Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

[flaviomob]

Nemmeno loro voterebbero per te

[pianogrande]

Meno ideologia significa meno rinnovamento.
Il problema è che certi termini, nel tempo, hanno assunto una connotazione dispregiativa.
Perfino la parola filosofia in certi ambienti, ha una connotazione negativa/dispregiativa.
Dipende, evidentemente, dall'uso che si fa di questi strumenti (oppure dal fastidio che danno).

Per me, i termini destra e sinistra non sono affatto superati.
Sono superati solo se si attribuisce loro quella connotazione negativa/dispregiativa detta sopra.

Conservatori e progressisti esistono ancora eccome se esistono.

[Iafran]

C'è la sinistra perché c'è la destra o, per caso, è nata prima la sinistra?

Grande errore a mio parere.

Quindi,se questi termini verranno messi nel cassetto del dimenticatoio, sicuramente i loro concetti rimarranno ancora nel tempo fino a che non saranno eliminate tutte le cause per i quali sono nati. Alla faccia del sig. Giddens

(Grazie gi.bo., anch'io penso che sia un "Grande errore")

C'è stato bisogno, niente poco di meno che ... di una rivoluzione!
Se i rivoluzionari avessero scelto, nel loro parlamento, di sedersi a destra sarebbero sempre nati in conseguenza (e in opposizione-ribellione) dei loro "atavici antagonisti sociali" ... che, tuttora (colmo della stranezza) arrivano a considerarsi "moderni", nonché "detentori di particolari doti genetiche (quasi) per progetto divino" (... di fare quel che vogliono degli altri).
('Mmazza che modestia i "destri destri", ma i "solo destri" non scherzano nemmeno!)

[mariok]

Anche le discussioni intorno alla lista per Tsipras confermano un dato ormai storico: l'immobilismo della sinistra dal punto di vista dell'analisi e dell'elaborazione politica.

Mentre si lancia lo slogan "Per un'altra Europa", di tutto si parla tranne che di Europa e dell'idea di essa che si vorrebbe realizzare. Se non il bengodi della giustizia e dello stato sociale che per incanto, grazie alla "rinegoziazione dei trattati", si riuscirebbe ad attuare negli stati nazionali.

Una visione, oltre che generica, anche irrealistica. Tale risulta, per chi abbia un minimo di buon senso, l'idea di un'Europa in cui gli stati continuino a fare le loro "politiche" (in qualche caso i loro "porci comodi" a suon di sprechi e corruzione), senza vincoli e limiti di indebitamento, anzi con una banca centrale che finanzi le spese pubbliche a gogò.

L'imbroglio che accomuna la destra anti-europea alla sinistra, che dopo aver boicottato ogni tentativo di costituzione europea in nome della sovranità (socialista) nazionale, oggi si scopre europeista, è che sia possibile eliminare qualsiasi vincolo nelle politiche di bilancio nazionali senza che ciò comporti la distruzione dell'Europa stessa e dello stesso mercato unico.

Tutti dicono di volere un'Europa diversa, solidale, giusta, accogliente bla bla bla, ma nessuno dice cosa è disposto a sacrificare della propria "sovranità" in nome di questo miraggio.

C'è qualcuno che intende battersi per una politica estera e della difesa comune, che non solo consentirebbe grandi risparmi, ma darebbe un peso ed una nuova credibilità internazionale al continente? Manco per idea. Certamente non questa sinistra.

C'è qualcuno che si rende conto che una politica di sviluppo finanziata da eurobond o dalla Banca centrale ha come premessa indispensabile l'esistenza di uno stato federale ed un governo europeo, che disponga di un suo budget ed una sua autorità democratica che consenta l'attuazione di nuove politiche comuni di investimenti e rilancio economico e sociale?

Niente di tutto ciò si sente dai soliti tromboni che stanno ora tentando di salire sul carro di Tsipras.

No grazie.

[pianogrande]

La banale privatizzazione dei guadagni e pubblicizzazione delle perdite vale anche nei confronti dell'Europa.
Troppo spesso ci si ferma lì.

[franz]

Giddens, ha inoltre un difetto di fondo: induce a credere che, nel mondo di oggi, ci sia bisogno di meno politica di quello di una volta, ossia di meno ideologia, meno partiti, meno governo, come se tutto dipendesse dall’essere disponibili o contrari al cambiamento, inteso come generale progresso dell’umanità.

Grande errore a mio parere.

Veramente a mio parere l'errore è confondere, fare una equivalenza, tra politica ed ideologia.
Meno ideologia, soprattutto dogmatica, mi sembra giusto.
Piu' valori e principi, piu' pragmatica, altrettanto.
Ma meno ideologia non significa affatto meno politica, anzi il contrario.
L'ideologia dogmatica svilisce la politica. Meno ideologia = piu' politica vera.
Poi sul meno governo (e meno stato) anche qui non significa meno politica.
Lo Stato dovrebbe occuparsi di meno cose ma su queste poche dovrebbe occuparsi e concentrarsi maggiormente.

[pianogrande]

Insomma.
C'è la politica buona e quella cattiva.
C'è l'ideologia buona e quella cattiva.
Non direi che queste siano le vere scelte.
Tra l'altro non sono in alternativa.
In politica, quello che conta veramente sono gli scopi.
Ci sono gli scopi buoni e gli scopi cattivi ma sono questi che vanno messi veramente in discussione.
Sono gli scopi, gli obiettivi, le cose su cui la politica si deve concentrare.

[gi.bo.]

La banale privatizzazione dei guadagni e pubblicizzazione delle perdite vale anche nei confronti dell'Europa.
Troppo spesso ci si ferma lì.

Perfetto!
Se non si risolve questa non si avra' un'europa dei popoli ma un'europa dei soliti interessi di parte. Quindi, accetto che ogn'uno di noi faccia la sua parte ma non cominciamo ancora una volta dai soliti che ad ogni crisi sono i soi ad essere penalizzati .
Se in questo mondo le leve dell'economia rimane in mano all'1% o al max il 10% e si pensa che i loro danni siano pagati dal rimanente 99% o 90% che dovremmo ancora mettere nel piatto ancora noi?
Se si parte da queste premesse in cui a pagare son sempre gli stessi, non si ha ancora capito una mazza.

Penso di aver risposto anche a mariok

[gi.bo.]

La banale privatizzazione dei guadagni e pubblicizzazione delle perdite vale anche nei confronti dell'Europa.
Troppo spesso ci si ferma lì.

Perfetto!
Se non si risolve questa non si avra' un'europa dei popoli ma un'europa dei soliti interessi di parte. Quindi, accetto che ogn'uno di noi faccia la sua parte ma non cominciamo ancora una volta dai soliti che ad ogni crisi sono i soi ad essere penalizzati .
Se in questo mondo le leve dell'economia rimane in mano all'1% o al max il 10% e si pensa che i loro danni siano pagati dal rimanente 99% o 90% che dovremmo ancora mettere nel piatto ancora noi?
Se si parte da queste premesse in cui a pagare son sempre gli stessi, non si ha ancora capito una mazza.

Penso di aver risposto anche a mariok

Si spenda un po del ns. tempo x capire di piu' rivedendo la trasmissione di Iacona :"Banca Rotta"
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... d256e.html
...e poi possiamo continuare la ns. discussione

[mariok]

Se si pensa che basti denunciare i problemi per risolverli, allora non si ha ancora capito una mazza.

Penso di aver risposto anche a gi.bo. (detto pancho, che mi perseguita anche qui).