Forumulivista gi.bo:
Se ha lavorato al manifesto, e tutti sappiamo cos’e’ il Manifesto, in qualche cosa doveva crederci per lavorare su questo giornale o no? Basta leggere alcuni suoi articoli del tempo.
Perché tanto stupore? E’ soltanto l’ultimo episodio di una lunga serie della tradizione profonda di questo paese. Non che nella fascia di nazioni sopra il nostro parallelo certi avvenimenti non abbiano corso, ma la collocazione geografica, la storia e la cultura di questo paese inducono più che in altre società a professare lo sport del trasformismo. Dal punto di vista storico il trasformismo dopo l’Unità d’Italia, inizia proprio da un uomo della sinistra, Agostino Depretis (1882). Poi a valanga ci saranno trasformismi prodotti in quantità industriale. Tra i più significativi della storia d’Italia rimane quello dell’ex direttore dell’Avanti, Benito Mussolini, che da esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, e direttore del quotidiano socialista Avanti! dal 1912, fondò i Fasci di Combattimento nel 1919 e il Partito Nazionale Fascista nel 1921, passando dalla sinistra all’estrema destra. Ma anche un fondatore del Partito Comunista Italiano, Nicola Bombacci, prima socialista, poi comunista, fondatore del Pci con Gramsci e Bordiga, aderì nel 1935 al fascismo. Nel 1945, assistiamo al passaggio inverso. Sono in molti che da fascisti diventano, comunisti, socialisti, democristiani. Erano fascisti all’epoca Eugenio Scalfari, Giorgio Bocca, Dario Fo, Pietro Ingrao ed altri noti. Il 1968 annovera nelle file di Potere operaio, Lanfranco Pace (Il Foglio), Paolo Mieli (uomo del Corriere della Sera), Gaetano Pecorella (principe del Foro di Milano, difensore di fiducia di Berlusconi e parlamentare di Forza Italia), Massimo Cacciari, filosofo di peso nella politica italiana. Mentre in Lotta continua militano: Gian Piero Mughini, Paolo Liguori ( uomo Fininvest-Mediaset), Carlo Panella, (TG4, Studio Aperto, Tribune politiche di Mediaset, collaboratore de L’Occidentale, sostenitore del Pdl), Salvatore Tramontano (vice direttore de Il Giornale), Toni Capuozzo inviato Mediaset, Giuseppe Sottile (condirettore de Il Foglio), Gianfranco Micicchè, sottosegretario e ministro di Berlusconi. Saltano il fosso Gian Paolo Pansa, e Carlo Rossella noto carrierista Fininvest- Mediaset, oggi presidente di Medusa, la casa cinematografica di Berlusconi. Per non parlare poi dell’uomo per tutte le stagioni per antonomasia, Giuliano Ferrara (comunista, craxiano, berlusconiano ed ora renziano), uomo di grande coerenza. Non dimentichiamo Umberto Bossi, da segretario del Pci del suo paese (Cassano Magnago) a fondatore della Lega Lombarda e poi Lega Nord. Roberto Maroni che nel 1971 milita nel gruppo marxista – leninista di Varese per poi passare a Democrazia Proletaria ed infine alla Lega. Matteo Salvini, comunista ai tempi del Liceo Manzoni e poi passato alla Lega Nord. Gli ultimi salti sul carro del vincitore, sono quelli di Latorre, da dalemiano a renziano. Paolo Gentiloni, ha militato nel Partito di Unità Proletaria per il comunismo, poi è passato a Legambiente, per diventare successivamente portavoce di Rutelli, oggi renziano per convenienza. Piero Fassino, troppo giovane per andare in pensione ha deciso di saltare sul carro renziano. Chiamparino, anche è lui saltato sul carro del vincitore. I Giovani turchi Orfini e Orlando. Orlando chiamato in politica da Fassino. Poi passato con Veltroni e poi con i Turchi. Oggi renziano ripagato con la poltrona di ministro. Orfini, di osservanza dalemiana e poi turco. Ripagato con la presidenza Pd. Roberta Pinotti, Pci, Ds (Correntone) Pd, ripagata con il ministero della Difesa. Non parliamo poi della Moretti Alessandra. Ha passato tutte le correnti, ha capito subito l’ultima aria che tirava. Dario Franceschini, mica andrà a casa adesso? E’ troppo giovane per lasciare. E’ diventato renziano quando ha intuito che aria tirava. Paola De Micheli, bersaniana, lettiana, renziana. Debora Serracchiani quel sabato mattina 21 marzo 2009 tiene un applauditissimo intervento di 13 minuti all'Assemblea dei Circoli del PD attaccando la segreteria Franceschini, mentre la rete chiede Serracchiani segretaria subito. Sa come stare al mondo e piegarsi come canna al vento quando il vento tira dalla parte giusta. La vecchia Dc annoverava donne del calibro di Tina Anselmi. Come lei non ce ne saranno più. La Serracchiani non vale nemmeno un decimo di Tina Anselmi. Infine Pina Picierno, demitiana, veltroniana, franceschiniana ed infine renziana. Vai dove ti porta il vento. Fare politica è meglio che lavorare. In tutti i sensi.