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La Francia si ribella all'Ue: "No austerity, deficit al 4,4%

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Re: La Francia si ribella all'Ue: "No austerity, deficit al

Messaggioda diffidente il 08/10/2014, 11:38

In effetti è vero, stampare carta alla lunga rinvia i problemi,ma non li risolve, la crisi finanzioaria con gli attacchi speculativi del 2011 è stata causata,almeno in gran parte, dalla grande quantità di debito pubblico che è difficile da onorare; è vero che gli USA sono in una situazione ben peggiore,ma è anche vero che può essere molto pericoloso per i finanzieri speculare cp0ontro gli USA, in quanto potrebbe essere interpretato come atto ostile e la Borsa di New York soggiace alla giurisdizione americana.
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Re: La Francia si ribella all'Ue: "No austerity, deficit al

Messaggioda flaviomob il 08/10/2014, 12:05

Il problema di Francia e (soprattutto) Italia dipende anche dall'utilizzo di una valuta forte, più simile al vecchio marco tedesco, che penalizza le esportazioni e gli equilibri interni. Stampare carta non va bene, ma stamparne "un pochino" può essere utile quando circola poco sangue (parlo più che altro per la Francia).
Inoltre i transalpini hanno i neofascisti che marciano verso consensi stratosferici e questo vorrà pur dire qualcosa. In fondo anche la Germania fece saltare i parametri per far ripartire l'economia.

Il nostro caso invece è diverso, abbiamo un debito insostenibile e cresciamo meno della Francia stessa.


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Re: La Francia si ribella all'Ue: "No austerity, deficit al

Messaggioda ranvit il 08/10/2014, 12:32

Il nostro caso invece è diverso, abbiamo un debito insostenibile e cresciamo meno della Francia stessa.


Fra non molto anche la Francia sarà al ns livello....mi pare che sia già al 96%.

Comunque il problema, come dice anche il buon Prodi, non è l'alto debito in sè, quanto la non crescita anzi la decrescita.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La Francia si ribella all'Ue: "No austerity, deficit al

Messaggioda franz il 08/10/2014, 12:36

flaviomob ha scritto:Il problema di Francia e (soprattutto) Italia dipende anche dall'utilizzo di una valuta forte, più simile al vecchio marco tedesco, che penalizza le esportazioni e gli equilibri interni.

Ecco qui avrei molto da ridire.
Forte l'Euro?
Dipende dai pundi di vista e rispetto a chi.
Il riferimento maggiore è il dollaro.
Ebbene tra alti e bassi il rapporto euro/dollaro è oggi sulla media decennale, quindi non troppo alto o troppo alto rispetto a quanto succede da 10 anni a questa parte (2004).
Ovvio che un euro forte danneggia le esportazioni (ma aiuta le importazioni) ma se guardiamo la germania ed altri paesi come l'Olanda, questi esportano alla grande (anche il 40% del PIL) e quindi non è l'euro ad ostacolare l'economia.

Se vogliamo vedere un caso estremo allora la Svizzera, con un Franco Svizzero alle stelle in quanto bene rifugio, fa una fatica bestia ad esportare ma di riesce in ragione del 50% del PIL (un vero record).
E dove sta allora la differenza?

Ecco: 1) la qualîtà dei prodotti; 2) il prezzo, che pur essendo in Euro (o in CHF o USD) varia da paese in paese perché contiene gran parete del carico fiscale e contributivo (solo IVA è esclusa).
Il problema della francia allora non è, come per l'Italia, un euro ritenuto forte ma la qualità dei prodotti e il costo fiscale e contributivo che per forza di cose è contenuto nel costo dei prodotti.

La svalutazione dell'euro è una chimera. Comporterebbe prezzi all'importazione piu' alti ed inflazione. Laa sfida vera sta nella spesa pubblica e nel carico fiscale (da parte dello stato) e nella produttività e nella qualità dei proditit da parte delle aziende.
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Re: La Francia si ribella all'Ue: "No austerity, deficit al

Messaggioda diffidente il 08/10/2014, 17:42

Mi ha colpito molto questo passaggio:
La svalutazione dell'euro è una chimera. Comporterebbe prezzi all'importazione piu' alti ed inflazione. Laa sfida vera sta nella spesa pubblica e nel carico fiscale (da parte dello stato) e nella produttività e nella qualità dei proditit da parte delle aziende.

credo sia un ottimo riassunto della situazione, resta il fatto che la Francia non ha intenzione di violare per sempre la soglia del 3%,già piuttosto alta in termini assoluti,perchè sono tanti miliardi di Euro,tenendo conto dell'ingente PIL francese,ma, piuttosto, di sostenere con investimenti o misure assimilabili la suia economia prima che precipiti in una grave recessione. Se ciò avrà succcesso e ci sarà di nuovo crescita, ecco che il rapporto deficit/PIL si ridimensionerà "spontaneamente"
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Re: La Francia si ribella all'Ue: "No austerity, deficit al

Messaggioda ranvit il 09/10/2014, 19:31

Dopo la produzione crolla l’export: Germania a rischio recessione

Vuoi vedere che mo' i crucchi cambieranno idea? 8-)
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Re: La Francia si ribella all'Ue: "No austerity, deficit al

Messaggioda diffidente il 09/10/2014, 21:05

Il calo brusco delle esportazioni dipende soprattutto dal conflitto fra Federazione Russa ed ucraina e relative dure sanzioni economiche, quando una cospicua porzione delle esportazioni tedesche riguardano soprattutto l ex unione sovietica e la situazione economica mondiale non permette,per quello che posso capire, di trovare velocemente altri clienti per quei prodotti rimasti invenduti. Vi è anche da dire che, data la ciclicità dei febomeni economici, non per altro perché descrivibili con funzioni matematiche esponenziali differenziali che hanno un andamento ciclico , la Germania non poteva restare in fase di scesa economica all infinito, un,magari breve, periodo di stasi era inevitabile, bisogna vedere,però, se i politici tedeschi vorranno abbreviato, oppure pensano di poterlo ignorare
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Re: La Francia si ribella all'Ue: "No austerity, deficit al

Messaggioda franz il 10/10/2014, 7:44

Oltre ai motivi indicati (sanzioni alla Russia) credo che il calo della produzione e dell'export siano collegati da un altro fattore comune. I dati poi escono in tempi diversi perché un ufficio rileva i dati della produzione ed un altro, in tempi successivi, quelli dell'esportazione. Il fattore comune, riferito dai giornali, rigurda il posticipo delle ferie. Solitamente i tedeschi fanno le ferie in Luglio (per problemi scolastici) mentre quest'anno in molti (per motivi che non conosco ma potrebbero essere anche legati al clima immondo di questo mese di luglio in tutta Europa) hanno spostato le ferie in Agosto. Meno giorni lavorativi quindi hanno come effetto meno produzione ed implicitamente meno export, Rendendo poco comparalbili le classiche statistiche fatte mese per mese o in comparazione con lo stesso mese dell'anno precedente. Poi appunto, per l'export, c'è il problema Russia.
Tra l'altro questo crea uno strano effetto tipo montagne russe sui dati economici mensili, visto anche mesi fa in Giappone (un mesecon il PIL a +7% ed il successivo a -7%). Dietro questi alti e bassi ci sono motivi pratici e contengenti. In Giappone se ricordo bene c'èra in previsione un aumento dell'IVA, quindi molti hanno anticipato gli acquisti. Il mese dopo, ovviamente c'è stato il crollo.
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Re: La Francia si ribella all'Ue: "No austerity, deficit al

Messaggioda ranvit il 10/10/2014, 7:46

Puo' essere....ma vediamo...
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Re: La Francia si ribella all'Ue: "No austerity, deficit al

Messaggioda franz il 10/10/2014, 9:41

Di sicuro l'Europa è il malato del mondo, con una crescita praticamente piatta, mentre gli altri crescono del 2-3% (asia 7%) e soprattutto sta crescendo bene l'Africa.
Ma l'Europa è il malato non certo per le politiche di rigore.
Direi che da un lato c'è una presenza troppo ingombrante dello Stato, una tassazione decisamente elevata (rispetto alle altre aree del mondo) apparati burocratici abbastanza pesanti, con rare eccezioni, un mercato del lavoro ingessato da automatismi e regole sindacali, un welfare abbondante, i prezzi al consumo decisamente troppo alti. Tutto questo ha generato col tempo debiti pubblici abbastanza elevati (anche senza contare i casi estremi come ITA e Grecia).
Piuttosto vedo che i paesi europei che, malgrado le difficoltà generali, arrancano meglio, sono proprio quelli come la Svezia, la Germania, L'Olanda e la Svizzera che hanno completato nel decennio scorso importanti riforme per snellire lo stato (un percorso che anche l'Italia aveva iniziato con Prodi ma è finito prematuramente). Chi non ha fatto invece quelle riforme o non ha finito il lavoro (e direi che l'Italia e la Francia sono casi chiari) è in difficoltà.
Una cosa che comunque non è stato detto a proposito della Francia è che il fatto che chiedano piu' tempo e vogliano diluire il rigore non significa affatto che vogliano uscire dall'Euro. Ai Francesi, aparte la destra fascista e xenofoba, non passa nemmeno per l'anticamere del cervello uscire dalla UE e/o dall'Euro.
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