Crescita, Italia ancora giù nella classifica dei Paesi più industrializzati: peggio della Spagna
Al Workshop Ambrosetti l’analisi comparativa sulle previsioni macroeconomiche dei principali istituiti bancari
DAL NOSTRO INVIATO
Paola Pica
CERNOBBIO - Sui germogli “ancora troppo verdi” della crescita, come la mini-ripresa in corso è stata definita dal presidente della Bce Mario Draghi, si è aperta sul lago di Como la tre giorni del Workshop Ambrosetti. E’ entrata subito nel vivo del “quadro economico” internazionale la prima sessione dei lavori che ha visto il debutto a Cernobbio, con un l’intervento assai apprezzato, dell’ economista tedesca Beatrice Weder Di Mauro, consulente di Angela Merkel e sostenitrice dalla prima ora del programma Omt, lo scudo anti-spread” della Banca centrale europea.
Il confronto su crescita si-crescita no ha visto un panel presieduto dall’ex presidente Bce jean-Claude Trichet e partecipato, tra gli altri, da David Daokui Li, economista cinese, il professore americano Nouriel Roubini protagonista delle recenti cronache newyorkesi per via di una gigantesca vasca idromassaggio abusiva istallata sul suo terrazzo a Manhattan. Conferma un’analisi comparativa sulle previsioni macroeconomiche dei principali istituiti bancari e finanziari distribuita ai partecipanti dei lavori a porte chiuse che, insieme alla Spagna, l’Italia arranca nel fondo della classifica del pil dei paesi più industrializzati: una frenata dell’1,8% nel 2013 e un timido segno positivo dello 0,4% il prossimo anno.
Nel 2013 segna un dato relativamente migliore del nostro Madrid (-1,6%) ed è ancora segno meno per la Francia (-0,2%), mentre la Germania torna a crescere dello 0,4 già quest’anno e dell’1,6% l’anno prossimo, in linea con l’eurozona (+0,9% nel 2014). Cina e India dominano la classifica (+7,6 e + 5,5 quest’anno) seguite dalla Turchia (+3,6 nel 2013). La media delle previsioni indica poi gli Stati Uniti in ripresa dell’1,7% quest’anno e del 2,8 il prossimo. A vedere più nero, almeno sulla crescita in Italia, sono la prima banca italiana, Intesa Sanpaolo e l’americana Jp Morgan (-2% nel 2013 la prima, -2,1 la seconda), mentre è la tedesca deutsche bank a prevedere, per l’anno in corso, un crollo degli investimenti pari all 8,4% (in ripresa del 2,8% nel 2014). Il tasso di disoccupazione mette invece quasi tutti d’accordo, da Goldman Sachs a Hsbc i senza lavoro in Italia sono visti al 12% quest’anno e l’anno prossimo.
6 settembre 2013 | 13:06 www.corriere.it