ranvit ha scritto:Non è questione di essere furbi
E' che l'Italia ha enormi problemi che nessuno è in grado di risolvere, in quattro e quattr'otto. Non si doveva neanche entrare nell'euro, non ne avevamo i presupposti e tutt'ora non li abbiamo: una situazione politica arcaica e dominata da classi dirigenti mediocri sia a destra che a sinistra, una corruzione/evasione doppia rispetta agli altri Paesi, una mai risolta questione meridionale, etc.
Allora o si trova il modo di darci tempo, ora che forse ci stiamo avviando a sbrogliare un po' la matassa, o comunque, che l'Italia resti o esca dall'euro non ne veniamo fuori....e con noi anche l'Europa!
Io suggerirei un'uscita concordata...
Sono abbastanza d'accordo sulla prima parte. A ben vedere non si doveva entrare. Forse (ma la storia non si fa con i se) se ne fossimo stati fuori avremmo reso una tale legnata che alla fine, tra tumulti e rivolte, ci saremmo liberati della classe politica attuale. O forse saremmo poi stati vittima del demagogo di turno. Chi lo sà?
Ci sono due esiti possibili.
a) saremmo stati obbligati a fare le riforme ed oggi staremmo meglio e potremmo anche entrare con i conti in ordine
b) sarebbe tutto come prima ma senza il vantaggio di essere dentro (per esempio la bassa inflazione ed i bassi tassi di interesse dal 2001 in avanti).
Per me lo scenario b) è molto piu' probabile. Lo darei al 95%
In ogni caso cosa fatta capo ha. Nell'euro ci siamo e l'unica discussione che possiamo fare è su quanto ci costi uscirne, soppesando vantaggi e svantaggi.
Un'uscita concordata pero' non è reale. Sapendo che le neolire varranno sicuramente meno dell'euro (svalutazione per ricuperare competitività) il fatto stesso che sia concordata implica che la cosa sia per mesi di dominio pubblico e che quindi tutti cerchino di salvare il proprio potere d'acquisto mantenendo euro e salvandoli da qualche parte. Poi ci sono i titoli di debito pubblico: sono in euro. Come verranno onorati? In Euro o neolire? Nel primo caso, avere una nuova moneta non ci è di alcun aiuto. Nel secondo caso equivale a farsi prestare 100 e rendere 70. Vista la fregatura nessuno ci presterà piu' nulla. E come le paghi le pensioni e gli stipendi pubblici se vengono a mancare i 400 miliardi che ogni anno ci facciamo prestare (tra debito nuovo e rinnovo di quanto scaduto) per tirare avanti? Inoltre mi pare che l'anno prossimo vada a scadenza un importo molto piu' grande del solito (a memoria ricordo 800 miliardi). Chi ce li presterebbe? Ed a quale costo. A fronte di un'inflazione mettiamo anche solo del 10% come minimo dobbiamo rimunerare il debito ad un tasso superiore e la spesa per interessi andrebbe alle stelle. Immaginate di quanto con un'inflazione al 20 o 30%?
Poi ci sono i contratti privati, con l'estero. Ogni azienda italiana che ha un certo volume d'affari ha contratti annuali di fornitura per materie prime e/o semilavorati dall'estero. Questo garantisce l'approvvigionamento. Sono in Euro o in dollari. E quelli quindi dobbiamo usare per pagare. Non sembra ma sono centinaia di miliardi anche quelli. Se quei contratti saltano, è la fame. Ed il freddo in casa d'inverno, le macchine con i serbatoi vuoti. Se non saltano avremmo impennate del prezzo della benzina e del gasolio, cosi' come ogni cosa importata. Concordata o no, l'uscita dall'euro comporta piu' svantaggi che vantaggi. Non solo ma gli svantaggi sono durevoli mentre i vantaggi durano lo spazio massimo di un anno.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)