Questione di opinioni, io facevo un ragionamento teorico: non è necessario ridurre la spesa pubblica per ottenere rigore nei conti pubblici, sono due cose diverse. Il rigore si ottiene con l'equilibrio tra entrate ed uscite. Anche parlare di "austerità" è quindi improprio.
Del resto anche dal punto di vista concreto, i dati non parlano di una spesa pubblica fuori controllo in Italia, ma di un disequilibrio:
http://scenarieconomici.it/spesa-pubbli ... 2000-2011/
Poi ovviamente bisognerebbe analizzare le voci di spesa nello specifico. Noi nel welfare (escluse pensioni) e nella sanità spendiamo molto meno della media UE. Le politiche sociali risentono di questo e la classe medio-bassa soffre. Per cui in parte concordo con Franz, ma una quota specifica della spesa pubblica (welfare, sanità) dovrebbe secondo me aumentare, non diminuire. Ricordiamo ad esempio che i ticket sanitari su prestazioni e farmaci rendono inaccessibile a chi è a reddito zero il diritto alla salute, magari a chi fino a ieri pagava tasse salate e oggi è senza lavoro e senza entrate.