pianogrande ha scritto:Franz.
Il"maniacale" voleva solo essere una ironia volutamente esagerata (e, tra l'altro, sbagliata) verso il tuo "idiosincrasia".
Tutto qua.
Ora ho capito il riferimento. Beh, ci stava.
pianogrande ha scritto:Le alleanze tra il primo e secondo turno sono sempre preferibili a quelle ad elezioni avvenute..
Vero. Bisogna anche vedere pero' tra chi sono queste alleanze "post voto". In germania per esempio (ma anche in UK) i liberali, che sono un partito di centro, spesso si alleano o con i conservatori o qualche volta con i socialdemocratici/laburisti. Succede quando un partito non puo' governare da solo. Un partito chiede di governare ma se non abbastanza elettori gli danno credito un motivo ci sarà. Vuol dire che non ha convinto abbastanza. Giusto quindi che debba cercare e trovare un compromesso con altri partiti.Si chiama Politica
pianogrande ha scritto:La desistenza la considero, comunque, una forma di alleanza (è pur sempre per favorire qualcuno) ma non dovrebbe avere molto senso al secondo turno.
Forse è il caso di chiarire che io parlo di doppio turno a livello nazionale e non di collegio.
Il doppio turno di collegio, a conti fatti, non è molto diverso da un proporzionale e non mi interessa gran che.
La desistenza implica che chi desiste si ritira dal gioco, lasciando il prroprio elettorato libero di scegliere tra chi rimane in campo. Puo' essere una forma di appoggio implicito al partito piu' vicino o meno lontano. Ma puo' anche indurre astensione, la quale rafforza proporzionalmente la possibilità di vittoria di chi non ha sufficenti voti per arrivare al 50%. Se parli di un ballottaggio nazionale allora democrazia vorrebbe che non si parla di un ballottaggio a due (logico in un collegio uninominale) ma di un ballottaggio tra tanti (come in francia, dove se ricordo bene partecipa al ballottaggio chi ha superato il 12.5%).
pianogrande ha scritto:Comunque, se c'è una cosa sulla quale Renzi è stato cristallino, è il fatto che la sera delle elezioni si saprà chi ha vinto (chi governerà).
Si puo' ottenere questo risultato anche senza premio di maggioranza e/o ballottaggi.
Come suggeriva Flavio (ed io propongo sempre) si puo' eleggere l'esecutivo/governo per via diretta, con una scheda elettorale separata rispetto a quella del parlamento. Due elezioni, concomitanti o no, una per il parlamento ed una per il governo. La fiducia a questo punto non la dà il parlamento ma il popolo e quindi anche la sfiducia eventuale da li' deve venire (con un sistema tipo recall californiano o referendum svizzero). I giorno stesso sai chi ha vinto, con lo spoglio elettronico.
Questa si che sarebbe una rivoluzione, perché il parlamento sarebbe liberato dalle dinamiche maggioranza/opposizione (che essendo anche destra/sinistra sono in gran parte ideologiche) e si darebbe da fare per decidere legge per legge cosa fare, con maggioranze variabili. Il governo governerebbe senza l'assillo quasi quotidiano della fiducia. Serve pero' anche uno strumento popolare referendario che dia la possibilità ai cttadini di bloccare quelli che loro ritenessero errori sia del legislativo sia dell'esecutivo e il cerchio si chiude. ma questo Renzi non lo chiede. I grillilni si (con proposte a parte, sulla DD).
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)