è isolato solo perché è un’isola? Noi abbiamo bisogno di infrastrutture che ci portino dal medioevo alla modernità, da mezzo secolo siamo abbandonati a noi stessi. Abbiamo bisogno delle basi per avere sviluppo, per potere lanciare nel mondo le nostre bellezze naturali, artistiche e architettoniche”.

Però il premier sostiene che il Ponte potrebbe creare posti di lavoro: ha parlato di 100 mila nuovi occupati.
“Adesso basta, questa teoria dei posti di lavoro ha davvero rotto i coglioni. È fastidiosa e populista oltre che falsa. Anche fare i buchi a terra per poi assumere gente che li copre crea lavoro: è un’offesa alla nostra intelligenza. Non capiscono che se rilanciassero davvero il Sud sarebbe l’intero Paese a beneficiarne: il Mezzogiorno è il gioiello d’Italia dimenticato da tutti. È come avere una gamba che va in cancrena e fregarsene”.

Lei parla di Sud dimenticato dallo Stato, di medioevo, però forse qualche colpa la hanno anche i cittadini di quel Mezzogiorno così sottosviluppato: o è tra quelli che scarica tutte le responsabilità su Roma?
“Ovvio che abbiamo le nostre colpe. I politici, i nostri politici prima di tutto sono colpevoli: banditi che per decenni se ne sono fregati, svendendo il nostro futuro e la nostra sopravvivenza. È quello che ho intenzione di dire all’Anci”.

Cosa ha intenzione di dire all’Anci?
“Che l’Anci è – o meglio dovrebbe essere – unica da Trento a Trapani. É quindi è arrivato il momento di creare una sezione dei comuni italiani del Sud che abbia una sede al Sud. Dove non ci sono solo decenni di politici banditi ma anche gente che ha tantissima voglia di lavorare. Sono i cittadini del Sud Italia che hanno costruito il resto del Paese: quelli che emigravano a Nord, all’estero, in Belgio”.

Ecco adesso potrebbero lavorare costruendo il Ponte…
Le posso assicurare che non avverrà mai. Renzi dica quello che vuole ma è bastato un semplice No di Virginia Raggi e le Olimpiadi di Roma sono evaporate. Io sono il sindaco di Messina e per anni ho guidato gli attivisti che dicevano No al Ponte: abbiamo cominciato in 10, siamo arrivati ad essere 25mila per le strade della città pur avendo partiti e giornali contro. Ma poi cosa pensano di risolvere con un ponte di 3 chilometri se poi ad essere collegate sono due regioni dove non c’è assolutamente nulla?”.

Eppure da Bettino Craxi fino a Renzi, passando ovviamente da Silvio Berlusconi il Ponte sullo Stretto non è praticamente mai uscito dall’agenda politica italiana: secondo lei come mai?
“Perché è facile populismo Nell’immaginario collettivo un nuovo ponte è sempre un cosa positiva. Peccato che questa sia solo un’opera dai costi enormi, sorpassata dalla storia e anche dall’economia. Secondo lei come mai non è arrivato nessun privato a metterci i soldi? Parlano di project financing, ma gestirlo non converrebbe mai a nessuno: solo a chi lo costruisce con fondi pubblici. Senza considerare il rischio terremoto”.

Che è poi un’altra delle grandi questioni sollevata dai contrari alla grande opera.
“Matteo Renzi sa cosa dovrebbe fare? Dovrebbe chiamare il geologo Mario Tozzi e farsi spiegare che lì dove loro vogliono piazzare i pilastri c’è la faglia sismica più pericolosa del Mediterraneo: se lo faccia spiegare e poi costruisca pure il suo Ponte”.

Il premier aveva detto anche che prima del Ponte doveva arrivare l’acqua a Messina: è mai arrivata?
“Ecco appunto. Sa cosa è successo qua? Non hanno mai messo in sicurezza una montagna, che è caduta danneggiando l’acquedotto. Noi abbiamo trovato una soluzione per ripristinare tutto con un bypass ma la montagna non è ancora stata messa in sicurezza. Cosa fanno ai piani alti? Fanno capire che la colpa è del sindaco: ma in quale Paese le infrastrutture sono a carico dei comuni? Questo è un atteggiamento criminale: non possiamo andare avanti così. Altro che Ponte”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09 ... a/3061058/
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Re: Un ripensamento che condivido

Messaggioda mariok il 28/09/2016, 12:05

trilogy ha scritto:Non capisco perchè abbia rilanciato questo progetto in questo momento.


Non credo che abbia in realtà rilanciato questo progetto. Già questa mattina ha dichiarato a RTL 102,5:
"Riguardo al Ponte sullo Stretto nessuna novità, ho sempre detto che prima vengono le infrastrutture in Calabria e in Sicilia e la Banda Larga in tutto il paese poi viene il ponte."

Sarà stato frainteso, come capitava spesso all'ex cav. :mrgreen:

Purtroppo i precedenti berlusconiani e le attuali sparate renziane impediscono un discorso serio al riguardo.

Non sono convinto dell'inutilità del progetto né mi sembra un grande argomento quello del solito "benaltrismo".

Intanto corriamo il rischio di pagare altri 790 milioni di euro per nulla.

GLI ANNUNCI E UNA SOCIETÀ IN LIQUIDAZIONE
Ponte di Messina: 25 anni di giravolte e la causa miliardaria allo Stato
Il no al progetto ha innescato una richiesta legale di risarcimento danni che potrebbe costare 790 milioni di euro più gli interessi
di Sergio Rizzo

Solo una cosa: adesso chi glielo dice a Vincenzo Fortunato che si ricomincia daccapo, e lui dovrà fare le valigie? Da tre anni e mezzo l’ex braccio destro di Giulio Tremonti fa il liquidatore della società Stretto di Messina. L’incarico gliel’ha dato Enrico Letta un mese dopo essere arrivato al governo con un decreto dove c’era scritto che per smantellare la società pubblica che avrebbe dovuto gestire la realizzazione del Ponte fra Scilla e Cariddi non avrebbe dovuto impiegare più di un anno. E già quella era una follia. Com’è infatti possibile fissare per legge un termine simile in un Paese dove le liquidazioni durano quarant’anni?

Liquidazione
Secondo il decreto tutto doveva essere finito entro il 15 aprile 2014: è il 28 settembre 2016 e siamo ancora a carissimo amico. Non è colpa di Fortunato, sia chiaro. Ma del pasticcio infernale che è questa storia del Ponte. Con le imprese aggiudicatrici dell’appalto riunite nel consorzio Eurolink guidato da Impregilo, c’è in ballo una causa per risarcimento danni da cui difficilmente lo Stato potrebbe uscirne indenne. Parliamo di cifre enormi: 790 milioni di euro più gli interessi. Somma alla quale si devono poi aggiungere i 350 milioni già spesi in trent’anni per il funzionamento della società e i progetti dell’opera.

La causa
Non sbaglia chi interpreta l’annuncio di Renzi a favore del Ponte come una mossa per recuperare terreno in vista del referendum sulla riforma costituzionale in una Regione con oltre 5 milioni di abitanti dove il consenso per il Pd è in caduta libera. Ma niente di più facile che la promessa di far ripartire il Ponte abbia pure una qualche relazione con questa minacciosa spada di Damocle: noi riapriamo i cantieri e tu ritiri la causa. Di sicuro, la voce della verità è quella di Gianni Vittorio Armani, il presidente dell’Anas, la società pubblica che controlla l’82% dello Stretto di Messina: «La cosa importante è che però poi, una volta deciso cosa fare non si torni più indietro. Il Paese non se lo può permettere...».

La storia
Perché non si contano più le volte in cui un governo italiano ha cambiato idea. E questo, indipendentemente dal merito della questione, non è certo stato un buon viatico per l’immagine di un Paese al quale non tutti, all’estero, sono disposti a concedere il massimo dell’affidabilità. Ricordiamo com’è andata. Nel 1992 Bettino Craxi promette in campagna elettorale che tornando a Palazzo Chigi costruirà il Ponte. Ma scoppia Tangentopoli. Due anni più tardi è il turno di Silvio Berlusconi, che però manda in archivio il progetto. Romano Prodi nel 1996 lo farebbe pure, quel Ponte: dieci anni prima da presidente dell’Iri l’aveva benedetto. Ma nell’Ulivo sono quasi tutti contrari. E si arriva al fatidico 2001 della legge obiettivo. Il Ponte riparte, e prima di andarsene Berlusconi firma il contratto con l’Impregilo, pensando di aver legato le mani al successore. Sbaglia. Con il Prodi bis nel 2006 l’opera finisce sul binario morto. Tuttavia il centrosinistra dura meno di due anni: ecco di nuovo Berlusconi ed ecco il Ponte che ritorna.

I danni
La strada sembra definitivamente spianata quando a ottobre 2011 passa in Parlamento una mozione, appoggiata dallo stesso governo Berlusconi, che toglie i soldi al progetto. Impazza la crisi finanziaria e Mario Monti coglie la palla al balzo. Mette il general contractor con le spalle al muro per decreto e il contratto decade. È il primo marzo 2013: il 15 aprile lo Stretto di Messina finisce in liquidazione. Il decreto dovrebbe anche limitare i danni a 300 milioni di risarcimento possibile, più i 350 spesi. Ma parte lo stesso la causa miliardaria: lo Stato rischia di pagare una fortuna per un’opera che non c’è. E la giostra ora si rimette in moto. Con la previsione di nuovi posti di lavoro che passa da 40 a 100 mila... C’è qualcosa di male a essere ottimisti?
27 settembre 2016 (modifica il 28 settembre 2016 | 10:45)
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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