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UE analisi della crisi e prospettive

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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda flaviomob il 27/06/2016, 14:42

Prodi qui ha torto: il trattato di Lisbona parla chiaro, per uscire è previsto un lasso di tempo di due anni. Se non vogliamo rispettare le regole che in Europa abbiamo scritto insieme, la UE è già finita.


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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda pianogrande il 27/06/2016, 14:53

flaviomob ha scritto:Prodi qui ha torto: il trattato di Lisbona parla chiaro, per uscire è previsto un lasso di tempo di due anni. Se non vogliamo rispettare le regole che in Europa abbiamo scritto insieme, la UE è già finita.


Sì ma questi neanche fanno il passo ufficiale della lettera di disdetta.
Da quando partono i due anni?
Se partono da quella lettera, conviene ignorare ostentatamente la cosa finché la lettera non arriva e al massimo prenderli un po' diplomaticamente per i fondelli.

Qualcuno sui social ha già cominciato sostenendo che la Gran Bretagna non esce dall'Europa perché non ce la fanno a spostarla.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda gabriele il 27/06/2016, 15:01

flaviomob ha scritto:Prodi qui ha torto: il trattato di Lisbona parla chiaro, per uscire è previsto un lasso di tempo di due anni. Se non vogliamo rispettare le regole che in Europa abbiamo scritto insieme, la UE è già finita.



Non proprio. I due anni dalla notifica sono un limite massimo

Paradossalmente la divisione potrebbe non avvenire mai dato che il referendum ha solo un valore consultivo...

-------

Versione consolidata del trattato sull'Unione europea e del trattato sul funzionamento dell'Unione europea

Articolo 50

1.
Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall'Unione.

2.
Lo Stato membro che decide di recedere notifica tale intenzione al Consiglio europeo. Alla luce degli orientamenti formulati dal Consiglio europeo, l'Unione negozia e conclude con tale Stato un accordo volto a definire le modalità del recesso, tenendo conto del quadro delle future relazioni con l'Unione. L'accordo è negoziato conformemente all'articolo 218, paragrafo 3 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Esso è concluso a nome dell'Unione dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata previa approvazione del Parlamento europeo.

3.
I trattati cessano di essere applicabili allo Stato interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'accordo di recesso o, in mancanza di tale accordo, due anni dopo la notifica di cui al paragrafo 2, salvo che il Consiglio
europeo, d'intesa con lo Stato membro interessato, decida all'unanimità di prorogare tale termine.

4.
Ai fini dei paragrafi 2 e 3, il membro del Cons iglio europeo e del Consiglio che rappresenta lo Stato membro che recede non partecipa né alle deliberazioni né alle decisioni del Consiglio europeo e del Consiglio che lo riguardano.
Per maggioranza qualificata s'intende quella definita conformemente all'articolo 238, paragrafo 3, lettera b) del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

5.
Se lo Stato che ha receduto dall'Unione chiede di aderirvi nuovamente, tale richiesta è oggetto della procedura di cui all'articolo 49.

http://www.consilium.europa.eu/uedocs/c ... 5.it08.pdf
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda gabriele il 27/06/2016, 15:05

Brexit: cosa succederà adesso
Il referendum del 23 giugno era di tipo consultivo, e di conseguenza non aveva valore vincolante. Sarà il Parlamento britannico a dover ratificare la decisione di uscire
Brexit: cosa succederà adesso

Credit: Reuters

Con 17.410.742 di voti a favore e 16.141.241 contro, i cittadini britannici si sono espressi a favore dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea.

La storia del Regno Unito di porre fine al suo rapporto d'amore e odio con l'Europa che va avanti da 44 anni, rappresenta un punto di svolta nella storia britannica senza precedenti.

Partendo dal presupposto non si può tornare indietro, la Gran Bretagna dovrà convivere con le conseguenze politiche, costituzionali, diplomatiche ed economiche per almeno i prossimi dieci anni.

Il Regno Unito fa parte dell'Unione Europea (prima Comunità europea) dal 1972, dopo aver firmato il trattato di adesione il 22 gennaio di quell'anno.

La ratifica del Trattato di adesione fu approvata dal Parlamento britannico il 16 ottobre 1972 e promulgata dalla Regina il giorno successivo.

Il Regno Unito divenne membro della Comunità europea il 1 gennaio 1973, insieme alla Danimarca e all’Irlanda.

In linea teorica anche se vincesse la Brexit, il parlamento potrebbe decidere di non uscire dall’Ue, ma andare contro il volere espresso dagli elettori non è un’idea razionalmente perseguibile. Il risultato del voto del referendum non è infatti direttamente vincolante.

Presumibilmente, quindi, il parlamento ratificherà l'eventuale decisione popolare a favore della Brexit e inizierà la procedura di uscita. Ci vorranno almeno due anni di negoziati, durante i quali il Regno Unito rimarrà ancora parte dell’Ue ma solo in maniera formale.

L'articolo 50 del trattato sull'Unione Europea prevede un meccanismo di recesso volontario e unilaterale di un paese dall'Unione europea.

Il paese che decide di recedere, deve comunicare la sua intenzione al Consiglio europeo. L'accordo è concluso a nome dell'Unione europea dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata previa approvazione del Parlamento europeo.

Qualsiasi stato uscito dall'Unione può chiedere di aderirvi nuovamente, avviando una nuova procedura di adesione.

Costituzionalmente, l'attivazione dell'articolo 50 è una decisione che spetta al primo ministro, non al parlamento, e David Cameron ha già detto che non sarà lui ad avviarla ma un nuovo premier, annunciando le sue dimissioni.
Nel 1975, tre anni dopo l'entrata nella Comunità europea, il Regno Unito aveva già organizzato un referendum sulla Cee e il 67,2 per cento degli elettori aveva scelto di rimanervi.

Prima del trattato di Lisbona, che è entrato in vigore il 1 dicembre 2009, non era previsto dai trattati e dal diritto dell'Ue la possibilità da parte di uno Stato membro di ritirarsi volontariamente.

Nessuno stato membro è mai uscito dall'Ue. Nel 1982 però la Groenlandia, che fa parte della Danimarca ma gode di uno status particolare di autonomia, votò tramite referendum per l’uscita dall’Ue con il 52 per cento dei voti a favore.

http://www.tpi.it/mondo/regno-unito/reg ... sa-succede
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda trilogy il 27/06/2016, 15:48

Due anni sembrano tanti, ma ci sono migliaia di norme che regolano i rapporti tra i paesi dell'UE e il Regno Unito che vanno riscritte. In più ci sono tutti gli accordi con i paesi extraeuropei firmati dalla commissione, per conto dei paesi europei che non avranno più valore. Si possono aprire spazi d'incertezza e per contenziosi legali enormi.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda gabriele il 27/06/2016, 16:04

trilogy ha scritto:Due anni sembrano tanti, ma ci sono migliaia di norme che regolano i rapporti tra i paesi dell'UE e il Regno Unito che vanno riscritte. In più ci sono tutti gli accordi con i paesi extraeuropei firmati dalla commissione, per conto dei paesi europei che non avranno più valore. Si possono aprire spazi d'incertezza e per contenziosi legali enormi.


Comunque sia il comma 3 non lascia scampo. Dopo due anni dalla notifica, a meno di proroga condivisa, i trattati cessano di essere applicabili. Dopo due anni si è fuori con o senza compromesso.
Questo è uno dei motivi per cui l'UK sta posticipando il più possibile la formalizzazione dell'uscita.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda pianogrande il 27/06/2016, 16:13

trilogy ha scritto:Due anni sembrano tanti, ma ci sono migliaia di norme che regolano i rapporti tra i paesi dell'UE e il Regno Unito che vanno riscritte. In più ci sono tutti gli accordi con i paesi extraeuropei firmati dalla commissione, per conto dei paesi europei che non avranno più valore. Si possono aprire spazi d'incertezza e per contenziosi legali enormi.


Intanto i due anni non sono ancora partiti perché partirebbero dal momento della comunicazione ufficiale.

Dobbiamo fare la corte all'UK perché si decida o smettere di discuterne o cosa?

Questo pochissimo rispetto degli altri è un'altra dimostrazione che a loro interessano gli affari interni in nome dei quali anche il referendum è stato fatto.

Danno un po' fastidio, sinceramente, questa disinvoltura e questa superficialità nei nostri confronti.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda trilogy il 27/06/2016, 16:57

E' solo una constatazione, non si tratta di fare un favore a nessuno. Ci sono migliaia di questioni bilaterali e multilaterali che andranno regolate: fiscali, civili, commerciali, pensionistiche, giudiziarie ecc. Se non si sa quale diritto applicare si paralizza tutto, e questo non è nell'interesse di nessuno.
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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda flaviomob il 27/06/2016, 23:33

Per adesso lo ha ratificato il parlamento islandese, in seduta a undici... :lol: :lol: :lol:


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Re: UE analisi della crisi e prospettive

Messaggioda pianogrande il 27/06/2016, 23:39

flaviomob ha scritto:Per adesso lo ha ratificato il parlamento islandese, in seduta a undici... :lol: :lol: :lol:


Eh già.
Gli inglesi, molto coerenti .... escono. ;)
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