Bersani o Monti presidente del consiglio?
Questa domanda ne implica altre due: per fare cosa, con chi?
La presidenza di Bersani sarebbe possibile in caso di vittoria netta della coalizione di cs.
Con chi?
Ipotizzando un eventuale appoggio post-voto da parte del centro o di parte di esso. E non sarebbe da poco anche il vincolo col territorio dei deputati PD+SEL, selezionati con primarie di collegio aperte.
Per fare cosa?
Bersani le liberalizzazioni ha mostrato di saperle fare e il cs ha dimostrato serietà nella gestione dei conti pubblici nei sette anni di governo (Ulivo/Unione), mentre è mancato il coraggio sulle riforme. In ogni caso la serietà è già qualcosa al di sopra della media nazionale, mentre nel campo della solidarietà sociale ci sarebbe una maggiore sensibilità rispetto all'attuale governo, senza promettere la luna (ne' il tacchino sul tetto!)
La presidenza di Monti non è la prima scelta del cs, evidentemente dovrebbe essere un ripiego nel caso in cui in parlamento i voti non siano sufficienti a sostenere un governo politico. Monti non si presenterà alle elezioni, quindi mancherebbe "a prescindere" una legittimazione popolare (anche se in teoria credo che Monti possa candidarsi al parlamento e rinunciare poi alla carica elettiva in quanto senatore a vita; sempre in teoria potrebbe pure dimettersi da senatore a vita e fare il deputato). Però Monti così facendo mancherebbe alla parola data all'inizio dell'esperienza di governo, quando dichiarò di considerare a termine il proprio mandato.
In ogni caso: con chi?
Il grosso vincolo sarebbe l'appoggio del PDL (o di quello che ne rimane), che non sarebbe neutrale ma richiederebbe una serie di contropartite sul piano dell'assetto del sistema televisivo-mediatico e su quello dell'impunità per... un noto indagato! Con gravi conseguenze sul piano della lotta alla corruzione (principale problema del paese), alla criminalità organizzata, al falso in bilancio e compagnia cantante.
Per fare cosa?
Il condizionamento imposto dal PDL, con potere di ricatto molto forte, impedirebbe politiche efficaci di redistribuzione, solidarietà sociale, un serio approccio laico, ogni ipotesi di reddito minimo garantito (roba da comunisti!), equilibrio nel sistema mediatico. Monti continuerebbe poi ad incontrare resistenze invincibili nelle liberalizzazioni che toccassero aree tradizionalmente vicine al centrodestra (taxi, farmacie). Si andrebbe a scatafascio nel settore della giustizia e la criminalità organizzata potrebbe continuare a coltivare le proprie mire espansionistiche verso il centro-nord. Le imprese estere eviterebbero ancor di più qualsiasi ipotesi di aprire nuove sedi o di realizzare investimenti in un paese ad illegalità diffusa e trasparenza zero.
Una terza ipotesi potrebbe essere quella di una rottura post elettorale tra PD e SEL che veda un parlamento in cui PD+centristi dispongano di numeri sufficienti a sostenere un governo di coalizione (che potrebbe essere anche presieduto da Monti stesso come condizione imposta dai centristi) e svincolato dall'appoggio della "terza gamba" (il PDL). Ma è molto difficile che sia sostenibile in entrambi i rami del parlamento.