da gi.bo. il 19/11/2014, 20:54
Essere di sinistra ? Bella domanda questa
"Essere è fare, politica è actuositas. I veri rivoluzionari hanno sempre pensato questo:io sono quel che faccio. Il viceversa, faccio perché sono, faccio quello che sono, è la radice dei totalitarismi".
Bobbio affronta la questione a partire dal suo più profondo nucleo teorico.
L’essenza più intima della distinzione consiste nel diverso atteggiamento che le due parti – il popolo di destra e il popolo di sinistra – sistematicamente mostrano nei confronti dell’idea di eguaglianza.
Naturalmente eguaglianza e diseguaglianza sono concetti relativi: né la sinistra pensa che gli uomini siano in tutto eguali, né la destra pensa che essi siano in tutto diseguali.
Ma coloro che si proclamano di sinistra danno maggiore importanza, nella loro condotta morale e nella loro iniziativa politica, a ciò che rende gli uomini eguali, o ai modi di ridurre le diseguaglianze;
mentre coloro che si proclamano di destra sono convinti che le diseguaglianze siano ineliminabili e che non se ne debba neanche auspicare necessariamente la soppressione.
Una/uno di sinistra è quindi quella persona che(secondo Alex Foti):
• Si batte per i diritti umani e la democrazia ovunque siano violati – in Iran come in Guatemala, in Sudan come a Guantanamo.
• Propugna la drastica riduzione della disuguaglianza sociale contro le aspirazioni oligarchiche di grandi banche, grandi imprese, grands commis.
• Difende la dignità umana e appoggia i diritti delle donne, dei gay, delle lesbiche, dei queer, degli zingari, degli immigrati come standard fondamentali in base ai quali giudicare gli altri diritti civili.
• Pratica il cosmopolitismo multiculturale come il miglior antidoto a razzismo, antisemitismo, islamofobia: chi nasce a Milano è milanese; chi nasce in Europa è europeo.
• Si batte con coraggio contro l’intimidazione mafiosa e il dilagare dell’economia criminale in Italia e nel mondo.
• Considera la questione climatica la chiave della risoluzione della crisi economica: green jobs for a Green New Deal, new welfare rights against the Precarious Society; questo dev’essere il programma socioeconomico della sinistra.
• Vede nella libertà d’espressione – innanzitutto online – nell’arte, nella ricerca, nella cultura, sui media, l’architrave di qualsiasi sistema che aspiri a equità e giustizia per le persone, non importa quale sia il loro credo, la loro provenienza sociale, il loro genere.
• Sa di vivere nel dopo guerra fredda: il comunismo ha perso, per ragioni soprattutto interne, mentre altri approcci ideali – orizzontalisti, ambientalisti, genderisti – ne hanno preso il posto come vettori del cambiamento sociale.
• Sa che siamo nel dopo 11 Settembre e nella crisi climatica: sa di vivere in un mondo in cui la catastrofe – geopolitica e ambientale – è sempre in agguato, ma che il mondo dopo la sconfitta del bushismo è diventato irreversibilmente postimperialista.
• Semplicemente: essere di sinistra oggi è avere un’avversione istintiva per l’ingiustizia e lo sfruttamento, un’affinità elettiva con la democrazia diretta, un’empatia morale per la dignità delle altre persone nelle nostre città e nel mondo; è essere consapevoli che la crisi ecologica e le minacce arrecate alla biosfera richiedono un cambiamento economico e sociale radicale
Qualcuno In effetti fa notare che la differenza si può riassumere nel fatto che a SINISTRA si ritiene tutti degni degli stessi diritti A PRESCINDERE ANCHE dalle capacità.
= PARITA' DI DIRITTI
Invece a destra si ritiene che si debba comunque PARTIRE dalle stesse opportunità MA che chi avesse più CAPACITA' o mostrasse più impegno dovrebbe avere di PIU'!
= PARITA' DI OPPORTUNITA'
C'è una bella differenza!
• In effetti la differenza si può riassumere nel fatto che a SINISTRA si ritiene tutti degni degli stessi diritti A PRESCINDERE ANCHE dalle capacità.
= PARITA' DI DIRITTI
Invece a destra si ritiene che si debba comunque PARTIRE dalle stesse opportunità MA che chi avesse più CAPACITA' o mostrasse più impegno dovrebbe avere di PIU'!
= PARITA' DI OPPORTUNITA'
C'è una bella differenza!
Qualcuno affema che nella società ideale per la SINISTRA si produce per quanto si è capaci e si consuma per quanto si ha bisogno.
Per esempio una persona poco dotata potrà fare un mestiere più umile di una persona più brillante, ma dovrà COMUNQUE avere di che soddisfare tutti i propri bisogni (si parla, ovviamente di bisogni primari come cibo, casa, salute, ecc.) La persona più brillante sarà chiamata a maggiore responsabilità ma non potrà comunque PREVARICARE i bisogni degli altri. vale a dire che se c'è da mangiare solo un pollo, si fa mezzo e mezzo.
Mentre nella società ideale di destra (moderna, non fascista che è un'altra cosa) invece si parte dalla stessa base ma chi ha maggiori capacità ha il diritto di avere comunque di più. Vale a dire, nell'esempio del pollo, che quello più dotato si mangia due cosce e il petto del pollo e lascia a disposizione dell'altro solo le alette.
Detto questo il tutto si può riassumere cosi': LIBERTÉ, EGALITÉ, FRATERNITÉ.
Concetto andato in disuso(sopratutto ora dai cori renziani) perché la Storia doveva finire con il mercato capitalista che assicurava la prosperità nel globo, figurarsi.
hola
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo(Giordano Bruno)