La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda ranvit il 30/06/2013, 17:51

E quindi Padellaro (e Iafran)???
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda franz il 30/06/2013, 18:02

flaviomob ha scritto:Quando si parla di un paese con 120-160 milioni di evasione fiscale all'anno, ogni paragone con altre realtà europee dovrebbe partire da questo dato e non da altri.

Se il pagagone è sulle entrate hai ragione ma se è sulla spesa, no.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda trilogy il 30/06/2013, 18:24

Vi ricordate la famosa lettera inviata dalla BCE nell'agosto 2011, in piena tempesta finanziaria all'ora governo Berlusconi con le cose urgenti da fare?
Sono passati quasi due anni...

Francoforte/Roma, 5 Agosto 2011

Caro Primo Ministro,
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.

Il vertice dei capi di Stato e di governo dell'area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell'euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali».

Il Consiglio direttivo ritiene che l'Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali. Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti.

Nell'attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:

1.Vediamo l'esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l'aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l'efficienza del mercato del lavoro.

a) È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.

b) C'è anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.

c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.

2.Il Governo ha l'esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.

a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L'obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell'1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.

b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.

c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l'assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.

Vista la gravità dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.

3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l'efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione). C'è l'esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.
Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate.
Con la migliore considerazione,

Mario Draghi, Jean-Claude Trichet

http://www.wallstreetitalia.com/article ... itico.aspx
Avatar utente
trilogy
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 4746
Iscritto il: 23/05/2008, 22:58

Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda mauri il 30/06/2013, 18:30

eppure ci sono suggerimenti quasi ogni giorno su dove tagliare gli sprechi ma nessuno li ascolta anzi aumentano le tasse per continuare a sperpereare i ns soldi
ciao mauri

Parlamento, le chiamate illimitate degli eletti ci costano 20 milioni a legislatura
I deputati ricevono – come parte della propria indennità – 260 euro al mese di rimborso per spese telefoniche. La legge parla chiaro: "I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro". Per i senatori, invece, la somma non è così dettagliata, ma facendo un calcolo si può stimare una cifra di circa 550 euro al mese. Moltiplicato per i 630 deputati e 315 senatori si arriva a 4 milioni l'anno. Sottoscrivendo normali abbonamenti si risparmierebbe buona parte della cifra
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06 ... ra/632706/
mauri
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1961
Iscritto il: 16/06/2008, 10:57

Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda Iafran il 30/06/2013, 19:02

ranvit ha scritto:E quindi Padellaro (e Iafran)???

(Tu sei sempre a corto di "fantasia", naturalmente)

Si aspetta che venga qualche "salvatore" (il fiorentino?) o qualche mago con la formula magica ...
Il movimento dei forconi o il M5S o l'azione violenta di Luigi Preti, di fronte a Palazzo Chigi all'insediamento del governo Letta, dovrebbero pur dire qualcosa e non dovrebbero essere ignorati ... nemmeno dai comuni cittadini!
Padellaro ha rimproverato al mondo politico proprio questa volontà di soprassedere su fatti concreti che parlano della stanchezza e dell'insofferenza del popolo nei suoi confronti.
Fino a quando, secondo te, i "politici" faranno orecchie da mercante?
Iafran
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 4269
Iscritto il: 02/03/2009, 12:46

Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda franz il 30/06/2013, 22:07

trilogy ha scritto:Vi ricordate la famosa lettera inviata dalla BCE nell'agosto 2011, in piena tempesta finanziaria all'ora governo Berlusconi con le cose urgenti da fare?
Sono passati quasi due anni...

Ricordo, ricordo ma fai bene a riproporre questa lettura .... educativa.
Che dire?
Mi pare che qualcuno si sia accanito su alcuni aspetti ma solo per poter glissare su altri.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Dove si può tagliare davvero la spesa pubblica?

Messaggioda franz il 30/06/2013, 22:23

Da Lavoce.info http://www.lavoce.info/la-questione-del ... -pubblica/

Negli ultimi due anni, la spesa pubblica primaria è diminuita in termini nominali. Non accadeva da 60 anni, ma non è ancora sufficiente per abbassare la pressione fiscale. Finora di spending review si è parlato molto ma non si è fatto nulla, bisogna rivedere i programmi di spesa.

DATI E PREVISIONI DI SPESA


Provando ad abbandonare per un momento le questioni dell’Imu e dell’Iva, che stanno monopolizzando il dibattito sulla politica fiscale, chiediamoci quali spazi effettivi sono ipotizzabili per una riduzione della pressione fiscale nel medio periodo. Le proiezioni ufficiali più recenti, quelle del Documento di economia e finanza dello scorso aprile, di fatto l’ultimo atto del governo Monti, non sono confortanti: danno una pressione fiscale nel 2015 al 44,1 per cento, sostanzialmente invariata rispetto al livello del 2012 (44,0 per cento). A fronte di questo dato, vi è per la spesa primaria la previsione di una riduzione di 1,5 punti di Pil, dal 45,6 del 2012 al 44,1 per cento del 2015. Questi valori dovrebbero generare un avanzo primario crescente (4,1 per cento nel 2015 dal 2,5 del 2012). Anche così, tuttavia, la crescita del rapporto debito pubblico/Pil si interromperebbe solo a partire dal 2014, consegnandoci nel 2015 un debito comunque ancora di poco superiore al 125 per cento del Pil (nel 2012 era al 127 per cento).
La reazione più diffusa a questo quadro è che non sono stati compiuti sforzi dal lato della spesa, che finora l’aggiustamento del bilancio è stato fatto soltanto aumentando le imposte e che se qualche taglio di spesa c’è stato si è concentrato negli enti locali. Se solo si volesse sarebbe abbastanza agevole tagliare la spesa, soprattutto quella dell’amministrazione centrale, liberando così spazi per ridurre la pressione fiscale. Vediamo se le cose stanno effettivamente così. Iniziamo dalla dinamica del passato recente, concentrandoci sulla spesa primaria corrente: gli interessi sono un dato esogeno e la spesa in conto capitale non può essere messa sul banco degli imputati dato che dal 2009 al 2012 è diminuita del 30 per cento in termini nominali. La spesa primaria corrente nel biennio 2011-2012 è rimasta sostanzialmente stabile in termini nominali (anzi, è leggermente diminuita). Può darsi che questo sia un risultato insufficiente ma esso non va sottovalutato. Una diminuzione della spesa in termini nominali non ha precedenti negli ultimi sessant’anni. Per dare un elemento di confronto, nel decennio 1997-2007, quando vi era comunque una consapevolezza del problema, la spesa era cresciuta a un ritmo del 2 per cento l’anno in termini reali; superfluo ricordare che nei decenni precedenti, quando quella consapevolezza non c’era, la crescita era stata ben superiore. La diminuzione registrata negli ultimi anni – 3,5 miliardi in due anni – è nell’insieme certamente modesta. Bisogna tuttavia tener conto di come nel triennio la spesa per pensioni sia aumentata di 12 miliardi. Le spese correnti diverse da interessi e pensioni sono quindi diminuite di 15,5 miliardi, ovvero del 3,6 per cento, in due anni (tabella 1). Si può fare certamente meglio ma non è poco, soprattutto alla luce dell’esperienza precedente.

Tabella 1 Spesa primaria 2009-2015 (miliardi di euro)
http://www.lavoce.info/wp-content/uploa ... sauro1.jpg

Fonte: Istat e Def 2013.

Per farsi un’idea più precisa, si può dare un’occhiata alla tabella 2, che mette a confronto la crescita della spesa pubblica primaria totale (corrente e in conto capitale) distinta per sotto-settore fino al 2009 e negli anni seguenti.

Tabella 2. La dinamica della spesa pubblica primaria per sotto-settore (tassi di crescita)

http://www.lavoce.info/wp-content/uploa ... sauro2.jpg

Nel periodo 2002-2009 la spesa pubblica è cresciuta del 39,3 per cento, nel triennio 2010-2012 è diminuita dell’1,8 per cento. Guardando ai sotto-settori, si nota subito come la crescita della spesa in tutto il periodo sia superiore alla media per gli enti di previdenza e per gli enti sanitari locali (ovvero pensioni e sanità). Per inciso, la spesa delle amministrazioni centrali, delle Regioni (esclusa la sanità) e dei Comuni si muove in modo tutto sommato analogo. I dati non suffragano, quindi, la tesi secondo cui il peso dell’aggiustamento dal lato della spesa negli ultimi anni sia ricaduto soprattutto sugli enti territoriali. In realtà, l’onere è stato sopportato in egual misura dalla spesa per consumi e investimenti pubblici di amministrazioni centrali e locali. Le eccezioni sono la sanità (consumi pubblici delle regioni) e i trasferimenti previdenziali.
Cosa accadrà nei prossimi anni, secondo le proiezioni ufficiali? La maggiore spesa primaria corrente nel 2015 rispetto al 2012 sarà di 26,7 miliardi, di cui 19 miliardi sono ascrivibili alle pensioni. Resta un aumento di 7,7 miliardi (ricordiamo, in termini nominali) distribuito tra sanità e altre spese.
Insomma, se si escludono interventi sulle pensioni in essere, anche se si riuscisse a mantenere invariata in termini nominali la spesa corrente restante, si libererebbero da qui al 2015 risorse pari soltanto a 7,7 miliardi, vale a dire mezzo punto di Pil. Questo è il massimo che si può ottenere mantenendo le politiche attuali. Ciò non sarebbe comunque indolore: richiederebbe sforzi importanti, come protrarre indefinitamente il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici e accomodare a spesa invariata gli aumenti dei prezzi dei beni e servizi acquistati.
Spazi ulteriori? Possono derivare solo da una discontinuità nelle politiche pubbliche. Discontinuità che può essere molto profonda, mettendo in discussione la dimensione dell’intervento pubblico in settori come la sanità, l’istruzione o la previdenza, spostando quindi il confine tra pubblico e privato in questi settori. L’opinione di chi scrive è che non è affatto detto che le prospettive di crescita del paese guadagnerebbero da uno spostamento dell’istruzione o della sanità dal pubblico al privato. Ma di questo si può discutere altrove.

COME FARE UNA VERA SPENDING REVIEW

C’è comunque un’altra strada che non è mai stata seriamente percorsa ed è quella di una manutenzione straordinaria dei programmi di spesa, che con un’espressione ormai entrata nell’uso comune è nota come spending review. Se ne è parlato molto in questi anni ma, nonostante i proclami, in pratica non si è fatto nulla. C’è anche un provvedimento di legge, il d.l. n. 95 del 6 luglio 2012, noto come spending review, ma si tratta di un nome usurpato: di fatto quel provvedimento ripropone la tecnica dei tagli lineari. Come mai ai proclami non è seguito nulla? Perché nessun governo ha mai compreso che una revisione della spesa è un’operazione straordinaria che richiede tempo (almeno un anno) e risorse (diciamo, un centinaio di analisti qualificati). Si tratta di elaborare una sorta di piano industriale per ciascun settore dell’amministrazione. Al contrario, si è preferito seguire la strada dei facili annunci, affidando questo compito a singoli o a gruppi molto esigui, senza risorse, se non quelle ordinarie degli uffici che normalmente si occupano del controllo della spesa, e senza sostegno politico. Si può anche comprendere che a cavallo tra 2011 e 2012 le necessità dell’emergenza finanziaria siano prevalse su tutto. Ora la situazione è diversa, lo stato del conto economico pubblico (entrate e uscite dell’anno) in Italia è tra i migliori, se non il migliore, dei paesi avanzati. Siamo in una recessione talmente grave da sconsigliare qualsiasi ulteriore intervento fiscale di segno restrittivo (semmai bisognerebbe fare il contrario). Se si comincia subito, c’è tutto il tempo. Ma bisogna avere la consapevolezza di cosa si deve fare: non basta sventolare uno slogan ma investire risorse umane e capitale politico in un’operazione mai iniziata.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda ranvit il 01/07/2013, 8:00

Fino a quando, secondo te, i "politici" faranno orecchie da mercante?


Dimmelo tu!

Certo è che, parlando della ns area politica, fino a quando una buona parte degli elettori continueranno a votare pregiudizialmente sulla base di motivi ideologici...per esempio votando alle primarie per Bersani o addirittura Vendola, invece che per l'innovatore Renzi...sarà difficile che si possa far smettere di fare "orecchie da mercanti" alla massa di politici mediocri ed ottusi che popolano i Partiti di sinistra!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda flaviomob il 01/07/2013, 8:13

Quindi chi non vota come te vota per motivi ideologici ed è contro l'innovazione... Un concetto fantastico di democrazia!

Da persone coerenzi! 8-)

http://antoniosicilia.wordpress.com/201 ... -problema/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: SPENDERE MENO NON È PROIBITO

Messaggioda ranvit il 01/07/2013, 9:20

E' un fatto! ;)
Alle primarie Renzi propone cose "rivoluzionarie" per il bene del Paese rispetto al nulla (cioè status quo dei politici che pensano solo alla propria poltroncina) del gruppo dirigente del Pd: viene eletto il campione del momento del nulla e cioè Bersani! :evil:
Oggi Renzi si propone ancora come innovatore totale per cambiare il modo castale di fare politica? Molta parte del Pd (Dirigenti e sostenitori) gli rinfaccia di volersi interessare dei problemi dell'Italia invece che del bene del Partito....ovverossia di lasciare le cose come stanno, casta compresa! :evil:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

PrecedenteProssimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 47 ospiti

cron