La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Scalfari: “L’Italia in crisi anche con Renzi"

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Scalfari: “L’Italia in crisi anche con Renzi"

Messaggioda franz il 08/08/2014, 8:16

Robyn ha scritto:Per crescere bisogna tagliare la spesa ,ma bisogna anche calcolare i rischi insiti in questa operazione perche non può finire che si và a tagliare quello che invece non si deve tagliare per ex risorse per il sociale per i malati di sla per i disabili.

Visto che la spesa supera il 50% del PIL (dato tendenzialmente in ascesa visto che la spesa non viene tagliata ed il PIL cala) direi che ci sono ampie possibilità di tagli che non tocchino il sociale (sanità esclusa è il 20% del PIL). Anzi riducendo certi sprechi ritengo che si potrebbe an cher spendere di piu' nell'istruzione, fanalinodi coda nelle analisi comparative UE.

Certo che la tentazione della classe politca attuale non è quella di fare i tagli che la riguardano in prima o seconda battuta (casta, corruzione) ma di tagliare sul sociale. Servitebbe allora un drastico cambiamento anche nella classe politica e nel come essa si relazione con il governo del paese (per esepio federalismo).

Sugli investimenti keynesiani stenderei un velo pietoso. Si vocifera di moltiplicatori che nessuno ha mai visto, se non la moltiplicazione della spesa stessa, preventivata a 100 e poi verificata a 250 alla fne dell'opera. Sono sicuro che lo stesso importo investito da un privato dia un rendimenti superiore sia in termini di ritorno economico sia di posti di lavoro.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Scalfari: “L’Italia in crisi anche con Renzi"

Messaggioda franz il 08/08/2014, 8:39

Bisin, su Repubblica cartacea di ieri, spiega la crisi attuale di Renzi ed il calo del PIL.

La Strada Sbagliata

http://bit.ly/lastradasbagliata
(il link punta ad un PDF e lo scarica automaticamente)
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Scalfari: “L’Italia in crisi anche con Renzi"

Messaggioda Robyn il 08/08/2014, 22:06

Franz I partiti hanno bisogno di persone preparate ma soprattutto disinteressate.Quando questo invece non avviene abbiamo la casta e la democrazia và in crisi.Silvio Berlusconi vuole tornare vuole la riabilitazione,invece non deve tornare perche per colpa sua il paese non progredisce poi è uno che distrugge tutto che innietta veleni odio e discriminazioni nel paese,il paese ritorna di nuovo indietro nel tempo.Silvio berlusconi è responsabile di gravi danni alla nostra democrazia e soprattutto al lavoro.Se c'è la ripresa lui vuole tornare per distruggerla.Il craxismo invece in assenza del nemico storico era degenerato in vero e proprio razzismo
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11354
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Scalfari: “L’Italia in crisi anche con Renzi"

Messaggioda Robyn il 09/08/2014, 11:11

diciamo più semplicemente che la casta,sb,il
craxismo coltivano idee sulla superiorità della razza
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11354
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Scalfari: “L’Italia in crisi anche con Renzi"

Messaggioda mariok il 11/08/2014, 17:45

Di Renzi e delle sue promesse si può dire ovviamente tutto il male possibile.

Ma come è possibile attribuire, come danno per scontato Scalfari e non solo, al suo governo (in carica dalla fine di febbraio) la responsabilità dei dati economici dei trimestri gennaio-marzo e aprile-giugno? Come minimo occorrerebbe risalire a quanto fatto o non fatto dal governo Letta (per il quale Scalfari si strugge di nostalgia), se non anche al famigerato governo ancora precedente (Monti chi?).

Ma un minimo di onestà intellettuale non è evidentemente di casa né tra i grillini (ed alla cassa di risonanza del Fatto) né tra i reduci del dalemismo, bersaniani, lettiani, civatiani e chi più ne ha più ne metta.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: Scalfari: “L’Italia in crisi anche con Renzi"

Messaggioda franz il 11/08/2014, 21:00

mariok ha scritto:Ma come è possibile attribuire, come danno per scontato Scalfari e non solo, al suo governo (in carica dalla fine di febbraio) la responsabilità dei dati economici dei trimestri gennaio-marzo e aprile-giugno? Come minimo occorrerebbe risalire a quanto fatto o non fatto dal governo Letta (per il quale Scalfari si strugge di nostalgia), se non anche al famigerato governo ancora precedente (Monti chi?)..

Verissimo, ma costoro ci hanno fatto una capa tanta con gli effetti benefici e salvifici degli 80 euri al mese a 10 milioni di persone e quindi è ovvio che oggi vengano sbeffeggiati dalla cruda realtà dei numeri.
Ogig si vede che gli effetti immediati non ci sono, un domani chissà, ma l'effetto piu' immediato è stato quello del voto alle europee.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

E anche l'Economist scarica Renzi

Messaggioda franz il 11/08/2014, 21:11

Governo Renzi, Economist: “E’ l’economia, stupido”. Stampa estera scarica il premier

Il settimanale della City ricorda al presidente del Consiglio lo slogan di Bill Clinton durante le presidenziali del 1992. E attacca: "C'è il rischio che i tagli alla spesa facciano ulteriormente calare la domanda accelerando la spirale discendente". Intanto il Financial Times, che in febbraio approvava l'agenda ambiziosa di Renzi, parla di "timori" dei grandi imprenditori che "sono stati suoi grandi supporter". E il Wall Street Journal sottolinea come ci siano "pochi segni" delle grandi riforme economiche promesse

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 11 agosto 2014

Più informazioni su: Economist, Governo Renzi, Matteo Renzi.

Il Financial Times, il giorno dopo la notizia della nuova recessione italiana, aveva parlato di “fine della luna di miele” tra Matteo Renzi e il Paese. Ma, come dimostra il contenuto stesso dell’analisi del quotidiano finanziario inglese, i dati Istat sull’andamento dell’economia sembrano aver segnato un punto di svolta anche nel rapporto tra il premier italiano e la stampa internazionale. Che al giovane ex sindaco di Firenze, presentatosi come rottamatore e alfiere del cambiamento, in passato ha concesso un’ampia apertura di credito. Ora – forse anche in seguito alle pesanti dichiarazioni di Mario Draghi sulla necessità che i Paesi europei “cedano sovranità” alla Ue sulle riforme strutturali – il vento è cambiato.

A rimarcarlo è il blog di Beppe Grillo, che riporta integralmente la traduzione di un articolo critico comparso sull’ultimo numero dell’Economist. La prima frase dice tutto: It’s the economy, stupid. Ovvero lo slogan della vittoriosa campagna presidenziale condotta nel 1992 da Bill Clinton. Il senso era che solo i numeri sulla crescita e l’occupazione avrebbero determinato l’esito delle elezioni. Il settimanale della City continua spiegando che “se Matteo Renzi, uno studente appassionato di politica americana, avesse prestato più attenzione allo slogan di successo inventato per la campagna presidenziale di Clinton nel 1992, potrebbe essere in una posizione migliore di quella in cui si trova oggi”. Cioè con il Pil in calo dello 0,2% nel secondo trimestre, “il peggior colpo per il primo ministro dall’inizio del suo mandato nel mese di febbraio”. Poi la sferzata: “La notizia della recessione lascia un’ammaccatura enorme nella credibilità della strategia complessiva del governo. Mister Renzi ha fatto una scommessa: che l’economia avrebbe recuperato senza bisogno di molte riforme strutturali, in modo da poter andare andare avanti con quello che lui ha giudicato l’aspetto più importante: il cambiamento istituzionale”.

“Per Renzi riforme come il Pin del telefonino. Ma che succede se nel frattempo la batteria si è scaricata?” – Seguono il racconto delle trattative con Silvio Berlusconi (che nel 2001 l’Economist definì “inadatto a guidare l’Italia”) sull’Italicum, la descrizione delle difficoltà che il governo sta incontrando nel varare iniziative pro-crescita e la previsione di “tagli alla spesa profondi (di 15, 20 miliardi secondo i più)” per “rispettare i propri impegni di riduzione di bilancio della zona euro senza aumentare le tasse”. Peccato che “se il governo non agisce rapidamente per liberare i mercati e favorire la razionalizzazione e l’efficienza, c’è il rischio che i tagli faranno ulteriormente calare la domanda accelerando la spirale discendente”. Conclusione: “Mr Renzi il mese scorso ha paragonato il suo programma di riforma costituzionale con il Pin di un telefono cellulare. E’ solo dopo aver digitato il numero, ha spiegato, che il telefono funzionerà. Ma cosa succede se nel frattempo la batteria si è scaricata?”.

Secondo il Financial Times ora “i grandi imprenditori esprimono timori” – Anche sulle pagine color salmone del Financial Times, che a febbraio celebrava “l’agenda ambiziosa” di Renzi e solo a giugno giudicava “importante” la sua battaglia per un ripensamento delle rigide regole del Patto di stabilità, ora lo scetticismo nei suoi confronti è palpabile. Pur se attribuito, come nel colloquio con il presidente del Consiglio pubblicato domenica, ai “grandi imprenditori italiani” che “sono stati grandi supporter di Renzi” ma ora “hanno iniziato a esprimere timori che si tratti di un micromanager che si basa troppo su pochi amici fidati quando avrebbe invece bisogno di consulenti esperti da abbinare alla sua capacità politica”. Parla di “paralisi italiana”, in contrasto con la ripresa di Spagna e Grecia, il Wall Street Journal, che in un editoriale firmato da Simon Nixon sottolinea come rispetto alle promesse di sei mesi l’esecutivo Renzi abbia realizzato troppo poco: “Ci sono pochi segni dei cambiamenti di vasta portata del mercato del lavoro e dei prodotti e delle revisioni della burocrazia e del sistema giudiziario necessari per rilanciare la crescita”.

Die Welt: chiusura dell’Unità e successo di Fanpage simbolo dell’Italia renziana – Infine la stampa tedesca, che da Renzi si aspettava un nuovo corso e riforme profonde, ora è rapidissima a scaricarlo prevedendo (Suddeutsche Zeitung) che il premier “sarà più debole in Europa”. Ma non solo: ampliando lo sguardo, il quotidiano conservatore Die Welt pubblica un’analisi sul nuovo Zeitgeist (“spirito del tempo”) italiano perfettamente incarnato dal presidente del Consiglio. “A 39 anni già premier. Non segue alcuna ideologia. È un pragmatico. Era democristiano, ora è socialdemocratico. È la personificazione del ‘sia…sia’. È contrario alle politiche di risparmio d’Europa, ma allo tesso tempo a favore di riforme strutturali dolorose. Distribuisce 80 euro a chi guadagna di meno, e allo stesso tempo sbraita contro i sindacati. Renzi non pensa in ‘destra’ e ‘sinistra’, ma in veloce e lento. È uno che fa. Sono gli altri a frenare”, spiega il corrispondente Tobias Bayer ai concittadini di Frau Merkel. La descrizione dello stile giovanilistico dell’inquilino di Palazzo Chigi continua con riferimenti all’abbigliamento (“Non porta vestito e cravatta, ma jeans e camicie aperte”), all’uso della tecnologia (il solito Twitter) e all’atteggiamento “alla mano” (“Si fa portare la pizza a Palazzo Chigi, velocemente passa al tu: ‘Io sono Matteo’. Non è ‘uno di quelli’ ma ‘uno di noi’). E questo “riflette uno Zeitgeist che ovviamente plasma anche i media”. In che modo? L’Unità chiude e gran parte delle testate tradizionali sono in crisi, mentre, scrive Bayer, riscuote successo il giornale online Fanpage.it. Il giudizio su questa evoluzione è lasciato ai lettori.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08 ... r/1088044/
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Europa, Renzi e la sindrome da delirio di impotenza

Messaggioda franz il 11/08/2014, 23:02

di Fabio Scacciavillani | 11 agosto 2014

Il Manuale delle Giovani Marmotte non avverte il lettore che in politica i numeri non obbediscono alle regole dell’algebra: talora il -0,2% conta più del +40,8%. Non stupisce dunque che Renzi sembri un giovane esploratore senza mappa in un territorio troppo vasto per le sue capacità di orientamento.

In Europa ad esempio di fronte alla Merkel Renzi si trova nella condizione psicologica dell’ottavo marito di Elizabeth Taylor: un Telemaco con aspirazioni da posizioni di vertice nella classifica degli amplessi memorabili, tristemente zavorrate da palesi inadeguatezze e inesperienza. Competere nei bollenti ricordi della Diva richiederebbe una dose di originalità, il gusto di osare, un’inventiva, un colpo di genio ispirato dallo spirito boccaccesco che ancora permea Firenze. Invece il Kamasutra del gabinetto Renzi ripropone pateticamente una sola monotona posizione, inalterata da Tremonti a Letta passando per Monti. In pratica non solo i tedeschi dovrebbero accollarsi il conto delle quarantennali scelleratezze fiscali italiche, ma dovrebbero pure finanziare quelle nuove che consentirebbero di rimpinguare i bottini di voti di scambio e fondi neri a cui la casta (che si è affidata alla scialuppa tarlata di Renzi) è malamente assuefatta e senza i quali verrebbe spazzata via.
Pubblicità

Siamo d’accordo che tra i passati inquilini di Palazzo Chigi non si annovera un Richard Burton del buongoverno. Ma addirittura riproporre al Parlamento Europeo, con rinnovata prosopopea, in apertura del semestre di presidenza italiano la tiritera di eurobond, investimenti in infrastrutture, scorporo di spese dai parametri di Maastricht e tutto il repertorio delle tremontate d’accatto, ha costituito il trampolino di lancio verso l’irrilevanza o il dileggio già riservati al Berlusca (con cui pare si intenda a perfezione). Visto che le Giovani Marmotte in campeggio a Palazzo Chigi non si rendono conto dello scherno che suscitano (non solo in materie economiche, come dimostra il caso Mogherini), Draghi si è visto costretto a suonare la sveglia.

Per la prima volta un Presidente della Bce ha puntato il dito pubblicamente su un paese dell’Eurozona. I canguri saltati in branco sul carro del vincitore sono rimasti esterrefatti. Si scambiano occhiate terrorizzate dalla prospettiva di seguire il tragico destino dei fessacchiotti intruppatisi sotto le insegne di Monti quando il loden sventolava alto e maestoso sui Palazzi di Roma. Draghi in pratica si è limitato a ricordare che fuori dal Grande Raccordo Anulare, la petulante Sinfonia della Flessibilità sui parametri di Maastricht che delizia i milioni di parassiti e aspiranti tali con il miraggio delle greppie da sottobosco statale, stride peggio del rap di Giovanardi.

Tutto si può dire dei parametri e dei vari Trattati europei (e soprattutto delle interpretazioni all’acqua di rosa) tranne che non abbiano inglobato meccanismi fin troppo flessibili, soprattutto per paesi come l’Italia dove la spesa pubblica è volano di spreco e corruzione. Per chi volesse approfondire questo recente pezzo de la Voce.info contiene una sintesi comprensibile anche ai non addetti. Anzi è stata proprio questa mal concepita flessibilità – combinata con l’assenza di controlli pervasivi (vedi Grecia) nonché di sanzioni efficaci ed immediate per i violatori – a creare la crisi del debito pubblico da cui non si riesce a venir fuori.Se poi si considerano i fondi strutturali europei e l’incapacità cronica, squisitamente italiana, di riuscire a spenderli (o di spenderli per i concerti di Elton John) , si capisce che gli appelli di maggiori finanziamenti dell’Unione Europea suonino come una bislacca provocazione di un piazzista da fiera. Per questo Draghi ha adottato un linguaggio anche più pesante di quello della lettera a Berlusconi e Tremonti. Tanto più urticante in quanto arrivato a pochi giorni dalla puerile polemica con Cottarelli.

Si può ben essere d’accordo con Renzi ed asserire che in un paese serio il commissario alla spending review è a tutti gli effetti il ministro delle Finanze e del Tesoro, il quale in prima persona si assume la responsabilità delle scelte, con il sostegno del Presidente del Consiglio. Ma il motivo per cui in Italia i governicchi ricorrono ai vari Giarda (che iniziò a cimentarsi con questo arcano maggiore già nel 1982) Bondi, Giavazzi e Cottarelli (per rimanere agli ultimi anni) è proprio perché sono formati e guidati da imbelli. Insomma si può sintetizzare il punto parafrasando l’aforisma del Galileo di Brecht: “Sventurato il paese che ha bisogno di commissari alla spending review”.

Ma la pulsione delle Giovani Marmotte a sbattere la zucca contro il muro della logica economica prima che dei Trattati non si affievolirà tanto presto per evidenti ragioni elettorali: è bastato pasturare le clientele con poche decine di euro (finanziati, tanto per cambiare, da ulteriori debiti e tasse) per fare il pieno di voti alle europee. Immaginate che praterie elettorali spalancherebbero gli eurobond garantiti dai Tedeschi al Clan dei Toscani e alla Banda di Arcore! Il Manuale delle Giovani Marmotte insegna che a S. Lorenzo cadono le stelle, ma omette di specificare che in autunno cadono i governi balneari.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08 ... 1537084044
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Scalfari: “L’Italia in crisi anche con Renzi"

Messaggioda mariok il 11/08/2014, 23:15

Gli 80 euro sono entrati in busta paga a fine maggio. Come potevano influire sui dati del 2° trimestre?

Che la confindustria, la confcommercio ed altri avrebbero preferito intervenire con sgravi alle imprese è cosa nota e comprensibile. Ma dovrebbero avere un po' di pazienza prima di vedere la conferma del loro teorema, tutto ancora da dimostrare.

Le polemiche di questi giorni siu dati del pil, mi pare diano ragione a Galli della Loggia.

Élite avvelenate, gufi e rosiconi

http://www.corriere.it/politica/14_agos ... 0320.shtml

"Come meravigliarsi se questo poderoso complesso d’interessi - i cui vari settori per giunta sono generalmente dominati da gruppi di comando di età avanzata - sebbene possa talvolta esprimere opinioni e desideri di cambiamento, ne tema al tempo stesso moltissimo ogni reale ed effettiva avvisaglia? Come meravigliarsi se esso cerchi di esorcizzarla celando il proprio malumore dietro le critiche mascherate da una delusione di maniera?"
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: Scalfari: “L’Italia in crisi anche con Renzi"

Messaggioda franz il 12/08/2014, 8:23

mariok ha scritto:Gli 80 euro sono entrati in busta paga a fine maggio. Come potevano influire sui dati del 2° trimestre?

Perfettamente d'accordo ma la renziana picierno sosteneva che la misura avrebbe portato un aumento stimato del 15% dei consumi. Qui la registrazione audio/video dell'affermazione, in data 7 maggio 2014 dove si parlava della piu' grande azione di ridistribuzione mai tentata .... ma ascoltate voi, è solo un minutino.

FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Ora se uno sostenesse un aumento del 1% ok, si piu' capire che l'effetto sulla fine di un trimestre sarebbe minimo se non nullo ma il 15% è un grande effetto e sia pur ridotto di un terzo, deve lasciar traccia. Diciamo che qualcuno qualche palla, a fini elettorali, l'ha raccontata, cosi' come Brunettara ccontava le mirabolanti virtu' positive per l'economia dell'abolizione dell'IMU.

Concordo con gli amici di NfA quando affermano:
Al di là della propaganda, vale la pena di ricordare un paio di cose ovvie, anche se poco o nulla menzionate nel dibattito politico-giornalistico. Primo, i comportamenti degli agenti economici cambiano solo lentamente a fronte di cambiamenti chiari e certi degli scenari economici. L'idea che il bonus di 80 euro potesse radicalmente cambiare i comportamenti di consumo tanto addirittura di influire sul PIL del secondo trimestre era di per sé assurda. Secondo, la stagnazione italiana è di lungo periodo, e se mai verrà rovesciata richiederà provvedimenti ben più incisivi delle pezze e dei cerotti con cui si va avanti da tempo.


Intanto i 10 miliardi stimati per il costo dell'operazione sono stati impegnati (è una spesa) ed hanno comportato sia la riduzione di spese future ma che non sono ancora state risparmiate sia nuove tasse, come quella sui conti correnti (che riguardano tutti lavroratori ed i pensionati, obbligati ad avere un conto per la riscossione.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

PrecedenteProssimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 30 ospiti

cron