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Renzi - UE: finita la luna di miele?

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Re: Renzi - UE: finita la luna di miele?

Messaggioda flaviomob il 17/01/2016, 1:55

Il "moltiplicatore" non è un effetto magico della spesa pubblica. Deve corrispondere a particolari condizioni.

https://it.wikipedia.org/wiki/Modello_IS-LM

http://www.economiaepolitica.it/politic ... cupazione/

Chi critica tanto Keynes dovrebbe riconoscere che le politiche neoliberali (o neoliberiste) di deregolamentazione dagli anni Ottanta in poi hanno determinato le condizioni per la peggior crisi economica degli ultimi cento anni, escluse le guerre. Anche la crisi del '29 fu determinata dalla mancata regolazione e limitazione delle attività speculative: quindi la bolla si gonfia e, quando diventa insostenibile, esplode.

Keynes permise agli USA di uscire da quella crisi. Va ricordato piuttosto che l'Europa, senza Keynes, si ritrovò col consolidamento del regime di Mussolini e con l'ascesa di Hitler (in parte appoggiato dall'ala estrema conservatrice inglese e dal parte del suo grande capitale, già espliciti estimatori di Mussolini che fu fatto Baronetto dalla corona britannica) e Franco. Non vi suona analogo con l'ascesa dell'estrema destra degli ultimi anni e con la crisi dell'Unione Europea?


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Re: Renzi - UE: finita la luna di miele?

Messaggioda franz il 17/01/2016, 10:32

Quindi non ha senso aumentare la spesa pubblica adducendo come scusa economica l'adozione di politiche anticicliche.
Ma tu sai che il partito della spesa pubblica (che ha convinti aderenti anche a sinistra, vedi Fassina e Vendola ed un po' ovunque in Italia) usa qualsiasi scusa per avere piu' soldi da spendere.

A me pare quindi che se di bolla si tratti, sia lo Stato che si gonfia a dismisura (+11% e soprattutto in un momento non di inflazione ma di deflazione, quindi un aumento che in termini reali sarà anche maggiore dell'11%).

Io poi in Italia di politiche liberiste (con o senza neo) non ne ho mai viste.
Sarebbe interessante definire neoliberista uno stato con la spesa pubblica al 51,69% del PIL (dato 2014 stimato da IMF ... e con un aumento dell'11.2% arriveremo al 57.48% invece del 50.92% previsto come obiettivo). Probabilmente raggiungiamo e superiamo la Francia, senza pero' avere le misure sociali che la Francia ha per i cittadini son reddito basso e medio basso.

Il dato presentato dal grafico qui sotto per Italia 2015 (la parte tratteggiata) è quindi non piu' valida.
Fate conto che per il 2015 se gli altri ultimi due mesi avranno lo stesso trend la riga tratteggiata sale - invece di scendere - e raggiunge (forse) la Francia.

Ecco perché Renzi chiede maggiore flessibilità ed ecco perché a Junker tocca fare la faccia feroce e mettere i puntini sulle "i".
La Germania ha altro a cui pensare ora quindi Merkel passa il cerino a Junker.

Edit: mancava il citato grafico. Eccolo: http://www.google.com/publicdata/explor ... &ind=false

PS: gli estimatori di Hitler e Mussolini lo erano in quanto assai piu' preoccupati dalla rivoluzione russa, da Lenin prima e da Stalin poi. Oggi questo pericolo non c'è piu' e si teme soprattutto di perdere il potere (stare in sella per continuare a spendere).
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Re: Renzi - UE: finita la luna di miele?

Messaggioda mariok il 17/01/2016, 10:51

Non voglio ritornare a vecchie polemiche, che servono a poco se non a provocare crisi personali con conseguente ritiro sull'Aventino. :D

Ma mi sembra impossibile avere una discussione serena se si espongono dati che non dimostrano nulla e se si ridicolizza la presunta posizione avversaria (non uso il termine girare la frittata così nessuno si offende), come per esempio identificare come keynesiani Fassina e Vendola :oops: .




Partendo da una articolo che inizia affermando "L’Italia e l’Unione europea scelgono di affrontare la crisi del 2008 con politiche di austerità, in particolare con tagli alla spesa pubblica,..." su cosa ci si può mai confrontare? Chi li ha mai visti in Italia questi "tagli alla spesa pubblica"?


PS: una sola finanziaria non puo' produrre effetti? Studiare un po' cosa ha fatto Cameron in UK. Governa dal 2010 (maggio) e mi pare che un po' di differenze con l'Italia ci siano:
(spese)
http://www.google.com/publicdata/explor ... &ind=false
(imposte)
http://www.google.com/publicdata/explor ... &ind=false


dai grafici risulterebbe che :

la spesa in Uk dal 2010 al 2011 è effettivamente scesa di circa 1,5% di pil, ma seguendo un trend già partito nel 2009-20010, cioè prima del governo Cameron, per poi risalire sia pur leggermente nel 2011-2012; successivamente la discesa c'è effettivamente stata ma gli effetti significativi si sono visti dal 2013 in poi, cioé oltre tre anni dopo l'insediamento del nuovo governo;

le entrate dal 2010 al 2013 sono salite per poi scendere di poco negli anni successivi;

in Italia sembrerebbe invece che la spesa dal 2014 al 2015 sia scesa di poco meno di un punto di pil mentre le entrate sembrano aver avuto una sia pur minima flessione.

Ma a che serve mostrare cifre che non dimostrano nulla e che ,se guardate su periodi brevi, confermano il fatto che gli effetti di una politica fiscale vanno visti su archi temporali medio-lunghi.

Il punto mi sembra sia che verità immutabili non ne esistano, soprattutto se si pretende di dimostrarle con grossolane semplificazioni

La bontà di una politica economica non può essere misurata semplicisticamente in base al livello quantitativo della spesa (è una discussione questa non nuova, nella quale è stato più volte evidenziato che ci sono paesi in cui la spesa pubblica è bassissima ma contemporaneamente il pil è agli ultimi posti, mentre ci sono paese con spesa elevata ai primi posti dello sviluppo) ma alla sua qualità.

Così come una politica espansionistica o una politica di rigore (quello vero, non quello inventato dalla sinistra nostrana) possono avere effetti diversi a seconda del ciclo economico e degli altri parametri macroeconomici (per esempio: è ben difficile attuare una politica espansionistica in un paese con il debito pubblico ben al di spora del 100% del pil).

Insomma, la realtà è una cosa ben più complessa di quanto appare in facili schemini da economisti della domenica, quali siamo un po' tutti noi (il che è normale) e come sono soprattutto i vari personaggi che impazzano nelle televisioni.
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Re: Renzi - UE: finita la luna di miele?

Messaggioda flaviomob il 17/01/2016, 11:10

La rivoluzione russa è stata determinata da cause ben precise e storicamente definite. In un paese in cui gran parte della popolazione viveva in semischiavitù e nell'indigenza cos'altro ti puoi aspettare se non una rivoluzione? La prima guerra mondiale è stata foriera di povertà per molti popoli europei e questo ha acuito le tensioni. Ma l'URSS ha guadagnato un peso enorme sul piano geopolitico internazionale grazie alla seconda guerra mondiale, causata dal nazifascismo, con cui ha occupato mezza Europa arrivando fino a Berlino.

Le crisi del 1929 e quella attuale sono state causate da selvagge deregolamentazioni seguite all'utopia liberista / pseudoliberale di un ipersviluppo sostenuto perenne e galoppante che sappiamo essere insostenibile e pericoloso come guidare in curva a 200 all'ora, smembrando regole e tutele.
Oggi perché mai la gente dovrebbe tornare a consumare come prima quando aumenta il senso di insicurezza determinato dal precariato? Anche il contratto a tutele crescenti è una forma di precariato: se puoi essere licenziato in qualsiasi momento organizzi la tua vita presente e futura in modo molto diverso, consumi meno, metti via i soldi se puoi, magari li investi poi una banca fallisce...

Per quanto riguarda la spesa pubblica ne abbiamo già parlato in un altro argomento: se fai deficit per dare i soldi a chi ne ha già, non tantissimi ma sicuri (lavoro dipendente prevalentemente) e lasci a zero l'estrema povertà che cosa vuoi ottenere? voti, solamente voti e tanta sofferenza.
Intanto si depenalizza questo, si inserisce il comma che rende più difficile perseguire quello, si danno dei progressivi segnali perfettamente recepiti che si può continuare a "chiagnere e fottere" peggio di prima: questo aumenta corruzione e sommerso e siamo daccapo. Si mettono gli "amici degli amici" a dirigere qua e là. Tutto viene distorto dall'illegalità diffusa, evasione, nero e questo dovrebbe rilanciare i consumi reali o la fuga di capitali nei "paradisi"? Sono proprio curioso di leggere le classifiche di Transparency quando usciranno il 27 gennaio.

Poi dov'è la spesa per il sociale? Si continua a tagliare! E a scaricare il barile.

http://www.milanotoday.it/cronaca/chius ... atori.html

http://www.dire.it/15-01-2016/32005-min ... ne-e-loro/
Ultima modifica di flaviomob il 17/01/2016, 11:15, modificato 1 volta in totale.


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Re: Renzi - UE: finita la luna di miele?

Messaggioda ranvit il 17/01/2016, 11:14

Concordo con Mariok e ricordo che: non importa il colore del gatto, l'importante è che acchiappi i topi :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Renzi - UE: finita la luna di miele?

Messaggioda flaviomob il 17/01/2016, 12:00



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Re: Renzi - UE: finita la luna di miele?

Messaggioda franz il 17/01/2016, 12:17

Se il topo è un aumento della spesa pubblica dell'11% - una cosa successa solo in occasione della crisi del 2008 - con conseguente incremento del deficit ed aumento del debito pubblico, si' in effetti il topo è stato preso e va detto che prendere topi del genere è molto facile. Tutti i politici, con un minimo di impegno, ci riescono. Vero quindi che non importa il colore del gatto per prendere topi simili. Destra, sinistra, centro, son tutti bravi.

La cosa difficile è ridurre la spesa, senza tagliare quella sociale, che anzi andrebbe aumentata.
In questi 20 anni solo Prodi secondo me si è avvicinato all'obbiettivo e mi pare che siano bastati due anni per ottenere risultati che allora furono clamorosi e inaspettati (tanto che molti partner europei furono stupiti). Altro che lungo o medio periodo. Quanto basta per decidere di defenestrarlo, da parte del nostrano partito trasversale della spesa pubblica.

Una nota su Fassina e Vendola. Ho letto diversi dibattiti economici in questi anni in cui si discuteva sulle politiche di incremento della spesa pubblica da parte di questi due personaggi (non da soli, of course). Naturalmente non me li ricordo tutti ma vedo che basta cercare con google "Fassina Keynes" e anche "Vendola Keynes" per trovare parecchio. Vero pero' che poiché praticamente tutti i politici italiani, con qualche rara eccezione, sostengono le virtu' taumaturgiche della spesa pubblica a deficit (o stampando carta) finiscono accostati anche ingloriosamente alle politiche anticicliche keynesiane. Vero anche che l'Italia è perennemente in crisi (alcuni periodi di più, altri di meno, ma sempre crisi è) e quindi molti reclamano queste politiche anticicliche che in a ben vedere non hanno mai funzionato, almeno in Italia.

Il punto pero' del discorso è questo aumento dell'11% della spesa pubblica. Se sarà confermato non ha alcuna giustificazione, se non che sia spesa clientelare in cambio di voti.
Proprio vero che la DC è rinata. E dopo il pentapartito ora siamo a 7 partiti.

E dopo il CAF stiamo attrezzandoci per il RAV (Renzi Alfano Verdini)
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Re: Renzi - UE: finita la luna di miele?

Messaggioda mariok il 17/01/2016, 12:49

L'incapacità (o la non volontà) di ridurre la spesa pubblica clientelare in Italia non è una novità.

Se non altro, nell'ambito della riforma della PA (liberalizzazione della gestione dei pubblici servizi locali, riduzione dei corpi di polizia da 5 a 4, riduzione delle autorità portuali, delle camere di commercio e delle società partecipate) qualcosa si vede: vanno ovviamente valutati i decreti attuativi.

La novità sta nel fatto che l'Ue, soprattutto per la sua incapacità di gestire il grande problema della immigrazione, ha ormai le ore contate: se salta il patto di Schengen l'Ue cesserà di esistere.

L'Italia, di fronte ad una tale crisi, per la prima volta tace e sta a guardare, anzi ci mette del suo per deteriorare ulteriormente i rapporti (anche se sollevando questioni in parte giuste).

Una volta tanto sono d'accordo con Eugenio Scalfari, anche se limitatamente alla prima parte del suo editoriale di oggi.

Eugenio Scalfari ha scritto:Una ventata nazionalista nel conflitto tra l'Italia e l'Europa
di EUGENIO SCALFARI

17 gennaio 2016

Il tema dominante della settimana appena trascorsa è il contrasto tra il governo italiano e la Commissione europea che governa il nostro continente sotto lo sguardo vigile dei 28 Paesi che compongono l'Europa confederata. Il contrasto di cui parliamo avviene spesso tra un singolo Paese e l'Ue quando qualcuno di essi vìola le regole, ma qui il caso è diverso perché sono due politiche che si contrappongono sull'economia, sull'equità sociale, sull'immigrazione, sulla flessibilità, insomma su tutto. Renzi e Juncker hanno addirittura valicato il linguaggio diplomatico e allusivo che si usa in questi casi adottando frasi dirette e crude. "Siamo stati insultati da un governo che abbiamo sempre favorito. Dunque è l'ora di fare i conti": questo ha detto infuriato Juncker, che verrà a Roma a fine febbraio. "Non siamo di quelli che vanno a Bruxelles con il cappello in mano a impetrare favori e non ci faremo dettare ciò che dobbiamo fare per il bene del nostro Paese": ha detto Renzi.

Le ragioni del contrasto, che ormai è un vero e proprio conflitto, sono come abbiamo già detto numerose ma non è chiara la ragione della sua vera e propria esplosione. Qualcosa di altrettanto esplosivo era avvenuto tra Bruxelles e la Polonia, affiancata dall'Ungheria e da altri Paesi del nordest europeo, ma in quel caso il tema era uno soltanto: l'immigrazione. Tema enorme, che durerà a dir poco per cinquant'anni e forse più e richiede inevitabilmente una gestione europea poiché riguarda il continente intero.

Se l'Europa non riuscirà a gestirlo unitariamente, il patto di Schengen che ha abolito i confini intraeuropei salterà e l'Ue cesserà di esistere. Il conflitto Italia-Bruxelles non è tale da mettere in discussione l'Europa confederata. Impedisce però che progredisca dalla Confederazione alla Federazione. Renzi non vuole la Federazione, non vuole che i governi nazionali siano declassati, non vuole gli Stati Uniti d'Europa. E questa è la natura profonda del conflitto in corso a Bruxelles. Il governatore d'uno qualunque degli Stati americani non potrebbe dire la frase: "Non andrò a Washington con il cappello in mano", per la semplice ragione che quel cappello, che sia in mano o in testa, non esiste. Il governo degli Stati Uniti d'America sta a Washington e non altrove e il suo interlocutore politico è il Congresso, composto da una Camera di rappresentanti e da un Senato. I governi dei cinquanta Stati americani governano i loro territori come in Italia i presidenti regionali governano le Regioni e i sindaci i Comuni. La bandiera americana è unica, unico è l'Esercito, unica l'Aviazione e unica la Marina. Qui in Europa ogni Stato ha la sua bandiera, le sue Forze armate, le sue capitali, la sua lingua. Di comune c'è soltanto la moneta, l'euro, che però non è condivisa da tutti i 28 Stati dell'Ue ma solo da 19 e non c'è un ministro del Tesoro europeo che sia l'interlocutore della Banca centrale.

Perciò lo ripeto: se a causa dell'immigrazione saranno ripristinati i confini tra gli Stati membri dell'Ue, l'Ue cesserà di esistere; se i singoli Stati rivendicheranno la loro autonomia e la rafforzeranno mettendosi in contrasto con Bruxelles su questioni molto importanti, non si farà alcun passo verso gli Stati Uniti d'Europa ed anzi questa prospettiva salterà per sempre. Sembrerebbe che Renzi sia il più verace cultore di questa politica. Ma perché?

***

Ci sono ragioni specifiche ma il problema non è quello. Il nostro presidente del Consiglio, il cui interesse sarebbe quello di rivendicare l'autonomia del nostro governo ma di farlo sottovoce e nei modi appropriati, ha adottato il tono quasi del comizio elettorale. E infatti è questa la vera ragione: colpire con una ventata di nazionalismo l'opinione pubblica italiana.

Le ragioni di questa ventata sono evidenti: l'Italia, come praticamente tutta l'Europa, registra una crescente indifferenza o addirittura disprezzo della politica; il partito degli astenuti, che rappresenta il 40 per cento, continua a crescere e tra i partiti che andranno a votare alcuni sono programmaticamente contrari all'Europa e all'euro: i 5Stelle, la Lega, i Fratelli d'Italia. Stando ai sondaggi la somma di questi tre partiti arriva al 45 per cento dei votanti (27 per cento del corpo elettorale). La somma tra chi non vota e chi, votando, denuncia l'Europa e la moneta unica, arriva quindi al 67 per cento del corpo elettorale. Chi vota entro il quadro dell'Ue e dell'euro non rappresenta più del 33 per cento del corpo elettorale. Questa è la situazione italiana ma lo stesso fenomeno di astensione e di voti contro l'Ue è presente in molti altri Paesi europei anche se le percentuali sono diverse, alcune addirittura maggiori delle nostre, altre minori. Esistono e tendono a crescere in Polonia, Ungheria, Romania, Slovacchia, Bulgaria, Macedonia, Grecia, Spagna, Francia, Olanda, Gran Bretagna, Germania, Lituania, Estonia, Lettonia. Insomma ovunque.

Questa essendo la situazione europea e italiana, che cosa ha pensato Renzi? Il suo partito, il Pd e il governo da lui presieduto sono in linea di principio europeisti, come europeisti sono i partiti di centrodestra e tali intendono rimanere, ma la ventata di nazionalismo è comunque una novità, un cambiamento per usare una parola che a Renzi piace molto. Sembra una parola vecchia il nazionalismo, non si usa più dai tempi di Mussolini e dell'Msi del dopoguerra. Renzi l'ha rispolverata con l'obiettivo di scuotere gli indifferenti e di togliere voti ai partiti e movimenti che voteranno contro l'Ue e contro l'euro. Ci riuscirà? Lui pensa di sì, anch'io penso di sì o almeno riuscirà a non perder voti su quel terreno. Altri pensano invece il contrario: perderà i voti di quanti sono decisamente contrari al nazionalismo. Nel Pd ce ne sono molti, direi la maggioranza. Ma non credo che avvertirebbero quella ventata. Guarderanno semmai al merito economico del conflitto Italia-Europa e quel merito lo condivideranno perché è uno strumento in favore d'una politica economica di crescita, di post-keynesismo, di flessibilità tale da favorire sia gli imprenditori sia i lavoratori.

La ventata di nazionalismo va bene per i comizi, ma non toglie voti al Pd e forse gliene procura qualcun altro dal populismo anti-europeo. Esiste il rischio che il populismo inquini anche il Pd? Questo sì, quel rischio esiste, anzi se vogliamo dire tutta la verità quel rischio si è già in parte verificato, la Leopolda renziana è pieno populismo. Quando si dice che il Pd renziano è più un partito di centro che di sinistra, non si dice tutto, il partito democratico renziano è certamente di centro ma è anche populista perché Renzi ha l'intonazione populista. Non è un insulto ma una constatazione.
http://www.repubblica.it/politica/2016/ ... 131437660/
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Re: Renzi - UE: finita la luna di miele?

Messaggioda franz il 17/01/2016, 13:06

L'oggetto della discussione rischia di cambiare, ne sono consapevole, ma non posso star zitto leggendo che per ben tre volte Scalfari parla di una fantomatica'Europa Confederata come se l'Europa fosse una confederazione. Non lo è. Non è una federazione me non è nemmeno una confederazione. Lo sarebbe se almeno l'esercito fosse in comune tra i 28 stati membri. La difesa comune è un elemento caratteristico minimale delle confederazioni. L'Europa in realtà è solo un mercato comune, con libertà di circolazione di merci, persone, capitali. Libertà realtive alla sola corcolazione interna, non a quanto proviene da fuori, dato che per extra-ue salvo particolari accordi bilaterali, rimangono visti, dazi, divieti.
Se l'Europa diventasse almeno una confederazione sarebbe già un passo avanti.
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Re: Renzi - UE: finita la luna di miele?

Messaggioda trilogy il 17/01/2016, 15:42

mariok ha scritto:
"Eugenio Scalfari"Una ventata nazionalista nel conflitto tra l'Italia e l'Europa
di EUGENIO SCALFARI
17 gennaio 2016
....Renzi non vuole la Federazione, non vuole che i governi nazionali siano declassati, non vuole gli Stati Uniti d'Europa. E questa è la natura profonda del conflitto in corso a Bruxelles....


Ma c'è qualcuno che in Europa vuole la federazione, e sta lavorando in quella direzione? Nessuno. Non la vogliono gli Stati nazionali europei, il "metodo comunitario" è morto con la crisi finanziaria globale, e perfino il principio della libera circolazione delle persone sta franando. Non la vogliono gli americani, che sono i veri gestori della politica estera dell'Unione: il futuro allargamento alla Turchia, Ucraina, Georgia e chissà a chi altri, servono esclusivamente alla strategia militare e geopolitica americana. Hanno la funzione di rinviare all'infinito, se non di rendere impossibile, qualunque evoluzione in senso federalista dell'UE.
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